10 gennaio 2019

Migranti. Porti chiusi? Solo a parole. «In realtà restano aperti»

Nello Scavo, martedì 8 gennaio 2019 - Avvenire.it
I direttori degli scali smascherano la bugia sugli accessi off-limit: «Sono sempre stati aperti. Dal ministero mai nessun divieto E non compete al Viminale»

Dopo che i giornali, tra cui Avvenire, hanno smascherato la bugia sulla chiusura dei porti italiani utilizzando fonti ufficiali, arriva l'ennesimo tweet del ministro Matteo Salvini che riporta solo i dati parziali dal 1 all'8 gennaio 2019 e non fa alcun cenno alle 359 persone sbarcate solo a dicembre, quando i porti a suo dire dovevano essere chiusi.


«Salvini dice che i porti sono chiusi, ma a Lampedusa continuano gli sbarchi». Lo dice Vittorio Alessandro, contrammiraglio in congedo della Guardia costiera italiana. «Non c’è un decreto che dica che i porti sono chiusi - fa notare l’ufficiale -, ci sono solo lanci su Twitter che vogliono dare un indirizzo a comandanti, magistrati e sindaci. Il tutto solo sui social network». Secondo Alessandro «non possiamo fermare un flusso che non può essere fermato. La realtà - ha detto alla testata Tpi –, è sempre più forte delle scelte ideologiche».

8 gennaio 2019

Congresso PD 2019 - Presentazione candidati


Carissime, carissimi,

dal 7 al 23 gennaio 2019 in tutti i Circoli d'Italia e dell'Estero si dovranno scegliere i candidati a Segretario nazionale, che concorreranno alle Primarie aperte del 3 marzo 2019.

I candidati ammessi, in ordine di sorteggio, sono:

  1. Roberto Giachetti
  2. Maurizio Martina
  3. Francesco Boccia
  4. Nicola Zingaretti
  5. Dario Corallo
  6. Maria Saladino

E' fondamentale consentire a tutti voi di conoscere e valutare la piattaforma politica che ogni candidato propone alla platea degli iscritti, in modo che il voto sia consapevole ed informato.

Di seguito una breve presentazione di ogni singolo candidato e il link alla versione integrale delle linee politico-programmatiche di ognuno.

Un caro saluto
La Commissione nazionale per il Congresso


ROBERTO GIACHETTI

Con Anna Ascani ci candidiamo per dare una voce non ambigua al riformismo radicale, all'orgoglio per ciò che abbiamo fatto al governo del Paese, al rifiuto di un nostalgico ritorno al passato. Non tutto è andato come volevamo, ma i numeri dimostrano che l'Italia con noi è andata avanti. Non dobbiamo chiedere scusa, ma rilanciare con più forza il nostro impegno per il cambiamento. #sempreavanti

www.sempreavanti.eu


MAURIZIO MARTINA

Rompiamo gli schemi e uniamo il PD. Dobbiamo cambiare insieme. Innovare, non guardare indietro. Per un riformismo radicale che batta i populisti e si faccia alternativa nel paese reale. A partire dalla lotta alle diseguaglianze e dalla giustizia sociale. Con Maurizio Martina e tutti noi. Fianco a fianco

http://www.mauriziomartina.it/fiancoafianco.pdf


FRANCESCO BOCCIA

Costruiamo un PD #aporteaperte, in grado di ascoltare tutti e capace di dare voce a chi non ce l'ha. Un Partito che rappresenti l'anima del Paese: ceti popolari, periferie, giovani, anziani, prestatori d'opera dipendenti e autonomi. Diritti e innovazione, il nostro impegno al tempo del capitalismo globale e digitale. Un partito ecologista, del lavoro e della scuola aperta a tutti, aperta sempre.

https://mozione.francescoboccia.com


NICOLA ZINGARETTI

Sono Nicola Zingaretti. Mi candido come segretario del Pd con la volontà di riaccendere una speranza. Porto in questa sfida l'esperienza di un amministratore che si confronta ogni giorno con i problemi delle persone. Toccherà al Pd dare al Paese un'alternativa credibile. Da mesi giro per le strade e per le piazze, tra persone, militanti, sindaci: è una sfida difficile, ma io ci credo. Crediamoci.

https://www.nicolazingaretti.it/primalepersone/


DARIO CORALLO

Sono Dario Corallo, e sono solo la punta di un iceberg. Con me ci sono tante persone che non hanno mai avuto voce. Siamo i delusi. Quelli che sono iscritti, ma si sentono soli. Quelli che erano iscritti e hanno mollato. Quelli che non sono mai stati iscritti ma un tempo ci votavano e che ora non ci credono più. Siamo quelli che cambieranno il PD.

