27 febbraio 2012

La nota del mattino del 27/02/2012

1. ANCHE LO SPREAD SUGLI STIPENDI E SUL COSTO DELLA VITA E’ TROPPO ALTO TRA L’ITALIA E GLI ALTRI PAESI EUROPEI.
Non servivano certo le statistiche europee per dimostrare che gli stipendi in Italia sono troppo bassi rispetto a quanto i lavoratori percepiscono negli altri paesi europei. Quel che le statistiche non hanno ricordato ieri è che anche il costo della vita è più altro rispetto a molti dei paesi europei.

Il governo, attraverso l’intervento del ministro del lavoro, Elsa Fornero, conferma: va affrontato il problema del cuneo fiscale. E anche questa non è una novità. Il secondo governo Prodi esordì nel 2006 con una maxi manovra da 30 miliardi di euro per coprire i buchi nella finanza pubblica lasciati dal governo Berlusconi (a volte ritornano….e bisogna coltivare la memoria), ma anche per tagliare di 5 miliardi di euro il cuneo fiscale, per fare le liberalizzazioni e varare le norme sull’evasione fiscale che adesso il governo sta reintroducendo perché abolite da Berlusconi.
Da La Repubblica. “Se ci fosse un`agenzia di rating degli stipendi ci avrebbe già declassato. Secondo i dati dell`Eurostat, il braccio operativo statistico della Commissione di Bruxelles, in Italia lo stipendio medio lordo, comprensivo di tutti gli accessori, dalla tredicesima agli straordinari, è di 23.406 euro annui contro i 41.100 euro della Germania. In altre parole lo spread tra l`Italia e la Germania è del 43,05 per cento: questa è la differenza che separa i salari medi tedeschi da quelli del nostro Paese. I dati, contenuti nel recente "Labour market statistics", giungono nel pieno del dibattito sul mercato del lavoro e sulla necessità di restituire potere d`acquisto al lavoro dipendente attraverso lo strumento fiscale. A rendere ancora più disarmante la fotografia è la classifica generale del 2009: retribuzioni più basse di quelle italiane ci sono solo a Malta, in Portogallo, in Slovenia e in Slovacchia. L`Unione europea punta l`indice sui contributi e sugli oneri fiscali a carico delle industrie…L`Italia è quintultima in Europa nella classifica delle retribuzioni lorde. Su livelli inferiori ci sono solo quelle di Malta, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Secondo l`indagine Eurostat, relativa al 2009 - l`anno più recente per un confronto omogeneo - in Italia un dipendente di un`azienda con almeno dieci persone ha guadagnato in media 23.406 euro lordi, il livello più basso non solo tra i grandi Paesi della moneta unica (la Germania si colloca a 41.100 euro, la Francia a 33.574, la Spagna a 26.316). Anche in Grecia - stando ai dati del 2009 - si guadagna di più: 29.160. Solo la devastante crisi-default di Atene ci ha consentito il sorpasso: i dati 2012 segnalano che la media degli stipendi è ora scesa a quota 11.064 euro”….

