3 febbraio 2012

La nota del mattino del 03/02/2012.


1. LA DOPPIA VIA DI BERLUSCONI PRODUCE L’AGGUATO AL GOVERNO SULLA GIUSTIZIA. BERSANI: IL PDL SIA ALL’ALTEZZA DELLE SUE RESPONSABILITA’.
Berlusconi lotta per la propria sopravvivenza politica e per i propri affari personali. Per questo ha scelto di lavorare su due fronti contemporaneamente: da un lato, cerca di abbracciare Monti e di appropriarsi dell’operazione salvezza dopo aver provocato il disastro per l’Italia e gli italiani (incontri con Napolitano, Monti invitato a Mediaset, lodi pubbliche). E’ un atteggiamento che gli serve politicamente (tutti i sondaggi gli dicono che oggi perde chi grida), ma anche dal punto di vista degli affari personali: processi in corso, frequenze da ottenere gratuitamente, liberalizzazioni che non vuole e che anzi intende frenare perché toccano il suo elettorato. Dall’altro lato, però, sobilla rivolte e prepara la guerra (ulteriore occupazione della Rai insieme alla Lega, agguati sempre con la Lega in Parlamento).
E’ questo atteggiamento che ieri ha prodotto un cortocircuito, portando la destra a far approvare dalla Camera un a norma sui giudici estremista e forcaiola (non bisogna dimenticare che il Parlamento è ancora quello eletto nel 2008, dove Pdl e Lega insieme hanno una forte maggioranza). La protesta del Pd è stata dura. Il presidente del gruppo parlamentare alla Camera, Dario Franceschini, ha subito detto in aula che il governo dovrà subito rimediare nella discussione del provvedimento al Senato. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha chiesto al governo di rimediare, ma ha anche dato l’altolà al Pdl: “Il tema esiste ma non può essere affrontato in questo modo. Il Pdl sia all’altezza delle sue responsabilità” ha dichiarato ieri sera al Tg2, sottolineando che in un momento così delicato per il paese è da irresponsabili mettersi a fare giochini per mettere sotto pressione la magistratura ( a causa dei diversi processi dove Berlusconi è imputato).
La destra continua a mostrare insomma grandi mal di pancia e tentativi di eludere le proprie responsabilità, come dimostrano anche le frasi pronunciate ieri da Tremonti (ex ministro dell’Economia (“per tre anni il governo ha fatto tutto bene”) o la proposta del sottosegretario Polillo di eleggere Berlusconi presidente della Repubblica.
Ieri sera cena a palazzo Chigi tra Monti, Alfano, casini, Bersani.

2. OCCUPAZIONE, PRECARIETA’, AMMORTIZZATORI SOCIALI, CONTRATTI: L’INNOVAZIONE SERVE MA NON SENZA COESIONE E CONDIVISIONE. COME NEL 1993, DECISIVO SARA’ L’ACCORDO.
Pier Luigi Bersani al Tg2: "Abbiamo le nostre proposte e le abbiamo date al tavolo del governo. Abbiamo dimostrato che si può innovare senza toccare l'articolo 18 perché il problema è dare lavoro e non come licenziare". Il Pd ha presentato un progetto articolato per l’occupazione, e lo ha offerto come contributo al tavolo delle trattative tra governo e parti sociali, nella convinzione che è decisivo che vi sia un accordo, perché è importante l’innovazione, ma funziona solo se come nel 1993 c’è coesione e condivisione degli obiettivi e delle soluzioni.
Quanto alla frase di Monti sulla monotonia del posto fisso, Bersani ha dichiarato che può essere monotono per chi lo ha e cerca altre soluzioni, ma è sicuramente desiderabile per chi non lo ha. “In ogni caso – ha concluso Bersani – non voglio inchiodare Monti a una frase. So, perché lo conosco, che la sua riflessione è più complessa”.

