23 giugno 2011

La nota del mattino del 23 giugno 2011.


1. DOPO LA FIDUCIA DELLA TRANSUMANZA ARRIVA L’ORA DELLA VERITA’. TREMONTI PREPARA UNA STANGATA MICIDIALE. A RIMETTERCI SARANNO I PIU’ DEBOLI. L’ATTESA RIFORMA FISCALE PRIVILEGERA’ I PIU’ RICCHI.
Finita la verifica (grazie alla transumanza dei deputati di Scilipoti il governo ha i numeri per garantirsi la maggioranza), comincia l’ora della verità. Entro fine giugno Tremonti presenterà i conti e le proposte per la manovra di correzione del deficit pubblico. Le indiscrezioni sulle mosse del ministro dell’Economia indicano una scelta chiara: niente riforme strutturali, niente liberalizzazioni, niente sostegno alla ripresa. In arrivo una stangata sui soliti noti. Pensioni, sanità, dipendenti pubblici, comuni (e quindi servizi) e, in prospettiva, una riforma fiscale che darà pochi euro ai redditi bassi, molti ai più ricchi e farà costare di più i beni di consumo. Senza contare che i 40 miliardi fissati nei documenti di finanza pubblica dal governo non saranno sufficienti a garantire di arrivare al pareggio nel 2014 come Berlusconi e Tremonti hanno firmato con l’Unione europea. Secondo i calcoli del Nens, i conti del governo sono sbagliati.
Da La Repubblica. “Un nuovo intervento sulle pensioni, oltre a quello di cui già si parla per le donne del settore privato. L`indiscrezione, rimbalzata ieri dal cantiere sulla manovra da 43 miliardi che il governo si appresta a varare tra il 28 e il 29 giugno, prospetta un nuovo aumento dell`età pensionabile per tutti gli italiani. Il meccanismo, attualmente in vigore dopo la riforma del 2010, si chiama «adeguamento alla speranza di vita» e dovrà portare l`età di vecchiaia fino a 70 anninel2050: di fatto da1 2015 l`età pensionabile di anzianità e vecchiaia dovrà crescere di circa tre mesi ogni tre anni. Con la riforma ipotizzata per la manovra la partenza del nuovo meccanismo potrebbe venire anticipata di due anni, al 2013. In questo modo si cumulerebbero già da quell`anno l`aumento di tre mesi dovuto alla «speranza di vita» oltre alla cosiddetta «finestra mobile» (in vigore dal 2011) che di fatto allunga per tutti l`età pensionabile di un anno. A conti fatti, se andasse in porto l`intervento di cui si parla, nel 2013 l`età di vecchiaia (per gli uomini) sarebbe di 66 anni e tre mesi e quella di anzianità di 63 anni e tre mesi (per uomini e donne). Già nel 2020 entrambe dovrebbero salire a 67 e 64 anni. Il fronte della manovra è ormai in grande movimento.
Le cifre circolate ieri indicano il totale a 43 miliardi, con un intervento di 3 miliardi quest`anno, di 5 per il 2012 e di 35 per il biennio 2013-2014. Cifre che tuttavia non convincono il Nens, il centro studi che fa capo a Visco e Bersani, che ieri ha diffuso un rapporto in base al quale la correzione necessaria per raggiungere il pareggio di bilancio, vista la scarsa crescita, potrebbe arrivare a 50 miliardi. La caccia alle risorse è febbrile e comincia a quantificarsi l`entità degli interventi: la previdenza sarebbe nel mirino non solo per il tema «speranza di vita». Al centro dell`attenzione anche le pensioni d`oro che superano otto volte il minimo (1,5 miliardi in dieci anni), l`aumento della contribuzione per i collaboratori e, come accennato, l`aumento dell`età per la vecchiaia per le donne del settore privato. Altre risorse si attendono dai tagli ai Comuni (circa 3 miliardi), dai tagli ai ministeri (5-6 miliardi), dalla sanità (5-6miliardi), dal blocco del turn over e dal congelamento degli stipendi pubblici, dalla riduzione dei costi della politica. Assai caldo anche il fronte delle tasse. Dopo la conferma delle tre aliquote (rispetto alle cinque di oggi) e più basse da parte dello stesso Berlusconi si moltiplicano
le simulazioni sugli effetti. La prima ascendere in campo è stata la Cgia di Mestre: se sarà confermata l`ipotesi di riforma del fisco circolata in queste ore, «a sorridere saranno soprattutto i contribuenti con redditi superiori ai 40 mila euro», ha detto Giuseppe Bertolussi. La Cgia calcola che, con le tre aliquote, chi guadagna sopra 70 mila euro avrà un risparmio di 2.370 euro, mentre chi va sopra i 100 mila risparmierà 3.170 euro. Se gli effetti distributivi fanno discutere, il reperimento delle risorse scatena la polemica. Il possibile aumento dell`Iva trova l`opposizione della Cgil, delle associazioni dei consumatori e della Confcommercio…..”.
Poche decine di euro invece il beneficio per i redditi più bassi.