2. LIBERALIZZAZIONI, OGGI GIORNATA DECISIVA, E IL GOVERNO FA UN PASSO INDIETRO NELLA DIFESA DEI GIOVANI .
Da L’Unità. “Che ormai, in tema di liberalizzazioni, ci si avvicini al redde rationem, lo si è capito ieri dalla quantità di interventi in materia nonostante il giorno di festa. Del resto già oggi l`ormai celebre decreto del governo potrebbe venir licenziato nei suoi 77 articoli dalla commissione Industria del Senato per poi approdare in Aula nella seconda parte della settimana. Un cammino, con l`approvazione definitiva alla Camera prevista entro la fine di marzo, costellato di polemiche e, soprattutto, di emendamenti in grado di stravolgere il decreto sotto la spinta delle varie lobby. Una situazione più volte denunciata da Democratici, Terzo polo e opposizioni, decisi ad una stretta vigilanza sull`iter del provvedimento. Per quanto l`epilogo in commissione Industria sia vicino, proprio oggi dovranno essere sciolti alcuni nodi cruciali. Ad esempio, si tratta ancora sulle farmacie, con la previsione più accreditata che fissa in 3.300 la soglia fissata dal governo per le nuove aperture. E si discute ancora del cosiddetto delisting dei farmaci di fascia C, con la conseguente possibilità di trovarli anche negli scaffali delle parafarmacie. Una misura che toccherebbe un mercato non di poco conto, valutato in 3 miliardi l`anno. Un altro capitolo tuttora aperto è quello relativo ai tirocinanti. Il Pd chiede con forza di correggere la norma relativa, che al momento non prevede un equo compenso per la loro attività. «Alla ripresa dei lavori sul decreto liberalizzazioni - ha affermato Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato - ci auguriamo che si rivaluti la questione del compenso per i tirocinanti affinché lo stesso non sia limitato a un rimborso spese forfettario, dopo i primi sei mesi di tirocinio, come stabilito da un emendamento del governo. A tal fine presenteremo un sub-emendamento che corregga il testo prevedendo criteri per la determinazione degli indennizzi». Il tutto, ha ricordato l`esponente democratica, perché «è giusto e doveroso che i giovani all`inizio dei loro percorsi professionali siano compensati dignitosamente, soprattutto a fronte della precarietà del rapporto lavorativo che spesso non si tramuta in un impiego continuativo». Un cambiamento al decreto invece già deciso dall`esecutivo, e subito soggetto a forti critiche da parte delle associazioni dei consumatori, è quello relativo alla cancellazione dell`obbligo per avvocati e commercialisti di presentare ai clienti un preventivo delle spese in forma scritta. Nel testo originario si prevedeva che la mancanza dello stesso avrebbe rappresentato un illecito disciplinare con conseguente procedimento davanti agli ordini professionali. A protestare sono anche le banche, "colpite" dal conto corrente a zero spese per i pensionati e dall`abolizione delle commissioni sul pagamento con bancomat della benzina. Già licenziata in commissione la parte che riguarda i notai, con concorsi in tempi certi e che dal 2015 diventeranno annuali, nonché, sempre per i notai, la previsione che la prestazione per aprire una srl "semplificata" con soci giovani debba essere gratuita. Definito anche il numero dei tribunali per le imprese, che saranno in tutto 20 (12 già esistono, 8 i nuovi). La parola definitiva sulle liberalizzazioni dei taxi, oggetto di durissime proteste da parte degli interessati, dovrebbe giungere oggi. A seconda
che l`ultima parola sulle nuove licenze spetterà ancora ai sindaci piuttosto che alla Autorità dei Trasporti, si potrà parlare di un passo indietro o meno da parte dell`esecutivo. E dalla ripresa dei lavori della commissione Industria è atteso anche il via libera alle norme che riguardano la separazione Eni-Snam e il meccanismo di remunerazione della rete elettrica gestita da Terna. Insomma, pur sulla dirittura d`arrivo resta ancora molta carne al fuoco. Tanto più che gli emendamenti dovranno essere vagliati sia per l`ammissibilità sia per le coperture. E quest`ultimo punto, insieme alle altre norme riformulate, si esprimerà la commissione Bilancio che si riunisce in tarda mattinata..”

3. CRESCITA. I SINDACI CHIEDONO DI POTER FARE INVESTIMENTI ANCHE OLTRE IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO, SOPRATTUTTO SE HANNO IL BILANCIO IN ATTIVO.
Come dice sempre il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, una delle poche iniziative che potrebbero dare un po’ di lavoro e rilanciare la crescita è l’allentamento del patto di stabilità interna per i comuni che abbiano bilanci in regola. Già Piero Fassino, titolo di Torino, ha annunciato che non rispetterà queste regole per non bloccare attività e servizi nel capoluogo piemontese.
