20 gennaio 2012

Giovedì 26/01/2012 i Consiglieri dimissionari incontrano i cittadini.

Giovedì 26 gennaio 2012 alle ore 21,00, presso la biblioteca di Sulbiate i 9 ex Consiglieri comunali che si sono dimessi provocando la fine anticipata della legislatura, invitano i cittadini a partecipare al seguente incontro pubblico:

19 gennaio 2012

Il potere della sedia.



Oggi vorrei discutere della potente forza attrattiva e di coesione sociale di uno strumento semplice e complesso allo stesso tempo: la sedia!
Insieme all'amico tavolo, e alla compagna panchina, si dimostra essere il perfetto veicolo di attrazione, per le persone che vorrebbero uscire di casa, ma sono pigre.
Non è una novità, che il pubblico vada invogliato. Per la socializzazione e la vita di una città, nulla di meglio di due tavoli e quattro sedie dove, credetemi, su può fare di tutto.
Parlare, bere un bicchiere, giocare a scacchi, leggere il giornale o collegarsi ad internet.
Ci sono alcuni remoti angoli del pianeta, dove pare - almeno così sembrano scrivere alcuni siti internet pirata - abbiano assimilato il concetto "sedia=piazza frequentata", e dove hanno provato a buttare là quattro panche, senza grandi costi e pretese.

Pensate: la gente ha iniziato ad usarle, riempiendo, anche in pieno inverno, piazze e parchi. Nessuno ha immaginato di portarsele a casa o bruciarle, addirittura venivano da lontano a fare delle foto.

Incredibile vero?
E se provasse anche Sulbiate a riprendersi lo spazio sociale, e vitale, con degli sgabelli? Metti che in qualche scantinato comunale si rinvenissero quattro sedie. Magari due (ri)baldi portano anche un pallone ed un plaid...

Troppo antico? O troppo futurista?
Cosa ne pensate?

Bersani accellera sulla legge elettorale:"Incalziamo gli altri".

«La nostra proposta c'è, ora incalziamo gli altri». Pier Luigi Bersani ha convocato i vertici del Pd per pianificare una strategia che porti a «stanare» le altre forze politiche sulla legge elettorale. Il leader dei Democratici ha discusso brevemente dell'argomento con Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini il giorno dell'incontro a Palazzo Chigi con Mario Monti. E l'idea che si è fatto è che il problema non sia tanto di «tempi o modi»: «Il problema è la volontà politica di superare l'attuale legge». Così, per capire se ci sia o meno, negli altri leader politici, Bersani si è detto disponibile a «incontri bilaterali» con tutte le altre forze politiche. A questo punto, per il segretario del Pd, è necessario infatti «forzare per capire chi vuole una nuova legge elettorale e chi vuole invece andare al voto con quella attuale».

Al di là delle dichiarazioni, infatti, nel Pdl c'è ancora chi - Silvio Berlusconi in primis - vuole mantenere il Porcellum pensando tra l'altro che sia funzionale a un'alleanza con la Lega che ancora (in questo fronte) non viene data per esclusa. E parallelamente la Lega è spaccata tra chi, come Umberto Bossi, non vuole l'approvazione di una nuova legge elettorale e chi, come Roberto Maroni, pensa invece che non si possa andare alle prossime elezioni col Porcellum a meno di voler «sfidare il sentimento democratico dei cittadini».

In questo quadro, Bersani vuole dare un'accelerazione al confronto con iniziative nel Parlamento e anche fuori (presto i circoli saranno invitati a una mobilitazione «per una buona politica» con iniziative pubbliche e raccolte di firme su legge elettorale, riforme istituzionali e costi della politica).

I senatori del Pd che fanno parte della commissione Affari costituzionali ieri hanno chiesto di iniziare ad esaminare la trentina di proposte che da mesi giacciono nei cassetti. Compresa quella del Pd, che prevede l'assegnazione del 70% dei seggi della Camera mediante sistema maggioritario, il 28% con metodo proporzionale e un 2% riservato al diritto di tribuna. Una proposta di legge che prevedendo anche il doppio turno può piacere anche all'Udc, formalmente ferma sul proporzionale alla tedesca ma disponibile a discutere anche altre ipotesi.

DOPPIO BINARIO
L'intenzione del Pd è di avviare però la discussione anche alla Camera. L'idea è di dare il via a un doppio binario, lasciando al Senato la pratica delle riforme istituzionali (superamento del bicameralismo perfetto e riduzione del numero dei parlamentari) e di accelerare a Montecitorio sulla legge elettorale. Slegare i destini delle riforme istituzionali da quelli della legge elettorale è necessario perché, come ha detto nei giorni scorsi Massimo D'Alema in una discussione con Gianfranco Fini, di fronte a un allungarsi eccessivo dei tempi necessari per le riforme istituzionali (sono obbligatorie almeno quattro letture tra Camera e Senato), la priorità andrebbe data al superamento del Porcellum («è un dovere morale del Parlamento» per il presidente del Copasir

Bersani, che dopo aver riunito ieri al quartier generale del Pd i capigruppo Franceschini e Finocchiaro, esponenti che si sono occupati dell'argomento (da Violante a Bressa a Bianco), Letta, Bindi, D'Alema, Veltroni, Gentiloni, Marino, nei prossimi giorni tornerà a discutere della questione con Alfano e Casini. Per il leader dell'Udc un accordo «è possibile» e per il segretario del Pdl questa può essere l'occasione per giocare le sue carte dentro un partito che ancora non controlla come vorrebbe.

Al vertice del Pd si è concordato che la discussione dovrà partire dalla proposta del partito. Si è deciso anche di aprire un'istruttoria per studiare le altre proposte, ma chiarendo che per il Pd andranno mantenuti tre paletti: bipolarismo, possibilità per gli elettori di scegliere i candidati e per i partiti di scegliere gli alleati (ma senza coalizioni coatte).

Fonte l' Unità - di Pier Luigi Bersani.

La nota del mattino del 19/01/2012

1. MONTI E CAMERON PONGONO IL TEMA DEL GOVERNO EUROPEO. LA GRECIA ENTRO DOMANI DEVE FARE L’ACCORDO SUI DEBITI CON LE BANCHE. E DA LUNEDI’ PARTE LA VOLATA PER I TRATTATI EUROPEI.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha incontrato ieri il primo ministro britannico, David
Cameron, e gli operatori finanziari della City, il mercato più importante del mondo insieme alla
borsa di New York. Due fondamentalmente i temi al centro di questi incontri: lo stato di salute
dell’Italia, rispetto al quale Monti ha rassicurato gli interlocutori, e la possibilità per l’Europa di
superare la crisi. Da questo punto di vista la posizione di Monti, condivisa dal premier
britannico, è stata chiara: l’Italia non chiede nulla alla Germania, ma ormai è chiaro a tutti che
il problema è la credibilità del “governo” europeo.
Entro domani la Grecia deve raggiungere un accordo con i creditori privati. E’ corsa contro il
tempo per evitare il fallimento.
Da lunedì, con la riunione dell’Ecofin, il summit dei ministri economici e finanziari europei,
comincia la volata finale per la firma dei nuovi trattati europei sulla finanza pubblica.

2. VIGILIA BOLLENTE PER LE LIBERALIZZAZIONI. SUL TEMA DEL LAVORO IL GOVERNO SEMBRA INTENZIONATO A SEGUIRE ALCUNI DEI SUGGERIMENTI DEL PD.
Da ieri sono in circolazione le bozze del nuovo decreto sulle liberalizzazioni. Le informazioni sul
provvedimento del governo, all’ordine del giorno della riunione del Consiglio dei ministri di
domani, presentano molte e importanti novità, compresa la divisione della rete di conduzione
del gas (Snam rete Gas) dall’Eni e interventi sulle banche, le assicurazioni, i carburanti, ma non
si capisce perché su temi tanto delicati e sicuramente destinati a suscitare reazioni e proteste
escano tante (troppe) indiscrezioni. Guadagna consensi il sospetto che la vecchia struttura
burocratica del governo precedente, rimasta per larga parte al lavoro con Monti, lo faccia
apposta per favorire la battaglia delle lobby.
Su Il Corriere della Sera e altri quotidiani molte informazioni sui diversi temi delle
liberalizzazioni. Su La Repubblica invece viene descritta la proposta del governo per il mercato
del lavoro, gli ammortizzatori sociali e la battaglia contro la precarietà. Alcune di queste
indiscrezioni sembrano andare nella direzione indicata dalle proposte e dalla riflessione svolta
su questi stessi temi dal Pd nelle sue assemblee (a cominciare da quella di Genova) e per
ultimo nella riunione svolta nei giorni scorsi alla Camera dal Forum lavoro con la relazione di
Stefano Fassina.
Su Il Corriere della Sera le domande della Commissione europea all’Italia sul tema delle
liberalizzazioni e le risposte del governo italiano.

