Nel sito del patto europeo dei sindaci:
si trovano le informazioni
di Sulbiate sul Patto dei Sindaci.
L’immagine seguente è tratta da lì e ci ricorda che il 29
Novembre dell’anno scorso il consiglio comunale di Sulbiate si è impegnato,
seppur in ritardo, in un percorso per portarci nel 2020 a ridurre di almeno 20%
il consumo di energia, del 20% la produzione di CO2, e incrementare del 20% la
produzione di energie rinnovabili.
Un anno fa il consiglio
comunale approvava il PAES (Piano di
Azione per le Energie Sostenibili). Esso è il piano per Sulbiate che descrive
le azioni da intraprendere, dal 2011 al 2020, per gli obbiettivi che l’Europa
s’è posta in seguito al trattato di Kyoto.
Per i più interessati il PAES è scaricabile dal il link
precedente.
Al suo compleanno qualche osservazione sullo stato di
attuazione del PAES deve essere fatta, mentre le verifiche “ufficiali” avverranno
ogni 2 anni.
La tabella sottostante è tratta dal PAES e sintetizza
bene l’impianto di Sulbiate:
- · I cittadini diventano persone virtuose nell’uso e nella produzione di energia.
- · Mentre l’amministrazione comunale informa e da un esempio di comportamento.
Anche se non condividiamo questo modo di fare, baseremo
le nostre osservazioni al PAES seguendo le sue linee guida e valutando la
coerenza della sua realizzazione in questo anno di vita.
Secondo il PAES, noi cittadini con il nostro abitare, le
nostre attività, il nostro muoverci (RESIDENZIALE+TERZIARIO+MOBILITA’) dovremo
contribuire per il 98.5% all’obbiettivo del 20% di risparmio energetico mentre
supereremmo l’obbiettivo (oltre il 100%) di riduzione del 20% di emissione di
CO2.
MA I CITTADINI
COME POSSONO FAR FRONTE A QUESTO IMPEGNO E COME POTRANNO SODDISFARLO SE NON
SONO NE’ INFORMATI NE’ INCENTIVATI NE’ TANTO MENO COINVOLTI?
La risposta, secondo il PAES, sta nelle pagine 40 e
seguenti nelle quali sono previste una serie di azioni per informare e formare
i cittadini.
E’ STATA FATTA
INFORMAZIONE O FORMAZIONE IN QUESTO PRIMO ANNO IN CUI IL PAES E’ IN VIGORE?
La nostra risposta da cittadini: cioè i destinatari
dell’informazione e coloro che dovrebbero essere gli attori delle buone
pratiche energetiche, è un secco no!
(segue)
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