Da Il Messaggero. “Il Patto di Stabilità in vigore tra Stato e Comuni comporta il blocco della spesa di circa I l miliardi di curo. Si tratta di denaro che i Comuni con i conti in ordine conservano nelle proprie tesorerie e che non possono spendere per non sfiorare i parametri concordati con il ministero del Tesoro perché la spesa locale fa parte dei parametri presi in considerazione dal mitico trattato di Maastricht per calcolare il debito complessivo delle pubbliche amministrazioni. Col passare del tempo questa regola, adottata ai tempi del primo governo Prodi, ha finito per legare le mani dei sindaci che si sono visti restringere sempre più le possibilità di spesa assieme al taglio continuo dei trasferimenti da parte dello Stato. La manovra varata nella scorsa estate dal governo Berlusconi, ad esempio, prevedeva tagli massicci agli enti locali che sono stati confermati dal governo Monti. Comuni superiori ai 5 mila abitanti hanno perso 1,7 miliardi per il 2012 e un altro miliardo per il 2013. per le Regioni si parla di 1,6 miliardi in meno per quest`anno e di ulteriori 800 milioni in meno per l`anno prossimo. Due miliardi per il 2012 e un miliardo per il 2013 è il contributo fissato per le Regioni a Statuto speciale. Alle Province ,infine, la manovra estiva ha sottratto 700 milioni per il 2012 e 400 per l`anno prossimo. Comprensibile, dunque, il nervosismo dei sindaci….”
Da Il Messaggero. Intervista a Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci. «Siamo costretti a rompere il Patto di Stabilità». Non c`è rabbia ma tanta determinazione nel tono trasmesso dalla cornetta. A parlare, in un pacioso pomeriggio domenicale successivo al mega pranzo in famiglia con i suoi nove figli, è Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell`Anei, l`associazione dei Comuni Italiani.
Presidente, che succede? I sindaci si ribellano proprio adesso che bisogna raggiungere il pareggio di bilancio? «Un momento. Qui stiamo in piena recessione, le aziende hanno difficoltà a trovare finanziamenti in banca e il Tesoro che fa? Impedisce di utilizzare la liquidità dei Comuni che hanno conti in ordine. Lo trovo sbagliato sul piano macroeconomico». Che fa? Dà lezioni ad un governo di professori? «Lungi da me l`idea di insegnare ad altri il loro mestiere. Faccio un osservazione di buon senso: l`obiettivo del governo è quello di ridurre a zero il rapporto fra deficit e Pil. Giusto, dunque, ridurre le spese. Ma è altrettanto giusto operare sull`altra voce del rapporto, sul Pii, tentando di incrementarlo. Siamo in una fase di recessione piena, le imprese si dannano per trovare capitali freschi in banca e noi non possiamo bloccare anche i soldi dei Comuni che hanno i bilanci in buone condizioni. Non è logico e non è efficace neanche a raggiungere il pareggio di bilancio. Quindi ci regoleremo di conseguenza nei bilanci che stiamo mettendo a fuoco in questi giorni». Con chi ce l`ha presidente? Con il ministro Giarda, con il ministero del Tesoro? «Non ho intenzione di personalizzare anche se posso dire che, fra gli esponenti del governo con i quali ci confrontiamo, Giarda è fra i più comprensivi riguardo le nostre prese di posizione. Noi poniamo una questione di equilibrio nelle scelte di politica economica. Anche perché...». Anche perché? «Questa regoletta che blocca gli investimenti dei Comuni è una scelta solo italiana. In Francia e Germania non c`è» Quanti soldi sono in ballo? «All`incirca 11 miliardi». Un bel tesoretto, mica facile spenderlo tutto, no? «Infatti siamo contrari al «tana liberi tutti». Ci rendiamo perfettamente conto dell`importanza dell`obiettivo nazionale del pareggio di bilancio. Siamo altrettanto consapevoli dell`importanza in questo momento di immettere denaro in circolazione». Al Tesoro prenderanno le loro contromisure. Magari vi taglieranno i trasferimenti... «Non credo che sia pensabile incamminarsi sul sentiero dei dispetti. Al Tesoro chiediamo meno ipocrisia. Ritardare di uno o due anni il pagamento