3. FIBRILLAZIONI ATTESE E FIBRILLAZIONI SOSPETTE. TASSISTI IN RIVOLTA. IN SICILIA BLOCCO DELL’ISOLA. MA GLI IMPRENDITORI AVVERTONO: QUI C’E’ ANCHE LO ZAMPINO DELLA MAFIA.
Tassisti in piazza, proteste, lobby in fibrillazione. Molte di queste proteste erano previste. Ma in questi giorni sta montando anche un fenomeno più inquietante, come il blocco totale della Sicilia da parte degli autotrasportatori e del movimento dei forconi. Su Il Riformista Emanuele Macaluso dice che bisogna guardare con attenzione questa protesta, perché rivela il grado di drammaticità che la crisi ha raggiunto al Sud e il rischio che questo problema sfoci in fenomeni politici non prevedibili. Gli imprenditori siciliani vanno più per le spicce e denunciano infiltrazioni mafiose nelle proteste, come se nel tramonto di una fase politica la criminalità voglia rimarcare (nel 1993 ciò avvenne addirittura con attentati e bombe in tutta Italia) che bisogna fare i conti con il suo potere.

4. PENSIONI: SI RECUPERANO ESODATI E LAVORATORI PRECOCI. GLI EMENDAMENTI DEL PD.
Emendamenti al decreto milleproroghe per rimediare almeno ad alcune asprezze della riforma pensionistica a favore degli esodati e dei lavoratori precoci. L'auspicio per una rapida approvazione delle proposte emendative da parte della camera è arrivato ieri dal capogruppo Pd in Senato, Anna Finocchiaro: con la presentazione degli emendamenti sulle pensioni dei relatori al milleproroghe il Pd conferma il suo impegno «affinché gli interventi del governo, necessari per affrontare la crisi, siano improntati il più possibile all'equità. È questo il faro della nostra azione politica e parlamentare». E se per la Finocchiaro «accanto al rigore è necessaria l'equità», per il capogruppo Pd in commissione bilancio della camera Pier Paolo Baretta gli emendamenti dei relatori rappresentano «un passo avanti importante in particolare su esodati e penalizzazioni. Finalmente alcune storture della riforma delle pensioni trovano una prima soluzione».

