15 marzo 2011

Nota del mattino del 15 marzo 2011.

A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli PD.

1. NUCLEARE. TUTTO IL MONDO RIFLETTE SUL DRAMMA GIAPPONESE. IN ITALIA FA GOLA LA COLATA DI CEMENTO. BERSANI: IL PD SOSTERRA’ IL REFERENDUM.
Tutto il mondo è attonito di fronte al dramma del Giappone. E tutto il mondo sta con il fiato sospeso con gli occhi puntati sulla sorte delle vecchie centrali nucleari in cui sono andati in panne i sistemi di raffreddamento. In Germania la cancelliera Angela Merkel ha sospeso la proroga all’attività delle vecchie centrali, decisa solo pochi mesi fa (hanno 40 anni di vita, proprio come quelle giapponesi). In Francia si discute sulle misure di sicurezza. In Usa gli stessi democratici hanno chiesto al presidente Barack Obama di riflettere sulla ripresa del programma nucleare.
Il governo italiano, invece, non vuole proprio sentirne parlare, anche se basterebbe fare un giro di interviste ai governatori regionali (centrosinistra e centrodestra) per sentirsi dire, a questo punto, un no a tutto tondo sulla possibilità di impiantare sui rispettivi territori una centrale. Ancora non ci sono i siti tra i quali scegliere l’ubicazione degli impianti. Ancora non è chiaro dove verrebbero stoccate le scorie. Ma la parola d’ordine è: “Si va avanti”. Forse, prima ancora del piano energetico, sono il cemento e le commesse industriali (per larghissima parte una centrale nucleare è costruzione in cemento armato e turbine) il business che guida questa irriducibilità.
Con un’intervista del segretario Pier Luigi Bersani all’Unità il Partito Democratico chiarisce senza tentennamenti la propria posizione su questo tema. “Il Pd, annuncia in questa intervista Pier Luigi Bersani, sosterrà il referendum per abrogare la legge sul ritorno al nucleare…Domanda. Segretario, cosa risponde al governo, che definisce sbagliate le reazioni nostrane di fronte alla tragedia di Fukushima? «Certamente si tratta di un caso estremo ed è vero che ci sono nel mondo generazioni di centrali più evolute. Tuttavia continuare a classificare come emotive le reazioni dell`opinione pubblica è sbagliato».
Domanda. Il governo non ce l`ha con l`opinione pubblica ma con voi che ne criticate il piano sul nucleare...«E sbaglia perché c`è una diffusa percezione, anche a prescindere da questa tragedia, che la tecnologia del nucleare sia ancora molto giovane e presenti seri problemi, sia per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie che per le conseguenzedi eventuali incidenti». ..«Non è la probabilità degli incidenti che suscita allarme, ma quanto siano tremende le potenziali conseguenze. A preoccuparci è il modo in cui il governo sta affrontando la questione. Già prima di quanto accaduto noi avevamo ottime ragioni, e le abbiamo ancora, per essere contrari al piano nucleare. Anzi, a questo fantapiano, che non ha nessuna fattibilità, che è economicamente svantaggioso e che prevedendo l`impiego di tecnologie non nostre ci renderebbe totalmente dipendenti da altri». Domanda. Non sarà fattibile ma intanto il governo va avanti e si sta discutendo il decreto sulla localizzazione dei siti delle nuove centrali. «Stanno solo deviando l`attenzione dalle priorità, cioè efficienza energetica, rinnovabili, un`operazione di investimenti nella ricerca anche delle tecnologie nucleari. Il governo deve capire che se si vogliono fare le cose difficili, prima bisogna saper fare le facili». «Non stanno lavorando all`Agenzia di sicurezza, non hanno risolto il problema delle scorie già esistenti, non hanno smantellato le vecchie centrali, che sarebbe il vero allenamento per i nostri tecnici e le nostre capacità industriali. Non si stanno impegnando nei luoghi della ricerca per un nucleare che abbia strutturali condizioni di sicurezza e sostenibilità economica». Domanda. Tra pochi mesi ci sarà un
referendum sul piano del governo: cosa farà il Pd? «Lavoreremo perché dalle urne esca una risposta chiara contro questo piano. Abbiamo chiesto che i referendum vengano accorpati con il voto delle amministrative perché vogliamo che si raggiunga il quorum». Domanda. Richiesta respinta. Non c`è il rischio che senza il raggiungimento dei 50% dei votanti sia un boomerang? «Sappiamo che la strategia referendaria presenta questo problema, perché è da 24 consultazioni che il quorum non viene raggiunto e spesso si strumentalizza il risultato. Noi ci impegneremo comunque per fermare questo piano che poggia sulla sabbia ed è totalmente sbagliato». Domanda. La destra vi dirà che importiamo ac aro prezzo energia e che voi non proponete alternative. «Non è vero. Anzi, proprio nel settore energetico il governo sta facendo perdere la faccia all`Italia quasi al pari del bunga bunga, mentre noi sosteniamo che si debba insistere sull`energia da fonti rinnovabili, un settorein grande crescita, con miliardi di finanziamenti provenienti da ogni parte del mondo, ma che ora il governo vuole distruggere con un decreto. Bloccato l`attuale sistema di incentivi, che comunque andrebbe risagomato, ci saranno banche che definanzieranno gli investimenti sugli impianti per le energie rinnovabili, con evidenti conseguenze sul piano occupazionale e della crescita economica. Che sono poi le vere priorità di questo paese».