di un debito di un Comune nei riguardi di un`impresa non cancella il debito. Anzi, questi meccanismi rischiano di fare più danni che altro». A cosa si riferisce? «La riduzione degli investimenti può significare anche la mancata messa in sicurezza di un torrente o di una zona franosa. Se poi in quella zona arriva l`alluvione lo Stato va a rimetterci, certo non a guadagnarci. Alla fine della Fiera chiediamo allo Stato centrale un comportamento meno schizofrenico. Perché se il Patto di Stabilità è legge, è legge anche la tutela del patrimonio». In fatto di bilanci c`è però un altro punto da chiarire che effetto avrà il maggior gettito lei dovuto ai pagamenti delle attività religiose legate alla Chiesa? «Modesto. intanto il maggior gettito arriverà nel 2013. Poi non si tratterà di grandi cifre. Al momento noi ipotizziamo fra i 100 e i 300 milioni in più su un totale di 21/22 miliardi. Il maggior gettito salirà negli anni successivi fino ad arrivare ad un massimo di 5/600 milioni. Come si vede si tratta di cifre significative ma non risolutive». Potreste anche risparmiare qualcosina in più, però. Come sa, fra qualche settimana scatta il tetto di 294 mila euro per le retribuzioni dei manager
pubblici delle amministrazioni centrali. Che faranno i Comuni? Si adegueranno? Oppure vedremo lo spettacolo di un city-manager o di un amministratore delegato di una municipalizzata guadagnare più del capo della Polizia? «Facciamo un po` di chiarezza. Al momento í presidenti e i consiglieri delle municipalizzate di nomina politica non possono guadagnare più del 70% dei sindaco e, com`è noto, quello del sindaco è un lavoro pagato male. Ancora: gli stipendi di aziende a maggioranza dei Comuni ma magari quotate in Borsa sono stabiliti dal mercato». E dunque? «Dunque su può agire sulle retribuzioni dei manager comunali e degli amministratori delle, municipalizzate, Si, per questi casi, l`arrivo del tetto agli stipendi a livello centrale impone di fare una riflessione anche a noi delle autonomie locali».

4. GIUSTIZIA. PD: IL TEMPO DELLE PRESCRIZIONI DEVE ESSERE RIALLUNGATO.
Da Il Messaggero. Intervista ad Andrea Orlando, presidente del Forum giustizia del Pd, dopo la sentenza con la quale la magistratura ha interrotto per prescrizione dei termini il processo per corruzione (Mills) a carico di Silvio Berlusconi. «Le indicazioni del vicepresidente del Csm Michele Vietti sulla riforma della giustizia, a partire dalla questione della prescrizione, vanno nella direzione giusta». Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd, non è nuovo ad atteggiamenti dialoganti, ma è scettico sulla reale voglia del Pdl di arrivare a vere riforme. Onorevole Orlando, cosa pensa della proposta Vietti sulla riforma della prescrizione? «Va nella direzione giusta. C`è urgente bisogno. di riordinare il flusso dei processi in entrata sia nel campo della giustizia civile che di quella penale. Un primo parziale passo che va in questa direzione è rappresentato dalla proposta di legge di Tenaglia del Pd, ndr.) licenziata dalla Commissione Giustizia della Camera che prevede la sostanziale archiviazione di alcuni reati per l`inoffensività del fatto, e cioè per reati di lieve o piccola entità. Si dovrebbe poi ridurre il numero dei reati perché, come si usa dire, molti reati nessun reato, facendo diventare semplici illeciti amministrativi una parte dei cosiddetti reati bagatellari (come rubare una mela al supermercato). Infine, si potrebbero rivedere le modalità della prescrizione. Ma visto che Vietti ci invita giustamente al realismo, osservo che è complicato pensare a una revisione organica della prescrizione e dei tempi di massima durata dei processi perché veniamo da anni di scontro politico tra centrodestra e centrosinistra sul processo breve. Trovo difficile che chi si proponeva di rottamare i processi, come voleva il Pdl, possa aderire a un impianto avanzato come quello di Vietti. Noi del Pd, comunque, saremmo d`accordo con la sua proposta».
