2 dicembre 2010

La nota del mattino del 02/12/'10

Compendio delle principali notizie politiche del giorno secondo il PD.

1. TREGUA SUI MERCATI FINANZIARI. MA I RISCHI RESTANO TUTTI.
Ieri il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, ha annunciato che la Bce acquisterà, se necessario, i titoli pubblici emessi dagli Stati in difficoltà con i conti pubblici e che fanno parte dell’Unione. Grazie a questa garanzia, i mercati hanno sospeso gli attacchi speculativi contro Portogallo, Spagna e, solo marginalmente, Italia . Ma come è già accaduto questo non significa che il pericolo sia scampato, anche se il Financial Times ieri ha riconosciuto che l’Italia è più solida della Spagna. Il debito pubblico italiano avrà un valore equivalente nel 2011 al 120 per cento di quanto vale l’intera produzione di ricchezza nazionale in un anno. E questo è un dato che, se la tempesta finanziaria ricomincia, nessuno mette da parte.
Nel 2010 la differenza tra spese ed entrate dello Stato si avvia a toccare in Italia una misura equivalente al 5 per cento del Pil, come previsto dal governo. Ma resta l’incognita dei due anni futuri, per i quali l’Unione europea ha previsto che l’Italia sfonderà i tetti prefissati, ipotizzando la necessità di una nuova manovra correttiva. Senza contare che il 15 dicembre in sede europea potrebbe essere chiesta all’Italia una manovra straordinaria di rientro dal debito, tale da rendere necessario il taglio dell’indebitamento dello Stato di 25 miliardi di euro l’anno per diversi anni.
Su Europa articolo di Enrico Letta.

2. IL BUON ALLEATO E’ UN INCAPACE.
Dai dispacci diplomatici resi noti dal sito Wikileaks si è appreso non solo che gli Usa considerano Silvio Berlusconi fatuo e incapace, ma anche che diffidano dei suoi rapporti personali con il leader russo Vladimir Putin. Anzi sospettano che vi siano di mezzo soldi, percentuali sugli affari del gas. Angelo Aquaro, La Repubblica: “«La voglia del primo ministro Berlusconi di essere percepito come un importante giocatore europeo in politica estera» sta portando l`Italia a «sostenere gli sforzi rossi di danneggíare la Nato». La «corrosiva influenza» di uno stato che gli Usa considerano «in mano alla mafia» sta «minacciando la credibilità» di Berlusconi e «sta diventando irritante per le nostre relazioni». Firmato: l`ambasciatore americano a Roma Ronald Spogli”… “L`ambasciatore della Georgia a Roma ci ha detto che il governo georgiano ritiene che Putin ha promesso a Berlusconi una percentuale di profitto da ogni gasdotto sviluppato dall`Eni insieme a Gazprom». Un`accusa gravissima, che spingerà il segretario di Stato Hillary Cliton «a chiedere ai suoi ambasciatori» scrive Der Spiegel citando i dispacci «di informarla su quelle voci». Aprendo praticamente un`indagine su]l`affidabilità del premier. Tra Roma e Mosca è un movimento continuo.E il trait d`union che le fonti indicano all`ambasciata è «Valentino Valentini, un membro del parlamento e una sorta di uomo ombra che opera come uomo chiave di Berlusconi a Mosca, praticamente senza staff o segreteria. Valentini, che parla Russo e va a Mosca diverse volte al mese, appare frequentemente al fianco di Berlusconi quando si incontra con gli altri leader. Che
cosa faccia a Mosca durante le sue frequenti visite non è chiaro ma si vocifera che curi gli interessi di Berlusconi in Russia»”.
Ieri, per mettere una toppa alla durezza dei giudizi espressi nei dispacci, Hillary Clinton in persona ha incontrato Berlusconi ed ha detto che è il miglior alleato degli Usa. Come ha spiegato oggi su La Repubblica Lucio Caracciolo, direttore della rivista specializzata in geopolitica Limes, non vi è contraddizione nella posizione americana. Perché il miglior alleato è quello più debole, che fa favori ed esegue le indicazioni senza avere un peso proprio nelle decisioni.

