4 giugno 2013

Cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. L'opinione negativa del Sindaco di Aicurzio.

Matteo Baraggia commenta il suo voto contrario.

La risposta del Sindaco di Aicurzio al  nostro post: Aicurzio"Ma che "razza" di comune!

Matteo Baraggia - Sindaco di Aicurzio
Lega Nord
Nella sua discrezionalità, il legislatore italiano, nel 1992, ha stabilito un criterio preferenziale generale: lo ius sanguinis (per cui la cittadinanza si acquista per discendenza da cittadini italiani), lasciando ad altri criteri (lo ius soli, la naturalizzazione, l'acquisto per meriti, ecc.) un ruolo marginale e limitato a particolari circostanze.

Tale criterio generale è coerente ad una situazione di Paese con limitati flussi immigratori e magari con significativi flussi migratori verso l'esterno: ove la cittadinanza è riconosciuta dunque anche a chi nasce e risiede all'estero, ma da genitori o avi italiani. Lo scopo di tale criterio tende a garantire una più stretta connessione tra l'appartenenza al «popolo» (inteso appunto come l'insieme di coloro che hanno la cittadinanza) e l'appartenenza alla «nazione» (intesa come insieme di elementi identitari dati dalla comune lingua, dalle tradizioni comuni, dalla cultura, ecc.): si
preferisce dunque riconoscere come cittadini anche coloro che sono "italiani" pur non vivendo in Italia.

L'altro criterio possibile, quello dello ius soli, è invece adottato nei Paesi con più forti tradizioni di immigrazione (Stati uniti, stati sudamericani, Australia, ecc.), e fa dipendere l'acquisto della cittadinanza dal fatto di nascere sul territorio di quello stato, indipendentemente dalle appartenenza identitarie. Esso mira, evidentemente, ad una maggiore integrazione delle persone immigrate, ma anche ad un loro pieno coinvolgimento nella vita e nelle attività dello Stato.

Se dunque tra questi due modelli l'Italia, nel 1992, ha scelto il primo, oggi, a distanza
Cecilie kienge -
Ministro dell'integrazione
di vent'anni mi pare opportuno porre il tema di quale modello utilizzare per il futuro: e la scelta tra l'uno e l'altro, occorre ribadire, non è di tipo costituzionale, ma riservata al legislatore ordinario. Il quale, come detto, può fare quello che ritiene più opportuno e più rispondente alle esigenze sociali presenti e future, senza che tale scelta sia condizionata dalla Costituzione: tanto è vero che anche nella legge vigente vi sono disposizioni che riconoscono lo status civitatis a chi non ha discendenti italiani.

Ora non entro nel merito economico, ma credere che da qui al prossimo decennio questo paese possa diventare un polo attrattore di manodopera o comunque di flussi migratori in entrata ai fini lavorativi è pura utopia.
In ogni caso è il Parlamento, con le sue molteplici figure intellettuali che in base ai loro approfonditi studi e ricerche sanno come sarà l'andamento dell'economia su scala mondiale, che si deve assumere dunque le sue responsabilità, rese ancor più palesi dal gran vociferare che si fa nell'ultimo periodo su questo argomento, che è sicuramente prioritario rispetto al dramma che stanno vivendo decine di migliaia di famiglie italiane per la grave crisi economica.

E' scorretto utilizzare la figura dei bambini sul tema delle modalità di acquisto della cittadinanza, in particolare con riguardo ai figli degli immigrati che vivono in Italia. Non entro nel merito del giudizio relativo all' utilità che un siffatto riconoscimento
avrebbe per i «nostri» interessi di italiani, sia sul versante sociale che su quello più propriamente economico. Come trovo assurdo che ci si preoccupi delle aspirazioni dei giovani immigrati, senza che al pari corrisponda una visione nostra, nazionale, volta ad acquisire nelle giovani generazioni nuove energie, utili ed indispensabili ad una società abbastanza largamente invecchiata (se non sclerotizzata).

Non c’è giornale o rete televisiva che in questi giorni non si sia occupato della questione sollevata dal ministro dell’integrazione dello “ius soli”, in base al quale la cittadinanza si acquisisce per il fatto di nascere nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori, e che si contrappone allo “ius sanguinis” che indica invece l’acquisizione di tale diritto per il fatto di essere nati da un genitore in possesso della stessa cittadinanza.

