29 marzo 2012

La nota del mattino del 29/03/2012.

1. TECNICI E POLITICI, UN DIBATTITO SURREALE CHE PUO’ PRODURRE GUAI. MONTI: NOI IL CONSENSO, I PARTITI NO. BERSANI: ATTENZIONE CHE QUESTO CI RIPORTA AL POPULISMO. E BERLUSCONI E’ GIA’ PRONTO A FAR FINTA DI NON AVER GOVERNATO, DI NON ESSERE UN POLITICO E LICENZIA PERFINO FEDE PER LIQUIDARE IL PASSATO. E INTANTO L’ITALIA CADE IN RECESSIONE.
L’unico ad esprimere un consenso incondizionato alle parole di Mario Monti che ieri da Tokio ha detto “Il governo ha il consenso, i partiti no” è stato non a caso Silvio Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio sta facendo finta di non essere stato capo del governo e capo politico, puntando a riemergere come prodotto della società contro la politica inciuciona (quante volte ha tuonato contro i partiti, per dire il governo dice che cosa si deve fare e il Parlamento invece ostacola?).
La stessa strategia di Umberto Bossi, che dopo aver governato con Berlusconi per otto anni degli ultimi dieci, condividendo tutto, adesso fa finta di essere puro e duro oppositore della politica romana. E’ la possibile rivincita del populismo.
Non è un caso. E infatti a Monti che ieri ha usato la dicotomia tecnici-politici come contrapposizione di valore (Elsa Fornero è stata anche più netta) ieri ha risposto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che, ribadendo la lealtà e il sostegno al governo di emergenza, ha ricordato che la politica non è tutta uguale (“E’ sbagliato parlare di partiti, io mi chiamo Bersani e mi chiamo Pd, diciamo nome e cognome per favore”) e che continuare a nutrire l’idea che sia possibile prescindere dalla rappresentanza politica ci porterà di nuovo nei guai, perché rischia di rimettere in pista qualche forma di populismo capace di mandare a casa politici e tecnici, riducendo gli spazi della democrazia. Magari non sarà Berlusconi a risalire alla ribalta. Ma la sostanza rischia di essere la stessa.
Dibattito inutile e fuorviante dunque, mentre l’Italia sta per attraversare il deserto della recessione, che provocherà altre sofferenze e problemi. Questa mattina il ministro dello Sviluppo Economico, Passera, parlando in Parlamento è stato chiaro: “L’Italia sarà in recessione per tutto il 2012”. Di fronte a una prova così dura, ci sarebbe bisogno di ricercare la coesione e la condivisione, che già hanno tirato fuori l’Italia dai pasticci in altri momenti drammatici della vita nazionale.
Dalle agenzie di stampa. (ANSA) - LISBONA, 28 MAR - "O politici e tecnici convincono insieme il paese o sotto la pelle del paese ce ne è abbastanza per prendere a cazzotti politici e tecnici". Così Pierluigi Bersani, oggi a Lisbona, replica al premier Mario Monti, sul 'consenso' per il governo dei tecnici ma non per i partiti. Il dibattito "stucchevole" tra politica e tecnica è per il segretario del Pd come "il battibecco tra i polli di Renzo". "Quando sento la parola partiti - spiega Bersani - non mi trovo. Io ho un nome e un cognome e mi chiamo Pd e sto cercando, correndo rischi seri, di collegare il sostegno al governo con la sensibilità verso un paese ammaccato e profondamente segnato dalla crisi e dagli effetti delle politiche di risanamento". La gente, ribatte Bersani, "viene da noi, io sono fermato per strada e mi si chiede conto dell'azione di governo".(ANSA)
2. LAVORO, IL TEOREMA DELLE ASSUNZIONI POSSIBILI SE SI LICENZIA E’ FALSO. LA PROSSIMA SETTIMANA SARA’ RESO NOTO IL TESTO DEL DDL. IL PD PRESENTERA’ LE SUE PROPOSTE DI MODIFICA. SUGLI ESODATI SCIOPERO UNITARIO DEL SINDACATO.
Il testo del ddl del governo sulla riforma del mercato del lavoro sarà noto, se tutto va bene, la prossima settimana. Numerose sono le difficoltà tecniche da superare. A cominciare dalle possibili obiezioni di costituzionalità sulla disparità di trattamento.
Quando il testo sarà noto il Pd preparerà i propri emendamenti. Una parte della riforma (meno precarietà, allargamento degli ammortizzatori sociali a nuovi soggetti) è considerata molto positiva dal Pd. Il capitolo sul licenziamento economico va invece cambiato.
Non è un dramma, né una possibilità da considerare in modo negativo: è la normale dialettica parlamentare.
Non solo non vi è nulla di ideologico in questo atteggiamento, ma rischia di essere ideologica davvero la posizione opposta, quella di coloro che pensano che si possa assumere solo se si può licenziare. Per diverse ragioni, la prima delle quali è che in Italia (come dimostrano le statistiche sui disoccupati e le innumerevoli crisi e ristrutturazioni industriali) non è affatto difficile licenziare.