E, dunque, come si potrebbe fare? «Si può pensare a interventi più mirati e circoscritti che produrrebbero dei risultati significativi. Ne propongo tre. Primo. ripensare il sistema delle impugnazioni. Secondo, rivedere il sistema dei processi contumaciali. Terzo, aumentare i tempi di prescrizione per i reati di particolare e nuovo allarme sociale, a partire dalla corruzione. Infine, bisognerebbe cancellare un obbrobrio giuridico come il reato di immigrazione clandestina, che criminalizza uno
status e non un comportamento». Vietti parla comunque di un nuovo clima rispetto all`azione del ministro Severino. «E` vero, da quando c`è il governo Monti e grazie all`azione del ministro Paola Severino c`è un nuovo clima, nel rapporto tra politica e magistratura. E` radicalmente cambiata l`agenda del governo: l`esecutivo punta a dare più efficienza al sistema e a decongestionare le carceri, come ha iniziato a fare con il decreto svuota-carceri». Quali i passi concreti per rendere più efficiente la macchina della giustizia? «Mentre si procede a riorganizzare la geografia giudiziaria, è urgente affrontare le carenze di organico. Vi sono procure e tribunali con una pianta organica carente del 40%: è paradossale mentre si denunciano esuberi in altri rami della Pubblica amministrazione». Cosa ne pensa della prescrizione per Berlusconi nel processo Mills? «Le sentenze non si commentano. Tuttavia va ricordato che a questo risultato si è arrivati grazie a una condotta processuale finalizzata ad allungare i tempi. Una condotta politicamente grave per l`oggetto dell`accusa, cioè un reato contro la cosa pubblica e perché l`accusato, cioè l`ex premier, è un esponente delle istituzioni che così si è sottratto all`accertamento delle proprie responsabilità penali».

5. LA RIPRESA IN USA DIMOSTRA CHE HA TORTO LA DESTRA EUROPEA DI MERKEL E SARKOZY E CHE BISOGNA CAMBIARE POLITICA.
Segnali di ripresa in Usa grazie anche alla politica espansiva seguita da Barack Obama, esattamente il contrario di quanto hanno imposto all’Europa i governi di centrodestra, con in testa Merkel e Sarkozy. E’ l’ennesima dimostrazione che è giusto ciò che il Pd afferma da anni e che poi ha messo nero su bianco anche nel Piano nazionale per le riforme presentato a Bruxelles, al Parlamento italiano e inviato anche a Tremonti e Berlusconi (con i grandi giornali che fecero spallucce) un anno fa: bene il rigore, ma va accompagnato da una politica monetaria, creditizia e degli investimenti che aiuti la ripresa, altrimenti favorisce solo l’avvitamento della recessione.
Da Affari&Finanza (La Repubblica). Articolo di Federico Rampini. “Questa volta pare che si faccia sul serio. La ripresa economica americana c`è, i segnali sono precisi, concordanti, e si accumulano da mesi. Questo può avere conseguenze molto importanti, per gli Stati Uniti e per il mondo intero. Sul piano politico: se è vero quel che diceva Napoleone, che "la prima qualità per essere un grande generale è la fortuna", Barack Obama passa l`esame. Un miglioramento come quello in atto, soprattutto sul mercato del lavoro, può cambiare sensibilmente gli umori dell`opinione pubblica e spianargli la strada per la rielezione a novembre. segue alle pagine 2 e 3 con un servizio di Eugenio Occorsio Federico Rampini segue dalla prima Per l`Europa, che invece è in recessione, la ri-partenza della locomotiva americana offre uno spiraglio di speranza. Gli Stati Uniti restano il primo mercato di sbocco extra-Ue per le nostre esportazioni, un rilancio della domanda di consumo e di investimento da questa parte dell`Atlantico ha sicuri effetti benefici sul resto del mondo e l`Europa in particolare. Va aggiunto un altro effetto
collaterale, di tipo politico-ideologico, che non sottovaluterei: una ripresa "obamiana" può anche rimettere in movimento la sclerosi delle politiche europee. Da tempo Washington incalza l`Unione europea – ma in particolar modo la Germania - con una critica garbata ma costante: l`austerity imposta da Angela Merkel ai suoi partner dell` euro zona è distruttiva, sostengono i dirigenti americani, perché crea recessione e per questa via aumenta il peso degli stessi debiti pubblici che vorrebbe ridurre”…..

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