2. DIBATTITO SURREALE ALLA CAMERA. BERLUSCONI SI PRESENTA COME UN LEADER CHE HA SALVATO L’ITALIA. DI PIETRO ATTACCA IL PD E RICEVE I COMPLIMENTI DELLA DESTRA.
Lungo intervento in aula alla Camera, Ieri, del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nessun errore ammesso, tutto bene per il paese, fulgide prospettive per l’Italia. E ovviamente una riforma fiscale mirabolante (la stessa di cui si parla dal 2001).
Una relazione surreale, insomma. Che ieri ha avviato un dibattito parlamentare in cui hanno colpito due cose. La prima è stata un lungo e amichevole colloquio tra Berlusconi e di Pietro inusitatamente seduti vicini. Una novità assoluta, se si considera che fino a ieri quando interveniva Di Pietro Berlusconi ed i suoi uscivano addirittura dall’aula. E poi l’attacco di Di Pietro non al centrodestra ma al Pd.
Da Il Corriere della Sera. “«Di Pietro è stato corrotto da Berlusconi», sussurrano a fine giornata nelle stanze alte dell`Udc. E per un partito di moderati come quello di Casini l`accusa non è da poco, è indubbiamente eccezionale. «È un incontro di cui si parlerà a lungo», sussurrano alla stessa ora in altre stanze dei Palazzi, quelle di esponenti vicini al capo del governo, alimentando una suspence che può terminare con scenari politicamente incredibili. Alla Camera è da poco successo qualcosa che per molti ha avuto i tratti del miracoloso o del diabolico, a seconda dei punti di vista: il Cavaliere e l`ex magistrato si sono incontrati, stretti la mano, seduti a parlare per qualche minuto, persino sorrisi. Già così l`emozione è stata talmente forte, per alcuni deputati, che la scena è valsa la violazione del regolamento interno di Montecitorio e numerosi scatti «illeciti», con privati telefonini, all`indirizzo di due uomini che si parlavano amabilmente come due avversari civili. Ma poco dopo, quando Di Pietro ha platealmente attaccato la politica di Bersani denunciando una carenza di programmi, e mentre Berlusconi annuiva soddisfatto e sorridente alle parole del suo nemico numera i, ovviamente all`emozione si è aggiunto un lunghissimo elenco di ipotesi e retroscena, tutte con risvolti chiave per la legislatura. E in ogni caso una giornata sui generis per il capo del governo: sei ore di fila ad ascoltare gli interventi dei deputati, anche con l`Aula semivuota. Un saluto a Fini che sarebbe già un`altra eccezione, saluto ricambiato. E poi soprattutto quel colloquio iniziato con l`«abbordaggio» anomalo del Cavaliere. Ecco la scena: Di Pietro è da solo nel primo scranno dell`emiciclo, è seduto e parla al telefono, Berlusconi lo punta e gli si affianca dicendo ad alta voce che «visto che tutti ci spiano allora per una volta anche noi possiamo ascoltare le conversazioni degli altri...». Il ghiaccio è rotto, il leader dell`Idv ricambia il sorriso, chiude la telefonata, i due si stringono la mano e iniziano a parlottare fitto, lontani da orecchie indiscrete. Alla scena clamorosa poche ore dopo venivano dati risvolti ulteriori, legati al rapporto
fra Berlusconi e Casini, all`identità futura del centro del centrosinistra (Casini e il terzo polo? oppure Di Pietro?), all`ennesima sfilza di avance rivolte ai centristi da Berlusconi e finite ieri pomeriggio, ancora una volta, contro il muro del leader Udc. Berlusconi è uscito dall`aula di Montecitorio dicendo (ma quante volte lo avrà già detto?) che «con Casini ormai il discorso è chiuso per sempre», e sussurrando parole divertite sul faccia a faccia con Di Pietro. Di certo il premier ha gradito la posizione moderata assunta dal leader dell`Idv all`indomani della vittoria al referendum, l`esclusione di conseguenze politiche. E ieri a qualcuno sono sembrate gravide di significato politico persino le parole con cui Di Pietro si è congedato dal Cavaliere: «Visto che hai ascoltato la mia telefonata ora non ti perdere il mio intervento...». E nel suo intervento l`inquisitore politico per eccellenza di Berlusconi rispetta l`attesa, dicendosi addirittura pronto a votare leggi della maggioranza «se utili al Paese»: un discorso che fino all`anno scorso veniva offerto agli elettori proprio da parte del responsabile del partito centrista. «L’Idv sarà fra i nuovi responsabili», sorrideva ieri Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, scherzando con i cronisti. Solo uno scherzo?
No, almeno a giudicare dalle urla serissime che arrivavano dai banchi del Pd, mentre Di Pietro parlava: «Hai fatto un accordo con Berlusconi...».
Dario Franceschini, presidente del gruppo parlamentare del Pd alla Camera:
PD: FRANCESCHINI A DI PIETRO, GIA' CONCORDATO LAVORO COMUNE E' FACILE PARLARE CON BERSANI, MA CON BERLUSCONI E' TEATRALE (ANSA) - ROMA, 22 GIU - "Di Pietro sa benissimo che i nostri partiti e Sel nei giorni scorsi hanno concordato un lavoro comune sui principali temi dell'agenda economica e sociale per il Paese". Così Dario Franceschini risponde a Montecitorio ai cronisti che lo interpellano sull'intervento di Antonio Di Pietro in Aula che ha lamentato la mancata convocazione della coalizione da parte di Bersani. "Del resto Di Pietro sa bene - ha aggiunto Franceschini - che parlare con il Pd e il suo segretario è piuttosto semplice, anche se non dà i vantaggi teatrali del colloquio di oggi con Berlusconi". (ANSA).

