4 febbraio 2011

LA FATICA DI PARTECIPARE. I risultati del questionario dei due Comitati di Quartiere.

di Redazione di Teorema - I limiti, l’inopportunità del questionario promosso dai due Comitati di Quartiere oggettivamente poco chiaro, l’irrilevanza e la parzialità dei risultati che questo avrebbe prodotto, le opache modalità scelte per la distribuzione e la raccolta delle schede, sono già stati denunciati in modo ironico e criticati da nostri precedenti post.

Con la nota pubblicata il 14/12/’10 nel sito dell’Amministrazione Comunale, la Giunta, infatti, esprimeva con dettagliate motivazioni la sua presa di posizione nettamente contraria. Documento che condividiamo nella sostanza, ma che forse, visto l’evoluzione negativa che avrebbe poi avuto la vicenda – come era facilmente prevedibile – poteva/doveva essere affrontata diversamente.
Difficile indicare quale sarebbe stata la strada migliore per evitare che poi si producesse questa triste polemica, che vede da una parte, una Giunta forzata dai regolamenti approvati dal C.C. a negare, per evitare di creare un precedente, la disponibilità all’uso dei locali ai due C.D.Q.; dall’altra i Comitati che, in coerenza con quanto promesso, a rivendicare la possibilità di manifestare alla cittadinanza il risultato di un questionario che per loro stessa ammissione è un fallimento, perché da un punto di vista numerico sono state raccolte solo 257 schede rispetto alle 1650 distribuite.

Non sappiamo esattamente come sia stato possibile arrivare a questo sconveniente corto-circuito, né a chi si possano imputare particolari responsabilità, sappiamo solo che le conseguenze purtroppo per il futuro dell’ ”avventura” (definita così in uno scritto dal Sindaco Stucchi) dei Comitati di Quartiere non è di buon auspicio, perché rischia di vanificare tutto il lavoro positivo fin qui prodotto dagli stessi Comitati, e di complicare non poco la relazione di collaborazione e condivisione di metodi e obiettivi che necessariamente deve esistere tra Comitati di Quartiere e Amministrazione Comunale (condizione di “reciproca collaborazione” espressamente richiesta dal Regolamento Comunale, tra le condizioni generali).

Orami il danno fatto. E’ sotto gli occhi di tutti, e non è di poco conto: un Amministrazione implicitamente accusata di non concedere spazi pubblici per consentire ai cittadini di incontrarsi pubblicamente ; Comitati di Quartiere che alla collaborazione con l’Amministrazione preferiscono agire, forse mossi da propositivi ma imprecisi entusiasmi, in disprezzo delle regole e di quanto definito con i loro naturali ed “obbligati” interlocutori.

Insomma, un bel pasticcio.Tanto da dubitare (opinione supportata, solo da indizi e non dimostrabile) che qualcuno lo abbia voluto provocare ad arte, per poi strumentalizzare la situazione per mettere in cattiva luce la Giunta.

Ora, occorre umilmente, fare tesoro di questa infelice esperienza. L' unico aspetto positivo della vicenda: sia utile per il futuro.
A volte per costruire si deve partire dalle macerie.

Quindi: ridefiniamo, con urgenza tutti insieme, regole, ruolo, competenze, obiettivi e finalità, dei C.D.Q.
Attenzione però. Sono necessarie ed irrinunciabili: disinteressata disponibilità, capacità di apertura al dialogo ed al confronto, sincera e fattiva volontà di collaborazione.
Da parte di tutti, nessuno escluso.
Sembrerebbe semplice, ma questa storia dimostra che così non è.

Se abbiamo veramente a cuore che l’“avventura” dei Comitati di Quartiere possa continuare, e non interrompersi miseramente, perché crediamo all’importanza di promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, culturale, sociale della comunità, mettiamoli pure in discussione, ma solo per migliorali, rilanciarli e farli crescere, nell’interesse di tutta la comunità.

Pertanto invitiamo tutti a non dare troppa importanza a questo imbarazzante incidente. Lasciamo che la vicenda termini il suo corso, scrolliamoci di dosso la polvere e tutti, ma proprio tutti insieme, diamoci da fare.

I grandi obiettivi non si raggiungono con facilità. Altrimenti non sarebbero tali.

Costano caro: impegno, tempo e fatica. La partecipazione politica dei cittadini, attiva, informata, consapevole, responsabile, costruttivamente critica, è il più grande traguardo, per i tempi in cui viviamo, che qualsiasi comunità pur piccola che sia dovrebbe avere l'ardire e l'ambizione di raggiungere.

Bene. Sulbiate ci sta provando. Peccato che questa volta sia andata così.



I Comitati di Quartire in questi giorni stanno facendo conoscere i risultati inviando una e-mail agli indirizzi a loro disposizione. Di seguito pubblichiamo i seguenti documenti allegati:

Per ingrandire fare clic sulle immagini.


Tabella dei risultati.


Le valutazioni.

L'avviso da esporre in paese.


post correlato
post correlato

2 commenti:

  1. Per chiarezza: io non ho restituito il foglio della consultazione e penso anche che il senso unico vada bene a condizione che si limiti ulteriormente il traffico in Sulbiate per un paese a misura d'uomo e non di vetture.
    Ma comunque la consultazione era una consultazione democratica e come tale doveva essere rispettata.
    Era una consultazione di 2 comitati di quartiere che dovrebbero avere una valenza di rappresentatività.
    Non concerede una sala, al di là del cavillo regolamentare che si poteva e doveva superare, è stata una pura stupidaggine o piuttosto una manifestazione di boria.
    Cambiamo il regolamento delle sale!

    RispondiElimina
  2. sono d'accordo che senso ha una partecipazione di cittadini se questi non possono esprimersi nei modi e nelle forme, sempre che lecite, libere e autonome?
    La partecipazione è autentica se spontanea e libera. Una partecipazione "istituzionalizzata" perde di efficacia e di significato.
    Serve solo all'Amministrazione per vantarsi di essere aperta e disponibile all'ascolto (peraltro come qualsiasi Amministratore dovrebbe essere), serve poco ai cittadini.

    RispondiElimina