2. IL DRAMMA GIAPPONESE VISTO DALLE TORRI DELLA FINANZA: L’ECONOMIA GELERA’ OVUNQUE O RIPARTIRA’ A RAZZO CON I 180 MILIARDI DI DOLLARI IN PALIO PER LA RICOSTRUZIONE?
Il dramma del Giappone è al centro di tutte le stime e le previsioni degli economisti, dei centri di ricerca, dei servizi studi delle grandi banche d’affari e delle multinazionali. L’obiettivo è: capire se il rallentamento dell’economia giapponese e i costi del disastro avvenuto in Estremo Oriente avrà un riflesso negativo sull’economia mondiale gelando la mini ripresa in corso e provocando invece una fiammata dei prezzi (il Giappone dovrà restare per alcuni mesi ai minimi termini, perché nell’isola ci sono problemi di approvvigionamento energetico, trasporti in panne, catene di montaggio “toccate” dal terremoto), o se i 180 miliardi di dollari di spesa stimata (creditSuisse) per la ricostruzione saranno la base di una ripresa di attività formidabile per molte imprese giapponesi e straniere. E’ business, e il cinismo regna sovrano. I pareri degli esperti non sono unanimi.

3. LIBIA. L’OCCIDENTE INDECISO A TUTTO. L’ESTABISHMENT ARABO SI PREOCCUPA: I SUNNITI SAUDITI MUOVONO L’ESERCITO CONTRO LA RIVOLTA SCIITA IN BAHREIN.
I ministri europei aspettano il parere dell’Onu. Si parla di no fly zone. Ma intanto le truppe di Gheddafi riconquistano i territori in mano ai ribelli. E la rivolta del Nord Africa rischia di trasformarsi in un bagno di sangue. Lapo Pistelli (PD) all’Unità: «Dopo le sanzioni mirate, l`embargo, le minacce verbali, il deferimento al Tribunale penaleinternazionale, il mandato di cattura dell`Interpol: la Comunità internazionale è sola davanti alle sue responsabilità dopo aver parlato, fino ad ora a vuoto di "no fly zone" e controllo navale. Se le decisioni adottate non saranno subito supportate da adeguate misure coercitive, Gheddafi tornerà padrone del campo in un bagno di sangue poiché la disparità di mezzi non è colmabile dalle parole della diplomazia... Alle cancellerie europee, a cominciare da Palazzo Chigi, vorrei chiedere: e se poi Gheddafi vince nel sangue, cosa gli racconterete? Che non volevate disturbarlo?".
«Occorre scegliere tra il cinismo della realpolitik e le speranze di libertà che animano le giovani generazioni protagoniste della "Primavera araba"».
Il governo saudita ha intanto mandato circa mille soldati con i blindati per tenere sotto controllo la rivolta in Bahrein. Soldati sunniti, contro rivolta sciita.

