15 febbraio 2011

Nota del mattino del 15/02/'11

1. IN ATTESA DEI MAGISTRATI DI MILANO PARTE ROMA. LA SCOSSA DELLE DONNE CAMBIA L’ORIZZONTE. MA BERLUSCONI NON MOLLA: USA L’EMERGENZA IMMIGRATI PER RIPRENDERE IL GHE PENSI MI A RETI UNIFICATE E IN PARLAMENTO GIOCA IL CALCIOMERCATO.
Tra oggi e domani il Giudice per le indagini preliminari di Milano deciderà se mandare subito Silvio Berlusconi a processo per i reati di concussione di prostituzione minorile. Alla procura della Repubblica di Roma sono arrivati i documenti spediti dai pm di Milano e riguardanti le feste del presidente del Consiglio a Tor Crescenza.
La qualità e la vastità delle manifestazioni organizzate dalle donne domenica 13 febbraio hanno intanto scosso il centrodestra e aperto un nuovo orizzonte di iniziativa politica. Valeria Fedeli,
sindacalista della Cgil e una delle organizzatrici, al Corriere della Sera: “Da oggi noi del comitato, tutte insieme, dobbiamo assumerci la responsabilità di come andare avanti. La piazza - che onestamente ci ha travolte, in senso positivo - ci ha chiesto questo.
La nostra intuizione è stata giusta: serviva una realtà capace di unire le tante associazioni di donne, così diverse l`una dall`altra, che lavorano in questo Paese per difendere e affermare
professionalità e competenze femminili. Le abbiamo risvegliate e messe in connessione. Ed è
successo quello che tutti hanno visto… Ci sentiamo addosso la responsabilità di leggere correttamente ciò che è avvenuto, di corrispondere alla qualità e alla complessità della domanda che si è alzata dalla piazza. Che non è banalmente "via Berlusconi", ma piuttosto "cambiamo il sistema": nella scuola, nell`impresa, nelle istituzioni”. Susanna Camusso, segretaria della Cgil, a L’Unità: “Da oggi chiunque voglia dare una prospettiva alla straordinaria energia che ha attraversato le piazze di domenica dovrà far questo: mettere le donne al centro della politica. Più donne nella politica e più politica per le donne. Il punto fondamentale, come sempre, è l`ascolto. La comprensione: quel che è accaduto domenica è un segnale precisissimo e potente, bisogna coglierlo. La reazione patetica del presidente del Consiglio e il silenzio di chi lo circonda mi fa pensare che a destra l`abbiano capito bene. Alle opposizioni di centrosinistra la piazza - questa piazza che non è di nessuno - chiede concretezza, risposte chiare, cambiamento. Una bella sfida”.
Il presidente del Consiglio ha accusato il colpo, ma non molla. Oggi coglierà l’occasione dell’emergenza immigrati per riprendere dalla Sicilia, a reti unificate, lo spot del ghe pensi mi, nel tentativo di oscurare l’effetto-donna e l’annuncio dei magistrati di Milano. In Parlamento i dirigenti del Pdl lavoreranno per il reclutamento a qualsiasi costo di nuovi deputati, sfruttando
anche le crepe che si stanno aprendo tra i sostenitori di Fini. E’ una corsa affannosa, difficile, anche se non priva di qualche di risultato (il Pdl ha lasciato trapelare, anche per convincere gli
indecisi, che vi saranno nuovi arrivi. Ne parla Il Corriere della Sera). L’obiettivo è di garantire alla Lega la possibilità di discutere di federalismo nelle diverse commissioni senza correre il rischio di andare in minoranza. Fuori dal Parlamento, si parla invece dell’acquisto delle
frequenze della radio della Lega da parte della Mondadori (azionista principale, la famiglia
Berlusconi).