Per la prima volta dopo molto tempo Cgil, Cisl e Uil sciopereranno uniti (sciopera anche l’Ugl) il 13 aprile per rivendicare un intervento a favore degli esodati, rimasti senza niente dopo la riforma della previdenza e l’allontanamento della pensione.
Le dichiarazioni di Bersani. Dalle agenzie di stampa. (ANSA) - LISBONA, 28 MAR - "Cerchiamo di essere ragionevoli: ora sull'articolo 18 abbiamo norme che ci differenziano da paesi europei come la Germania e la Danimarca che vengono ritenuti i migliori nel mercato del lavoro. Andiamo verso questi paesi e non facciamo come gli Stati Uniti. Su questa posizione ragionevole intendiamo discutere in Parlamento". Pier Luigi Bersani, ribadisce così la linea del Pd sulle modifiche all'articolo 18.(ANSA).
"Non è vero, stiamo parlando di cose di cui non si conosce la concretezza, non credo che non si assuma perché non si licenzia abbastanza". "Se guardo le statistiche - sostiene Bersani - si vede che in Italia il distaccamento dal lavoro è più semplice che altrove, come ad esempio in Spagna. Non serve drammatizzare, ne discuteremo in Parlamento come successo per gli altri provvedimenti".
"Non sono un costituzionalista ma credo che chiunque veda che un problema di costituzionalità c'è. Serve attenzione su come fanno le norme e una correzione in Parlamento". "Non conosciamo ancora le norme. Quando arriveranno le norme ne discuteremo con chiarezza ma il metodo è che qualsiasi norma arriva in Parlamento si valuta ed eventualmente si corregge".(ANSA).
3. ADESSO TOCCA A GIUSTIZIA E RAI. IL PDL GIA’ SUL PIEDE DI GUERRA.
Dopo il lavoro, adesso tocca al ddl anticorruzione e alla Rai. Il Pdl è già sul piede di guerra. Si scoprirà così chi sta lavorando per ostacolare il governo. Oggi il ministro Corrado Passera ha annunciato in Parlamento che le frequenze (con il governo Berlusconi era previsto un meccanismo di assegnazione gratuita a Rai e Mediaset) saranno messe all’asta a titolo oneroso. Quanto oneroso, però, ancora non si sa.
4. LEGGE ELETTORALE. NON E’ ANCORA DETTO CHE IL PDL REGGA. BERSANI CHIARISCE: I PARTITI NON AVRANNO CARTA BIANCA SULLE COALIZIONI. MA ANCHE NEL PD SI DISCUTE.
Dopo l’incontro tra Bersani, Casi e Alfano non è ancora chiaro se il Pdl reggerà la possibilità di una riforma elettorale che cancelli il potere di nomina dei parlamentari (Berlusconi e Bossi ne verrebbero depotenziati). Anche nel Pd si è aperto il dibattito.
Bersani. Dalle agenzie di stampa. (ANSA) - LISBONA, 28 MAR - "Girano stravaganze sull'esito del vertice di ieri. E' infondato dire che i partiti con la riforma avranno mani libere, abbiamo fissato vincoli perché gli elettori scelgano i parlamentari e gli indirizzi del governo". Così Pierluigi Bersani, nega gli esiti della nuova riforma, così come interpretati da alcuni. "Nessuno mette in discussione il bipolarismo, il problema è come farlo: con le ammucchiate per un voto in più del porcellum una volta si è interrotta la legislatura e ora siamo in una situazione singolare che non può essere messa a regime". "Ho fiducia ma non posso dire che il percorso sia sicuro non tanto per quanto riguarda il Pd che ha un dibattito trasparente ma sul fatto che tutti abbiano intenzione di cambiare la legge elettorale. Per noi è una priorità".
Su questo tema oggi interviste di Rosy Bindi su La Repubblica (ma il titolo non corrisponde al contenuto). E su Europa interventi di Stefano Ceccanti, Franco Monaco, Gianclaudio Bressa, Mario Barbi.
5. EUROPA. BERSANI CONTINUA A TESSERE LA RETE DEI PROGRESSISTI PER COSTRUIRE UN’ALTERNATIVA AI GOVERNI DELLE DESTRE.
Ieri e oggi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani è a Lisbona per incontrare il leader socialista Antonio Josè Seguro, esponente del Parlamento portoghese, e il governatore del Banco de Portugal, Carlos Costa. L’obiettivo è lo stesso degli incontri di Parigi: creare le condizioni per un’alternativa progressista alle politiche delle destre al governo in Europa.
Dalle agenzie di stampa. (ANSA) - LISBONA, 28 MAR - "Da questi colloqui ricavo un metodo per l'Europa: o ci salviamo insieme o non si salva nessuno perché rischiamo, se non facciamo correzioni di cadere in un meccanismo di avvitamento tra risanamento e recessione". "A Parigi - spiega il segretario Pd - abbiamo fissato la piattaforma dei progressisti europei. Oggi a Lisbona abbiamo firmato un protocollo di intesa con il partito socialista. Un'altra politica europea è possibile, invocare la crescita senza provvedimenti coerenti è una perdita di tempo".

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