1 marzo 2019
People - Prima le persone - Manifestazione Nazionale 2 marzo
Domani a Milano si svolge una manifestazione molto importante: PEOPLE, prima le persone, alla quale molti di noi parteciperanno.
Rinnovo l'appello ad essere presenti perché dove c'è una piazza, una manifestazione, una iniziativa che mette al centro il valore e la dignità della persona, che contrasta l'odio e le discriminazioni, che lotta contro le disuguaglianze, l'inclusione, le pari opportunità e la democrazia, il Partito Democratico c'è.
Pietro Virtuani, Segretario provinciale del Partito Democratico di Monza e Brianza
Prima le persone. “La politica della paura e la cultura della discriminazione viene sistematicamente perseguita per alimentare l’odio e creare cittadini e cittadine di serie A e di serie B. Per noi, invece, il nemico è la diseguaglianza, lo sfruttamento, la condizione di precarietà”. Parte così l’appello di centinaia di associazioni e migliaia di cittadini di tutta Italia per la manifestazione nazionale People che si tiene a Milano sabato 2 marzo con partenza alle 14 dal crocevia tra via Palestro e Corso Venezia, e arrivo in piazza Duomo dove avrà luogo un flash mob collettivo.
26 febbraio 2019
24 febbraio 2019
SAVE THE DATE - Gigi Ponti | Fare Brianza
Democrazia e crisi della rappresentanza
Martedì 26 febbraio 2019 ore 21:00
Gigi Ponti dialoga con:
Enrico Letta
già Presidente del Consiglio dei Ministri,
docente all’Institut d’Etudes politiques de Paris,
Presidente del “Jacques Delors Institut – Notre Europe”
Monza (MB)
Auditorium “Egidio Ghezzi” Provincia di Monza e della Brianza (Sala Verde)
Via Grigna, 13
Auditorium “Egidio Ghezzi” Provincia di Monza e della Brianza (Sala Verde)
Via Grigna, 13
IL PD CHE VERRA'
Lunedì sera, 25 febbraio, ore 21.00 a Desio si terrà un incontro rivolto ai giovani di tutta la nostra Provincia, iscritti e non iscritti al Partito Democratico.
23 febbraio 2019
22 febbraio 2019
21 febbraio 2019
Il Mediterraneo tra Italia, Libia e Malta è diventato un “buco nero”
I siti che tracciano le rotte delle navi lasciano scoperto il mare davanti a Tripoli. Ora i salvataggi sono eventi “fantasma”
di Luca Gambardella - Foglio.it
Roma. Gli eventi delle ultime settimane al largo della Libia dicono che la guerra del governo italiano alle ong non ha reso il Mediterraneo un posto più sicuro. Anzi, il tratto di mare che ci separa dall’Africa del nord è diventato un fronte sempre più pericoloso dove si sta creando un vuoto di sorveglianza su quello che succede nelle acque tra Italia, Libia e Malta.
di Luca Gambardella - Foglio.it
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Dal sito My Ship Tracking (la schermata è del 15 febbraio 2019) il "vuoto" di navi nel tratto di mare al largo della Libia e della Tunisia |
Roma. Gli eventi delle ultime settimane al largo della Libia dicono che la guerra del governo italiano alle ong non ha reso il Mediterraneo un posto più sicuro. Anzi, il tratto di mare che ci separa dall’Africa del nord è diventato un fronte sempre più pericoloso dove si sta creando un vuoto di sorveglianza su quello che succede nelle acque tra Italia, Libia e Malta.
20 febbraio 2019
Autonomia regionale, un gigantesco equivoco alimentato dalla Lega
Sull’autonomia regionale Lega e 5stelle trasformano il governo Conte-Salvini-DI Maio in una palestra elettorale
di Sergio Chiamparino - Democratica
Come per la Torino-Lione, anche sull’autonomia regionale Lega e 5stelle trasformano il governo Conte-Salvini-DI Maio in una palestra elettorale per raccogliere, ognuno dal suo versante, il massimo di consensi all’appuntamento europeo e amministrativo di maggio.
Nel caso dell’autonomia, lo scontro si gioca su un gigantesco equivoco alimentato da settori della Lega, che fa passare l’applicazione dell’autonomia differenziata come uno strumento per incrementare le risorse trattenute nella regione a scapito delle altre regioni, realizzando una sorta di regione a statuto speciale. Si lascia cioè immaginare che si aggredisce il residuo fiscale – il saldo tra imposte versate allo stato e risorse che tornano in regione – per conquistare spazi di autonomia.
E’ un po’ come il gioco che facevano alcuni monaci del medioevo che, non volendo onorare il venerdì magro, cambiavano il nome del maiale in pesce per potersene cibare. E’ una cosa che non sta assolutamente negli articoli 116 e 119 della Costituzione che vanno letti insieme. Un tema, non dimentichiamolo, introdotto in Costituzione nel 2001 dal centrosinistra con la modifica del titolo V. Il principio deve essere difeso e sostenuto: spostare alcune competenze dal centro alla periferia per andare sui territori e rispondere meglio, con più conoscenza delle realtà locali, ai loro bisogni. Semplificazione e flessibilità nelle risposte sono categorie che valorizzano l’autonomia differenziata, senza trasformare le singole regioni in “repubblichette” isolate l’una dall’altra e tra di loro concorrenti.
di Sergio Chiamparino - Democratica
Come per la Torino-Lione, anche sull’autonomia regionale Lega e 5stelle trasformano il governo Conte-Salvini-DI Maio in una palestra elettorale per raccogliere, ognuno dal suo versante, il massimo di consensi all’appuntamento europeo e amministrativo di maggio.
