19 dicembre 2011

La nota del mattino del 19 dicembre 2011.


1. SETTIMANA DECISIVA PER LA MANOVRA IN ITALIA. E GIA’ SI DISCUTE SULLA SECONDA FASE: LIBERALIZZAZIONI, AMMORTIZZATORI SOCIALI, LAVORO. QUI IL GOVERNO GIOCA LA SUA CREDIBILITA’.
Oggi la manovra per salvare l’Italia dal disastro provocato dall’incapacità e dagli errori di Berlusconi, Tremonti e Bossi approda al Senato. L’iter dovrebbe concludersi mercoledì, se tutto va come previsto. Con questo passaggio, la manovra economica varata dal governo Monti e modificata alla Camera dai parlamentari, entra definitivamente in vigore. Molti sono le modifiche e i suggerimenti ripresi dal Pd. Ma molti altri punti sono rimasti critici.
In questo contesto il Pd preme perché il governo provveda immediatamente a realizzare il dettato degli ordini del giorno migliorativi approvati alla Camera, a cominciare da quello che riguarda il miglior trattamento da riservare ad i lavoratori precoci.
Questa stessa settimana, come hanno annunciato i ministri Elsa Fornero (intervista a Il Corriere della Sera di domenica) e Corrado Passera (intervento di ieri sera a Che tempo che fa su Rai Tre) si apre anche una seconda fase, dedicata alle iniziative per la crescita e il lavoro. Più in particolare, il ministro Passera ha garantito in Tv che per gennaio si procederà sul tema delle liberalizzazioni, che il governo prenderà iniziative per favotire gli investimenti e che procederà all’asta delle frequenze Tv. Il ministro Fornero ha parlato di ammortizzatori sociali e di lavoro.
In questo contesto, la posizione del Pd è chiara. Sostiene Monti per la salvezza del paese. Ma con le proprie posizioni e le proprie proposte.
Dichiarazione alle agenzie di Maurizio Migliavacca: “Prima di tutto l’Italia. Il Pd sosterrà lealmente gli sforzi del governo di impegno nazionale di Monti per allontanare l’Italia dal luogo più esposto della crisi, dove il paese era stato condotto dall’incapacità e dalle mosse sbagliate del governo di Bossi e di Berlusconi. A questo è servita una manovra economica, dove sono state accolte molte delle nostre proposte ma che presenta anche aspetti critici. Dopo l’approvazione della manovra economica, sarà importante realizzare il dettato degli ordini del giorno approvati dal Parlamento, a cominciare da quello che riguarda i problemi dei lavoratori precoci, e prendere iniziative per sostenere la crescita, come sono le liberalizzazioni e gli investimenti dei comuni. In questo contesto sarà importante affrontare il problema degli ammortizzatori sociali. I dati forniti dall’Istat e dalla Confindustria confermano che si sono persi e rischiano di essere cancellati ancora centinaia di migliaia di posti di lavoro, mentre la riforma della previdenza ha portato all’aumento dell’età in cui si potrà andare in pensione. E’ dunque indispensabile mettere questo problema al primo posto, fuori da ogni diversivo. Accanto alle iniziative del governo per salvare il paese, è importante che il Parlamento affronti quanto prima il tema della riforma della politica. Il Partito democratico si farà promotore con le proprie proposte di un piano di azione per la riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, l'ulteriore riduzione dei costi della politica dopo le misure già significativamente avviate. Il confronto su questi temi può utilmente prendere le mosse dalle forze che sostengono oggi il governo di emergenza, ma senza chiusure nei confronti di nessuno”.