2. IL PD AL CENTRO DEL CAMPO: SUL FEDERALISMO APRE IL DIALOGO CON
LA LEGA, LANCIA L’OFFENSIVA SULL’INFORMAZIONE E CON LA
CONFERENZA NAZIONALE DELLE DONNE DEMOCRATICHE DI VENERDI’
PRENDE L’INIZIATIVA DOPO IL 13 FEBBRAIO.
Dopo aver concluso il lavoro per la messa a punto del programma, il Partito Democratico ha
lanciato ieri nuove offensive. Il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, ha rilasciato una lunga
intervista a La Padania, aprendo direttamente con la Lega il confronto sul tema del federalismo;
con un convegno a Milano il Pd ha lanciato un’offensiva sull’informazione. E con la conclusione a Roma, venerdì e sabato, di tutte le assemblee delle donne democratiche svoltesi in Italia in questi mesi, sarà il Pd a dare nella propria conferenza nazionale delle donne le prime risposte della politica organizzata alla manifestazione del 13 febbraio.
Ecco la parte dell’articolo de La Padania sul federalismo. “Nella sede lombarda del Partito
Democratico per un`intervista a Pier Luigi Bersani suggerita dallo stesso entourage del segretario Pd: già questa è una notizia... Destinata a far discutere parecchio, poi, con questi chiari di luna e visto il messaggio forte e chiaro recapitato dal leader originario di Bettola
(tremila anime nel Piacentino, Lega al 35%) a Umberto Bossi: «Impegno me e il mio partito
a portare avanti il processo federalista, dialogando con la Lega. Quali che siano gli sviluppi
politici. Guardiamo oltre Berlusconi ma salviamo la prospettiva autonomista».
«Intendo prendere anche personalmente un impegno: penso che sia oggi la Lega a tenere
attaccata la spina di Berlusconi, ma presto o tardi si arriverà al dunque e il processo federalista va preservato, è una riforma storica, epocale per la democrazia italiana. Credo da sempre che, pur da posizione diverse e anche alternative, ci siano due vere forze autonomiste in questo Paese: il Pd e la Lega. Noi rivendichiamo e vogliamo coltivare, rinnovandola, questa nostra antica tradizione. Abbiamo in testa "l`Italia delle autonomie", l`idea cioè che con la responsabilità diretta dei territori si possa arrivare sia a un livello comune di cittadinanza e di servizi, sia alla possibilità che chi ha una marcia in più possa correre. In questa contingenza noi vediamo dunque con grandissima preoccupazione il fatto che la Lega, vedendo accorciarsi i tempi della legislatura, possa accontentarsi di un Federalismo di bandiera; dall`altro temiamo che Berlusconi, culturalmente e politicamente del tutto disinteressato al Federalismo, ne approfitti per pretendere in cambio il processo breve, così come ha ottenuto il voto sulle "leggi sulla cricca", e dunque "passare `a nuttata". Da questo matrimonio un bambino come il Federalismo rischia di
rimanere soffocato». ..«Voglio chiarire, con sincerità. Noi abbiamo prima di tutto innestato il
meccanismo federalista con la modifica dell`art 119 della Costituzione, abbiamo avuto un atteggiamento positivo sulla legge 42 (la legge delega sul Federalismo fiscale, il Pd si astenne, ndr, ma abbiamo votato contro la fiscalità comunale per una questione assolutamente di merito. Non ci piace l`assetto che disegna: concede qualcosa ai Comuni, che recuperano un po` di soldi con nuove tasse, e non applica la logica di autonomia impositiva “voto, vedo e pago", restringe la tassazione a quelli che non votano nel Comune stesso, e mette una patrimoniale sulle pmi... No, ecco, non ci va bene»… «Penso una decina di decreti. Dobbiamo darci la possibilità di avere un quadro, c`è un lavoro profondo da fare, sto parlando di inquadramento del tema di una generale
riforma fiscale che noi proponiamo, sto parlando di definizione dei costi standard e degli standard di servizio, sto parlando di perequazione che non riguarda solo Nord-Sud ma diverse tipologie di Comuni anche al Nord. Noi diciamo che il contesto politico attuale è un enorme ostacolo». «Io dico semplicemente: qualsiasi soluzione è meglio di quanto sta accadendo ora, anche in previsione di ciò che si prospetta nei prossimi mesi… Parlo di politica, di Paese: siamo in stallo. Tutto ruota attorno alle vicende di una persona, il resto è paralizzato. Se Berlusconi fosse uno statista dovrebbe generosamente trame le conclusioni, a prescindere che si ritenga o meno responsabile. Invito quindi tutte le forze politiche a considerare questi problemi fornendo una disponibilità larga. Berlusconi fa un passo indietro? Se il Governo rimanesse nell`ambito del centrodestra, noi staremmo all`opposizione pronti però a essere propositivi. Il premier non se ne vuole andare, si è
inchiavardato? Allora si vada a votare, pur con una legge elettorale che non ci piace. Non so in quale scenario ciò avverrebbe; noi e la Lega saremmo magari sempre alternativi, ma garantisco personalmente, per me e per il mio partito, con tutta la credibilità della quale dispongo, che il processo federalista deve andare avanti e giungere a compimento.
Discuteremo, certo, ma noi ci crediamo, siamo gli unici a crederci, con voi. Lo vogliamo,
a nostro modo ma lo vogliamo».
Nel corso di un seminario organizzato a Milano dal Pd, Pier luigi Bersani ha lanciato ieri anche
un affondo sul tema dell’informazione. L’Unità: «A fronte dell`emergenza che si propone, è indispensabile che tutte le opposizioni si coordinino ed organizzino una funzione di
osservazione, di denuncia ed eventualmente di mobilitazione sulla questione dell`informazione radio e televisiva, in particolare del sistema dei tg». Se Berlusconi non accenna a dimettersi, l`opposizione è decisa a voltare pagina. Anche sull`informazione.
L`affondo del segretario Pd Pierluigi Bersani arriva il giorno dei dati di un Tgl superato in ascolti dal Tg5, e alla vigilia di una nuova riunione della Commissione di vigilanza Rai, che torna a discutere dell`atto di indirizzo del pluralismo del centrodestra per i talk show politici. Una «direttiva del bavaglio», la definisce Bersani, un`«assurdità totale» che «mostra un impazzimento del centrodestra su cui mi aspetto una reazione dell`azienda, perché la Rai non può essere azzoppata da iniziative di questo genere». La situazione è paradossale: «C`è un`azienda che lavora contro se stessa, contro l`audience, la raccolta pubblicitaria e le sue stesse
prospettive industriali. Mi aspetto quindi che reagisca». «Deve essere ribadita - aggiunge - l`assoluta esigenza di terzietà dell`informazione».