4. GIUSTIZIA. POCHE ORE ALLA FINE DEL BUONISMO. DA DOMANI PROCESSO BREVE E CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE SUL PROCESSO PER RUBY. IL PD RI-PUBBLICA LE PROPOSTE APPROVATE E GIA’ PRESENTATE: COSI’ NESSUNO PUO’ GIOCARE CON LA NENIA DEL DIALOGO COSTRUTTIVO.
Oggi la maggioranza di centrodestra dovrebbe presentare gli emendamenti al provvedimento sul processo breve. Avrebbe dovuto farlo ieri, cancellando secondo le promesse buoniste del ministro Angelino Alfano le norme “salvaBerlusconi”. Non lo ha fatto. Oggi la prova del nove. Anche le l’appuntamento decisivo per verificare la strategia della faccia buona ci sarà domani, quando la giunta parlamentare per le autorizzazioni discute la proposta del Pdl di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri contro i magistrati milanesi per tentare di dirottare il processo Berlusconi-Ruby verso il Tribunale dei ministri. Il centrodestra vuole giocare questa carta a tutti i costi, anche se la Cassazione sul precedente sollevato dal Senato per il caso Mastella - ha confermato che spetta sempre a un magistrato stabilire se il reato commesso da un politico sia o meno di natura ministeriale. L’obiettivo è comunque: prendere tempo, resistere.
Nel frattempo la strategia del polverone mediatico, con la nuova parola d’ordine adottata anche dai cosiddetti commentatori indipendenti “dialogo, dialogo” va avanti, per dimostrare che la destra è “buona e disponibile” e il centrosinistra “cattivo” e sull’Aventino. Il Pd ha già preso una posizione chiara. Da tempo ha preparato e presentato le proprie proposte sulla Giustizia. Ieri per ricordarlo a tutti e togliere l’alibi del “non lo sapevo” le ha anche rinviate alle agenzie di stampa, a tutti i tg, a tutti i quotidiani, a tutti i periodici di carta e on line. E tutto lo stato maggiore del Pd ha chiarito che la discussione si fa in Parlamento e che non v’è dubbio sul giudizio del partito sul merito delle proposte avanzate dal governo: non vanno affatto bene, sono deleterie per la giustizia e per la democrazia. Altro che riforma positiva.
Di Giustizia ha parlato ieri il segretario del Pd nell’intervista (già citata sull’energia) all’Unità. Domanda. A giudicare dal dibattito politico, al di là della discussione sul nucleare innescata da Fukushima, la priorità al momento è la riforma della giustizia. «Ma perché abbiamo un governo del dopolavoro, che non sa e non vuole affrontare i veri problemi, che sono appunto la produzione industriale, l`occupazione, gli ammortizzatori in deroga, l`inflazione». Domanda. È perché non si discute di questo ma di giustizia che andate sull`Aventino? «Ma quale Aventino, non scherziamo. Siamo gli unici che stanno in Parlamento, anche se il governo l`ha ridotto uno straccio, costretto com`è a lavorare soltanto un giorno e mezzo alla settimana, perché dall`esecutivo non arriva più niente». Domanda. È Casini che vi ha invitato a non andare sull`Aventino... «Noi siamo pronti a discutere in Parlamento, nessun Aventino. Ma non si parli di un fumoso dialogo. Ci sono Camera e Senato, ci si confronti lì». Domanda. E voi che cosa direte? «Che è sbagliato affrontare la questione con legge costituzionale e poi rinviare le decisioni alla politica, cioè alla maggioranza e al governo. Non si possono dare in mano alla maggioranza di turno le leve per il controllo della magistratura, o la decisione sulle priorità per un`azione penale, che giustamente oggi è obbligatoria». Domanda. Però ci sono urgenze da
affrontare nel settore giustiza, o no? «Sì, ma sono affrontabili con legge ordinaria. E noi siamo pronti a discuterne partendo dalle proposte che abbiamo già depositato in Parlamento». Domanda. Anche sulla responsabilità dei magistrati in caso di colpa? «Anche. Noi non siamo il partito dei giudici, io sono pronto a disturbare la magistratura. Ma lo voglio fare per l`efficienza per i cittadini, non per esigenze di Berlusconi. Tra poco il Parlamento può essere chiamato a pronunciarsi sul conflitto di attribuzione per i suoi processi. E questo sulla base del presupposto che Berlusconi abbia svolto azioni di distensione internazionale salvando la nipote di Mubarak. Vorrei ricordarlo anche a Casini, a cosa è costretto il Parlamento».

