1. LA BATTAGLIA DELL’EURO. UN’ALTRA SETTIMANA DECISIVA PER L’ITALIA: MONTI INCONTRA OGGI VAN ROMPUY, MERCOLEDI’ CAMERON E VENERDI’ MERKEL E SARKOZY. MOZIONE PARLAMENTARE SUL RUOLO DELL’ITALIA. SI PARTE DAL TESTO DEL PD. MA AL PDL NON VA BENE.
La seconda metà di gennaio sarà decisiva per il futuro dell’euro e di tutte le economie europee. Dopo l’abbassamento del rating di diversi paesi da parte dell’agenzia Standard & Poor’s, il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, incontra oggi il presidente del Consiglio europeo (è composto dai capi di Stato e di governo dell’Ue, che eleggono periodicamente il presidente del Consiglio di turno), Herman Van Rompuy, mercoledì il primo ministro britannico, Cameron, e venerdì riceve a Roma il presidente francese Sarkozy e la cancelliera tedesca Merkel. Gli incontri servono a preparare l’approvazione più rapida possibile, entro gennaio, degli accordi sui bilanci e sul fondo salva Stati in Europa.
L’Europa tutta cerca insomma di rispondere agli attacchi della speculazione, anche se la ricetta di Angela Merkel, improntata più al rigore che alla crescita, viene giudicata universalmente come limitata, se non addirittura sbagliata. Per questo Monti e altri leader europei stanno tentando di modificare l’impostazione iniziale del trattato.
In vista della battaglia europea il presidente Monti oggi incontra a pranzo i leader dei tre partiti che sostengono esplicitamente il governo. Non è una riunione di maggioranza, come hanno precisato Alfano e Bersani, ma un incontro per concordare come il Parlamento italiano può sostenere la posizione dell’Italia in Europa.
Molti quotidiani oggi scrivono che Monti chiede una mozione scritta. La realtà è un po’ diversa. Il Pd ha già presentato una mozione per chiedere che Monti porti in Europa una linea di cambiamento della posizione finora imposta dalla Germania. Monti è d’accordo. Ma il Pdl pretende che in una mozione parlamentare del genere venga riconosciuto il buon governo di Berlusconi. Cosa impossibile. Anche per questo Monti ha deciso di riunire oggi a pranzo i tre leader di Pdl, Pd e Terzo polo.
Da Il Corriere della Sera. Intervista al presidente designato del Parlamento europeo, Martin Schulz, da anni leader degli eurodeputati socialisti e democratici. “A farlo conoscere in Italia fu l`allora premier Silvio Berlusconi, che in un clamoroso scontro nell`Aula di Strasburgo lo paragonò a un kapò nazista. Ma il leader degli eurodeputati socialisti S & D, il tedesco Martin Schulz, sta ora per diventare noto in tutta Europa. Domani mattina a Strasburgo deve essere votato presidente dell`Europarlamento al posto del popolare polacco Jerzy Buzek. La tradizionale spartizione a metà del mandato tra i due principali partiti, i popolari Ppe (a cui aderisce il Pdl) e S & D (che accoglie il Pd), lo rende di fatto l`unico candidato con una maggioranza. Negli ultimi mesi Schulz ha promosso l`opposizione dell`Europarlamento alle politiche di austerità con cui il Consiglio dei governi e la Commissione Europea intendono affrontare la crisi. «Rilancio della crescita e dell`occupazione, più soldi nelle tasche dei lavoratori, potenziamento del welfare, tassa sulle transazioni finanziarie, regole più rigide anti-speculazione anche per le banche e le agenzie di rating, aumento del fondo salva-Stati, emissioni di eurobond». Questo è il pacchetto di misure che ha indicato al Corriere e che ha un consenso maggioritario a Strasburgo grazie all`appoggio del Ppe, dei Verdi e