3. CRISI POLITICA. TRATTATIVE. MA CON LE PISTOLE SUL TAVOLO.
Nel timore di essere logorato dalle sconfitte alla Camera (in votazione sarebbero finite almeno due mozioni, quelle contro Bondi e Calderoli), il governo ha chiesto di chiudere i lavori della Camera fino al 13 dicembre, quando andrà in discussione la mozione generale contro il governo.
Ieri, l’Udc ha rotto gli indugi e presentato una propria mozione di sfiducia. “ Un fatto di chiarezza” ha commentato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Intanto, sta andando in scena il balletto delle indiscrezioni su trattative, compravendite, intenzioni, richieste, abboccamenti (ma l’esito si vedrà solo il 14 dicembre).
Ugo Magri, La Stampa: “Le voci di trattativa segreta fanno tale e tanto chiasso che il segreto, ormai, è solo quello di Pulcinella. Si racconta che Gianni Letta abbia finalmente ottenuto da Berlusconi un via libera ai colloqui coi «futuristi». Che il Cavaliere stia addivenendo a più miti consigli perché l`offensiva congiunta del Fli e del1`Udc lo pone con le spalle al muro, dunque avrebbe preso paura. Si aggiunge che nei panni alati di Ermes, il messaggero divino, starebbe facendo la spola Angelino Alfano, ministro Guardasigilli. Si specifica che compito dei negoziatori sarebbe quello di soppesare che cosa vuole e non vuole Fini in cambio di un`astensione tra 12 giorni, quando si voterà la fiducia al Senato e alla Camera la sfiducia. La coppia Alfano-Letta sarebbe specialmente incaricata di sondare il presidente della Camera su come mettere mano al «Porcellum» (che è la legge elettorale vigente), perché lì starebbe a quanto pare la chiave dell`enigma, ovvero la madre di tutte le questioni: tanto Fini quanto Casini vogliono togliere il «premio» che garantisce una maggioranza di deputati a chi prende anche solo, per dire, un 25 per cento dei voti”…..” molto più difficile invece è accordarsi sulle poltrone, in quanto si dà per scontato che da cosa nascerebbe cosa, una volta gettate le basi di un nuovo patto per la legislatura a quel punto l`intero governo andrebbe ristrutturato, con Berlusconi inamovibile a Palazzo Chigi ma gran girandola di ministri i quali (quelli in carica) sono preoccupatissimi, già circolano foglietti con nuovi organigrammi tipo via questo e via quello”. “Chi davvero si muove nella penombra, e non fa parlare di sé, sono i protagonisti del «calciomercato», il tira-e-molla per convincere un pugno di deputati incerti. II Cavaliere resta convinto che, se riuscisse a ottenere la fiducia in entrambi i rami del Parlamento, anche per un voto soltanto, avrebbe il coltello dalla parte del manico. Casomai non dovesse farcela, la sua posizione (confida un gerarca) «si guasterebbe assai». Da tener d`occhio dunque la pattuglia di deputati liberai-democratici e autonomisti. E` su di loro che si stanno consumando i giochi. Quelli veri”.

4. TOH CHI SI RIVEDE: RUINI.
Anche la Chiesa è entrata in azione in vista del 14 dicembre (e oltre). La Stampa: “Mentre la Segreteria di Stato e la Cei si ricompattano (dopo le spaccature sul caso Boffo e la titolarità dei rapporti con le istituzioni) unendo le forze per esortare i centristi «di oggi e di domani» (Casini, Rutelli, Montezemolo) a non allearsi con il «laicista» Fli, torna in campo l`ex leader dei vescovi per indicare ai partiti le priorità della Chiesa. «Le formule politiche vanno sempre adattate: devono evolversi con l`evolversi delle situazioni», spiega Ruini che ha recentemente incontrato il leader dell`Udc in contemporanea alla cena del segretario di Stato Bertone con esponenti politici e sindacali cattolici, tra i quali il capo della Cisl Bonanni”.