http://resetpd.it/programma/


MARIA SALADINO

Maria Saladino 36 anni, laurea Magistrale in Politica delle Relazioni Internazionali, Master SIOI, Stage Presidenza Consiglio Ministri e MIUR; Assistente al PE, Euro Progettista Risorse Dirette CE. Europee 2014 26000 voti. Fonda 2016, Piazza Dem. Maria: l'urlo della sua generazione contro il populismo. E’ in campo quale elemento di unità, il PD deve tornare ai valori fondanti. #vogliounpartitopaese

https://www.piazzadem.eu

7 gennaio 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Dalla parte dei cittadini

Recuperare fiducia e ricucire una comunità nazionale affaticata da contrasti e tensioni. E’ l’indicazione che ci giunge dal coraggioso discorso di fine anno del presidente Mattarella, che ha dato voce a molti nostri connazionali che guardano con perplessità alla stagione che stiamo vivendo.
E’ quanto emerge anche dalla protesta dei sindaci, preoccupati per una gestione muscolare del fenomeno immigrazione che rischia di scaricare sulle comunità locali la gestione di persone che si vorrebbero cancellare, ma rischiano di trasformarsi in fantasmi senza tutele e controlli, in barba a qualsiasi logica di rispetto della dignità umana e di tutela della sicurezza.
Il 2019 ci consegna anche un Parlamento messo in discussione nelle sue prerogative dall’approvazione forzata di una legge di bilancio caratterizzata da misure, ancora tutte da scoprire nei loro effetti, che non si annunciano certo come favorevoli allo sviluppo.
Per questo il PD inizia il nuovo anno scendendo in piazza per manifestare tutto il proprio disappunto contro un governo prigioniero di un contratto che dimostra, ogni giorno di più, la propria inadeguatezza di fronte alle urgenze del Paese.
Vi auguriamo un buon 2019 che in Lombardia ci vede, fin dal suo inizio, al fianco dei pendolari per chiedere un servizio ferroviario dignitoso. Non basta invocare maggiore autonomia, bisogna dimostrare già ora di poterla gestire con efficienza.


6 gennaio 2019

La protesta dei sindaci irrita Salvini: “Sono solo dei falliti”

La polemica non è solo un questione di maggioranza e minoranza ma è entrata fin dentro il cuore del governo

La tensione rimane altissima sulla questione migranti. I duri botta e risposta sul decreto sicurezza tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini e alcuni sindaci non sembrano affievolirsi, ma anzi, l’atteggiamento aggressivo del vicepremier ha soltanto aggravato una situazione già molto grave.

Eppure, non solo nell’Anci, sono in tanti a chiedergli di ragionare: a partire dal cardinal Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, che sullo scontro in atto è stato chiaro dicendo: “I sindaci dovranno prendere le loro decisioni, verificarle a livelli giusti e comunque l’obiezione di coscienza è un principio che viene riconosciuto, mi pare”. Della stessa linea anche la Cei che dice: “Chi si tira indietro non ha la coscienza apposto”.

Ma Salvini “non molla” e continua ad attaccare i sindaci “ribelli”. 

