27 dicembre 2013

Superare la Bossi-Fini

Cuperlo scrive a Letta: "Superare la Bossi-Fini e chiudere i Cie"

cie lampedusa  cie lampedusa
“Caro Enrico, mi rivolgo a te dopo avere visitato nella mattinata di ieri il CIE di Ponte Galeria a Roma dove quindici immigrati, tunisini e marocchini, sono da tre giorni in sciopero della fame e si sono cuciti le labbra in segno di protesta per la durata e le condizioni della loro detenzione”.
Lo ha scritto il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd, Gianni Cuperlo, in una letetra indirizzata al presidente del Consiglio, Enrico Letta.

“Come sai in queste stesse ore il nostro giovane collega Khalid Chaouki – si legge nella lettera - si è auto-recluso nel CIE di Lampedusa e non intende recedere dalla sua protesta fintanto che il governo non assumerà la decisione operativa di trasferire le donne e gli uomini trattenuti da mesi nel Centro presso le strutture dei CARA attrezzati all’ospitalità dei richiedenti asilo”.
“Conosco l’attenzione che tu in prima persona, la ministra Kyenge e il vice-ministro Bubbico state dedicando all’emergenza drammatica dei Centri di identificazione, ma la condizione disumana della permanenza in queste strutture impone di accelerare i tempi per una soluzione definitiva del problema".

"La previsione di 18 mesi di sostanziale “reclusione” per cittadini che quasi sempre non conoscono le ragioni della loro condizione di detenuti, la inattività forzosa alla quale sono costretti, i requisiti igienico-sanitari del tutto inadeguati configurano una grave violazione della dignità di centinaia di persone e ciò rappresenta una macchia sulla reputazione e sulla credibilità dell’Italia nonostante il lavoro quasi sempre generoso e al limite del sacrificio di tante operatrici e operatori impegnati 24 ore su 24 ad alleviare la sofferenza degli immigrati”.

“E’ necessario procedere al superamento della legge Bossi-Fini a fronte del fallimento evidente degli stessi presupposti che ne avevano ispirato le norme. I CIE vanno chiusi e sul punto è importante che tu assuma da subito un impegno vincolante a nome del governo. Contestualmente bisogna attivare ogni procedura e risposta necessaria per evitare che, in coincidenza con la fine anno, la tensione e il malessere all’interno di tali strutture possano ulteriormente degenerare. Spero e mi auguro che nelle prossime ore possano giungere da te parole chiare e definitive su una pagina dolorosa e vergognosa che l’Italia e la sua cultura civile non meritano. Grazie per quanto farai”.

Leggi il diario di Khalid Chaouki dal Cie di Lampedusa su La Stampa "Io, recluso volontario"

Nessun commento:

Posta un commento