3. BERSANI SFIDA IL GOVERNO: LASCIATE CHE IL PAESE SI MISURI CON IL VOTO.
Da L’Unità. “Al buio siete voi». Questa volta la metafora è un coltello ficcato nel ventre molle di una maggioranza che ancora si aggrappa disperatamente alla favola berlusconiana. Pier Luigi Bersani interviene quasi alla fine della verifica, e non fa sconti. «Il buio siete voi e non potete accendere la luce», dice il segretario del Pd, tra gli applausi dei banchi dell`opposizione. Un discorso che è parso un epitaffio per l`esecutivo. «Il governo da mesi e mesi è un motore spento, non governa, ogni tanto un decreto fatto di piccole cose e un voto di fiducia». Un teatrino, «un bagaglino», «il ribaltino», diceBersani. «Potete arrampicarvi sugli specchi fin che volete, ma la maggioranza non è quella uscita dalle elezioni», il centrodestra «campa non sul premio di maggioranza ma sul premio di transumanza», con riferimento preciso a «responsabili» e transfughi vari. «È il governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti, di cui però è Scilipoti ad avere la golden share». Maggioranza? Macché. «Presidente, le elezioni amministrative lei non le ha neanche citate, ma hanno matematicamente dimostrato che la maggioranza nel paese non ce l`avete». L`aveva detto sin dal mattino, Bersani, commentando a caldo il discorso di Berlusconi, che ha continuato con la sua fiaba di una compagine coesa, di riforme da fare e dietro l`angolo, della crisi che non c`è ma che scoppierà d`improvviso solo quando questo governo dovesse
cadere. Altroché. Il segretario Pd l`aveva definito «un Berlusconi da primo giorni di scuola»: le aveva definite favole, «le chiacchiere del premier», a cui però gli adulti hanno smesso di credere molto tempo fa. Più tardi, nella dichiarazione in aula, il leader del Pd continua a martellare. «I referendum hanno sconfessato le uniche cose su cui voi avevate investito: leggi ad personam, privatizzazioni forzate, nucleare... di fronte ad un paese attonito, voi rispondete con estenuate logiche di sopravvivenza, come ieri con la vicenda da tragicommedia dei ministeri al nord: abbiamo persino temuto che per la mediazione portaste i corridoi dei ministeri al nord e teneste le stanze a Roma». Ci sarebbe da ridere, se la situazione non fosse drammatica. Basta, dice Bersani, con «la vanagloriosa rivendicazione di meravigliosi risultati su opere pubbliche e fisco. Sono promesse che abbiamo giù sentito, come quella lamentosa litania sull`eredità del passato». Ma cosa ha fatto, questo governo?
La riforma sul fisco, sempre vaneggiate ma mai realizzata, ora la vogliono fare subito. «Un fisco per l`estate? Ma chi pensate di prendere in giro?». Ancora. «Un bambino nato nei dintorni della sua discesa in campo oggi fa la maturità. Oggi, voi, compresa la Lega, sembrate degli "indignados": ma se governate da 8 degli ultimi 10 anni...». Bersani attacca poi sui conti pubblici: «Avete messo l`Italia davanti ad un`alternativa drammatica, in assenza di riforme che permettano il rientro dal debito: o non rispettare l`accordo conl a Ue o affrontare senza crescita una manovra, da 40 miliardi, che è un elemento di recessione». Non solo. «Noi avevamo lasciato un avanzo primario di 60 miliardi. Con voi il debito è aumentato a 300 miliardi di euro». Il buio siete voi, insomma. «E ora di lasciar spazio a energie nuove. L`alternativa è in una riscossa civica e morale che faccia affrontare i problemi che abbiamo davanti». È che Re Silvio pare continuamente attorcigliarsi intorno ai propri fantasmi. «Ma di cosa ha paura - affonda il segretario - se la sinistra non ha leader come lei dice? Lei che è più appassionato di sondaggi di me, saprà però che è sempre sotto di dieci punti a questi non-leader della sinistra». Infine, «cari Berlusconi, Bossi, Scilipoti: lasciate che il paese si misuri davanti alla prospettiva del voto, altrimenti questo tramonto troppo lungo porterà all`Italia guai molto seri». Il tramonto troppo lungo: l`ultima metafora.
La più dolorosa, per il sultano”.