5. IN UNA LUNGA INTERVISTA A PANORAMA BERSANI SPIEGA LA POSIZIONE DEL PD. DOMANI E SABATO ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PARTITO A ROMA.
Panorama, da oggi in edicola, pubblica una lunga intervista al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Domani si apre a Roma l’Assemblea nazionale del Pd.
Da Panorama. “Segretario Pier Luigi Bersani, lei è stato il primo liberalizzatone. Le piacciono le «lenzuolate» di Mario Monti?
Rivendico almeno il coraggio. Con un mio provvedimento, dalla sera alla mattina, scomparvero a suo tempo le licenze del commercio e le tabelle merceologiche: c`era un asse della politica che cercava di dare qualche occasione di lavoro ai giovani e di limitare speculazioni sui prezzi. Ora chiedo al governo di riprendere la questione sotto quei due profili, senza lasciare margine a cattive interpretazioni. Chi interpreta male e che cosa? Sento dire per esempio che intervenire sui farmaci è «de minimis». Non è vero, è una cosa fondamentale che riguarda miliardi di euro addosso in particolare agli anziani e alle famiglie numerose. Facciano il massimo, con coraggio, senza discriminare questo o quello.
Quale consiglio, lei che ci è passato e che di proteste ne ha incassate tante, sì sente di dare al premier?
Avrei dato un consiglio preventivo: far girare meno bozze. Prima le decisioni, poi le discussioni e gli aggiustamenti. Secondo consiglio: stare larghi, trattandosi appunto di lenzuolate, affrontando il tema a 360 gradi. Terzo: darsi alcune priorità, non tutto quello che si fa poi lo si porta a casa. Vuole la scala? Farmaci, benzina, gas, banche e assicurazioni, professioni e servizi
pubblici. Per equilibrare il consenso fra lobby e opinione pubblica, il messaggio di occuparsi di cose che incidono sul reddito reale dà una forza enorme per combattere.
Ma i tassisti, che lei non cita, sono un potere debole o forte?
Qui a Roma, per me o per lei, sono un potere fortissimo. Ma per l`universalità dei pensionati e dei lavoratori italiani no. E quindi, se si parla di Roma, Napoli, Milano, ok. Poi ci appassioniamo moltissimo perché questa categoria rappresenta un`idea di città non spendibile in Europa.
Anche lei fu attaccato dai tassisti. Per questo ora li mette in secondo piano?
No, ero stupefatto dai titoli sui giornali, tutti sui taxi. Avevo avuto minore attenzione facendo una cosa unica in Europa, e cioè la liberalizzazione del sistema elettrico. Per intenderci, avevo spacchettato l`Enel, che adesso è un attore mondiale.
Due mesi sono pochi per giudicare, ma come si sta a bordo di un governo tecnico? Vedo più luci che ombre, se non altro per come è cambiato il glossario del governo, che ci ha riportato sui problemi reali. Ha fatto parecchie cose buone, però alcune scelte non vanno bene. Riguardo alla riforma delle pensioni, non avere ragionato sui meccanismi di transizione è un guaio serio che va aggiustato. Penso ai lavoratori precoci, quelli che si trovano senza lavoro, senza ammortizzatori, senza pensione. Bisogna aggiustare il tiro, e il governo si è impegnato a farlo.
Sulla lotta all`evasione fiscale, secondo Vincenzo Visco si sta agendo con timidezza. Monti ha dato un segnale forte, pedagogico: mai più condoni. Anche la pressione mediatica è importante, ma si può fare di più.
Che cosa, dica.
Banche dati interconnesse per creare una normale fisiologia di fedeltà fiscale. Consentire al fisco di guardare i movimenti bancari è positivo. Tuttavia sulla tracciabilità avremmo fatto un passo in avanti, con misure scomode come l`elenco clienti fornitori, che è una delle chiavi fondamentali della banca dati. Insomma, noi la metteremmo ancora di più sullo strutturale: facciamo una Maastricht della fedeltà fiscale, un 2 o 3 per cento in più o in meno del livello europeo, andando a prendere i meccanismi di banca dati che funzionano meglio in Europa. Tassare a cascata gli enti locali che magari vogliono calibrare la pressione a seconda del reddito diventa paradossale di fronte a una base di imposizione poco credibile Le regioni applicano il ticket secondo il reddito, poi ti trovi quello esente che parcheggia il suv davanti alla farmacia.
Perché è così difficile incrociare tutti i dati che segnalano gli evasori? Noi, nel 2008, abbiamo perso un pezzo delle nostre elezioni sulla questione elenco clienti fornitori. Mascherata sotto il tema del carico burocratico c`è la volontà di aggirare il fisco. Ma adesso basta: tu cittadino ti accolli un minimo di carico burocratico in nome della fedeltà fiscale. Abbiamo cominciato, ora andiamo avanti, per favore. E che altro dice a Monti dopo due mesi di coabitazione, anzi di sostegno. Le dico quali dovrebbero essere i prossimi passi. Primo, una mozione unitaria con tutti i partiti sui grandi temi europei. Secondo: sull`agenda di governo va fatta una mossa ulteriore per creare un rapporto stabile tra esecutivo e gruppi parlamentari. Terzo: i partiti devono fare subito un calendario per le riforme istituzionali ed elettorale. Regolamenti parlamentari, bicameralismo, riforma elettorale, costi della politica.
Mettervi d`accordo su tutto in tempi brevi sarà impossibile.
No, se ciascuno dice: ok, ho la mia posizione, ma faccio uno sforzo. Il peggio del peggio sarebbe arrivare dopo un anno senza avere portato a casa qualcuna di queste cose.
Su «Panorama» Pier Ferdinando Casini ha lanciato il suo personale auspicio, dopo Monti, di una grande coalizione con lei e Angelino Alfano al governo.
Alfano e Bersani sono due italiani leali verso l`Italia che però la pensano diversamente. E penso che la democrazia respiri in questa dialettica. Il prossimo appuntamento elettorale sarà di ricostruzione, ciascuno schieramento presenterà il suo programma per la ripartenza dell`Italia. Io auspico un bipolarismo civilizzato, alternativo sulle grandi questioni. Per esempio: torniamo ai meccanismi di semplificazione populistica, col nome sul simbolo, il maggioritario estremizzato e il consenso che viene prima delle regole, o andiamo a riformare la democrazia rappresentativa dove ci sono i partiti, le coalizioni, dove c`è un sistema parlamentare più efficiente, dove i leader sono pro tempore e vengono fuori da un processo politico? Anche sul tema sociale dobbiamo chiarirci: o facciamo un po` di ridistribuzione o non possiamo avere crescita. Siamo alla disparità non più tollerabile dei redditi. Poi c`è il terzo punto, il civismo: dovremo rilanciare il sistema delle regole nella vita comune e qui c`è un campo sterminato che va dalla legalità alla giustizia, dalle donne agli immigrati. L`attuale sistema elettorale non garantirebbe questo processo?
Tutti pensano che non si può continuare così, e quando vedo riaffiorare antichi legami fra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi penso che in tale illusione disastrosa ci potrebbe essere l`idea di andare avanti con questo meccanismo per fare ciascuno pulizia in casa propria. Spero che non si arrivi a questo, sarebbe un disastro. Per fare pulizia in casa tua non puoi far crollare la casa di tutti.
Quando dice noi si riferisce ancora al Pd con Idv e con Nichi Vendola?
La ricostruzione presuppone un incontro tra forze progressiste, il Nuovo Ulivo, e forze moderate o di centro. Presuppone una piattaforma comune di legislatura che si preoccupi, con una decina di riforme, di fare democrazia contro il populismo e di aggiustare il patto sociale. Quanto avviene oggi passa, ma può influire sulla prospettiva. Quindi dico ad Antonio Di Pietro e a Vendola: il Pd si è caricato generosamente di questo passaggio, ben vengano le critiche, ma se si grida all`inciucio o al tradimento, non ci sto.
Quanto ritiene possibile un rapporto politico, se non una futura alleanza, con il movimento 5 stelle? Invito il mio partito a tenere l`orecchio a terra e ad ascoltare tutto quello che si muove, anche nel movimento 5 stelle. Però non credo alla possibilità di un rapporto politico. Quando il movimento esprime domande, le ascolto con rispetto, ma quando sento le soluzioni, non mi convincono. Non serve la demagogia.
Sul tema del lavoro, dopo tutti i distinguo, riuscirete ad approdare a una posizione unitaria? Da un anno ci occupiamo del tema, abbiamo tenuto un centinaio di assemblee locali e due nazionali. Il Pd è diviso? No, abbiamo fatto la nostra proposta al tavolo delle forze sociali. Al 90 per cento ci vede tutti d`accordo. La minoranza la tuteliamo come un patrimonio prezioso.
Ma quanto tempo impiega, tutte le volte, a negare le divisioni dentro il suo partito? Non è facile abituarsi all`idea che ci sia una democrazia dei partiti dove il leader non è indicato dalla Madonna, ma risulta da un meccanismo competitivo. Qui ci sono una maggioranza e una minoranza, ma quando si arriva al dunque sappiamo decidere. Non do la colpa ai giornalisti, mi rendo conto che stiamo proponendo un altro sistema politico. Due anni fa ho detto: non metterò mai il mio nome sul simbolo. Qualcuno poteva chiedersi: ma questo, che si è beccato 1 milione e mezzo di voti alle primarie che idee ha in testa? È inutile che mi girino attorno. Non ho carisma? Il mio carisma è questo.
Quante volte si è sentito messo in difficoltà da Susanna Camusso, la leader della Cigl?
Non sono stato sempre d`accordo con la Cgil, con la Cisl o con la Uil, ma ancora meno con un governo che puntava sulla loro divisione. Mi sembrava puro masochismo. Ora vedo che il sindacato si presenta al tavolo del ministro Elsa Fornero con la sua piattaforma. È un bene. I tavoli sono fatti perché ognuno lasci lì qualcosa e tutti assieme si prenda su qualcosa. I tavoli sono drammatici, non sono inciucio, sono il luogo della sofferenza.
Ha mai pensato a quando riterrà conclusa la sua esperienza di segretario? Ho una missione: devo svezzare questo bambino. Il Pd ha 4 anni, è nato da una cosa che non si è mai vista, cioè da culture e politiche diverse che si sono date un`idea comune. Questi quattro anni ci dicono che siamo troppo giovani per avere risolto tutto, ma che non siamo più un esperimento fallito, tocca a noi. Devo mettere in sicurezza la prospettiva del partito riformista del nuovo secolo. Se pensassi che questo partito ci fosse già, me ne andrei adesso.
L`emergenza economica e politica ha relegato in secondo piano i rottamatori. Col senno del poi, riconosce a Matteo Renzi qualche ragione?
Ho sempre riconosciuto a Renzi la volontà di dare al Pd il senso di un contenitore vivace e mi dispiacerebbe, ora, vedere indebolita questa vivacità. Però ribadisco: tutto quello che si dice deve suonare come lealtà alla ditta. Se non siamo solidali fra noi, perché dovrebbero essere solidali con noi?
Festeggia per i risultati degli ultimi sondaggi?
Guardi, abbiamo vinto le amministrative, Berlusconi è andato a casa e siamo il primo partito. Ma io festeggio per quello che abbiamo seminato. Mi emoziona di più dire che siamo riusciti a mettere in formazione 2 mila giovani nel Mezzogiorno per un anno. Oppure avere allestito una specie di anagrafe, i circoli online, dove saranno collegati i nostri iscritti. Nei prossimi mesi potrò parlare in rete con tutti i farmacisti e i tassisti iscritti al Pd. O con quelli nati nel 1952 che magari mi insulteranno per la riforma delle pensioni. Secondo lei, si devono ancora fare i conti con Berlusconi?
Guardo avanti, non mi interessa metterlo nel mirino. Credo che influenzi largamente la situazione, ma voglio augurarmi che prospetti per sé un futuro da leader, perché i leader a un certo punto sanno lanciare le fasi nuove ed essere generosi sul futuro. Hanno ancora senso propositi di «discese in campo» di personaggi come Luca Cordero di Montezemolo?
La politica ha bisogno di persone nuove, ma le persone nuove devono emergere da un percorso politico. Il ritornello Montezemolo si presenta o non si presenta mi appassiona poco.
E di Corrado Passera si preoccupa? Sono sempre più insistenti le voci di una sua candidatura con un movimento appoggiato dalla Chiesa...
Passera dove, come, con chi, con quali voti? Benvenuti quelli che dicono: voglio dedicarmi alla politica, ma mi aspetto che dicano attraverso quale strada. Non può esistere più l`uomo solo al comando che si alza al mattino e dice: io amo l`Italia.
Quindi niente più ausiliari?
No, non è che finita questa storia torniamo al manuale Cencelli. Ma non è il tasso tecnico di un ministro che fa la differenza. Il governo può ospitare personalità non suddite del partito, ma i partiti sono fondamentali per tenere insieme il Paese, il Nord e il Sud, e per
rendere stabili le maggioranze. Detto questo, alt. Finito Monti torna il pur simpatico Clemente Mastella? Non credo.
I partiti servono anche nella Rai?
No, sia chiaro che a marzo, se capita ancora di fare il cda con i partiti, io non partecipo, facciano loro.
Può nascere un nuovo partito dei cattolici?
Quest`anno festeggeremo i 50 anni del concilio: voglio che alla festa nazionale del Pd si discuta anche di questo. Incrociando gli esiti del Concilio Vaticano II con la Costituzione repubblicana, penso che l`idea di coagulare un partito attorno a una religione non sia proponibile. Non esiste in natura.
Senza Berlusconi, si chiude la stagione degli interventi sulla giustizia? Lascerete la faccenda nelle mani dei tecnici?
Se questo governo riuscirà a cambiare l`agenda e cioè a dirci: mi occupo prima dei problemi strutturali, quindi di circoscrizioni giudiziarie, del codice, dei tre gradi di giudizio, dei disastri del processo civile, io porterò il mio partito a qualsiasi convergenza. Il paradosso italico è che per 10 anni abbiamo parlato di giustizia ed è il settore meno riformato e meno funzionante. Se il Pdl si convince di questo, io ci sto. Il caso Penati ha scosso le fondamenta del Pd: serve un nuovo rigore anche a casa vostra? Quell`inchiesta è stato un colpo duro che mi ha fatto soffrire e riflettere, sempre con la presunzione di innocenza. Nessuna cautela, la magistratura vada in fondo. Da parte nostra, abbiamo con l`occasione lavorato per rafforzare i meccanismi interni. Il partito deve trovare regole di ingaggio più strette, lo stiamo già facendo. Con Maurizio Crozza lei è diventato più pop. A maggior ragione in questa fase servirebbero i comici per riavvicinare i politici all`opinione pubblica?
Potevo dirlo anche in latino che non stiamo qui a pettinare le bambole. Ma mi piace l`idea di una politica al di sotto della sua solennità. Non credo, come qualcuno dice, di avere consentito a un comico di ridicolizzare la politica. Quindi penso che, sì, una comicità che critica senza volgarità e becerume può riavvicinare noi politici alla gente

