1. INCONTRO BERSANI, ALFANO, CASINI SU LEGGE ELETTORALE E RIFORME ISTITUZIONALI.
Ieri pomeriggio, alla Camera, si sono incontrati Pier Luigi Bersani, Angelino Alfano e Pierferdinando Casini. Tema: riforme istituzionali. Il comunicato ufficiale: "Al termine dell'incontro tra Pdl, Pd e Terzo Polo si è convenuto sulla necessita di incardinare parallelamente la riforma della Costituzione e la legge elettorale.
L'accordo sulla revisione della Costituzione prevede: la riduzione del numero dei parlamentari, la revisione dell'età per l'elettorato attivo e passivo, il rafforzamento dell'esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento, l'avvio del superamento del bicameralismo perfetto". "Per ciò che attiene la revisione della legge elettorale, l'intesa prevede: la restituzione ai cittadini del potere di scelta dei parlamentari, un sistema non più fondato sull'obbligo di coalizione, l'indicazione del candidato premier, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna".
Non è stato un incontro privo di difficoltà. Alla fine il Pd ha ottenuto che partirà subito la trattativa sulla riforma della legge elettorale, che per il Pdl e soprattutto per Berlusconi è un boccone davvero indigesto (se non nominerà più i parlamentari, Berlusconi rischia di perdere il controllo sulla destra). In parallelo verranno discusse le altre riforme istituzionali. Il Pdl avrebbe voluto che si approvassero prima le riforme costituzionali e poi la legge elettorale (cioè nulla, perché i tempi rischiano di non essere sufficienti per fare tutto entro la legislatura). Non è previsto il ritorno alle preferenze perché questo meccanismo ha generato in passato e rischia di farlo ancora oggi fenomeni di inquinamento nelle elezioni. La scelta dei collegi uninominali obbliga invece a scegliere persone che hanno valore e che rappresentano davvero i territori e gli elettori, semplicemente perché altrimenti si perde.
Sui dettagli delle riforme è già nata una discussione. Ma è fuorviante. I dettagli ancora non ci sono. Entro una settimana-dieci giorni i tecnici delle forze politiche cominceranno a mettere a punto le ipotesi.
2. LA DESTRA CONTINUA A RACCONTARE LA FAVOLA DEL VOTO A OTTOBRE, MA SI SCOPRE SUBITO PERCHE’ E’ COSI’ NERVOSA: IERI CICCHITTO HA ADDIRITTURA INTERROTTO MONTI DURANTE UN INCONTRO INTERNAZIONALE PER DIRGLI: NIENTE SCHERZI SUL DDL ANTICORRUZIONE.
Il battage del centrodestra per far credere che il Pd voglia mandare a casa Monti, un polverone che serve a coprire la fibrillazione degli ambienti berlusconiani per corruzione, Rai, frequenze tv e altri temi di interesse concreto, ieri si è sgonfiato come una torta cotta male. Ciò è avvenuto non solo per le numerose dichiarazioni di rappresentanti del Pd, ma anche perché la destra è uscita allo scoperto. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera ha addirittura chiamato Monti al telefono nel mezzo di un incontro internazionale (impedendogli di ascoltare l’intervento di Obama proprio mentre il presidente Usa lodava l’Italia) per lanciare un avvertimento
chiaro: il Pdl non sopporterà un ddl anticorruzione irrobustito. Il polverone si è dunque alzato ed è rimasto il Pdl con i suoi problemi. Altro che mercato del lavoro e Pd al seguito di Cgil-Fiom.
La verità è che quando comincerà l’iter parlamentare sul provvedimento che disegna la riforma del lavoro, dato che sui licenziamenti i lavoratori di destra hanno le stesse preoccupazioni di quelli di sinistra, finirà anche il muro contro muro. Ma bisogna tenere la barra in mezzo alle polemiche che destra e media stanno montando. E arrivarci.
3. IL PENSIERO UNICO FA PROGRESSI. IN USA LA CORTE SUPREMA DISCUTE SULL’OBBLIGO DI ASSISTENZA SANITARIA PER I CITTADINI INTRODOTTO DALLA RIFORMA OBAMA. L’OCSE DICE CHE PURE GERMANIA, SPAGNA, FRANCIA, PORTOGALLO E LUSSEMBURGO DEVONO ABBANDONARE IL WELFARE MODELLO EUROPEO.
La Corte suprema Usa ha cominciato l’esame sulla riforma sanitaria di Obama, contro la quale si sono appellati diversi amministratori repubblicani. La Corte è spaccata a metà. I membri nominati dai repubblicani hanno infatti una posizione assai chiara: perché deve essere obbligatorio garantire l’assistenza sanitaria a tutti? E’ l’apoteosi del modello americano.
Qui in Europa è diverso. Ma da molti anni il circuito della finanza, delle università, dei top manager di formazione anglosassone anche se di nazionalità diverse continua a picchiare sul modello sociale europeo per ottenerne l’omologazione al sistema Usa. Ieri è stata la volta dell’Ocse, l’organizzazione mondiale dei paesi più industrializzati, secondo la quale Germania, Francia, Spagna, Italia, Portogallo e diversi altri paesi dovrebbero ridurre la rigidità delle difese dei lavoratori.
Ora, che la produttività possa essere accresciuta (con un miglioramento dell’organizzazione del lavoro, con più investimenti in ricerca, con un abbassamento delle tasse sul lavoro che ne riduca il costo e ne aumenti il potere di acquisto) non c’è dubbio. Che questo obiettivo possa essere risolto solo con l’omologazione degli europei al modello americano è invece una bufala assoluta, dettata dal conformismo
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