3. LA TESTA NELLA SABBIA. L’ITALIA LITIGA CON L’EUROPA SUL DRAMMA
IMMIGRATI. MA FINO A IERI NON HA VOLUTO VEDERE.
Il ministro dell’interno, Roberto Maroni, oggi sarà in Sicilia insieme al presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi. Ieri e nei giorni precedenti, oltre a lanciare l’allarme per la possibile ondata
di immigrazione dal Nord Africa (“80 mila arrivi possibili”), ha lanciato durissime accuse
all’Unione europea, rea di non aver ascoltato il grido dell’Italia. L’Unione europea ha replicato
altrettanto duramente (lo ha fatto la commissaria svedese Cecilia Malmstrom) di aver offerto
l’aiuto dell’Ue e che l’Italia lo ha rifiutato.
Lo spettacolo desolante di uno scontro su questi temi ha fatto emergere tre fatti clamorosi. Il
primo: il governo italiano ha nascosto per anni la testa sotto la sabbia, utilizzando l’immigrazione come tema di campagna elettorale e di propaganda, invece di affrontarlo e di gestirlo come problema ineludibile. Lo hanno ricordato ieri diversi rappresentanti del Pd, a cominciare da Livia Turco e Emanuele Fiano. Il secondo: l’Unione europea ha speso sull’argomento tante parole, ma pochi fatti. Terzo: l’emergenza umanitaria oggi rischia di essere usata un’altra volta per la propaganda da parte di Silvio Berlusconi, che si accinge a ripresentarsi come il paladino risolvitore di ogni cosa, lasciando poi ad altri e al futuro la soluzione difficile dei problemi reali.

4. BANKITALIA CERTIFICA L’AUMENTO DEL DEBITO PUBBLICO E DRAGHI
SPIEGA CHE LA GERMANIA E’ IL MODELLO DA SEGUIRE.
La Banca d’Italia ha certificato ieri che il debito pubblico italiano è cresciuto l’ultimo anno di circa 90 miliardi di euro, pari al 4,3 per cento del Pil. Una notizia pesante per Giulio Tremonti, responsabile dell’Economia, che da ieri è a Bruxelles a parlare proprio di conti pubblici. Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, proprio da Bruxelles ha spiegato ieri che il modello tedesco è quello più giusto e funzionale. E il modello tedesco non riguarda solo i conti pubblici. Come ha spiegato Claudio Magris in un lungo articolo pubblicato domenica su Il Corriere della Sera, il modello tedesco riguarda anche l’economia reale, il tipo di capitalismo, che è completamente diverso dal liberismo senza regole che piace tanto alla destra italiana.

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