3. CASO LUSI. IL PD PROPONE DI FORZARE I TEMPI PER VARARE UNA LEGGE SUI PARTITI. BERSANI: NON UN EURO SENZA CONTROLLI E NON UN EURO DI PIU’ DI QUANTO SI PRENDE IN EUROPA. PD UNICO PARTITO CON BILANCIO CERTIFICATO.
Dopo un incontro, ieri mattina, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, e quello dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, hanno annunciato la decisione di imprimere una forte accelerazione all’approvazione di una legge sui partiti, oltre che all’approvazione delle riforme per la buona politica (legge elettorale, riduzione del numero dei parlamentari, regolamenti parlamentari, costi della politica).
Da tempo il Pd ha presentato proposte di applicazione dell’articolo 49 della Costituzione. Bersani ne ha delineato ieri alcuni punti nell’intervista rilasciata al Tg2: "Non un euro se i bilanci dei partiti non sono certificati, non un euro se non viene esplicitato il meccanismo di partecipazione interna, non un euro se l'insieme dei finanziamenti non corrisponde alla media europea. Questa è la nostra proposta".
Da L’Unità. Articolo di Alfredo Reichlin. “Che cosa aspetta il Pd ad aprire con la gente un dialogo più alto e più serio sulla crisi della politica? La crisi è molto grave. I corrotti ci sono, ma la classe politica non è una banda di ladri. Perciò va benissimo espellere le «mele marce» e deferire gli indagati alla commissione di garanzia. Ma ha ragione l`Unità. La discussione che a noi spetta aprire deve riguardare il problema del perché la crisi sia così profonda e rischia di sfociare nel dramma di una democrazia malata e impotente. E quindi deve riguardare il problema della sua riforma. Questo è il nostro compito e il nostro dovere. Non possiamo più accettare che di noi si parli solo per dire che il Pd «non esiste», «non parla», «non sa cosa vuole». Altroché se esiste. Con tutti i suoi limiti esso rappresenta (forse per caso?) il solo perno solido dell`operazione «salva Italia». Io ne ho viste tante nella mia lunga vita. Ma non ricordo una guerra feroce come questa. Sento che la democrazia è in pericolo. Intendendo per democrazia, ciò che consenta alla gente non solo di votare e di vedere i dibattiti in tv, ma di partecipare alla vita statale attraverso i suoi organismi intermedi, i suoi partiti. Perciò è così importante riformare i partiti e cacciare i corrotti. Ma bisogna anche sapere a che gioco si sta giocando. La posta è altissima. Cosa c`è dopo il governo Monti? Si può affermare una nuova classe dirigente o, sia pure in forme nuove, resta l`Italia di sempre? I poveracci pagheranno il conto e restano al comando quelle forze, quei mondi e quei poteri forti responsabili di aver consegnato l`Italia a Berlusconi e che in tutti questi anni gli hanno consentito di ridurla in queste condizioni: un paese sull`orlo della catastrofe, reso impotente di fronte ai saccheggi dell`oligarchia finanziaria e per di più irriso in tutta Europa e nel mondo. Qui sta il cuore dello scontro. Adesso nessuno può più negare la gravità della crisi. Il problema allora diventa quello di contro chi indirizzare la protesta. Contro la sinistra? Fino a un certo punto. Del resto chi è più di sinistra di Tremonti? In realtà contro il Pd. Cioè contro quella forza che, con tutti i suoi limiti, è la sola che potrebbe prendere realmente in mano la guida del Paese e riformarlo rendendolo più giusto. Avverto subito che non sto cercando giustificazioni per il mio partito. Anzi. Io penso che noi stiamo sottovalutando il peso e la gravità di ciò che accade. Non mi consolano i buoni sondaggi. Al di là di essi esiste - altroché - un problema enorme di distacco della gente dalla democrazia dei partiti. Ma forse non ci rendiamo conto che non si tratta del solito, vecchio anarchismo italiano. C`è ben altro. C`è un grande vuoto. C`è la debolezza di una risposta democratica ai nuovi, grandi interrogativi, perfino esistenziali, posti da quella che non è solo una crisi dell`economia ma un passaggio della storia mondiale. Si è rotto un ordine, ed è per questo che il vecchio sistema politico non solo non regge più ma non tornerà più. Ma è