in parte anche dei liberali. Potrebbe portare alla bocciatura in Aula del patto di più rigida disciplina di bilancio, concordato dai governi su pressione dell`asse franco-tedesco composto dalla cancelliera Angela Merkel e dal presidente Nicolas Sarkozy, entrambi del Ppe, ma ormai nel mirino degli eurodeputati di molte aree. «La mia prima sfida da presidente dell`Europarlamento sarà con il Consiglio - dice Schulz -. Intendo far capire ai capi di governo che gli eurodeputati vogliono vedere attuati sempre di più gli interessi collettivi dei 500 milioni di cittadini dei 27 Paesi membri. Decidere per l`Europa divisi in tre livelli - prima l`asse franco-tedesco, poi i 17 dell`Eurozona e poi l`Ue a 27 membri - è un errore». Di fatto però a decidere quasi tutto a livello Ue è sempre la Merkel con Sarkozy... «E non va bene. Negli ultimi 5 o 6 summit anti-crisi è stato annunciato un risultato storico, che poi non era tale e ha richiesto un vertice successivo. Anche ora attendiamo il summit di fine gennaio. Molti cittadini non votano alle elezioni europee proprio perché spesso non produciamo quello che promettiamo». L`Unione Europea continua a spendere principalmente per salvare le banche e non per rilanciare la crescita e l`occupazione. Sembrano quindi prevalere le lobby potenti... «Insisteremo con i capi di governo perché senza più crescita e occupazione non si esce dalla crisi. Serve anche più coraggio contro la speculazione. Vanno aumentate le restrizioni iniziali sollecitate proprio dall`Europarlamento». Il suo partito ha chiesto di vigilare sui finanziamenti della Bce a bassissimo costo per le banche e ha attaccato le agenzie di rating anglo-Usa... «Ho scritto alla Commissione Europea per porre fine al monopolio di quelle agenzie di rating. Ho poi chiesto all`Autorità europea di supervisione di indagare sulle loro ultime valutazioni sugli Stati membri. In caso di violazioni della normativa Ue vanno avviate azioni risarcitorie. E un buon segno che Merkel e Sarkozy nell`ultimo summit, nonostante l`irrigidimento del premier Cameron, abbiano respinto le richieste britanniche in difesa delle banche e delle altre entità finanziarie della City di Londra». Anche l`Europarlamento ha le sue colpe... «Ma abbiamo dimostrato che possiamo essere decisivi. Abbiamo imposto una versione del six pack, sulla più rigorosa disciplina di bilancio, più efficace di quella concordata dai governi, sebbene il mio gruppo già allora avesse denunciato l`assenza di misure per la crescita. E` stato il nostro no all`accordo Ue-Usa sull`accesso alle informazioni finanziarie del sistema Swift a produrre una revisione più rispettosa dei diritti dei cittadini europei. Il nostro obiettivo è moltiplicare questi interventi decisivi nell`interesse dei cittadini». Le lobby potenti restano però troppo influenti a Bruxelles e anche nell` Europarlamento... «Quando scoppiò lo scandalo degli emendamenti pagati da lobbisti ho espulso in 24 ore dal mio partito un eurodeputato coinvolto. Poi abbiamo varato nuove regole più rigorose, che ritengo valide. Se si rivelassero insufficienti a evitare deviazioni nel rapporto con le lobby, le potenzieremo». La presidenza danese di turno dell`Ue porta l`esempio di un mercato del lavoro con flessibilità bilanciata da adeguati sussidi di disoccupazione e corsi di formazione per il ricollocamento... «Quel modello fu lanciato dall`ex presidente degli eurosocialisti Poni Rasmussen quando era premier della Danimarca.
Poul premetteva la particolarità del suo Paese. Ma ha sempre sostenuto che tutte le altre soluzioni anti-disoccupazione alla fine risultano più costose. Io condivido in pieno». C`è bisogno di più crescita e occupazione anche nella politica anti-crisi del governo Monti?
«Monti ha davanti un compito difficile. Non è un mago che può risolvere tutto di colpo. Sa bene che, senza la crescita, non si supera la crisi». Le sue tante critiche all`ex
premier Berlusconi rendono inutili ulteriori giudizi. Ma non gli è anche un po` grato per la popolarità ottenuta con quell`incidente a Strasburgo? «Non credo di doverlo ringraziare per aver pronunciato quell`insulto inaccettabile. Berlusconi cercò di sfuggire a una domanda delicata attaccando un tedesco per il passato della Germania.
Questo non funziona più in Europa».