5. IL PIANO “A” DEL PARTITO DEMOCRATICO. E TUTTI A ROMA L’11 DICEMBRE PER MANDARE A CASA BERLUSCONI.
In un momento così critico per l’Italia, sul piano internazionale e sul piano interno, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha richiamato tutti a concentrare gli sforzi sull’obiettivo concreto e a portata di mano di voltare pagina, far cadere il governo della destra e dare vita ad un governo di transizione per affrontare la crisi dell’occupazione e della finanza pubblica, per aiutare le famiglie in difficoltà e riformare la legge elettorale.
Claudio Sardo, Il Messaggero: “«Questo è il momento della responsabilità. La crisi del berlusconismo ci ha portato nella palude e ora in questa palude rischia di sprofondare il Paese. Dobbiamo dar vita a un nuovo governo che cominci ad affrontare le emergenze economiche e istituzionali: questo è il mio impegno. E confido che sia di tutto il Pd. Un impegno senza subordinate. Andare ad elezioni anticipate ancora sullo schema Berlusconi sì-Berlusconi no, rischia di produrre ritardi incolmabili per l`Italia.». Pier Luigi Bersani rispondeva così a chi gli chiedeva in questi giorni lumi sullo stato d`ansia del Pd. Certo, l`ansia sta crescendo: non si sa ancora se i finiani reggeranno l`assalto dei 14 dicembre, ma intanto l`opa di Vendola sul Pd diventa sempre più ostile. E nel gruppo dirigente democrat le tensioni aumentano, benché sul governo di transizione ci sia una convergenza politica come non si registrava da tempo. Sono d`accordo persino Veltroni e D`Alema, ma anche questo crea sospetti anziché maggiore serenità. Bersani definisce «stupidaggini» le congetture sull`asse Veltroni-D`Alema, tuttavia la giostra delle dichiarazioni quotidiane ora lo infastidisce di più. Ela convergenza tra D`Alema e Veltroni (e altri dirigenti Pd), fondata su un`analisi assai allarmata della situazione economica, contiene anche uno spinoso corollario: in questo quadro non è sufficiente una soluzione di centrosinistra alla crisi. Per questo D`Alema, nel caso Berlusconi strappasse portando il Paese al voto, vorrebbe che l`area della «responsabilità nazionale» si trasformasse in un`esplicita alleanza di governo. Mentre i veltroniani si sono detti, in una recente riunione, che nel caso il Terzo Polo decidesse di correre da solo, anche il Pd dovrebbe andare da solo rifiutando di farsi schiacciare in una alleanza di sinistra-sinistra. Ecco, queste sono per Bersani forzature che rischiano di indebolire la strategia Pd. «Non è il momento - spiega - di formulare piani B. Perché la ragionevolezza del piano A è esattamente il messaggio che ora il Pd deve dare al Paese». Peraltro sul piano A Bersani ha investito a tal punto da organizzare una manifestazione nazionale, sabato 11 dicembre, a piazza San Giovanni (già prenotati 1200 pullman e 12 treni speciali). E’ vero che il Pd paga nei sondaggi
questa sua collocazione di cerniera: da un lato sponda al Terzo Polo che sta disgregando il blocco berlusconiano, dall`altro interlocutore di segmenti radicali che raccolgono il malcontento di sinistra. Ma è anche vero che un Pd fermo ancora nello schema «bipartitico» avrebbe tamponato e non favorito la crisi di Berlusconi. Bersani vorrebbe che il Pd reggesse con sangue freddo in questa posizione difficile: «Dobbiamo resistere, anche pagando un prezzo, perché così aiuteremo il governo di transizione. Poi, a fine legislatura, entreremo in una nuova fase e con nuove proposte. Allora saremo alleati di Casini, di Vendola, o di entrambi, ma non a tutti i costi»
Diversi articoli oggi sul Pd. Intervista a Franco Marini su La Repubblica. Articoli su La Stampa sui candidati per le amministrative a Torino(“Contro Fassino la protesta della base”). Intervista di Giuliano Pisapia su Il Corriere della Sera (“No a liste civiche contro il Pd, ma Idv e Onida devono avere spazio”).

6. APPALTI PUBBLICI, L’ASSALTO PDL, LE MAFIE, I SOLDI PUBBLICI.
Semmai ce ne fosse stato bisogno in questi giorni è stato chiaro come il centrodestra ha gestito il denaro pubblico ed il rapporto con la criminalità organizzata. Grazie al Pd è stato scongiurato un agguato di cinque parlamentari del Pdl che volevano cancellare le norme antimafia dalla legge sugli appalti pubblici. E intanto la Corte dei Conti ha condannato il segreto imposto sugli appalti pubblici secondo l’uso invalso di procedere per le vie brevi, con commissariamenti, ricorso alla Protezione Civile.

