OGGI DIREZIONE PD. BERSANI CONFERMA LA LINEA DI SOSTEGNO AL GOVERNO DI EMERGENZA, DI BATTAGLIA SUI NOSTRI PRINCIPI E DI PREPARAZIONE DELL’ALTERNATIVA ALLA DESTRA IN EUROPA E IN ITALIA CON ALLENZA LARGA TRA PROGRESSISTI E FORZE MODERATE.
Si riunisce questa mattina a Roma la direzione nazionale del Partito democratico. Nella sua relazione il segretario Pier Luigi Bersani confermerà la linea politica perseguita fin qui e la scelta di preparare l’alternativa al centrodestra per le elezioni politiche del 2013.
Il segretario nazionale del Pd rimarcherà in particolare che è stato ed è giusto sostenere il governo di impegno nazionale guidato dal presidente del Consiglio Mario Monti: non c’era l’alternativa tra questa scelta e le elezioni, ma la scelta tra questa scelta e l’andare avanti con Berlusconi fino alla crisi drammatica che avrebbe gettato l’Italia in una situazione simile a quella della Grecia. Per questo il Pd ha dichiarato di non voler vincere “sulle macerie” del paese. I progressi compiuti e la rinnovata credibilità dell’Italia dimostrano che è stata una scelta giusta.
Il Pd continuerà a sostenere lealmente il governo Monti fino al 2013, ma nello stesso tempo deve mantenere e dichiarare le proprie idee, come ha fatto in diverse occasioni e come sta facendo sul tema del mercato del lavoro, e ascoltare il paese: la crisi non è finita, tutt’altro. Ci sono in Italia vaste aree di sofferenza, problemi e anche aree di eccellenza e di opportunità. Mentre il Pd sostiene il governo, cercando di ottenere il massimo da una situazione nella quale (mai dimenticarlo) il Parlamento è sempre lo stesso e con gli stessi rapporti di forza del 2008 (maggioranza di centrodestra), il Pd deve dunque preparare anche le condizioni per l’alternativa alla destra nelle elezioni politiche del 2013.
L’opera di uscita dall’emergenza e di ricostruzione democratica ed economia non durerà poco. Come ha detto anche Monti, ci vorranno anni. Ci sarà bisogno dunque di un ampio schieramento e di un ampio consenso popolare su un programma destinato a rimettere in moto l’Italia e a rilanciare solidarietà, ridurre le differenze sociali, garantire maggiore giustizia ed efficienza. Da qui, la conferma dell’idea di un’alleanza dei progressisti che offra l’allargamento alle forze moderate, alle forze civiche, alle singole personalità che vogliano impegnarsi nel superamento definitivo del berlusconismo.
Tappe decisive di questo cammino verso il cambiamento saranno l’alleanza tra i progressisti in Europa, per fare in modo che oltre al rigore l’Europa prepari anche la crescita, lo sviluppo, l’attenzione ai problemi sociali (leggere sul sito del Pd il documento di base preparato dalle fondazioni e dai centri studi progressisti europei in occasione dell’incontro a Parigi tra Bersani, Hollande, Gabriel), e le prossime elezioni amministrative. L’impegno e la vittoria sono decisivi, in vista dei prossimi obiettivi.
Sul Pd continua l’opera ai fianchi dei grandi giornali, tra stereotipi e forzature interessate. Oggi tocca a Ilvo Diamanti su La Repubblica. Pur continuando a rilanciare lo stereotipo del Pd in imbarazzo (come recita anche un fortunato tormentone su Facebook), Diamanti è costretto ad ammettere, dati alla mano, tre cose: il Pd è il primo partito; Bersani è il leader di gran lunga più gradito (naturalmente per Diamanti è
“debole”, ma lo stesso Diamanti non si spiega perché allora riceva tanti consensi); infine che alle elezioni il centrosinistra vincerebbe alla grande contro il centrodestra.
