Il 12 febbraio 2011 in una seduta del Consiglio dei Ministri durata pochi minuti il Governo ha decretato lo stato di emergenza umanitaria dopo i continui sbarchi di cittadini maghrebini, soprattutto tunisini, sulle coste siciliane.
Dopo quattro giorni senza sbarchi sull'isola ieri sera è approdato un peschereccio con 24 persone.
Sono già 2000 le persone stipate nel centro che si cerca di alleggerire con ponti aerei e navali mentre cresce la tensione tra i tunisini per l'ipotesi che possano essere rimpatriati.
Per Livia Turco, responsabile immigrazione del Pd, “lo stato d’emergenza proclamato
dal Consiglio dei ministri è un atto dovuto, la scelta del Cdm è corretta anche se quando la stessa misura veniva presa dal governo di centro sinistra erano sempre pronte le critiche dei falchi”.
Ed ha aggiunto: “Naturalmente occorre fare molto altro: noi chiediamo garanzie per una adeguata accoglienza, il coinvolgimento degli Enti locali e del volontariato e la riapertura di una struttura efficiente come quella di Lampedusa, chiusa per motivi incomprensibili. Ma lo sforzo che chiediamo ai ministri Maroni e Sacconi è anche di altro tipo: accettino che gli sbarchi, che non sono né di destra né di sinistra, non possono finire perché questo è il loro desiderio”.
Anche don Stefano Nasi, parroco di Lampedusa, chiede al governo la riapertura del Cie: “Il ministro Maroni - ha detto all’Adnkronos- non può lasciare centinaia di immigrati arrivati nelle ultime ore, infreddoliti, sulla banchina del molo”.
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