18 gennaio 2012

"Legalità un investimento per il futuro". ARCI: ciclo di incontri a Bellusco e Vimercate.

I circoli ARCI di Vimercare e di Bellusco con il patrocinio delle mministrazioni organizzano un ciclo di incontri dal titolo: "LEGALITA' UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO".
Pubblichiamo la locandina con il calendario degli appuntamenti.

per visualizzare ed ingrandire la locandina cliccare sull'immagine.

La nota del mattino del 18/01/2012


1. OGGI L’ITALIA AFFRONTA GLI GNOMI DELLA CITY. IERI LA GERMANIA HA CHIUSO LE PORTE. BERSANI: OGNUNO DEVA FARE LA SUA PARTE, MA NESSUNO PUO’ FARE DA SOLO.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, incontra oggi il primo ministro britannico, David
Cameron, in vista delle trattative per il nuovo trattato sulla finanza pubblica in Europa. Ma
soprattutto Monti avrà modo di incontrare a Londra gli operatori finanziari della City per
spiegare loro direttamente che cosa ha fatto l’Italia e come oggi il paese sia in grado di
affrontare la sfida della crisi.
L’esito degli incontri di Londra saranno cruciali per ristabilire un po’ di fiducia nell’Italia e nei
suoi titoli pubblici presso la comunità finanziaria e per verificare se la Gran Bretagna possa
diventare un alleato nella battaglia dell’euro, che vede la Germania della cancelliera Angela
Merkel attestata su una linea di rigore senza crescita, e ad ogni costo, anche se questa linea di
politica economica europea, come dicono tutti gli economisti al mondo e come sostiene il Pd
da tempo, è potenzialmente negativa per la stessa Germania.
Dopo l’invito di Mario Monti a un maggior impegno tedesco nel sostegno dei paesi in difficoltà,
a cominciare dall’Italia che ha fatto uno sforzo notevolissimo, ieri la Germania ha risposto con
la chiusura di tutte le porte per bocca del capo dei consiglieri economici della cancelliera:
“L’Italia può fare da sola”. Una posizione immediatamente criticata dal segretario del Pd, Pier
Luigi Bersani, impegnato da tempo a lavorare in Italia e in Europa per il ribaltamento della
logica della destra, secondo la quale ognuno pensa per sé e si chiude sempre di più a difesa dei
propri egoistici interessi, aggravando così ogni fenomeno di crisi, invece di aprirsi alla
collaborazione e alla ricerca della soluzione ai problemi, che può venire solo da uno sforzo
comune.
Dalle agenzie di stampa. (AGI) - Roma, 17 gen. - Pier Luigi Bersani ha reagito duramente al
'niet' del consigliere economico di Angela Merkel, Wolfgang Franz, alla richiesta di Mario
Monti di un maggiore impegno della Germania di fronte alla crisi che ha coinvolto anche
l'Italia. "Ognuno adesso deve fare la sua parte, ma nessuno può fare da solo", ha sottolineato il
segretario del Pd rispondendo ai cronisti alla sede del partito. "Quando è stato il suo momento
cruciale, la Germania non ha fatto da sola, ma con la solidarietà e l'aiuto di tutta l'Europa", ha
ricordato. "Sono sicuro che l'opinione pubblica tedesca questo non può dimenticarlo", ha
aggiunto. (AGI)
2. SI ACCENDONO I RIFLETTORI SULLE AGENZIE DI RATING E SUI LORO INTERESSI.
Le ultime decisioni prese dalle agenzie di rating, anche se tecnicamente centrate quanto a ragionamento di base (in crisi non è l’Italia che ha fatto sforzi notevoli, ma il sistema di governo europeo e la mancanza di una spinta verso la crescita), ha provocato l’ennesimo allarme sullo strapotere e sui conflitti di interesse di queste società private, collegate per via degli azionisti tra loro e con le principali banche d’affari e con i principali fondi di investimento del mondo, tutti o quasi targati Usa. Il presidente della Consob, la commissione italiana che vigila sull’attività finanziaria, Vegas, ha scritto una lettera per sollecitare l’intervento dell’Esma, l’organismo di controllo europeo. Dalle agenzie di stampa. (Adnkronos) - Le modalitá con cui Standard & Poor's ha declassato nove paesi europei nei giorni scorsi saranno oggetto di una verifica dell'Esma, con la collaborazione delle autoritá di vigilanza nazionali. Lo ha detto il presidente della Consob Giuseppe Vegas in un'intervista al 'Sole 24Ore', spiegando di aver scritto all'Autorità Ue per chiedere di indagare sulla raffica di taglio dei rating di venerdì scorso. L'Esma, ha spiegato, "può comminare sanzioni che possono arrivare fino alla sospensione dell'agenzia". "La nostra impostazione di partenza è stata seguita" ha detto. "Le nuove procedure per le agenzie di rating - ha aggiunto - sono partite sia dalle decisioni del commissario Ue Michel Barnier (Mercato Interno ndr.) sia da quello che abbiamo fatto noi lo scorso mese di luglio". Vegas ha puntato il dito contro il conflitto di interessi della agenzie di rating, "possedute da signori che poi hanno dei fondi" speculativi: tra gli altri, "per esempio la Capital World Investor ha una presenza massiccia in tutte e tre le agenzie, Warren Buffett ha presenza massiccia soprattutto in Moody's". Quanto al caso Blackrock "stiamo verificando i suoi movimenti sul titolo Unicredit", ha detto, rilevando che sono tra i proprietari di S&P.
Anche la Sec americana sta indagando sul perché le agenzie di rating abbiano dato voti alti ad attività finanziarie, come i subprime, che poi sono risultati alla base della crisi del 2007, cioè del vero punto d’avvio della crisi finanziaria globale.
Oggi sul tema delle agenzie di rating e sui loro interessi diversi articoli su Il Sole 24 Ore e su La Repubblica.

