Cari tutti,
a latere degli impegni istituzionali a Strasburgo e a Bruxelles (Commissioni, Plenaria, riunioni di gruppo) spesso promuoviamo, in Parlamento, degli incontri per sollevare dei temi specifici.
Tra questi ve ne è stato uno che sento il bisogno di condividere con voi, anche emotivamente, il tema degli orfani bianchi in Romania, che abbiamo affrontato in un incontro, promosso da me e David Sassoli, a Strasburgo, con la testimonianza dell’Associazione L’Albero della Vita Onlus, che ha presentato il dossier "Left Behind - La famiglia transnazionale e gli orfani bianchi nella Moldavia Romena" .
Naturalmente parliamo di Romaniaperché là il fenomeo è più esteso che altrove, ma riguarda anche altri paesi dell'Europa orientale e altri paesi vicini come l'Ucraina.
Da tempo sto lavorando, anche con altri colleghi, sul tema dell’infanzia in Romania: le problematiche sono diverse, dalle adozioni bloccate, agli orfani bianchi, allo sfruttamento minorile.
Sono realtà su cui anche tantissimi italiani sono attivi, con progetti specifici, a partire da don Gino Rigoldi, don Virginio Colmegna e i Padri Somaschi, ciascuno con forme diverse, in base al carisma specifico della sua opera, ma tutti con grande passione e generosità.
Nell’incontro sono emersi dati davvero spaventosi: sono 350 mila gli "orfani bianchi" che vivono in Romania senza uno o senza entrambi i genitori, migrati per garantire ai figli un futuro migliore, e rappresentano complessivamente il 7% della popolazione minorile. Il paradosso è che, mentre vanno a vivere in altri paesi per dare un contributo ai figli, li abbandonano con gravisssime conseguenze fisiche, sanitarie e psicologiche.
Nel dettaglio, sarebbero 157 mila i bambini che attualmente hanno il padre all'estero, 67 mila solo la mamma, mentre più di un terzo, ossia 126 mila, sarebbero privi di entrambi i genitori. Metà degli "orfani bianchi" ha meno di 10 anni. Tra questi, più della metà ha tra i 2 e i 6 anni, solo il 4% ha meno di un anno. Il 16% di questi bambini è stato più di un anno lontano dai propri genitori. Il 3% addirittura più di quattro. In totale sarebbero 4 milioni i rumeni emigrati. Il 15% delle famiglie della Romania ha almeno un componente della famiglia all'estero. Se ad emigrare è il padre, il 21% dei figli non lo vede per 2-4 anni consecutivi, il 28% per un tempo ancora più lungo. Se sono le donne ad essere lontane, la famiglia estesa diventa un supporto fondamentale: solo il 58% dei bambini vive con il proprio padre rimasto in patria, gli altri con i vicini o persone più o meno presenti.
Si stima che finora il fenomeno abbia coinvolto più di 750 mila bambini, in questi ultimi anni.
Questa mia mail vuole semplicemente essere uno spunto per una riflessione ed una condivisione con voi di un problema che mi ha toccato molto. Dovremmo "vedere" il tema degli stranieri presenti in Italia per lavoro anche sotto quest'ottica: cioè pensando alla loro famiglia lontana e "sfaldata". Inoltre faccio presente che l'attuale dimensione della crisi economica sta spingendo fortemente anche molti dei Paesi dell'Europa orientale a spostarsi verso "occidente" per cercare lavoro.
Ringraziandovi per l’attenzione, vi saluto cordialmente e resto a disposizione per chi volesse approfondire.
Patrizia Toia
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