10 ottobre 2013

Civati sulla fiducia a Letta

Civati: "La fiducia a Letta? Decide il congresso"

Intervista a Pippo Civati di Vladimiro Frulletti - L'Unità

È pronto a votare la fiducia a Letta se così deciderà il congresso. Ma non per questo Pippo Civati abbandona le sue critiche alle larghe intese, ribadendo che la via d`uscita è il veloce ritorno al voto con un Pd che riallacci il dialogo con Sel e presti attenzione ai 5Stelle. 

Quindi onorevole tra i vari candidati alla segreteria è lei a rappresentare la sinistra nel Pd? 

«Io vorrei solo rappresentare un Pd che rimette insieme una sinistra di governo che coltivi l`alternanza e un`idea di democrazia conflittuale e non accordista come quella che stiamo vedendo adesso. Ma non mi sento particolarmente a sinistra. Sono altri che sono scivolati verso altri lidi». 

Lei si sente il vero competitor di Renzi? 

«Sembra così anche se i sondaggi vanno presi con estrema cautela. Ma c`è con me una grande rete di giovani molto attiva. Ecco vorrei rappresentare questa generazione che chiede risposte con un` urgenza un po` diversa dalla politica attuale». 

Che risultato s`attende? 

«Non ho esigenza di un risultato quantitativo. Mi interessa che il congresso possa davvero cambiare in positivo il Pd con nuove idee e nuove facce». 

La sua battaglia per il rinnovamento in cosa si differenzia da quella di Renzi? 

«La differenza è se va messa maggiore enfasi sul leader o sul popolo, sul collettivo o sull`estro del singolo. Io sono per riorganizzare un campo politico e per farlo con tante persone. Solo i molti possono cambiare gli equilibri determinati dai pochi. E poi io non sono mai stato d`accordo con le larghe intese. Renzi invece sta traccheggiando troppo. Diciamo che per avere Renzi premier bisognerebbe votare Civati segretario». 

Così ci sarebbero subito le elezioni? 

«Così avremo un partito che con coraggio imbocca una strada più corta rispetto a quella che ci siamo prefigurati. C`è da fare la nuova legge elettorale e la legge di stabilità e poi andare al voto». 

Dopo il congresso farete un ticket? 

«Sono amico di Matteo e stimo da tempo Cuperlo. Il mio augurio è che tutti quelli che partecipano al congresso poi collaborino per il Pd». 

Lei anche questa volta non ha votato la fiducia al governo. Perché?

«Sono stato coerente. Fino al congresso ho deciso di mantenere questa posizione. Ma l`idea è di chiudere questa discussione col congresso. Tutte le decisioni fin qui infatti sono state prese a prescindere non solo dalle promesse elettorali, ma anche dalla volontà degli elettori. Il che per il partito delle primarie è assai paradossale». 

Non c`è stata una svolta nella maggioranza che sostiene Letta? 

«Certo c`è stato un passaggio importante. Per la prima volta Berlusconi sembra aver perso il controllo sul suo partito, ma non concordo con l`idea che con un ritaglio di Pdl si possa andare avanti a lungo. Per chiudere un ventennio servono le elezioni. Non penso che fosse nelle nostre intenzioni fare, come enfatizza Letta, una maggioranza politica coesa. La via d`uscita poteva essere diversa».

In che direzione? 

«Allargando di più, recuperando Sel e mandando messaggi meno contundenti ai grillini. Però una volta che il congresso si sarà dichiarato in maniera inequivocabile mi atterrò alle indicazioni di partito». 

Cioè se un congresso avesse deciso per il sì alle larghe intese lei avrebbe votato la fiducia? 

«Certo. Il congresso era da fare subito. Invece si fa ora, un po` tardi rispetto alle svolte fatte. Ma seguirò la volontà del Pd che è quella dei suoi elettori e non dei suoi dirigenti dimissionari». 

Sì all`amnistia? 

«Capisco la sensibilità dei nostri elettori, ma invito a non leggere questa vicenda con sospetto. È una questione di civiltà e l`allarme casomai arriva tardi. I nodi però sono come va fatta, ad esempio su quali reati, e se in Parlamento c`è la maggioranza. Chiaro che nel Pdl qualcuno proverà a forzare. Paghiamo l`ambiguità di tutta la situazione». 

Sabato sarà alla manifestazione in difesa della Costituzione. Non ritiene sia una battaglia di conservazione? 

«No. Là ci sono i protagonisti di battaglie costituzionali che hanno coinvolto milioni di italiani: dalla legalità, ai beni comuni come l`acqua, ai diritti. Sono soggetti con cui il Pd deve dialogare se vuole stare a sinistra».

fonte: l'Unità

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