3. SCHULZ PRESIDENTE DEL PARLAMENTO UE DARA’ UNA MANO ALL’IDEA DI UN’EUROPA SOLIDALE. SASSOLI RIELETTO CAPOGRUPPO A BRUXELLES.
Martin Schulz è il nuovo presidente del Parlamento europeo. Fino a ieri Schulz era il capogruppo dei progressisti europei nel Parlamento Ue. Balzato alla ribalta italiana per lo scontro con Silvio Berlusconi in diretta Tv, quando il premier italiano lo definì un kapò tra l’imbarazzo di tutti gli italiani presenti, a cominciare da un impietrito Gianfranco Fini, il socialdemocratico tedesco Schulz è da tempo una figura di riferimento per tutti i progressisti europei. Nota è la sua posizione critica nei confronti della linea di politica economica scelta dalla cancelliera Angela Merkel. Da presidente del Parlamento Ue, Schulz potrà dare una mano ora per sostenere un cambiamento positivo del trattato sulla finanza pubblica.
Il gruppo democratico italiano al Parlamento europeo ha confermato alla presidenza David Sassoli. Dall’intervista rilasciata a L’Unità. “Come mai è così difficile far passare lo spirito
comunitario? «Il problema è che oggi i governi sono preoccupati delle loro opinioni pubbliche, di lisciare il pelo a un populismo antieuropeo. Ma la Germania deve ricordare che la leadership si costruisce su un disegno di Schulz? «È un presidente con una chiara vocazione europeista e comunitaria: questa è una garanzia perché il voto di milioni di cittadini sia rappresentato in modo giusto. È un presidente che ha idee, che interviene nel dibattito politico». Schulz ha l`ambizione di avere un posto nei consigli europei. Ci riuscirà? «Questa è la scommessa politica del prossimo anno: l`Europa che non sia come il congresso di Vienna, ma una vera rappresentanza democratica dei popoli, con spirito comunitario». Il nuovo presidente del Parlamento europeo ha intenzione di ascoltare Orban, colpito dalla procedura d`infrazione. Qual è la sua posizione? «Noi sosteniamo questa procedura, perché l`Europa deve difendere i diritti e le libertà dei cittadini oltre che sorvegliare la correttezza dei conti. Non dobbiamo distrarre la nostra attenzione da quei Paesi che tentano di violare quel patrimonio di valori che sono alla base della costruzione europea. Un paese che limita la libertà di stampa, che attacca le tutele sociali, che criminalizza ebrei e rom deve rispondere all`Europa». Conosciamo il rapporto, non buono, tra Schulz e Berlusconi. Come va con Monti? «Schulz ha sempre mantenuto rapporti molto stretti con Monti, anche dopo che aveva lasciato il suo incarico di Commissario. L`annuncio del suo governo ha ricevuto un lunghissimo applauso di tutte le delegazioni socialiste. Tutti gli riconoscono una grande autorevolezza».

4. LA BATTAGLIA DELLE LIBERALIZZAZIONI. VENERDI’ IL CONSIGLIO DEI MINISTRI. PETROLIERI COME I TASSISTI. CATEGORIE IN LOTTA E PDL CON IL FRENO A MANO TIRATO. IN SICILIA UN’OFFENSIVA IN STILE CAIMANO.
Venerdì Consiglio dei ministri sulle liberalizzazioni. In vista delle decisioni del governo infuria la battaglia per impedire qualsiasi cambiamento. Tassisti in rivolta. Petrolieri che fanno interviste a raffica per dire che già ci stanno rimettendo (proprio così!). e freni e resistenze da ogni categoria coinvolta. Ieri sera, in una riunione dei vertici del Pdl a palazzo Grazioli, Berlusconi ha tolto il velo dell’ipocrisia: la destra è preoccupata delle liberalizzazioni, in particolare per tassisti e farmacisti.
A Roma e in Sicilia scene e fenomeni in puro stile da finale del film Il Caimano.

5. LA BUONA POLITICA. IL PD PREPARA LA SPINTA PER LA RIFORMA ELETTORALE.
Riunione della segreteria del Pd, ieri mattina, per mettere a punto le iniziative del partito in questo periodo. Nel pomeriggio riunione sul tema legge elettorale. Dalle agenzie di stampa di ieri. (AGI) - Roma, 17 gen. - Pier Luigi Bersani è tornato a ribadire l'impegno del Pd per la riforma della legge elettorale, cui è dedicata una riunione di esperti convocata oggi al partito. "La nostra proposta l'abbiamo e l'abbiamo giá consegnata, anzi siamo gli unici ad averne deliberato una del partito", ha ricordato il segretario del Pd rispondendo ai cronisti alla sede del partito. "Oggi facciamo questa riunione per vedere come procedere, incalzare e sollecitare
quello che ci sta a cuore: arrivare ad una riforma strutturale", ha sottolineato, e per questo abbiamo avviato un'istruttoria. (AGI)
6. CIRCOLI IN RETE, LA RIVOLUZIONE DEL NETWORK PD.
Dalle agenzie di stampa. Roma, 17 gen. (TMNews) - "Abbiamo creato una cosa che non esiste nella storia politica del nostro paese, assolutamente al top nell'utilizzo degli strumenti della modernità e che può garantire un meccanismo di partecipazione e di accorciamento drastico della distanza tra centro e periferia che non ha precedenti: questa è l'idea di quel grande partito riformista e di massa che abbiamo in mente". Pier Luigi Bersani descrive così l'iniziativa lanciata oggi dal Pd dei 'circoli in rete', il social network Democratico che metterà in comunicazione tutti gli iscritti e i dirigenti di ogni livello. "E' una modalità diversa di essere partito", ha detto Nico Stumpo, responsabile organizzazione, presentando i circoli in rete. "Il Pd è l'unico partito ad avere una rete diffusa su tutto il territorio nazionale e un numero di iscritti che rappresenta una vera e propria comunità, la più grande comunità della politica - ha detto Stumpo - a partire dagli oltre un milione di elettori delle primarie e dai 800mila iscritti del 2009 e i 600mila del 2010, abbiamo censito tutti i dati e le caratteristiche di questi tesserati per costruire un database, ogni iscritto ha un codice attraverso il quale accedere al sistema dei circoli in rete, può modificare i suoi dati e accedere a servizi documenti, partecipare ai forum". Oltre a mettere in comunicazione gli iscritti del Pd e i dirigenti nazionali e locali, basti pensare ai 7mila segretari di circolo che in questo modo potranno confrontarsi tra di loro in ogni momento e su ogni argomento, il sistema potrà essere usato per fare analisi sui risultati elettorali di ogni città e provincia, per migliorare il rapporto col territorio. "Siamo il primo partito ad entrare in sinergia con i cittadini", ha concluso Stumpo.

17 gennaio 2012

Crac Pellicano: Ponzoni non si trova, arrestato A. Brambilla Vice Presidente di MB.

Fonte il Giorno.

Monza, 16 gennaio 2012 - L'ex assessore regionale della Lombardia e attuale consigliere Pdl del 'Pirellone' Massimo Ponzoni è stato colpito da un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Gip di Monza.

Massimo Ponzoni.

Ponzoni, che secondo quanto si apprende si trova attualmente all'estero per lavoro, è accusato di bancarotta nell'ambito del crac della società Pellicano.

Arrestati, nell'ambito della stessa inchiesta, anche Franco Riva, ex sindaco di Giussano, Antonino Brambilla, vice presidente della provincia di Monza e Brianza, Rosario Perri, ex assessore provinciale e l'imprenditore bergamasco Filippo Duzioni. Gli ordini di custodia cautelare sono stati eseguiti dai militari della Guardia di Finanza di Paderno Dugnano e dalla Polizia Tributaria di Milano

Antonino Brambilla.


Il Comunicato stampa del PD Provinciale:

"Allevi azzeri la Giunta".


I CAPI DI IMPUTAZIONE - L’indagine, che nasce alla fine del 2009, spiegano i finanzieri, si è sviluppata su due fronti investigativi: reati contro il patrimonio (appropriazione indebita sfociata anche in ipotesi di bancarotta fraudolenta) e finanziamento illecito a esponenti politici in relazione al sostenimento di spese, sia per la campagna elettorale di Ponzoni.