5. BENI CULTURALI AL COLLASSO. POLIZIOTTI SENZA RISORSE. DEBITO ALLE STELLE. TASSE A PIOVERE SU DIPENDENTI E PENSIONATI. E LA DESTRA? SI RIUNISCE A ARCORE PER TENERE BUONI SCAJOLA (QUELLO DELLA CASA REGALATA) E I RESPONSABILI CON IL RIMPASTO.
Dopo le dimissioni di Salvatore Settis, dopo le proteste del mondo del cinema e del teatro, dopo la clamorosa protesta di pochi giorni fa di Riccardo Muti, dopo le parole di fuoco di Daniel Barenboim, ieri si è dimesso dalla presidenza del Consiglio superiore dei Beni Culturali Andrea Carandini, storico di fama internazionale. Il motivo? I tagli rozzi e drastici alle dotazioni del ministero rendono impossibile qualsiasi azione di manutenzione seria, di tutela e salvaguardia (di rilancio nemmeno a pensarci) del principale patrimonio italiano, quello che ci viene invidiato da tutto il mondo: cultura e beni culturali. Un disastro di fronte al mondo. E un caso straordinario di inadeguatezza del governo della destra: il ministro Sandro Bondi si rifiuta di andare al proprio posto, al ministero, da Natale. E nulla accade. Tranquillamente si procede verso il disastro.
La polizia non ha la benzina per far muove le automobili. I poliziotti hanno stipendi da fame e fermi. L’organico è ridotto ai minimi termini. Ieri manifestazione di fronte alla villa di Arcore. Berlusconi cerca di rabbonire i poliziotti e scherza sulla rigidità di Tremonti.
Ennesimo record annunciato dalla Banca d’Italia per il debito pubblico italiano: 1.879,9 miliardi di euro. Entro il 25 marzo l’Unione europea stabilirà come bisognerà procedere alla riduzione degli squilibri nei conti pubblici. Il criterio suggerito dall’Italia di tenere conto anche del debito privato (in Italia il risparmio delle famiglie è notevole) sarà pure preso in considerazione. Ma l’indicazione del rientro dagli squilibri, e in tempi brevi, resterà. Dunque non saranno rose e fiori per gli italiani.
Risultati positivi per le entrate nel 2010. Il governo se ne è vantato. Peccato che la maggior parte degli aumenti di gettito, con un incremento di quasi 7 miliardi di euro, è venuto dall’Ire (la ex Irpef), grazie ai lavoratori dipendenti (soprattutto il pubblico impiego) e i pensionati. «A pagare sono i soliti noti - commenta Stefano Fassina (Pd) - mentre gli altri redditi restano molto elastici».
Di fronte a tutto questo, il maggior impegno dello stato maggiore della destra qual è? Si susseguono ad Arcore e a palazzo Grazioli a Roma le riunioni per far posto nel governo o al vertice del Pdl all’ex ministro Scajola (quello al quale hanno comperato una casa a sua insaputa) e quello di trovare qualche poltrona di sottosegretario o simili per i cosiddetti responsabili. Il rimpasto di governo è diventato un puzzle per interessi privati.

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