4. IL PD PRESENTA UNA PROPOSTA PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA, A PARTIRE DAI VITALIZI DEI PARLAMENTARI.
Bersani ha annunciato una iniziativa del Pd per tagliare i costi della politica, allineando gli italiani al resto d’Europa. Il Primo passo: l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari.

5. SMENTITO “LIBERO”. BILANCIO PD IN SALUTE.
Antonio Misiani, tesoriere del Pd, ha smentito in una nota la lettura del bilancio del partito fatta oggi dal quotidiano Libero. «Mi dispiace deludere i lettori di Libero, ma l`analisi catastrofista del bilancio 2010 del Pd è destituita di ogni fondamento». «La solidità della situazione patrimoniale e finanziaria del partito è confermata dallo stato patrimoniale a fine 2010 il Pd presenta disponibilità liquide pari a 19 milioni (in crescita rispetto al dato di fine 2009) ed è riuscito a far fronte a tutti gli impegni economici e finanziari senza ricorrere ad alcun indebitamento bancario».

6. LA GRECIA FA ANCORA PAURA E L’AMERICA NON CRESCE ABBASTANZA. ECONOMIA MONDIALE RISCHIA DI RESTARE IN PANNE.
Da La Repubblica. “La crescita americana rallenta, quest`anno resterà sotto il 3%, i "venti contrari potrebbero essere più forti del previsto". L`assorbimento della disoccupazione «avviene con una lentezza frustrante». Ad accrescere le incertezze sull`orizzonte economico c`è la Grecia, una"situazione difficile" che minaccia il sistema finanziario mondiale, un focolaio di crisi per il quale le autorità americane "restano in consultazione costante con l`Unione europea". Lo dice il banchiere centrale Ben Bernanke aggiungendo: «Stiamo monitorando l`esposizione indiretta delle banche americane al rischio Grecia».

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