29 settembre 2013

Il parere di Epifani sulle mosse del PDL

Governo, Epifani: "Dal Pdl un'azione di sfascio"


Palazzo Chigi
Le dimissioni annunciate da tutti i ministri del Pdl dal governo sono “un'ulteriore azione di sfascio” e aprono “una crisi al buio”. Questo il primo commento del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, all’annuncio delle dimissioni da parte dei ministri del Pdl.

“Speravo non si arrivasse a un livello di irresponsabilità così alto - ha aggiunto -. Con una crisi fatta in questo modo è il Paese a farne le spese". Per Epifani andranno “valutate attentamente le conseguenze di questo gesto. L'irresponsabilità - ha proseguito - sta salendo a livelli che non erano razionalmente valutabili. Si presenta al mondo un quadro desolante di ritorno della instabilità”.

E, parlando dei possibili scenari futuri e dell’ipotesi di un’altra maggioranza, il leader democratico ha specificato di essere “per un passo alla volta. Se si formalizza la crisi bisogna riflettere”. In ogni caso Epifani ha detto di non voler “tornare al voto con questa legge elettorale, con gli eletti del Pdl scelti e nominati dal capo e con la loro autonomia limitata. Ma ò ha rimarcato - bisogna trovare una maggioranza per riformare la legge elettorale”.

Con la caduta del Governo e l'eventuale ritorno alle urne si rischia che sia la Troika a “fare la legge di Stabilità al posto nostro”. E’ lo scenario prospettato dal vice ministro dell'Economia, Stefano Fassina, durante la festa di Left Wing a Roma.

“Se si dovesse andare alle elezioni – ha aggiunto Fassina - il rischio sarebbe quello di avere 200-300 punti di spread in più”. Uno scenario “abbastanza realistico” che per il viceministro di via XX settembre ora “bisogna fare di tutto per evitare”.

Mentre per il responsabile economico del Pd, Matteo Colaninno "la decisione di Berlusconi di dimettere in massa tutti ministri e parlamentari del Pdl, oltre a distruggere l'immagine dell'Italia, fa pagare immediatamente costi spaventosi agli italiani. Grazie a Berlusconi e al Pdl, l'Iva aumenterà: con le dimissioni in massa, non è più possibile garantire la conversione del decreto in Parlamento"

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