3 gennaio 2019

Caro 2019, portami un partito normale

Gli auspici per l’anno nuovo dopo un terribile 2018

Vorrei che il 2019 portasse con sé un partito di sinistra normale.
Vorrei un partito ancorato ai valori della sinistra, quelli di sempre: libertà e uguaglianza. Con particolare attenzione alla libertà, oggi messa a repentaglio dalla destra mondiale, europea e italiana.
Un partito che piano piano sconfiggesse le due destre italiane hanno saputo trovare facce nuove per agitare  messaggi vecchissimi, il razzismo, l’intolleranza, l’antiparlamentarismo, la demagogia.
Vorrei un partito capace di fare opposizione puntando a governare il Paese perché la sinistra o è capacità di governo o non serve a niente.
Vorrei un partito normale, plurale ma unito, con un segretario che dirige e non comanda, un gruppo dirigente che discute e non si fa la guerra, parlamentari e dirigenti che studiano i problemi e mantengono i contatti con il Paese reale.
Vorrei un partito normale che non pensasse solo alle campagne elettorali e alla composizione delle sue liste ma fosse impegnato soprattutto nei periodi “fra” le campagna elettorali.
Vorrei un partito che rivendicasse il grande compito cui ha assolto in questi anni arginando una spaventosa crisi economica e ricordasse a se stesso e agli altri tutti gli sforzi fatti per salvare il Paese dalla bancarotta in cui rischiava di finire.
Vorrei un partito non arrogante ma fermo, combattivo ma sereno nelle sue convinzioni, che non avesse paura di ammettere gli errori, primo fra tutti che fosse sufficiente l’azione dall’alto troppo spesso negando o sottovalutando i drammi reali del Paese.
Vorrei un partito che non fosse ossessionato da dispute ideologiche superate e che non fosse subalterno ad altre esperienze europee, puntando invece ad una via Italiana al riformismo.
Vorrei un partito normale e autonomo, non subalterno agli altri partiti e non angosciato dal tema delle alleanze. Vorrei dunque un partito che pensasse a come crescere, non a inseguire gli altri.
Un partito giovane e creativo ma che sollecitasse con umiltà le opinione dei più anziani, che in fin dei conti ne sanno più di tutti.
Vorrei un partito normale con un segretario normale, serio, aperto, onesto, creativo. Chiunque egli sia, a questo punto, purché sappia riconnettere il suo partito alla società e alle periferie della società.
Vorrei un partito normale in cui ci fosse spazio per tutti, con una maggioranza che ascolta e una minoranza che non minacciasse ogni cinque minuti di andarsene.
Vorrei un partito con normali organismi dirigenti, con responsabilità individuali specifiche e risultati valutabili, con una attenzione completamente diversa nei confronti delle realtà locali, con strumenti d’informazione autonomi strutturati e autorevoli.
Vorrei un partito che ponesse la questione della qualità della democrazia dei partiti e dunque anche il tema del loro finanziamento, senza il quale non si può fare politica a meno che non si abbia una florida azienda alle spalle.
Vorrei un partito che chiedesse a chi ne sa come funzionano i nuovi processi economici, sociali, ambientali, demografici.
Vorrei un partito normale nel quale si studiasse e non si pensasse a far carriera e a costruire cordate. Un partito che non fosse una caserma di yes men  ma nemmeno un casino di voci stonate e sovrapposte.
Vorrei un partito normale nel quale non ci si guardasse in cagnesco.
Ecco, spero che almeno una parte di questa “normalità” il 2019 la porti. Al Pd.

Tratto da Democratica

1 gennaio 2019

LA BUONA POLITICA È AL SERVIZIO DELLA PACE

“La buona politica è al servizio della pace”. Questo il titolo del messaggio di Papa Francesco per la Gioranta Mondiale della Pace che, giunta alla sua 52esima edizione, viene celebrata oggi 1° gennaio. Datato, come è consuetudine, 8 dicembre, festa dell’Immacolata, il messaggio è stato pubblicato il 30 dicembre 2018 dalla Santa Sede.

In esso, il Papa richiama il concetto di “casa”, la funzione e la responsabilità dei politici, cita le “beatitudini del politico”, proposte dal Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyen Vãn Thuan e ribadisce il “No alla guerra e alla strategia della paura”; in questo contesto Papa Francesco afferma che “non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”. Al paragrafo dedicato ai “Vizi della politica” segue quello sulla “buona politica che promuove la partecipazione dei giovani e la fiducia nell’altro”.
La politica, scrive il Papa, “è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”.
Di seguito il testo integrale del messaggio.

23 dicembre 2018

Giù il cappello davanti all’opposizione del Pd

Passa la manovra con la fiducia, Parlamento umiliato

Nella notte del Parlamento è brillata la lucina dell’opposizione. La maggioranza ha umiliato il Senato: va detto e ridetto. Alla fine, ovviamente, la legge di bilancio è passata al termine di una giornata allucinante. Non è la prima volta che passa con la fiducia, è la prima volta che la fiducia viene concessa su un testo sconosciuto.

Ha ragione Matteo Renzi, intervenuto a tarda ora: “Voi siete stati trattati come il pubblico dei talk show, capaci di applaudire, non di dire alcunché”. Già, il Parlamento come “Buona domenica”.

Ma questo vuol essere solo un breve articolo sull’opposizione. La quale esiste, alla faccia dei dotti commentatori e dei columnist con la pancia piena. I senatori del Pd ieri – non è retorica – parevano i vecchi socialisti e liberali nel 1924, solo che invece di ritirarsi sull’Aventino hanno dato l’anima, in aula e in commissione, per contrastare il disegno eversivo dei gialloverdi. Tutti, sottolineo tutti, i senatori, di qualunque componente.

Siamo – come ha titolato due giorni fa Democratica – alle prove tecniche di regime. C’è il Pd – non da solo ma quasi – a fare da argine.

Cari colleghi, d’ora in poi cambiate i titoli dei giornali. L’opposizione c’è, e si vede.

tratto da Democratica