Quel giorno Berlusconi accusò gli eurodeputati di essere dei "turisti della democrazia". Perfino nella prima audizione del presidente della Bce Mario Draghi l`aula era vergognosamente semideserta... «L`assenteismo, in eventi di grande rilevanza, è inaccettabile. Nel mio gruppo ho sempre cercato di contrastarlo. Continuerò a farlo da presidente dell`Aula. Ma Berlusconi non ci può chiamare "turisti della democrazia" solo perché il nostro compito impone viaggi continui». Si aspetta un atteggiamento ostile dal Pdl? «Assolutamente no. Ho già incontrato la delegazione Pdl e solo un membro ha un po` ecceduto. Il capogruppo Mario Mauro fu il primo a inviarmi una lettera sincera quando i giovani socialisti furono uccisi da quel folle sull`isola norvegese di Utoya».
2. LA BATTAGLIA DELLE LIBERALIZZAZIONI. GIOVEDI’ CONSIGLIO DEI MINISTRI. BERSANI: PARTIRE DA SETTORI DOVE SI POSSONO FAVORIRE CITTADINI, COME GAS E FARMACI. MEDIASET LOTTA PER AVERE LE FREQUENZA GRATIS.
Settimana decisiva anche per il varo dei provvedimenti sulle liberalizzazioni. Giovedì è previsto il consiglio dei ministri. E tra oggi e giovedì il governo incontrerà i rappresentanti di molte categorie coinvolte. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, continua a incoraggiare il governo ad andare avanti senza tentennamenti, varando liberalizzazioni vere, per esempio facilitando la vendita di farmaci di fascia “c” piuttosto che aumentare il numero delle licenze per le farmacie, e a partire toccando quei settori che possono portare benefici veri ai consumatori, come sono appunto gas e farmaci.
Oggi Pier Silvio Berlusconi smentisce il padre Silvio e per la prima volta si espone apertamente in una intervista a La Stampa: le frequenze sarebbe meglio darle gratis e non metterle in vendita, perché Mediaset va protetta, dice Piersilvio. Ecco la dimostrazione di quanto gli interessi personali del premier siano stati il fondamento della sua politica, con buona pace degli interessi di tutti gli altri italiani.
3. LA BATTAGLIA DELLA POLITICA 1. PDL IN CONTROFFENSIVA: CRITICA MONTI E NAPOLITANO, TENTA DI FAR DIMENTICARE IL DISASTRO E RIVALUTARE BERLUSCONI, FRENA SU RIFORMA ELETTORALE E LIBERALIZZAZIONI.
Offensiva straordinaria del corpaccione berlusconiano per dimostrare che Berlusconi aveva ragione, ha ben governato e in realtà è stato disarcionato da una specie di golpe. Lo sostiene Il Giornale e lo lascia intendere, anche se con parole di velluto, il segretario Alfano che non a caso sostiene che la legge elettorale così come è oggi va abbastanza bene, chiede che nella mozione europea si riconosca che Berlusconi ha ben operato, frena sulle liberalizzazioni. Anche i plenipotenziari della destra nella Rai stanno facendo questo gioco. Per capirlo basta guardare il Tg1 tornato, sia pure senza le esagerazioni di Minzolini, al sostegno della destra come ai tempi del governo Berlusconi.
4. LA BATTAGLIA DELLA POLITICA 2. IL PD ALL’ATTACCO PER CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE E FARE LE RIFORME DELLA BUONA POLITICA.
Al contrario del Pdl, il Pd ritiene che sia assolutamente indispensabile che i partiti lavorino alacremente per riformare la legge elettorale e per fare quanto prima possibile tutte le riforme necessarie (riduzione del numero dei parlamentari, bicameralismo, costi della politica, regolamenti parlamentari).
5. LA BATTAGLIA DELLA POLITICA 3. LE LOTTE INTERNE ALLA LEGA APRONO NUOVI PROBLEMI A DESTRA. E FANNO RIFLETTERE ANCHE IL PDL.
Alla faccia della democrazia e della rivendicazione della libertà, lo scontro tra Bossi (a Maroni sia vietato parlare in pubblico) e Maroni, sostenuto da gran parte della base, sta facendo venire alla luce con crudezza la natura violenta e antidemocratica del bossismo. Ma la spaccatura all’interno della Lega sta facendo riflettere anche il Pdl: l’alleanza Bossi-Berlusconi reggerà? E basterà a far galleggiare la destra? Ecco l’ultimo dubbio che sta agitando il Pdl.
6. PD: PARTE LA CAMPAGNA PER IL TESSERAMENTO. TUTTE LE INFORMAZIONI E I MATERIALI SU WWW.PARTITODEMOCRATICO.IT E SU WWW.FACEBOOK.COM/IMIEI
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