19 ottobre 2010

La lettera di Bersani a Tremonti.

Caro Ministro,
il dato saliente della crisi oggi si chiama lavoro. Non avremo crescita senza uno stimolo alle attività economiche ed all’occupazione attraverso riforme incisive e coraggiose. La più urgente fra le riforme è quella fiscale: alleggerire impresa, lavoro e redditi familiari per stimolare investimenti, consumi ed occupazione e richiamare risorse da una lotta efficace all’evasione fiscale e dal contributo della rendita. Troppo spesso il fisco è stato usato per la propaganda. Davanti alla crisi servono fatti.

Di seguito pubblichiamo la sintesi delle proposte di riforma fiscale del documento approvato a Varese 8/9 ottobre.

Fisco 20, 20, 20: la road map per liberare il lavoro, le famiglie, le imprese.

I
l Pd propone la riscrittura del patto fiscale per liberare il lavoro, per sostenere i produttori, lavoratori, professionisti ed imprese, per l’equità e lo sviluppo sostenibile.

Le riforme proposte dal Pd hanno l’obiettivo di riequilibrare il prelievo fiscale: a) da chi paga a chi non paga; b) dai redditi da lavoro alla rendita; c) da chi ha di meno a chi ha di più, in particolare favorendo la famiglia con figli e monoreddito; d) da attività “verdi” ad attività inquinanti; e) dalla dimensione nazionale al territorio.

L’aliquota del 20 per cento è l’aliquota di riferimento per la tassazione dei redditi da lavoro, dei redditi di impresa e dei redditi da capitale/rendita.

Irpef 20 per cento:

L’imposta sui redditi delle persone fisiche: riduzione della prima aliquota dal 23 al 20 per cento; riduzione delle aliquote intermedie per sostenere i redditi bassi e medi; revisione delle detrazioni, modulate in base all’età oltre che al reddito a vantaggio dei giovani sotto i 35 anni e degli ultra-settantacinquenni.

Aumento delle detrazione e recupero fiscal drag per i dipendenti. La cancellazione del recupero del fiscal drag da parte del governo di centrodestra ha penalizzato i lavoratori dipendenti. Oltre a prevedere il miglioramento dello detrazioni per i dipendenti, il Pd prevede di reintrodurre il meccanismo che evita un aumento della pressione fiscale dovuto all’inflazione.


Bonus figli. Per il sostegno alla famiglia si introduce il “bonus per i figli”, per dipendenti, parasubordinati, indipendenti (autonomi, professionisti, imprenditori).


Lavoro femminile. Per incentivare il lavoro femminile e sostenere la famiglia, si introduce una consistente detrazione fiscale ad hoc per il reddito da lavoro delle donne in nuclei familiari con figli minori.


Tassazione del lavoro autonomo, professionale ed impresa al 20 per cento

Si elimina gradualmente l’Irap sul costo del lavoro.

La tassazione del lavoratori autonomi, dei professionisti e delle imprese è la parte più innovativa. Si premia chi scommette sulle sue capacità imprenditoriali e sulla sua azienda, chi re-investe nella sua attività. In una fase di difficile accesso al credito e scarsi investimenti si premia chi patrimonializza l’impresa o la sua attività: si porta a zero l’Irpef o l’Ires sulla parte di capitale re-investita nella propria attività o impresa. Inoltre, la parte prevalente del reddito d’impresa o di lavoro autonomo o professionale quando diventa reddito personale o viene distribuita ai soci viene tassata come il reddito da capitale, ossia con imposta sostitutiva del 20 per cento.

Tassazione dei redditi di capitale al 20 per cento, esclusi i titoli di Stato


Ambiente in primo piano

Negli ultimi anni, grazie ai governi del centrosinistra, si sono fatti importanti passi avanti in termini di fiscalità ambientale. Il governo Berlusconi ha bloccato il cammino. Vogliamo riprendere il cammino seguendo il principio della “responsabilità condivisa” e del “chi inquina paga”. L’obiettivo è comprendere nel conto il costo di risorse naturali scarse e non rinnovabili e le emissioni di agenti inquinanti, spostare il carico fiscale dal lavoro alle risorse ambientali utilizzate nei processi produttivi e dai consumi nocivi ai consumi sostenibili


Il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale

Una sostanziale riduzione dell’evasione e dell’elusione fiscale è condizione necessaria per realizzare le riforme proposte. Non possiamo avere livelli di imposizione europei e livelli di evasione sudamericani, dato il nostro debito pubblico. L’obiettivo di medio periodo, ossia la durata ordinaria di una legislatura, dovrebbe essere portare l’evasione italiana ai livelli medi dell’area euro. Il termini quantitativi vorrebbe dire dimezzarla e arrivare al recupero di 40-50 miliardi di euro l’anno.
Per realizzare tale ambizioso, ma non impossibile obiettivo, si dovrebbe procedere lungo due strade: i controlli a posteriori attraverso l’uso efficiente e sinergico delle informazioni già a disposizione delle amministrazioni pubbliche; l’innalzamento della fedeltà nel pagamento delle tasse attraverso un’azione preventiva. Il governo Berlusconi ha prima eliminato i provvedimenti per combattere l’evasione fiscale, poi ha fatto i condoni per i grandi evasori (lo scudo) e infine, costretto dalla realtà, ha reintrodotto qualche pezzo di intervento contenuto nei provvedimenti di contrasto all’evasione che erano stati cancellati. La ricetta del governo ha fallito.

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