Due società, “Il Pellicano Srl” e “Immobiliare Mais Srl” entrambe con sede a Desio, sono state dichiarate fallite, dal Tribunale di Monza nel 2010, a seguito degli accertamenti condotti nel corso delle indagini; reati contro la pubblica amministrazione (più fatti di corruzione, concussione e peculato), “in relazione alla capacità di Ponzoni - spiegano ancora i finanzieri - di determinare, almeno in parte, i contenuti dei Pgt di Desio e Giussano, assicurando ad imprenditori a lui vicini (referenti di importanti gruppi societari) cambi di destinazione di terreni (da agricoli a edificabili), grazie ai legami influenti e al posizionamento di propri uomini di fiducia in ruoli chiave delle varie amministrazioni (a loro volta destinatari di denaro e/o altri vantaggi, anche solo in termini politico elettorali)”.

Ruolo chiave nell’indagine, secondo gli inquirenti, ha assunto la figura del faccendiere Filippo Duzioni il quale, a capo di un gruppo di aziende di consulenza, ha veicolato le ingenti somme di denaro frutto degli accordi corruttivi. In tale ambito si è proceduto, inoltre, all’effettuazione di numerose perquisizioni anche nei confronti degli imprenditori indagati.

VOTI DALLA MALAVITA - Nella ordinanza di custodia cautelare a carico di Massimo Ponzoni, il gip di Monza sottolinea "il fatto che una costola della 'ndrangheta abbia veicolato voti su Ponzoni, perlomeno in relazione alle consultazioni elettorali regionali del 2005".

Circostanza che, sottolinea il gip, "risulta riferita dallo stesso interessato, il quale, a seguito dell'ottimo risultato conseguito nelle ultime elezioni regionali del marzo 2010, si compiaceva con tale Alessandro di aver fatto a meno, questa volta, dei voti provenienti da quel contesto, con cio' confermando che a detto bacino elettorale aveva invece attinto nel passato" ("mi son tolto di mezzo la grande soddisfazione di arrivare primo..., secondo
sono arrivato con Carugo e terzo mi sono tolto i voti di certi personaggi affiliati a certi clan").

APPALTI A NIGUARDA NEL MIRINO - Altro ‘finanziatore’ di Massimo Ponzoni sarebbe stato Pietro Rivoltella, imprenditore nel settore delle pulizie. L’imprenditore "ha finanziato Ponzoni - si legge nell’ordinanza - per essere favorito presso il direttore generale dell’ospedale Niguarda di Milano, dottor Cannatelli Pasquale, consentendogli di ottenere in appalto il servizio di pulizie dello stesso ospedale".

Cannatelli si legge "veniva a sua volta opportunamente remunerato da Ponzoni attraverso un consistente sconto per l’acquisto di due appartamenti per i figli dalla società Serena Immobiliare amministrata da Pennati".

La nota del mattino del 17/01/2012.

LA BATTAGLIA DELL’EURO 1. DRAGHI METTE DA PARTE LA PRUDENZA E LANCIA L’ALLARME: O L’EUROPA FA PRESTO A PREDISPORRE LE DIFESE O RISCHIANO TUTTI, PESANTEMENTE. IL CONFLITTO DI INTERESSE DELLE AGENZIE DI RATING.
Il campanello di allarme è di nuovo scattato. A farlo suonare ieri è stato il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, che in un intervento di fronte al Parlamento europeo ha richiamato senza giri di parole le responsabilità dei governi dell’Ue, a cominciare dalla Germania, nella predisposizione di politiche per la crescita e per il rafforzamento delle difese nei confronti della speculazione finanziaria (a cominciare dalla maggiore fornitura di risorse all’Efsf, il cosiddetto fondo salva Stati rispetto al quale ieri Standard & Poor’s ha abbassato il rating, e al futuro fondo europeo Esm). Draghi, solitamente misurato nei toni e nelle parole, non ha limitato i riferimenti alla assoluta gravità della situazione, impressionando per questo tutti gli interlocutori, segno che l’Europa tutta è davvero a un tornante decisivo.
Da Il Sole 24 Ore. Articolo di Beda Romano. “Il recente declassamento del debito sovrano di nove Paesi della zona euro su 17 ha continuato anche ieri a provocare dubbi e nervosismi. Davanti al Parlamento europeo, Mario Draghi ha definito il momento «molto grave» (very grave, in inglese). Il presidente della Banca centrale europea ha quindi esortato i Paesi a rafforzare il fondo di stabilità Efsf, come ripete da giorni il premier Mario Monti. «La situazione è ulteriormente peggiorata» dall`ultima audizione del precedente presidente della Bce JeanClaude Trichet in ottobre. «Siamo in una situazione molto grave e non dobbiamo minimizzarlo», ha detto Draghi nella sua veste di presidente del Comitato europeo per il rischio sistemico (Esrb), parlando davanti alla commissione Affari economici del Parlamento europeo, in sessione a Strasburgo. ( …) Commentando la Scelta di S&P ieri di ridurre anche il rating del fondo di stabilità, Draghi ha spiegato che l`Efsf potrà mantenere «la stessa capacità di fuoco» o prestare «allo stesso tasso d`interesse» solo se «i Paesi con la tripla A aumenteranno i loro contributi». Questi sono Finlandia, Lussemburgo, Olanda e Germania. Ad avere perso questo rating venerdì scorso sono state l`Austria e la Francia. Nel contempo, tuttavia, lo stesso banchiere centrale ha invitato a considerare le agenzie di rating «come un parametro tra molti», precisando che la sua raccomandazione è rivolta «ai regolatori, agli investitori e alle banche». E’ necessario, ha aggiunto, «imparare a fare a meno delle agenzie di rating». In questi anni, molti hanno accusato queste società di accentuare le conseguenze negative della crisi con scelte discutibili. Rispondendo alla domanda di un deputato, che voleva avere una previsione su come si svilupperà l`anno appena iniziato, Draghi ha colto l`occasione per tratteggiare una possibile ricetta per uscire dalla crisi. Da un lato, il
presidente della Bce ha chiesto ai Governi di adottare piani di risanamento «seri», definendo le numerose misure fin qui decise a livello nazionale «generalmente incoraggianti», Dall`altro, il presidente della Bce ha parlato della necessità di mitigare gli «inevitabili» effetti di contrazione della domanda. «Cosa possiamo fare per mitigare questi effetti?», si è chiesto. «Una prima risposta - ha detto - è che le riforme economiche non dovrebbero consistere solo in riforme per il consolidamento, ma anche in riforme strutturali, per aumentare la competitività, la crescita e l`occupazione». Infine, Draghi ha messo l`accento sulla necessità che l`Europa si doti di un firewall «capace di evitare eventi a catena», in altre parole con una potenza di fuoco sufficientemente generosa. Il banchiere centrale si è limitato a parlare di economia, non si è avventurato sulle eventuali conseguenze sociali di una recessione in Europa, ma la sua analisi è parsa ieri vicina a quella del premier Monti….
Da Il Sole 24 Ore. Articolo di Mrya Longo su chi controlla le agenzie di rating. “Si chiama Capital World Investment. Si tratta di una delle maggiori società di gestione del risparmio americane. E alla domanda più ricorrente di questi giorni, cioè «chi sta dietro le agenzie di rating?», può permettersi di alzare non una ma due mani. Capita! World Investment è infatti contemporaneamente íl primo azionista di Standard & Poor`s (detiene il 10,26% della casa madre McGraw Hill) e il secondo maggiore socio di Moody`s (con il 12,60%). Moody`s e S&P sono concorrenti sul mercato, certo. Ma a Capital World Investment non importa: ha comprato 28 milioni di azioni della prima e 30 milioni della seconda. Giusto per non rischiare di sbagliare, ha puntato su entrambi i cavalli. La stessa filosofia ha guidato Vanguard Group, i fondi Blackrock, State Street e molti altri: tutti questi grandi investitori Usa - secondo í dati Bloomberg figurano infatti tra i principali azionisti sia di Moody`s, sia di S&P. Insieme a tanti altri fondi o banche. Questo crea,potenzialmente, un cortocircuito: tutti questi investitori sono da un lato azionisti dei due big del rating, ma dall`altro sono anche utilizzatori dei loro stessi rating quando acquistano obbligazioni sul mercato. Il conflitto di interessi è evidente. Le possibili pressioni anche. I big del rating-ha sentenziato ieri il commissario europeo Rehn - «giocano secondo le regole del capitalismo finanziario americano». Ovvio, si potrebbe aggiungere: hanno l`intero capitalismo finanziario americano come azionista... Che í colossi del rating siano intrisi di conflitti di interesse è risaputo. Il più noto è legato al fatto che Moody`s S&P e Fitch sono pagati dalle stesse società che devono valutare. Questo solleva da sempre sospetti di ogni genere: in tanti sono convinti che le agenzie di rating abbiano per esempio assegnato alle cartolarizzazioni di mutui americani voti troppo benevoli proprio per "coltivare" i propri clienti. Per compiacerli. Per tenerli buoni. Le agenzie di rating si sono sempre difese su questo fronte: Moody`s e S&P valutano insieme più di due milioni di società, Stati o prodotti strutturati. Questo rende quasi ininfluente – secondo la loro difesa-la singola commissione percepita per il singolo rating. Sta di fatto che il conflitto resta. E che ogni errore, anche quando commesso in buona fede,
sarà sempre guardato con dietrologico sospetto. Ma quello degli azionisti è forse il conflitto più macroscopico: i grandi soci di Moody`s e S&P, come visto, sono in gran parte i fondi che usano i rating per investire,oppure sono banche che alle stesse agenzie chiedono un voto quando devono emettere obbligazioni. Questo conflitto è stato sollevato anche dalla Sec, l`Autorità di vigilanza Usa, che lo scorso settembre ha segnalato: «Due delle maggiori agenzie non hanno specifiche procedure per gestire il potenziale conflitto di interessi quando una società loro azionista chiede un rating». (…..). Quando l`economista di una banca si esercita in previsioni sull`economia di vari Paesí, è altrettanto forte il sospetto che la stessa banca per cui lavora abbia un`esposizione su quello stesso Paese. Eppure nessuno si scompone quando Morgan Stanley, oppure Goldman Sachs, effettuano previsioni sull`Italia o sulla Francia. Perché invece i tanto vituperati giudizi di Standard & Poor`s, Moody`s o Fitch sollevano così tante reazioni? La risposta è semplice: perché quei voti che le agenzie di rating assegnano, vanno a condizionare le politiche d`investimento di tutti i fondi del mondo. Insomma: perché le decisioni delle agenzie di rating- giuste o sbagliate che siano - vanno a creare una serie di effetti automatici a catena che rischiano di avvitare la crisi. Ecco perché. I fondi operano sulla base di mandati molto stretti: alcuni di loro, per esempio, possono comprare solo obbligazioni con un rating superiore alla "Tripla B". Quando un bond viene declassato, e il suo rating scende sotto quella soglia, tutti questi fondi sono dunque costretti a venderlo. È così che la decisione di un`agenzia di rating - cioè un`opinione - va a condizionare, nello stesso momento, le decisioni di milioni di investitori in tutto il mondo….