7. LA LEGA NORD HA FAME DI SOLDI PUBBLICI.
Da Il Giornale: “Da una parte l`iniziativa, avanzata dall`assessore leghista Bresciani, di votare un generoso finanziamento di 3,2 milioni di euro alla Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita, di Gerenzano (Varese). Dall`altra, il no del capogruppo della Lega, il temerario Stefano Galli. La proposta, in un primo momento, è stata bloccata da Galli, per nulla convinto dell`opportunità di far passare quel fiume di denaro (in epoca di tagli) per un istituto, tra l`altro, a forte connotazione leghista. Il presidente della Fondazione, Andrea Ganibini, è infatti diretta emanazione dell`attuale capogruppo varesino alla Camera, Marco Reguzzoni, esponente del cosiddetto «cerchio magico». Per salvaguardare la Lega dall`accusa di sovvenzionare i propri enti coi soldi pubblici, il capogruppo aveva bloccato la proposta. Che però, settimana scorsa, dopo pressioni interne, è passata….Ma c`è un altro elemento di polemica interna, data dal fatto che lo stesso Reguzzoni (fondatore dell`Istituto Insubrico) si occupa, come imprenditore, di biotecnologie. E che la sua azienda, la Biocell center di Varese, ha come partner la Toma Spa, una delle società che partecipano al comitato (Biotech 2.0) promosso proprio dall`Istituto Insubrico. Quello finanziato dalla Lega in Regione”.
Da La Padania: sui sindaci ha paura la sinistra sprecona.

8. IL CEPU E’ IL VERO BENCHMARK DELLA “BUONA” RIFORMA UNIVERSITARIA DEL GOVERNO SOSTENUTA DA TANTI BENPENSANTI.
Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, Il Corriere della Sera: “Il deputato del Pd Walter Tocci ha denunciato che nella bozza di decreto «per la programmazione» inviato dal ministro alla Conferenza dei rettori per il parere di rito c`è una norma che consente alle università «telematiche» di trasformarsi su loro proposta in «normali» università non statali (come la Bocconi). Tanto basta a Tocci per individuare il principale beneficiario di questa metamorfosi: Al Cepu, che potrebbe entrare nel sistema universitario trasformando la sua telematica E-Campus in università non statale autorizzata a svolgere sia didattica a distanza sia quella tradizionale». Una provocazione che il deputato del Pd, durante la discussione alla Camera, butta lì. Senza mancare di sottolineare «la comunanza di interessi e di sentimenti che intercorrono fra il presidente del Cepu e il presidente del Consiglio». Già. Risale alla memoria la visita di Silvio Berlusconi, a luglio, alla E-Campus di Novedrate (ricordate le sue parole? «Dicono che sono circondato da veline, da belle senza cervello. Ecco, queste ragazze sono tutte belle, laureate con il massimo dei voti e non assomigliano certo a Rosy Bindi»). Soprattutto, però, viene in mente l`idea che Francesco Polidori ha presentato ad agosto a Berlusconi, quella di mettere a disposizione del premier la rete del Cepu per raccogliere consensi.. Ecco che cosa ha detto lui stesso a Francesco Manacorda della Stampa: «Noi vendiamo formazione, dai corsi di recupero, all`inglese, all`università. Loro vendono politica. Ma in fondo il metodo non cambia e per me è un`occasione di business come le altre. Bisogna bussare a tutte le porte, ci vuole pressing e motivazione. Bisogna partire dalla sezione elettorale, ogni sezione in media 300 famiglie, e da lì scendere fino alla singola famiglia...». E poi, chissà, si prendono anche due piccioni con la stessa fava. Un voto e un cliente. La sintonia di «Mister Cepu» con il Cavaliere è forte e ben radicata. Fin dalla discesa in campo dei 1994”.
L’iter parlamentare della riforma Gelmini è cominciato al Senato. Il governo e i sostenitori della riforma vorrebbero accorciare i tempi. Il Pd e le altre opposizioni hanno fatto muro. E intanto sono proseguite le proteste degli studenti, dei ricercatori, dei precari.

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