1. FINITA LA RICREAZIONE: RIPARTE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CON DUE CSM E IL FRENO ALLE INTERCETTAZIONI. MA LA DIFESA DEL PREMIER E’ TUTTA IN SALITA. E NON SI ESCLUDONO ALTRI STRAPPI.
Straordinari per consulenti legislativi e avvocati. Ieri sera, mentre a Palazzo Grazioli si metteva a punto la strategia difensiva in vista della ripresa dei processi in cui è imputato Berlusconi: Mediaset (28 febbraio), Mediatrade (5 marzo), Mills (11 marzo), caso Ruby (6 aprile), al ministero della Giustizia si sono riaccese le luci e sono stati preparati i dossier da sottoporre stamattina al ministro Angelino Alfano. Obiettivo: essere pronti, se così si vorrà, ad aprire la discussione sulla riforma della Giustizia nell‟odierna riunione del Consiglio dei ministri. I temi sono noti: divisone dell‟ordine giudicante da quello requirente (separazione della carriere tra pm e giudici), creazione di due Csm (uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri), riforma elettorale del Csm per contenere il peso delle correnti, interventi sulla Corte di Cassazione, procedure più snelle per invocare la responsabilità civile dei giudici e, dulcis in fundo, forse anche un testo sulla regolamentazione più severa delle intercettazioni telefoniche.
Insomma, come previsto, è finita la ricreazione. Due parole sulla ripresa e, zac, si riprende la strada che davvero interessa il presidente del Consiglio: togliere alla Giustizia le armi per portare a termine i processi contro di lui. L‟Italia e i suoi problemi, la ripresa che non c‟è, l‟occupazione, le famiglie che non arrivano alla fine del mese restano in questo contesto solo l‟oggetto di rapide e facili promesse da sbandierare in televisione. Tanto più che la strategia processuale del premier sta diventando sempre più difficile.
Ieri dalla stessa Corte costituzionale è arrivata un‟informazione che ha fatto gelare gli entusiasmi a palazzo Grazioli, residenza privata di Berlusconi: qualsiasi ricorso per un conflitto di attribuzione in questo caso sarebbe passato dalla Corte Costituzionale alla Cassazione. La strada del conflitto di attribuzione rischia dunque di diventare scivolosa per il premier.
Ma dato che la fantasia e la bravura non fa difetto agli avvocati di Berlusconi (un deputato e un senatore che passano il proprio tempo a cercare cavilli per il premier, anche se poi come parlamentari vengono pagati dallo Stato italiano), oggi si scopre su Il Riformista che potrebbe essere invocato l‟articolo „96 della Costituzione: scaduti i mandati per i quali sono stati eletti, per processare per vie normali il presidente del Consiglio o un ministro per un reato commesso nelle loro funzioni (e cioè Berlusconi che telefona alla Questura di Milano perché convinto che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak) sarebbe necessario il via libera della Camera (dove Berlusconi sta riconquistando a tutti i costi, pezzo dopo pezzo, una maggioranza numerica, per quanto risicata). Solo che Berlusconi non è scaduto. E‟ ancora lì. Facile prevedere dunque altri strappi, altre polemiche.
2. LA STRATEGIA DEL FISCHIO, IL POTERE MEDIATICO, IL POTERE FINANZIARIO, IL CALCIOMERCATO IN PARLAMENTO: LA MACCHINA DELLA SOPRAVVIVENZA GIRA A MILLE. MA NON PER I PROBLEMI DEGLI ITALIANI.
Attirati da ragionamenti politici, ma anche da promesse e accordi molto interessanti, qualche altro senatore e qualche altro deputato stanno tornando verso la maggioranza: uno o due tornano da Fli; un altro dal gruppo misto. Berlusconi è felice. Alla Camera il presidente del Consiglio ha raggiunto solo quota 318, ben lontano dai 325 deputati annunciati, e ancora di più dai 330 che secondo il ministro leghista Roberto Calderoli sarebbero necessari per garantire il passaggio dei decreti attuativi del federalismo in tutte le commissioni parlamentari. Ma non importa: lo sgretolamento anche se parziale del nuovo partito di Gianfranco Fini è una soddisfazione per Berlusconi.
