27 agosto 2011

Otto deputati PD firmano un documento critico contro lo sciopero "solitario" della CGIL.

Ecco il testo del documento firmato da otto deputati quarantenni del PD (non di area CISL) che chiede al Segretario Camusso della CGIL di riviare lo sciopero. Bersani insiste sull' autonomia delle forse sociali. Stefano Fassina - Responsabile economico del partito - giudica l'iniziativa un grave errore politico.

Lo sciopero generale è uno strumento importante che può e deve essere utilizzato per contrastare scelte governative che recano gravi danni ai lavoratori e ai cittadini. Ma è uno strumento che, per le sue caratteristiche di eccezionalità, deve essere adoperato nel modo giusto e nel momento giusto.
La Cgil è un’organizzazione sindacale a cui – nel pieno e assoluto rispetto del trincio dell’autonomia della politica dal sindacato e del sindacato dalla politica – ci sentiamo vicini, per la quale proviamo non solo un doveroso rispetto, ma un autentico affetto. E’ un sindacato dal quale il nostro partito riceve importanti contributi di idee e, talvolta, anche delle critiche.
Questa volta, però, siamo noi a permetterci di criticare la scelta della Cgil.
Siamo consapevoli che anche in questa occasione sia il Ministro Sacconi sia le altre sigle sindacali non hanno cercato il dialogo necessario. Siamo consapevoli di quanto disastrosa, ingiusta ed inadeguata sia la manovra varata da questo Governo. Lo siamo a tal punto che il PD ha predisposto un piano alternativo e si sta attrezzando ad una grande battaglia nel Paese.
Dobbiamo renderci conto che in questa fase dai tratti drammatici gli italiani sono più spaventati che non informati. Per questo c’è bisogno di un serio e duro lavoro da parte di tutte le opposizioni, politiche e sociali, per dare vita ad una capillare ed intensa campagna di informazione sulle conseguenze reali dei provvedimenti contenuti nella manovra.
Per questo invitiamo il Segretario Susanna Camusso e la Cgil ad un’ulteriore riflessione sull’opportunità di proclamare uno sciopero generale per il 6 settembre, proprio mentre si svolge il dibattito parlamentare sulla manovra, ciò al fine di scongiurare il rischio che la mobilitazione finisca per venire strumentalizzata, soprattutto da chi vuole dividere il sindacato, cancellare l’intesa unitaria del 28 giugno ed isolare la Cgil, perdendo così di vista il merito dei problemi.
Lo sciopero generale, invece, potrebbe rappresentare lo strumento finale della battaglia contro la manovra se rinviato alla fine della discussione parlamentare e se posto in essere dopo aver espletato un tentativo, certamente difficile ma necessario, di recupero di un percorso unitario con le altre organizzazioni sindacali.
Uno sciopero generale che non si svolge in solitaria nel mare tempestoso della crisi, ma che pone le sue basi sull’unità sindacale con Cisl e Uil, verrebbe ad avere una forza ben diversa e consentirebbe di combattere una battaglia convincente e, perché no, forse anche vincente.


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