9 marzo 2011

La nota del mattino del 09 marzo 2011

A cura dell'Ufficio Nazionela Circoli del PD.

1. RESISTEREMO UN MINUTO DI PIU’. IL PD SFIDA BERLUSCONI, CONSEGNA LE
FIRME PER LE DIMISSIONI A PALAZZO CHIGI, SALE NEI SONDAGGI E RINNOVA LA MOBILITAZIONE PER SCONFIGGERE LA DESTRA, A COMINCIARE DALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE.

Come promesso, nella giornata internazionale della donna il Partito democratico ha consegnato a Palazzo Chigi i milioni di firme raccolte per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi. Il grado di civiltà di un paese si misura sulla condizione delle donne, ha detto nel suo intervento a piazza di Pietra a Roma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Sul piccolo palco allestito nella piazza a pochi passi dalla sede della presidenza del Consiglio, con le apette e i furgoni pieni di scatolini con le firme e la scritta “Oltre Arcore c’è la dignità del paese”, Bersani ha rinnovato la sfida a Berlusconi e alla destra, partendo proprio dal tema della situazione delle donne. Il segretario del Pd ha ricordato che il partito si farà promotore di alcune riforme concrete, quali ad esempio: la reintroduzione della legge 188 voluta dal governo Prodi e abrogata dal governo Berlusconi, in base alla quale non valevano le dimissioni in bianco fatte firmare senza data al momento dell`assunzione e che il datore di lavoro può usare nel momento in cui la donna va in maternità per sbarazzarsene; il trattamento di maternità valido per tutte le donne, che siano lavoratrici dipendenti o autonome, stabilì o precarie; il congedo parentale secondo la legge approvata dal Parlamento Europeo lo scorso ottobre. Bersani ha rilanciato quindi la sfida politica alla destra. “Dicono che Berlusconi ha resistenza, che è un combattente. Noi lo siamo più di lui. Noi resisteremo un minuto di più. E i circoli, quando lui sarà caduto, potranno dire come fa Vasco Rossi nella sua canzone: “Io sono ancora qui”. La manifestazione sulla raccolta delle firme, che proseguirà e accompagnerà tutte le prossime iniziative del Pd, compresa la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative, si è conclusa ieri con la consegna simbolica a palazzo Chigi delle firme raccolte. Il presidente del Pd, Rosy Bindi, ha guidato un piccolo corteo ed ha portato alla sede della presidenza del Consiglio una scatola con alcuni moduli riempiti di firme raccolte nei 20 mila banchetti allestiti dai militanti del partito in queste settimane. Il pacco è stato consegnato da Rosy Bindi al sottosegretario Gianni Letta. Secondo Il Riformista, gli ultimi sondaggi danno oggi il Pd in crescita, al 27,4 per cento.

2. NAPOLITANO: RINNOVAMENTO MORALE, BASTA DONNE OGGETTO. ALLA CERIMONIA PARLANO LE MINISTRE. MA INTANTO IL GOVERNO, PER ESTEGGIARE L’OTTO MARZO, BLOCCA LE QUOTE ROSA NEI CDA.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha detto ieri che bisogna smetterla con le donne oggetto e che c’è bisogno di un forte rinnovamento morale. Il presidente è intervenuto nell’ambito di una cerimonia per l’otto marzo. Hanno preso la parola anche le ministre Carfagna e Gelmini. Ma mentre loro intervenivano, al Senato il governo ha di fatto boicottato la legge bipartisan che introduce le quote rosa nei consigli di amministrazione delle aziende.

3. PER LA PRESENTAZIONE IN SOCIETA’ IL GOVERNO METTE L’ABITO BUONO ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. MA APPENA I PROCESSI MORDONO SI CAMBIA LINEA.

Gran battage pubblicitario per la riforma della giustizia che domani il Consiglio dei ministri discuterà e forse varerà sotto forma di disegni di legge costituzionali. Tutti i giornali riportano l’intenzione del governo di non mischiare in queste proposte leggi ad personam per Berlusconi, in modo da garantire il dialogo con l’opposizione. E’ il turno della faccia buonista del governo, fenomeno già visto più volte. Venerdì riprenderà il processo a Milano sul caso Mills (Berlusconi è accusato di corruzione e il coimputato Mills è già stato condannato). Dalle reazioni del presidente del Consiglio si potrà capire se la strategia del sorriso riesce a resistere almeno fino alla fine della settimana. Al di là del tema del dialogo o meno (Andrea Orlano, responsabile della Giustizia per il Pd, ha più volte sfidato il governo ad aprirsi al confronto anche con le categorie interessate alla riforma), le proposte annunciate restano rigorosamente di destra. Verrà proposto addirittura di scegliere il procuratore generale della Cassazione con un voto delle Camere, dando così un’impronta politica al massimo organo giurisdizionale.

4. UNDICI POSTI PER 21 PRETENDENTI. IL RIMPASTO PER FAR CONTENTI I RESPONSABILI E’ DIVENTATO INCUBO PER BERLUSCONI.

La Stampa: “Quante nuove poltrone vorrebbe il Cavaliere? In base alla «Bassanini», potrebbe fare 11 nomine tra ministri, vice-ministri e sottosegretari. Ma per soddisfare le richieste a Berlusconi ne servirebbero 20 o 21. Dunque occorre cambiare la legge. Una firmetta di Napolitano sotto un apposito decreto e, oplà, ecco risolto il problema. Oppure no, in quanto il Presidente non ravvede l`urgenza che la Costituzione richiede per questo decreto legge. Del resto, se certe poltrone ministeriali sono vacanti da mesi, vuol dire che tutta questa fretta non c`è... Si assegnino le 11 poltrone previste, sostengono puntigliosi nello staff presidenziale, per le altre si faccia un disegno di legge”.

