Civati: "La fiducia a Letta? Decide il congresso"
Intervista a Pippo Civati di Vladimiro Frulletti - L'Unità
È pronto a votare la fiducia a Letta se così deciderà
il congresso. Ma non per questo Pippo Civati abbandona le sue critiche
alle larghe intese, ribadendo che la via d`uscita è il veloce ritorno al
voto con un Pd che riallacci il dialogo con Sel e presti attenzione ai
5Stelle.
Quindi onorevole tra i vari candidati alla segreteria è lei a rappresentare la sinistra nel Pd?
«Io
vorrei solo rappresentare un Pd che rimette insieme una sinistra di
governo che coltivi l`alternanza e un`idea di democrazia conflittuale e
non accordista come quella che stiamo vedendo adesso. Ma non mi sento
particolarmente a sinistra. Sono altri che sono scivolati verso altri
lidi».
Lei si sente il vero competitor di Renzi?
«Sembra
così anche se i sondaggi vanno presi con estrema cautela. Ma c`è con me
una grande rete di giovani molto attiva. Ecco vorrei rappresentare
questa generazione che chiede risposte con un` urgenza un po` diversa
dalla politica attuale».
Che risultato s`attende?
«Non
ho esigenza di un risultato quantitativo. Mi interessa che il congresso
possa davvero cambiare in positivo il Pd con nuove idee e nuove
facce».
La sua battaglia per il rinnovamento in cosa si differenzia da quella di Renzi?
«La
differenza è se va messa maggiore enfasi sul leader o sul popolo, sul
collettivo o sull`estro del singolo. Io sono per riorganizzare un campo
politico e per farlo con tante persone. Solo i molti possono cambiare
gli equilibri determinati dai pochi. E poi io non sono mai stato
d`accordo con le larghe intese. Renzi invece sta traccheggiando troppo.
Diciamo che per avere Renzi premier bisognerebbe votare Civati
segretario».
Così ci sarebbero subito le elezioni?
«Così
avremo un partito che con coraggio imbocca una strada più corta
rispetto a quella che ci siamo prefigurati. C`è da fare la nuova legge
elettorale e la legge di stabilità e poi andare al voto».
Dopo il congresso farete un ticket?
«Sono
amico di Matteo e stimo da tempo Cuperlo. Il mio augurio è che tutti
quelli che partecipano al congresso poi collaborino per il Pd».
Lei anche questa volta non ha votato la fiducia al governo. Perché?
«Sono
stato coerente. Fino al congresso ho deciso di mantenere questa
posizione. Ma l`idea è di chiudere questa discussione col congresso.
Tutte le decisioni fin qui infatti sono state prese a prescindere non
solo dalle promesse elettorali, ma anche dalla volontà degli elettori.
Il che per il partito delle primarie è assai paradossale».
Non c`è stata una svolta nella maggioranza che sostiene Letta?
«Certo
c`è stato un passaggio importante. Per la prima volta Berlusconi sembra
aver perso il controllo sul suo partito, ma non concordo con l`idea che
con un ritaglio di Pdl si possa andare avanti a lungo. Per chiudere un
ventennio servono le elezioni. Non penso che fosse nelle nostre
intenzioni fare, come enfatizza Letta, una maggioranza politica coesa.
La via d`uscita poteva essere diversa».
In che direzione?
«Allargando
di più, recuperando Sel e mandando messaggi meno contundenti ai
grillini. Però una volta che il congresso si sarà dichiarato in maniera
inequivocabile mi atterrò alle indicazioni di partito».
Cioè se un congresso avesse deciso per il sì alle larghe intese lei avrebbe votato la fiducia?
«Certo.
Il congresso era da fare subito. Invece si fa ora, un po` tardi
rispetto alle svolte fatte. Ma seguirò la volontà del Pd che è quella
dei suoi elettori e non dei suoi dirigenti dimissionari».
Sì all`amnistia?
«Capisco
la sensibilità dei nostri elettori, ma invito a non leggere questa
vicenda con sospetto. È una questione di civiltà e l`allarme casomai
arriva tardi. I nodi però sono come va fatta, ad esempio su quali reati,
e se in Parlamento c`è la maggioranza. Chiaro che nel Pdl qualcuno
proverà a forzare. Paghiamo l`ambiguità di tutta la situazione».
Sabato sarà alla manifestazione in difesa della Costituzione. Non ritiene sia una battaglia di conservazione?
«No.
Là ci sono i protagonisti di battaglie costituzionali che hanno
coinvolto milioni di italiani: dalla legalità, ai beni comuni come
l`acqua, ai diritti. Sono soggetti con cui il Pd deve dialogare se vuole
stare a sinistra».
fonte: l'Unità
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