Da L’Unità articolo di Maria Zegarelli:
http://pdonline.ecostampa.net/rassegna/imgrsnew.asp?numart=1CP8K7&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1R9GU6AOGLXI&video=0
2. LA DESTRA, SCONFITTA SUL TENTATIVO DI METTERE ALL’ANGOLO IL PD CON UN DECRETO SUL LAVORO, ALZA IL TIRO E EVOCA LA CRISI DI GOVERNO, PERCHE’ ADESSO TOCCA A CORRUZIONE, RAI E FREQUENZE.
Sconfitto il tentativo della destra di mettere in difficoltà il Pd con la riforma del mercato del lavoro fatta per decreto e verificando che le proposte di modifica proposte dal Pd stanno ottenendo un consenso vastissimo (oltre alla Cgil, si sono schierati Cisl, Uil, Ugl, e vaste aree dell’opinione pubblica), il centrodestra, come si dice, la sta buttando in caciara: “Riforma a rischio”, “Crisi di governo” , “Salta Monti e diventa presidente della Repubblica Prodi”. Insomma una cortina fumogena e mediatica per nascondere la sconfitta e lanciare un ammonimento al governo: se si tira di più la corda, salta tutto. E dunque, niente ddl corruzione, niente riforma Rai, niente asta sulle frequenze.
Non bisogna cadere nella trappola dello scontro. Il Pd presenterà tranquillamente le proprie proposte di modifica alla riforma del mercato del lavoro (il modello tedesco) e le farà approvare in Parlamento, ma lavorerà per ottenere anche ddl anticorruzione, asta sulle frequenze, riforma Rai. In quest’ultimo caso, è già chiaro che cosa farà il Pd in caso di rinnovo del Cda con la legge Gasparri: non parteciperà.
Da La Stampa articolo di Amedeo La Mattina:
http://pdonline.ecostampa.net/rassegna/imgrsnew.asp?numart=1CP7KK&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1R9GU6AOGLXI&video=0
Da Il Corriere della Sera intervista a Raffaele Bonanni:
http://pdonline.ecostampa.net/rassegna/imgrsnew.asp?numart=1CP7P0&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1R9GU6AOGLXI&video=0
3. AMMINISTRATIVE, PARTE LA CAMPAGNA ELETTORALE E NON E’ SCONTATO NULLA. IL PD PARTE IN VANTAGGIO, MA IL PDL SI STA INABISSANDO DENTRO LE LISTE CIVICHE CHE SOSTENGONO LA LEGA.
Sondaggi alla mano Berlusconi ha capito che rischia di prendere una batosta alle prossime amministrative. E dunque sta facendo sciogliere il partito in tanti piccoli rivoli di liste civiche che vanno a sostenere i candidati della Lega al Nord e quelli dell’Udc al Sud. Obiettivo: evitare di straperdere e preparare le elezioni politiche del 2013.
4. RIFORME, LA DESTRA HA LA TENTAZIONE DI FAR SALTARE IL TAVOLO E DI TENERSI IL PORCELLUM.
Berlusconi e Bossi, oggi fuori gioco, tentano di rientrare in campo facendo saltare il tavolo delle riforme: se non si riesce a fare la riforma elettorale, Pdl e Lega saranno costretti ad andare insieme. E tutti e due potranno riprendere in mano le sorti dei rispettivi partiti “nominando” i parlamentari. Per questo, nel Pdl e nella Lega tutti quelli che fanno riferimento ai due vecchi leader stanno rallentando, ostacolando, ogni iniziativa. Il rischio è che il tempo passi senza arrivare a nulla.
Bersani negli ultimi interventi lo ha già detto: noi del Pd lavoreremo per fare la riforma elettorale. Ma se la destra impedirà di cogliere il risultato della riforma, Bersani lo ha già promesso: il Pd sceglierà i propri parlamentari con il metodo della partecipazione popolare.
Da La Stampa articolo di Ugo Magri:
http://pdonline.ecostampa.net/rassegna/imgrsnew.asp?numart=1CP7UI&annart=2012&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B1R9GU6AOGLXI&video=0
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