Fini ha accusato il colpo e non lo ha nascosto, ma ha anche avvertito: Fli non si fermerà, perché ha un progetto di lungo periodo e se il risultato del potere mediatico e finanziario di Berlusconi oggi si può vedere nel palazzo, quando si andrà al voto il comportamento degli italiani sarà diverso.
Ma il potere mediatico e finanziario non si esercita solo nel palazzo. In questi giorni è in atto la strategia del fischio, come la chiama Antony Giddens, straordinario orchestratore delle campagne di Tony Blair ai tempi del suo enorme successo. In che cosa consista è presto detto. Lo spiega oggi in un breve testo Massimo Giannini su La Repubblica. “Come insegna Manuel Castells, messaggi e personaggi che non hanno presenza sui media «non esistono».
Questo vale non solo per i leader e per gli amici. È fondamentale anche la «scelta dei nemici». Per questo, alla vigilia di possibili colpi di coda del premier sulla giustizia, la Struttura Delta si muove (Giannini ha soprannominato così il gruppo dei fedelissimi direttori di giornali che lavorano nelle testate che appartengono al premier e non solo, ndr). Dai «tempi scandalosamente lunghi dei processi» alla «vergogna delle intercettazioni»: nell‟opposizione c`è una platea di potenziali interlocutori, con i quali «dialogare». Interviste ammiccanti, elogi sorprendenti, aperture di credito lampanti. Come spiega un esponente del Pdl che conosce i «metodi», su Tg e giornali del network si trovano tracce tangibili di questa tentata «intelligenza col nemico». Non sono «inviti», sono «chiamate». Nulla di improvvisato. E‟ il richiamo in campo avverso: la «politica del fischio», come la chiamava Giddens, non a caso uno degli inventori dello «spin» ai tempi di Tony Blair”.
Come dire: non ci si stupisca se hanno avuto o avranno grande spazio nei tg e sui quotidiani amici del premier (o nemici delle opposizioni) i politici di centro o di centrosinistra che siano critici con le intercettazioni, abbiano simpatia umana per Berlusconi, siano contrari all‟eccessiva enfasi sui processi, siano critici verso il proprio schieramento.
3. APPUNTAMENTO AL BUIO. QUESTA SERA BERLUSCONI INCONTRA BERTONE E BAGNASCO. PORTA SOLDI E PROMESSE, PUR DI AVERE L’ASSOLUZIONE.
Questa sera, all‟ambasciata italiana presso la Santa Sede, Silvio Berlusconi tenterà di inseguire il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e il presidente della Cei, Angelo Bagnasco (hanno già messo le mani avanti: nessun incontro personale, solo delegazioni a confronto). L‟obiettivo è di ottenere o di far credere di aver ottenuto grazie al silenzio dei due cardinali sul contenuto dei colloqui una sostanziale assoluzione per i peccati veniali commessi. In cambio porterà la promessa di un atteggiamento durissimo nella
prossima discussione parlamentare sul testamento biologico e su tutti i temi di questo tipo, dalla fecondazione assistita alle coppie di fatto. Ma soprattutto soldi (soldi pubblici ovviamente), in parte veri e certi, in parte solo promessi: per esempio, lo sconto dell‟Ici per Chiese ed edifici connessi (federalismo municipale); eventuali commissioni per la gestione della social card (affidata dal mille proroghe alle associazioni caritatevoli private) e promessa del quoziente familiare. Naturalmente quest‟ultima sarà la solita promessa da marinaio, perché il quoziente familiare – anche se corretto per non favorire solo i ricchi e i ricchissimi - costerebbe non meno di 30-35 miliardi di euro: una somma spropositata in un paese dove si chiudono a raffica gli asili nido perché il governo ha ritenuto necessario tagliare qualche milione di euro di spesa.
4. NUOVE INDISCREZIONI DA WIKILEAKS SU ITALIA E BERLUSCONI. MA E’ L’OCSE CHE OFFRE LE NOTIZIE UFFICIALI: SIAMO IL FANALINO DI CODA.