2. LA BATTAGLIA DELL’EURO 2. MONTI INCONTRA VAN ROMPUY E POI PARLA CON IL FINANCIAL TIMES, ANCHE IN VISTA DELLA RIUNIONE A LONDRA CON CAMERON.
Anche il presidente Ue, Van Rompuy, ieri a Roma per una visita a palazzo Chigi, e il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, hanno messo da parte ieri la cautela e insistito fortemente per un rafforzamento immediato delle difese europee. In un’intervista al quotidiano Financial Times, il più importante giornale economico europeo, Monti ha sottolineato ieri che se la Germania non si impegnerà di più nel sostegno dei paesi più deboli, le ripercussioni politiche potrebbero essere molto forti.
Da Financial Times, l’intervista a Monti di Peter Spiegel Guy Dinmore Giulia Segreti (traduzione de Il Sole 24 Ore). “Il primo ministro italiano Mario Monti ha chiesto alla Germania e ad altri Paesi creditori di fare di più per aiutare il suo Paese a ridurre il costo del debito pubblico, ammonendo che in caso contrario c`è il rischio di una «forte crisi di rigetto» fra gli elettori della martoriata periferia dell`euro. In un`intervista rilasciata solo tre giorni dopo il declassamento (di due punti) del debito pubblico italiano da parte di Standard & Poor`s. Monti ha detto di essere d`accordo quasi interamente con la diagnosi dei problemi dell`Italia fatta dall`agenzia di rating.
A suo parere, però, l`analisi di Standard & Poor`s convalida la linea di condotta che sta portando avanti. Monti ha segnalato in particolare un fattore di rischio politico «negativo» citato dall`agenzia di rating: «La politica portata avanti dall`Europa e le sue istituzioni», non il suo Governo tecnico.
Roma vuole che Berlino si renda conto che è «nel suo interesse di lunga periodo» usare tutto il suo peso per far calare i tassi dei titoli di Stato dell`Italia e di altri Paesi fortemente indebitati. La moneta unica ha portato «enormi benefìci e forse alla Germania ancora più che agli altri», ha detto il premier. Un atteggiamento simile potrebbe mettere Monti (la cui nomina a presidente del Consiglio, al posto di Silvio Berlusconi, è stata salutata con favore dal cancelliere Angela Merkel) in rotta di collisione con Berlino. La signora Merkel finora si è dimostrata riluttante a prendere misure più decise per far calare i tassi di interesse sui titoli di Stato italiani, a livelli record dal momento dell`introduzione dell`euro, rifiutandosi di dare il suo assenso alla creazione degli eurobond (titoli di debito dell`Eurozona nel suo complesso) o al rafforzamento del fondo di salvataggio dell`euro. In cambio della disciplina di bilancio, ha detto Monti, «deve esserci un miglioramento visibile sotto altri aspetti», e ha aggiunto: «In un Paese come l`Italia di oggi, altri aspetti può significare soltanto i tassi di interesse». Il presidente del Consiglio ha affermato che la Germania è riuscita a dare la sua impronta al dibattito economico europeo, definendo la «cultura della stabilità» di Berlino «un prodotto prezioso che la Germania ha saputo meravigliosamente esportare» ad altre società dell`Eurozona. Ma i nordeuropei non l`hanno riconosciuto a sufficienza.
«Se non si ammette che sta avvenendo un forte movimento nel senso della disciplina di bilancio e della stabilità assisteremo a una grave crisi di rigetto in quei Paesi che in questo momento stanno sostenendo uno sforzo di risanamento colossale», ha detto. Monti si è detto convinto che l`adozione degli eurobond e l`incremento della potenza di fuoco del fondo salva-Stati potrebbero contribuire a placare il nervosismo degli investitori, ma è stato attento a dire che gli eurobond, fieramente combattuti da molti esponenti del Governo della signora Merkel, potrebbero essere «un interessante punto di arrivo» futuro. Molti analisti sono convinti che se la Banca centrale europea procedesse a massicci acquisti di titoli di Stato (un`altra misura a cui Berlino si oppone), i tassi di interesse sul debito pubblico italiano potrebbero scendere sensibilmente, ma il presidente del consiglio italiano ha detto che, lui, la cancelliera Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, si sono accordati per un «silenzio simmetrico» nei confronti della Bce”.

3. LA BATTAGLIA DELL’EURO 3. PD, UDC E PDL PER UNA MOZIONE UNITARIA CHE SOSTENGA LA LINEA DEL GOVERNO IN EUROPA.
In vista della battaglia che l’Italia conta di condurre in Europa per un cambiamento positivo della politica seguita fin qui e del trattato finanziario in via di elaborazione,
Monti ha pranzato ieri con i segretari del Pd, dell’Udc e del Pdl. "Bisogna cambiare registro perché siamo arrivati all'assurdo che l'Europa resta la più grande piattaforma economica mondiale e non è possibile che ci siano paesi fondamentali che abbiano dei rating come Colombia o Perù" ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando con le agenzie di stampa, al termine del vertice con Monti, Casini e Alfano. Un incontro "molto buono" in cui il premier Mario Monti ha mostrato, secondo Bersani, di avere "idee molto chiare" su come affrontare la crisi. Ma, ha detto Bersani, "serve una piattaforma nazionale" che dia più forza al governo italiano nelle trattative in sede Ue. "Tocca a tutte le forze politiche – ha aggiunto Bersani - anche dentro le rispettive famiglie europee, sostenere una piattaforma nazionale. Tocca a Monti, ma tocca anche ai partiti". In Parlamento il Pd ha già presentato una mozione, invitando il governo a chiedere a tutti gruppi parlamentari di votare un testo comune. "Un passo deve farlo l'Italia e un passo l'Europa - ha spiegato Bersani - ci vuole una piattaforma nazionale perché è necessario cambiare la linea" finora imposta dalla Germania all'Ue, e "ciascuno deve fare la sua parte. Il governo fa quel che deve e quel che può ma c'è bisogno di una posizione netta della politica. Noi per esempio con i partiti progressisti europei stiamo facendo la nostra parte perché ci sia una piattaforma comune su una linea di politica economica e abbiamo fatto dei passi avanti, l'Spd ha una posizione avanzata e avremo un appuntamento importante a Parigi a marzo" il tema è una "linea alternativa a quella tenuta fin qui" un compito che secondo Bersani "deve interessare tutti, governo e forze politiche, e ciascuno nella sua famiglia politica europea perciò mi auguro che le forze che appartengono al Ppe facciano la loro parte e che non solo qui dicano che la ricetta della Merkel non va".