Nel caso dell’autonomia, lo scontro si gioca su un gigantesco equivoco alimentato da settori della Lega, che fa passare l’applicazione dell’autonomia differenziata come uno strumento per incrementare le risorse trattenute nella regione a scapito delle altre regioni, realizzando una sorta di regione a statuto speciale. Si lascia cioè immaginare che si aggredisce il residuo fiscale – il saldo tra imposte versate allo stato e risorse che tornano in regione – per conquistare spazi di autonomia.
E’ un po’ come il gioco che facevano alcuni monaci del medioevo che, non volendo onorare il venerdì magro, cambiavano il nome del maiale in pesce per potersene cibare. E’ una cosa che non sta assolutamente negli articoli 116 e 119 della Costituzione che vanno letti insieme. Un tema, non dimentichiamolo, introdotto in Costituzione nel 2001 dal centrosinistra con la modifica del titolo V. Il principio deve essere difeso e sostenuto: spostare alcune competenze dal centro alla periferia per andare sui territori e rispondere meglio, con più conoscenza delle realtà locali, ai loro bisogni. Semplificazione e flessibilità nelle risposte sono categorie che valorizzano l’autonomia differenziata, senza trasformare le singole regioni in “repubblichette” isolate l’una dall’altra e tra di loro concorrenti.
19 febbraio 2019
Accoglienza: nei nuovi bandi via psicologi e trasporti tagliati
Gianfranco Schiavone, vicepresidente Asgi, in un'intervista a Redattore sociale commenta i nuovi bandi della Prefettura di Milano per l'accoglienza ai richiedenti asilo. “La filosofia? Non devono muoversi, non hanno bisogno di parlare”. Cosa cambia? “Impossibile l’accoglienza diffusa, è diventato il servizio più economico di tutto il settore socio-assistenziale con 21 euro a persona”
MILANO - “Il messaggio politico che si vuole mandare è chiaro: con i migranti non c'è nemmeno bisogno di parlare”. Usa questa sintesi Gianfranco Schiavone, vice presidente dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), per definire i contenuti e le voci economiche dei nuovi bandi di Milano e area metropolitana e di altre città che si sono mosse mettendo a gara i centri per l'accoglienza degli stranieri.
La Prefettura milanese è stata fra le prime, tra le grandi città, a pubblicare le gare per gli enti che vogliono gestire centri per richiedenti asilo nel 2019 e 2020: 2.900 posti complessivi, di cui 750 in appartamenti, 500 posti in strutture collettive fino a 50 posti, altri 1.650 per centri collettivi da 51 a 300 posti, a cui si aggiunge il Centro di accoglienza straordinaria “Caserma Mancini” di via Corelli 176. C'è tempo fino a metà marzo per rispondere all'appello della Prefettura, che ha scritto le gare basandosi sul nuovo capitolato della Direzione centrale del ministero dell'Interno. Lo ha fatto tagliando e sforbiciando soldi per le varie voci dell'accoglienza fino a scendere a una media di 21,35 euro per persona – più pocket money da 2,5 euro – per i centri da 50 posti di capienza. La filosofia che ci sta dietro? “Rendere impraticabile l'accoglienza diffusa e impossibile un minimo di qualità”, risponde Schiavone.
MILANO - “Il messaggio politico che si vuole mandare è chiaro: con i migranti non c'è nemmeno bisogno di parlare”. Usa questa sintesi Gianfranco Schiavone, vice presidente dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), per definire i contenuti e le voci economiche dei nuovi bandi di Milano e area metropolitana e di altre città che si sono mosse mettendo a gara i centri per l'accoglienza degli stranieri.
La Prefettura milanese è stata fra le prime, tra le grandi città, a pubblicare le gare per gli enti che vogliono gestire centri per richiedenti asilo nel 2019 e 2020: 2.900 posti complessivi, di cui 750 in appartamenti, 500 posti in strutture collettive fino a 50 posti, altri 1.650 per centri collettivi da 51 a 300 posti, a cui si aggiunge il Centro di accoglienza straordinaria “Caserma Mancini” di via Corelli 176. C'è tempo fino a metà marzo per rispondere all'appello della Prefettura, che ha scritto le gare basandosi sul nuovo capitolato della Direzione centrale del ministero dell'Interno. Lo ha fatto tagliando e sforbiciando soldi per le varie voci dell'accoglienza fino a scendere a una media di 21,35 euro per persona – più pocket money da 2,5 euro – per i centri da 50 posti di capienza. La filosofia che ci sta dietro? “Rendere impraticabile l'accoglienza diffusa e impossibile un minimo di qualità”, risponde Schiavone.
18 febbraio 2019
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
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