Da La Repubblica. Intervista con Rosy Bindi, presidente del Pd. «La manovra ha avuto tempi stretti, non c`è stata la possibilità del confronto che sarebbe stato necessario. Ma se parliamo adesso di nuove riforme strutturali, il governo Monti deve mettersi in testa che le proposte vanno costruite con le forze politiche che lo sostengono e con le parti sociali». Rosy Bindi, la presidente del Pd, dà un altolà. La fase due del governo Monti si presenta forse più indigesta, con lo stop alle detrazioni fiscali e la modifica dell`articolo 18. Il Pd è disposto ad accettare tutto in nome del senso di responsabilità? «Il Pd ribadisce il sostegno al governo. Non verremo meno all`atteggiamento di responsabilità che ha consentito di approvare una
manovra che mette il paese sulla strada giusta. Abbiamo ottenuto delle modifiche, quindi il nostro non è stato un "sì" senza condizioni. Però la fase due per noi Intervenire sulle detrazioni fiscali significa toccare le famiglie e la crescita significa tre azioni. Liberalizzazioni, su cui il governo ha chiesto tempo per approfondire e il ministro Passera ha detto cose interessanti soprattutto a proposito dell`asta sulle frequenze. Quindi, crescita. Per noi è un capitolo tutto da aprire, e abbiamo proposto intanto di sbloccare alcuni patti di stabilità per gli enti locali virtuosi. Poi, c`è la questione lavoro e ammortizzatori sociali». Accettereste la scure sugli sconti fiscali? «Intervenire sulle detrazioni fiscali significa andare a toccare le famiglie e anche alcuni elementi di crescita e di lotta all`evasione fiscale. Ad esempio, se si può avere una detrazione per la ristrutturazione della casa, questo è vantaggioso per la famiglia, è crescita ed è lotta all`evasione. Mi auguro che il governo Monti non faccia tagli lineari alla Tremonti, ma selettivi. Altrimenti il paese non li può davvero reggere, perché tutto si abbatterebbe sulle stesse fasce che pagano di più la benzina, l`Ici... Non ci può essere una fase due che insegua la recessione». Ma della modifica dell`articolo 18 il Pd è disposto a discutere o è il vostro un totem, come sostiene il ministro Fornero? «Nella tanto invocata "flexsecuriy" è chiaro dove è la flessibilità, non si vedono altrettanto bene gli aspetti di sicurezza. Un governo tecnico che non si limita a intervenire sull`emergenza ma fa riforme strutturali deve per prima cosa, ripeto, confrontarsi con sindacati e forze politiche e non per un pomeriggio. Aggiungo che la flessibilità in uscita si fa in tempi di crescita, non di recessione. Prima ci vogliono gli ammortizzatori, cioè un impianto di sicurezza che renda la flessibilità sopportabile per il lavoratore. Per tutto ciò occorrono risorse. Il governo le ha?». Discuterne è per la sinistra un tabù oppure no? «Non lo è. Però temo che qualcuno si illuda che la crescita venga dalla libertà di licenziamento. Il problema con 900 milioni di ore di cassa integrazione, non è licenziare ma creare posti di lavoro. E noi non offriamo il nostro contributo a scatola chiusa». E con Di Pietro come la mettete? «Di Pietro si è sottratto al confronto di merito sulla manovra e ha sbagliato». Ha detto Bersani che nell`orizzonte del Pd ci sono le elezioni.
«Non voleva dire che vogliamo andare a votare prima della scadenza della legislatura, ma che lavoriamo al nostro progetto politico. Dopo il governo tecnico si torna alla normalità della vita politica in cui le parti si confrontano». Casini propone un patto costituente, lei è in disaccordo? «Nessuna Grande Coalizione. Dopo Monti, ci sarà chi vince e chi perde le elezioni. Noi vinceremo con un progetto e su questo si ricostruirà il paese. Pronti già da adesso a discutere con tutti di riforme costituzionali e istituzionali».
2. SETTIMANA DECISIVA IN EUROPA. OGGI SI RIUNISCE L’EUROGRUPPO. GLI ISPETTORI DEL FMI A ROMA.
Anche per l’Europa quella si apre è una settimana decisiva. Oggi si riuniscono i ministri finanziari dei 17 paesi dell’Eurozona. La riunione punta a superare alcuni contrasti sull’attuazione dell’accordo raggiunto a Bruxelles il 9 dicembre. Dal superamento di queste difficoltà può emergere un’Europa dell’euro più forte.
Oggi pomeriggio il presidente della Bce, Mario Draghi, interviene presso il Parlamento europeo. Chiarirà le intenzioni della Bce nell’acquisto di titoli pubblici dei paesi europei.
Questa settimana arrivano a Roma anche gli ispettori del Fondo monetario internazionale.