4. LA PALLA AL PIEDE DELL’ITALIA. NEL PDL BERLUSCONI LAVORA PER UN ULTIMO, PERICOLOSO TENTATIVO: FAR SALTARE SUBITO MONTI.
Stringe il tempo per la sopravvivenza politica della leadership berlusconiana e Berlusconi lo sa. Per questo sta cercando di mischiare le carte, di far dimenticare i guasti provocati, di far passare il salvataggio dell’Italia per un quasi golpe da parte del presidente Napolitano. Un tentativo pericolosissimo, perché punta a far saltare subito Monti, nella consapevolezza che più passa il tempo e più il vecchio Berlusconi diventa un’immagine sbiadita che rischia di perdere potere e affari (ieri Piersilvio Berlusconi lo ha detto chiaramente: Mediaset vuole le frequenze televisive gratis). A farne le spese potrebbe essere anche lo stesso segretario del Pdl Alfano, che infatti in questi giorni si è mostrato molto cauto.
Per capirlo basti leggere alcuni passaggi dell’articolo del direttore del quotidiano Il Giornale, Alessandro Sallusti: “Dopo la risatina su Berlusconi, ecco lo schiaffo a Mario Monti. Il presidente Sarkozy ha annullato l`incontro a tre Francia-Germania-Italia che avrebbe dovuto tenersi venerdì a Roma. Un vertice che avrebbe avuto un
significato formale importante, un pieno riconoscimento dei due grandi d`Europa al nuovo governo italiano davanti agli occhi del mondo e dei mercati finanziari. Evidentemente le cose non stanno così come ce le raccontano le dichiarazioni ufficiali, le strette di mano e le foto ricordo. L`Italia è stata messa all`angolo, e il problema, come ormai è evidente, non era l`ingombrante presenza di Silvio Berlusconi. Il piano escogitato da Napolitano per ridare credibilità all`Italia fa acqua da tutte le parti e poco consola che le famigerate agenzie di rating che ci hanno spedito in serie B siano in realtà covi di speculatori, spacciatori finanziari sulla pelle dei risparmiatori. Il dato di fatto è che nulla è cambiato. Anzi, la situazione, come ha detto ieri sera il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi, si fa sempre più critica. Anche per tutto questo Mario Monti ha innestato la retromarcia rispetto a quella sorta di «ghe pensi mi» di berlusconiana memoria pronunciato, con parole più sobrie e forbite, sei giorni del suo insediamento. Così ieri il premier ha chiesto ai segretari dei tre partiti che lo sostengono, Alfano, Bersani e Casini, di dargli una mano in vista del vertice europeo di febbraio, decisivo per le sorti dell`Italia e quindi sue. Operazione ovviamente legittima, ma a questo punto è anche legittimo chiedersi che senso ha avere un governo tecnico se il peso delle scelte deve essere quasi interamente sulle spalle dai tanto deprecati politici. Con una aggravante. Che alla fine, comunque vadano le cose, chi rischia di pagare il conto sarà il Pdl, cornuto per aver dovuto lasciare inutilmente il comando ad altri, mazziato per dover sostenere scelte contrarie alla propria ragione sociale e che invece agevolano Pd e Udc. Ho l`impressione che la fase due del governo Monti stia entrando nel vivo. E non è quella delle liberalizzazioni e dei provvedimenti dello sviluppo. Temo possa essere quella di trascinare il Pdl dentro una zona grigia con la scusa dell`emergenza per poi inghiottirlo del tutto. Alfano sta tenendo duro con mestiere e pazienza, ma ogni giorno che passa è un pezzo di identità che si lascia……

5. LA BATTAGLIA DELLE LIBERALIZZAZIONI. OGGI IL GOVERNO INCONTRA LE CATEGORIE. GIOVEDI’ IL GOVERNO DECIDE. INTANTO LE DICHIARAZIONI DEI REDDITI DI PROFESSIONISTI, COMMERCIANTI, ARTIGIANI CI RICORDANO IL BUBBONE DELL’EVASIONE FISCALE.
Giovedì Consiglio dei ministri sulle liberalizzazioni e oggi incontri con le categorie. Per capire quanto sono forti le resistenze e anche quale sia la consistenza dei problemi che l’Italia deve affrontare bisogna scorrere oggi anche le medie delle dichiarazioni dei redditi tratte dagli studi di settore (La Repubblica, pagina 6). .

6. USA. ROMNEY A UN SOLO PUNTO NEI SONDAGGI DA OBAMA.
Da Il Messaggero. Articolo di Anna Guaita. “Il candidato che si era detto convinto che l`elettorato repubblicano avrebbe alla fine «scelto al centro», ha dovuto rimangiarsi le sue convinzioni e rassegnarsi alla sconfitta. Le sue posizioni moderate non hanno
affatto conquistato gli elettori repubblicani, che lo hanno costantemente relegato nelle ultime posizioni. Ieri mattina dunque Jon Huntsman ha annunciato il ritiro dalla corsa per la nomination repubblicana. Non solo: l`ex governatore dello Utah ed ex ambasciatore in Cina, ha deciso di dare subito l`endorsement al rivale, Mitt Romney. Ogni giorno che passa, dunque, Romney sembra confermarsi sulla strada della nomination. I sondaggi nazionali lo danno anche a un solo punto di svantaggio nella sfida con Obama: 46 a 45…

16 gennaio 2012

In marcia per la pace e l'integrazione 2012. Foto.

Anche quest'anno la Marcia per la pace e l'intergrazione organizzata dall'Associazione interculturale "Mondo a Colori", Comitato pace e democrazia di Bernareggio, Comunità Pastorale di Bernareggio, Villanova, Aicurzio, Sulbiate, in collaborazione con il Gruppo Alpini e le scuole del territorio, patrocinata dai comuni di Bernareggio e Ronco Briantino ha registrato un'importante partecipazione di cittadini. Pubblichiamo di seguito alcune foto:






post correlato: L'edizione precedente.

Inchiesta Youdem :"C'era una volta il nord". Viaggio in quel che resta della Silicon Valley italiana.

C'era una volta il produttivo nord, quello che da solo trainava l'economia del Paese. In Brianza nasceva il distretto tecnologico che doveva portare l'Italia all'avanguardia nel settore dell'high tech: della Silicon Valley nostrana oggi non resta che una valle di cassintegrati.Siamo entrati nelle aziende in crisi della provincia milanese: la Banes, ex Ibm, che dopo svariati spacchettamenti resta una scatola vuota con uno stato di crisi che da anni grava sulle spalle dei lavoratori in cassa integrazione, la Jabil, ex Nokia, che minaccia di lasciare senza lavoro 325 dipendenti pur essendo un'azienda sana e la Ims che produce cd e dvd per alcuni dei maggiori cantautori italiani , che al presidio permanente della "fabbrica dei dischi" sono venuti a portare solidarietà. E poi c'è la realtà milanese, dove la crisi s'è fatta sentire sulle piccolissime imprese e anche, a dispetto di quanto sostiene l'ex premier, sui ristoranti: sono in molti a non sopravvivere alla fase di start up.