Nuove indiscrezioni dal sito Wikileaks sull‟Italia e su Berlusconi, in particolare sul giudizio che su di lui avrebbe la diplomazia Usa. Le notizie ufficiali però sono più importanti e incontrovertibili. Secondo l‟Ocse, nel quarto trimestre 2010, il Pil dell‟area Ocse è cresciuto solo dello 0,4 per cento, contro lo 0,6 del trimestre precedente. E tra i sette paesi più industrializzati del mondo l‟Italia è il fanalino di coda. «Per tornare a crescere dobbiamo chiedere deroghe alle regole Ue», ha detto il ministro dell‟Economia, Giulio Tremonti. «La Germania le ha avute». Angel Gurria, numero uno dell`Ocse, si è dichiarato convinto invece che la strada da percorrere sarebbe un‟altra: «Fare riforme strutturali,visto che non cis ono molti margini di bilancio».
Due i terreni indicati da Gurria: educazione e innovazione. Proprio dove si è accanito con i tagli il governo del centrodestra.
5. AL VIA LA CONFERENZA NAZIONALE DELLE DONNE DEL PD. UN ALTRO PASSO AVANTI NELLA COSTRUZIONE DELL’ALTERNATIVA ALLA DESTRA.
Dopo le conferenze provinciali e le conferenze regionali, comincia oggi la Conferenza nazionale delle donne del Pd. Circa mille delegate discuteranno a Roma le proposte elaborate nei mesi scorsi ed eleggeranno poi il coordinamento nazionale. E‟ un nuovo, decisivo passo in avanti nella costruzione dell‟alternativa di programma e di schieramento al centrodestra. Oggi aprirà i lavori il presidente del partito Rosy Bindi. Domani li concluderà il segretario Pier Luigi Bersani.
Il Pd si aspetta un contributo determinante da questo appuntamento, che rappresenta il punto di approdo di un lavoro cominciato lo scorso anno e svoltosi lungo tutta l‟Italia. Dalle donne, come hanno anche dimostrato le autonome, straordinari manifestazioni del 13 febbraio, può partire davvero il risveglio dell‟Italia.
6. IL RISVEGLIO DEL NORD AFRICA E DEL MEDIO ORIENTE METTE IN LUCE LA DEBOLEZZA DELLE NOSTRE STRATEGIE ENERGETICHE.
Da Il Sole 24 Ore. “Febbraio 2011. Le piazze della Libia si incendiano L`opposizione rovescia il regime del colonnello Muammar Gheddafi. Il paese precipita nel caos, la produzione petrolifera si arresta. Marzo 2011. La rivolta dilaga in Algeria. Cade il regime del presidente Bouteflika, il paese è in balia dell`anarchia. I giacimenti di gas e petrolio vengono chiusi in via precauzionale. Aprile 2011. L`Esercito egiziano non
riesce a realizzare le riforme promesse, cresce il malcontento popolare. Gruppi estremisti fanno esplodere i vulnerabili gasdotti del Sinai e del resto del paese. E se accadesse davvero? Lo scenario descritto è certamente catastrofista. Altamente improbabile, ripetono gli osservatori. Ma di questi tempi l`ultima cosa di cui ha bisogno la fragile ripresa della economia mondiale è un`interruzione dell`offerta di greggio. E di conseguenza un prezzo del barile che, sospinto dalla speculazione, riprenda a volare. L`offerta mondiale per ora è stabile. Eppure i paesi consumatori non dormono sonni tranquilli. Perché si sa dove è iniziata la rivolta delle piazza arabe - a gennaio in Tunisia - ma non è dato saper quando, dove e come finirà. Leo Drollas, capo economista del Centre for global energy studies (Cges), un`autorità mondiale nel settore, è cauto: «Libia e Algeria hanno prodotto in gennaio rispettivamente 1,56 e 1,26 milioni di barili al giorno. Anche nel peggiore scenario possibile, un`interruzione dell`offerta dal Nord Africa, la capacità di riserva dell`Arabia Saudita potrebbe compensare». Parole che riportano la calma. Ma non per tutti. Ci sono paesi che potrebbero subire danni maggiori rispetto ad altri. E tra questi c`è l`Italia. Secondo i dati dell`Unione petrolifera italiana, anche nel 2010 la Libia è stata il maggior fornitore di greggio con 18,1 milioni di tonnellate”…” La riottosa Algeria di Bouteflika, presidente dal 1999, è il principale fornitore di gas dell`Italia; 22,7 miliardi di metri cubi nel 2009 (secondo i dati dell`Unione petrolifera italiana)”.
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