5. VENERDI’ CONSIGLIO D’EUROPA SULLA LIBIA. OGGI AL QUIRINALE CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA. L’ITALIA PENSA AL PATTUGLIAMENTO NAVALE NATO.

Oggi al Quirinale si riunirà il Consiglio superiore della Difesa (in base alla Costituzione, il presidente della Repubblica è il capo delle forze armate) per discutere il caso della Libia, anche in vista del Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo convocato in seduta straordinaria per venerdì. Si discuterà oggi dell’idea italiana di proporre ai partner occidentali il pattugliamento navale della Nato di fronte alle coste libiche e quale posizione prendere sul tema dell’eventuale intervento per garantire la No fly zone in Libia. Sarà presente anche il presidente Berlusconi. Secondo alcuni quotidiani potrebbe fruttare l’occasione per parlare a tu per tu con Napolitano anche dell’eventuale provvedimento di legge
per allargare il governo.

6. GHEDDAFI ACCUSA LA LEGA DI AVER CHIESTO L’AIUTO LIBICO PER LA SECESSIONE. IL MINISTRO BOSSI RISPONDE PARLANDO DI UOMINI IN ARMI IN LOMBARDIA: UN AIUTO ALLA CREDIBILITA’ INTERNAZIONALE DELLE PROPOSTE ITALIANE.

Ieri il colonnello Gheddafi ha detto che la Lega avrebbe chiesto in passato l’aiuto libico per sostenere la secessione del Nord dall’Italia. Bossi, interpellato dai giornalisti ha risposto secco che non è vero, anche perché non ce ne sarebbe stato bisogno: «Abbiamo tantissimi uomini e le armi le facciamo in Lombardia». Non è la prima volta che il ministro Bossi parla di uomini e di armi. Alla vigilia degli in contri internazionali sul tema della Libia queste dichiarazioni sono uno straordinario viatico per la credibilità italiana: il bello è che poi gli uomini che rappresentano la Lega nelle istituzioni, come per esempio il ministro Roberto Maroni, si stupiscono quando l’Europa risponde con sufficienza alle richieste dell’Italia.

7. IL COSTO DEL CONFLITTO DI INTERESSE. PARALISI E PERDITE PER LA RAI. A TELECOM SI CAMBIA (C’ENTRA QUALCOSA IL SUCCESSO DE LA7?). RISCHIA DI CHIUDERE CINECITTA’.

Grazie alla cura di Mauro Masi, il direttore generale che risponde ai dictat di Berlusconi e che per questo rischia di paralizzare la Rai, favorendo così Mediaset, l’azienda della Tv di Stato ha chiuso il 2010 con 116 milioni di rosso. E’ il costo del conflitto di interessi. A causa dei tagli del governo rischia di chiudere Cinecittà, sede dell’industria del cinema. Massimo Mucchetti su Il Corriere della sera ha scritto un lungo articolo sul caso Telecom e sulla possibilità che gli azionisti vogliano cambiare l’assetto di vertice. L’azionista forte che ha fatto la proposta si chiama Mediobanca (Berlusconi è azionista di Mediobanca, come lo è Mediolanum, compagnia dove Berlusconi è uno degli azionisti forti). Mucchetti spiega nell’articolo che il cambiamento è dovuto agli scarsi risultati economici ma non nasconde la possibilità che vi siano anche altre ragioni: “In effetti, nelle scorse settimane era venuto dalle parti di Palazzo Chigi un malcelato fastidio per i successi de «La 7» e per il rigore aziendalistico di Bernabé sull`infrastruttura fissa, la cui segregazione in una società autonoma da Telecom sarebbe gradita a Mediaset a sua volta interessata ad aver voce in capitolo su tutte le piattaforme tecnologiche atte a diffondere la pubblicità televisiva. Si era perfino fatto, imbarazzando la persona, il nome di Francesco Caio, uomo di formazione McKinsey e consulente del governo, per un dopo Bernabé anticipato sotto l`egida del ministero dello Sviluppo economico”.

8. LEGA IN MANOVRA: SFIDA IL PDL ALLE AMMINISTRATIVE MA SI SPACCA ALL’INTERNO.

Dopo una riunione al vertice, la Lega ha annunciato ieri che in numerosi comuni andrà alle amministrative da sola, senza alleanza con Il Pdl. E’ la sfida per la supremazia al Nord. Nella riunione però si sarebbe verificata una spaccatura tra i sostenitori del cosiddetto cerchio magico (il gruppo più vicino a Bossi, compreso il figlio soprannominato Trota e imposto al partito come se l’Italia di oggi vivesse in regime di feudalesimo) e il gruppo che vede insieme il ministro Roberto Maroni e il sindaco di Verona, Flavio Tosi. Il Sole 24 Ore parla di guerra tra lombardi e veneti.

9. IL PARLAMENTO EUROPEO VARA LA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE. IN ITALIA INVECE SI TASSANO DI PIU’ ARTIGIANI E COMMERCIANTI.

Su proposta dei gruppi progressisti, e in particolare dei democratici italiani, il Parlamento europeo ha deciso ieri di varare una particolare forma di tassazione delle transazioni finanziarie (una forma di Tobin tax, dall’idea del premio Nobel James Tobin). Il ricavato dovrebbe essere utilizzato per finanziare anvestimenti o per aiutare i paesi più deboli. Tutto il contrario di quanto sta facendo l’Italia, dove il governo ha varato un alleggerimento fiscale per banche e fondi e un appesantimento delle tasse (in particolare con il decreto legislativo sul federalismo comunale) sul patrimonio degli artigiani e dei commercianti

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