16 gennaio 2013

La politica sul territorio di A. Scavuzzo.


Il rapporto fra cittadino e istituzione inizia nella comunità locale; è per questo che dobbiamo dare centralità alla democrazia rappresentativa nelle istituzioni locali.

Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo a un dialogo.

Italo Calvino, da Le città invisibili





Fonte "Servire" rivista scout per educatori.



L’origine del termine Politica, come molti sapranno, riporta al centro dell’attenzione la città – la Polis, per l’appunto – che nella Grecia di Aristotele coniugava nella comunità dei cittadini la dimensione ideale del perseguimento del Bene comune con l’attività concreta dell’amministrazione nei suoi aspetti quotidiani.
Ecco che la Polis diviene luogo di sintesi necessaria fra idealità e prassi, fra speculazione politica e azione amministrativa. Il governo del territorio, pertanto, rappresenta per antonomasia tale ambito politico, ove la relazione tra attività amministrativa e visione politica si fa più complessa e delicata allorché si allontana dalla mera speculazione e si avvicina alla vita quotidiana delle persone: è l’esperienza in cui, abbandonato necessariamente ogni velleitarismo, si esprime nella sua forma più immediata la politica al servizio delle persone, dei cittadini, delle famiglie e non solo in relazione a un’astrazione o a un modello. Tale vicinanza dà una connotazione ulteriormente positiva alla prassi politica, che inizia con l’incontro fra persone, con l’ascolto di un bisogno e trova il suo compimento nella attuazione di un’azione al servizio del bene di tutti.

Propongo la tesi che sia qui, a livello locale, che si realizza in modo più puro e immediato quel rapporto positivo fra le Istituzioni e i cittadini che vorremmo tornasse a essere la cifra della nostra democrazia rappresentativa.
L’attività di noi amministratori si arricchisce della responsabilità di non deludere i cittadini alla ricerca di interlocutori attenti e onesti, e far sì che possano trovare in quanti sono impegnati nelle istituzioni locali disponibilità all’ascolto, al ragionamento, nella ricerca di una sintesi opportuna – quanto necessaria - fra il bisogno del singolo e quello della comunità.

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Italo Calvino, da Le città invisibili

Credo serva a ciascun cittadino uno spazio per costruire un rapporto con le Istituzioni che allontani quel diffuso sentimento di avversione pregiudiziale alla politica, così cupo e pericoloso. Ogni amministratore può, se vuole far bene il suo mestiere, contribuire a costruire questo spazio. Non si tratta di fare promesse o di assicurare favori e indulgenze, tutt’altro: si tratta di dare un volto umano all’impegno in Politica, di recuperare il senso di responsabilità personale e farsi carico di problemi – che sono del singolo e possono essere dell’intera comunità – contribuendo a formulare risposte attraverso percorsi politici che comprendano i cittadini in modo attivo e positivo.

Sul piano locale possiamo scegliere di non rifuggire il confronto con i cittadini, e al contrario scegliere che l’incontro e il confronto siano un tratto distintivo della nostra attività politica quotidiana. Abbiamo un nome e un volto, con i quali ci siamo presentati in campagna elettorale e con i quali andiamo avanti a vivere il nostro mandato giorno per giorno: sul piano locale metterci la faccia è operazione che non termina con l’elezione, ma che al contrario inizia con l’avvio del nostro mandato. La dimensione locale, pertanto, aiuta a ricordarci che abbiamo preso degli impegni e che onorarli con dedizione e senso di responsabilità fa parte della nostra rispettabilità.
Un amministratore locale, in altre parole, non può prescindere dal contatto con le persone, con i cittadini, con le associazioni. Non può sottrarsi all’interlocuzione, alla richiesta di spiegazioni, alla verifica – talvolta impietosa – del proprio operato. Ed è bene che sia così, anzi, essa può essere una condizione di privilegio che ci aiuta a vivere bene il nostro mandato.
Responsabilità, onestà, trasparenza e impegno: sono solo alcune delle parole chiave che possono caratterizzare la realtà politica a cui siamo chiamati a contribuire fattivamente e – a maggior ragione – dovrebbe diventare patrimonio anche di quanti sono impegnati nei Parlamenti – nazionale ed europeo –, e la cui attività politica ricade sulla vita quotidiana delle persone, delle città, dei territori.
A questa necessità di vicinanza e di costante messa alla prova del proprio operato i cattivi amministratori potranno sottrarsi, ma non senza conseguenze.

Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti;
e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti
.
Lc 16, 10

L’atteggiamento, l’etica e la prassi quotidiana che a livello locale caratterizzano l’agire di ciascun amministratore possono fare la differenza: abbiamo bisogno di proporre esempi positivi di persone impegnate in politica che vivano tale dimensione come un servizio e non come un privilegio, come un impegno e non come la via breve per la ricchezza e l’esercizio del potere.
Ecco che il livello locale permette di rendere quotidiano e alla portata di tutti l’impegno civico e civile fondato sull’onestà, sul lavoro costante di ascolto e di riflessione, sul senso di responsabilità e sulla capacità di individuare percorsi politici utili a migliorare la vita del singolo e della comunità.
La possibilità di dare a queste esperienze positive un nome e un cognome ridimensiona il senso di eccezionalità di tali esperienze e le avvicina a ciascuno come modello possibile a cui riferirsi.
Non ci rifugiamo nell’idealità del Mahatma Gandhi o di J.F.Kennedy – che pur ci aiutano ad allargare il cuore e a respirare a pieni polmoni, orgogliosi delle possibilità dell’Uomo! – ma proponiamo (anche ai nostri rover e alle nostre scolte, oppure ai nostri capi) esempi concreti di persone che svolgono con responsabilità e impegno il loro mandato politico.
E in questo momento di grande difficoltà etica e morale non è poco.
Riavvicinare alla politica i cittadini presuppone un riavvicinamento della politica ai cittadini, e il gioco di parole non distolga dal senso profondo di questo invito.
A parer mio è affare che riguarda ciascuno di noi: nessuno si senta escluso.

Anna Scavuzzo

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