Da Il Corriere della Sera. Articolo di Ivo Caizzi. “È arrivata in extremis l`attesa convocazione d`urgenza di un Eurogruppo straordinario dei 17 ministri finanziari dell`Eurozona. La riunione è fissata per oggi pomeriggio in teleconferenza. Punta a superare alcuni contrasti emersi nell`attuazione dell`accordo politico anticrisi concluso nel vertice dei 27 capi di Stato e di governo dell`Ue il 9 dicembre scorso (con la clamorosa defezione del solo Regno Unito). Già l`impegno a versare 150 miliardi di euro al Fondo monetario di Washington (Fmi) con prestiti bilaterali dei 17 membri, a cui dovrebbero aggiungersi 50 miliardi forniti dagli altri partner Ue, sta avendo difficoltà nel passaggio dalle parole ai fatti. via libera era previsto entro dieci giorni, che scadono oggi. Ma, dopo lo strappo nel vertice del premier britannico David Cameron, da Londra hanno fatto sapere di non voler sborsare la loro quota. Anche dalla Germania, dove
avevano accettato di pagare per respingere le pressioni sull`aumento del fondo salva Stati, sono arrivati segnali poco rassicuranti per l`Italia e gli altri Paesi potenziali beneficiari degli interventi di Washington. Ancora da definire appare l`ulteriore conferimento al Fondo di Washington, sempre per azioni di sostegno dell`euro, da parte di Russia, Cina, Brasile e altri Paesi emergenti con ampie risorse finanziarie. Questa settimana sono già attesi a Roma i tecnici del Fmi. Dovrebbero iniziare il monitoraggio sui conti pubblici italiani (in vista anche di eventuali aiuti). Un portavoce Fini l`ha però sminuita come «piccola missione». Sempre oggi pomeriggio il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, ha in programma un intervento nell`Europarlamento di Bruxelles. Ampi settori dell`Assemblea Ue premono per un maggiore coinvolgimento della Bce a sostegno dell`Italia e degli altri Paesi dell`Eurozona in difficoltà, che hanno visto esplodere i costi di indebitamento a causa dell`attacco della speculazione ai loro titoli di Stato. Draghi ha ribadito in un`intervista al Financial Times che gli acquisti di bond sui mercati non sono «né eterni, né infiniti», che i Trattati Ue non gli consentono di finanziare i governi, che non si salva l`euro distruggendo «la credibilità della Bce». Ha apprezzato l`accordo del summit invitando però a «non barattare la disciplina di bilancio con la crescita e la competitività». Non si sbilancia sulla recessione ammettendo che «la crescita globale rallenta» e «l`incertezza è salita». Si dice «triste» per lo strappo del Regno Unito. E indica due errori. Non aver aspettato l`avvio del fondo salva Stati per chiedere la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà e il «coinvolgimento dei privati» nelle perdite sui titoli greci, che potrebbe aver favorito il contagio dell`Italia. L`Eurogruppo deve discutere il testo del patto per una maggiore disciplina di bilancio, detto «fiscal compact», concordato nell`ultimo summit. Quel giorno il premier Mario Monti aveva rassicurato sull`assenza di automatismi nell`impegno per l`Italia di rientro del debito in 20 anni dal 120 al 60% del Pil (che imporrebbe manovre da una quarantina di miliardi l`anno). Ma sta emergendo la necessità di difendere la concessione di sconti in base agli «altri fattori rilevanti» (come il basso debito privato), in quanto ottenuta quando il valore dei titoli di Stato non era precipitato e il settore bancario italiano non ne scontava le conseguenze. L`estensione delle decisioni a maggioranza è un altro punto critico soprattutto in relazione al fondo salva Stati stabile, che deve entrare in vigore in anticipo nel 2012 per impiegare fino a 500 miliardi di euro (con eventuali incrementi nei prossimi mesi). Nell`Eurozona non tutti accettano di procedere con 9 favorevoli e 8 contrari. A complicare la situazione complessiva c`è l`aspettativa sui mercati di un declassamento dell`affidabilità del debito perfino della Germania e della Francia, che potrebbe arrivare dalle agenzie di rating da un giorno all`altro e che fa temere la solita conseguente offensiva della speculazione sui titoli di Stato dell`Eurozona”.

3. SOSTENUTO ANCHE DAL TERZO POLO, ALFANO TENTA DI DISTACCARSI DA OLTRANZISTI, MALPANCISTI, EX MINISTRI PDL. MA LA VERA PROVA SARANNO LE LIBERALIZZAZIONI E L’ASTA SULLE FREQUENZE.
Pier Ferdinando Casini non fa mistero di puntare a trasformare il sostegno di responsabilità nei confronti del governo di impegno nazionale di Mario Monti in un impegno politico esplicito e strutturale.
Angelino Alfano punta a svincolarsi dalle posizioni oltranziste degli ex An e del circolo più stretto di Berlusconi. Per questo mantiene il Pdl su una posizione di sostegno responsabile al governo Monti. Il banco di prova per la tenuta di questa posizione saranno l’asta sulle frequenze digitali e le prossime liberalizzazioni. Cioè i primi passaggi concreti in cui sono in gioco interessi concreti.
Ieri straordinaria prova di faccia tosta da parte dell’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: intervistato da Lucia Annunziata, si è messo a criticare la manovra come un cittadino qualunque, come se non fosse stato fino a pochi giorni fa, e per molti anni, il dominus della politica economica, colui che ha portato l’Italia a un passo dal baratro

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