esattamente qui che sta la necessità di un nuovo partito come il Pd, più largo della vecchia sinistra ma che sia capace di collocarsi all`altezza del nuovo livello dei problemi. Quel livello in cui la lotta politica interna non si distingue più da quella estera e che un partito nazionale diventa parte integrante delle forze europee che vogliono restituire all`Europa e alla sua civiltà un ruolo globale. Così da poter finalmente lottare ad armi pari contro lo strapotere delle oligarchie. Perciò è così grave e insidioso l`argomento ripetuto in modo ossessivo che i partiti sono tutti uguali. Non è vero affatto, e non solo per ragioni morali. Ma rispondiamo, perbacco, con le rime. Domandiamoci quali problemi e quali pensieri occupano le menti delle nuove generazioni. Io penso che ha ragione Vendola quando parla della necessità di una nuova «narrazione». Quella che lui propone non va bene ma il problema è questo. Si è aperto un enorme problema non soltanto economico ma di legittimità anche morale per un sistema come questo in cui l`economia di carta si mangia l`economia reale. Dietro i travagli dell`euro c`è la rottura del patto sociale tra il capitalismo industriale e la democrazia che ha garantito per quasi un secolo il progresso dell`Europa moderna. Esattamente questo è il cuore del problema: mettere in campo una nuova soggettività politica e culturale che abbia la forza di misurarsi con l`oligarchia non in nome di una inesistente rivoluzione proletaria ma di un nuovo patto democratico e sociale.
Bersani fu trattato come un poveretto perché negli anni di Berlusconi cercava di dire alla tv che l`economia stava andando a rotoli e che questo dato era preoccupante almeno quanto le notti del Cavaliere. Poi tutti, due mesi fa, hanno scoperto lo «spread». Ma io vorrei soprattutto insistere sulla ragione principale della crisi della politica, la quale sta nel fatto che il lavoro umano è stato emarginato e che è stata avvilita la sua stessa funzione sociale. Qui sta la spiegazione di tante cose essendo il lavoro (non dimentichiamolo) il garante dei diritti politici e civili di tutti. La base dello Stato democratico. Di qui la mia ostinata battaglia in difesa del Pd. Da un lato io non mi nascondo affatto la debolezza di un partito ancora appesantito da una vecchia idea della politica essenzialmente dall`alto e molto ristretta dentro i vecchi canali notabilari (candidati, elezioni, luoghi istituzionali, ecc.). E sostengo la necessità per il Pd di occupare un terreno di battaglie più ampio, che è il terreno delle nuove idee da contrapporre alla forza vera dell`avversario. La quale nel mondo attuale sta soprattutto in quella estrema concentrazione della ricchezza immateriale che consiste nel controllo delle coscienze. Nella capacità di imporre una visione della realtà come strumento di direzione di una società atomizzata. Ma è proprio questa analisi delle cose che mi spinge non solo al sostegno ma alla militanza in un partito come questo. L`orgoglio di un militante che sa benissimo che la politica è in crisi e che in molte zone è anche corrotta. Ma sa quanto ha pesato, e pesa tuttora, il fatto che i grandi poteri sono altrove, ben oltre i confini di Montecitorio, e conosco il peso dell`intreccio politica-affari e la assoluta necessità di un sistema mediatico più libero che parta dai fatti e che fornisca non solo opinioni (peraltro tutte uguali) ma informazioni vere. Bersani fu trattato come un poveretto perché negli anni di Berlusconi cercava di dire alla tv che l`economia stava andando a rotoli e che questo dato era preoccupante almeno quanto le notti del Cavaliere. Poi tutti, due mesi fa, hanno scoperto lo «spread». Ma io vorrei soprattutto insistere sulla ragione principale della crisi della politica, la quale sta nel fatto che il lavoro umano è stato emarginato e che è stata avvilita la sua stessa funzione sociale. Qui sta la spiegazione di tante cose essendo il lavoro (non dimentichiamolo) il garante dei diritti politici e civili di tutti. La base dello Stato democratico”.

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