Il mio parere contrario trova sostegno e forza anche nelle parole del presidente del senato, secondo il quale l’applicazione dello ius soli potrebbe portare ad un vero e proprio traffico di persone.

Qualcuno sostiene che un bambino straniero si senta discriminato dal fatto di non possedere la cittadinanza italiana, ma credo invece che i problemi di un bimbo di 6-7 anni siano ben altri: la scuola, i trasporti, i libri, tutti servizi che sono già ampiamente garantiti dai servizi comunali e contributi regionali.

Si tratta di un problema ideologico una tematica che il governo ha deciso di cavalcare, ma che personalmente mi trova contrario: in questo momento sono ben altre le questioni da affrontare: il lavoro, le tasse, perché in fondo le famiglie straniere hanno le medesime esigenze di quelle italiane.

E a chi mi accuserà di andare verso una direzione di arretratezza rispondo con l’esempio stesso del ministro all’integrazione, arrivata in Italia da clandestina per sua stessa ammissione e poi giunta ad occupare la carica di ministro della Repubblica grazie anche ai sostegni di cui ha usufruito.


Questo la dice lunga sulle possibilità che il nostro Paese fornisce anche a chi non vi è nato.

Matteo Baraggia


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03 giugno 2013 - Aicurzio: ma che "razza" di Comune!

6 commenti:

  1. a onore del vero questo è l'intervento che è stato letto integralmente al Consiglio Comunale di Aicurzio del 29 maggio 2013, ... quindi prima dell'articolo pubblicato da "Il cittadino" e ripreso da Teorema ...(il giornalista del giornale monzese non era presente in sala consiliare).... La mia dichiarazione dovrebbe fare riflettere sia chi è favorevole, sia chi condivide la mia contrarietà. Saluti, Matteo Baraggia

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    1. tu sei un leghista è non puoi riflettere nulla di diverso di quello che ti ordina il partito, se no ti buttano fuori!
      uno buttato fuori

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    2. Se si ambisce a fare carriera è evidente che non si possono assumere posizioni troppo distanti dalla linea del partito. Peccato Baraggia mi eri quasi simpatico

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  2. Ecco l'errore che fanno in molti: sottostare ai diktat dei partiti... A me sembra che ancora una volta baraggia esci dagli schemi e fa affermazioni che dovrebbero fare riflettere: ...vale più un effimera cittadinanza o il rispetto della dignità di tutti, garantendo a qualsiasi persona gli stessi diritti e gli stessi doveri? ... Io non sono leghista, sono cattolico praticante, non condivido tutto ciò che dice Baraggia ... Ma questo giovane Amministatore tante volte mi fa fare lunghe riflessioni ... E spesso mi tocca ammettere che forse lui ha un passo in più, anzi due...

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    1. Anima bella, anzi fratello, le Cittadinanze onorarie e simboliche o effimere come da te definite hanno esclusivamente funzione di pressione presso il legislatore a fare presto per normare questa situazione di agrave ingiustizia e inciviltà verso i minori figli di stranieri che nascono e crescono nel nostro paese!
      Anch'io tento di essere cattolico e con fatica anche praticante ma Baraggia questa volta si sta arrampicando sugli specchi.
      Bella Parole, nella sostanza però chi si sottomentte alla linea di un partito che spesso le ha sparate grosse contro gli immigrati partendo dai "terroni" fino ad arrivare oggi agli extra comunitari, è proprio il Sindaco Baraggia.

      Votare a favore della cittadinanza onoraria promossa anche dall'UNICEF prima di essere una questione di giustizia personalmente credo sia di civiltà.

      Il Sindaco Matteo continui pure ad avere un passo in più come dice lei...
      il problema che questo passo non è un passo in avanti ma un passo indietro nella costruzione di una seria e necessaria integrazione con i nuovi cittadini italiani.

      Ringrazio questo blog che ha avuto il coraggio prima denunciare quanto è avvenuto a Aicurzio e la posizione del Sindaco Leghista e poi di pubblicare
      direttamente il suo intervento.

      Personalmente mi ha fatto riflettere di più il primo post di denuncia di Teorema che il discorso del sig. Baraggia. L'intervento del Sindaco mi ha moto deluso.



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  3. Eccolo il solito bastian contrario: ma non hai da fare di meglio che commentare gli interventi baraggia? ... È tu cosa proponi alla tua giunta e al tuo consiglio: il solito silenzio?

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