Un anno di lavoro per costruire futuro
Cerco di
inviare queste note con una cadenza periodica che da un lato non annoi e
non impegni oltre misura il tempo di chi legge, dall'altro tenga conto
di quanto realmente realizzato e non di sole dichiarazioni o auspici.
Le priorità sono lavoro e scuola:
credito d'imposta per la ricerca, sgravi fiscali, riduzioni
significative del costo del lavoro (che rendono più vantaggiosi i
contratti a tempo indeterminato rispetto agli altri, incentivano le
nuove assunzioni per il 2015 e prevedono sgravi anche per il lavoro non
dipendente).
Questa legge di stabilità destina oltre due miliardi di euro, aumentati con lavoro della Camera, sugli ammortizzatori sociali e le politiche attive sul lavoro,
quasi quattro volte in più del passato. Queste ultime due misure danno
una corretta chiave di lettura della delega sul lavoro, il famoso
"Jobs Act" di cui si è sentito parlare molto, senza però approfondirne i
reali contenuti.
Con le maggiori entrate derivanti dalla tassazione sulle rendite finanziarie, sul gioco d'azzardo e dai tagli alle pensioni d'oro, verranno sostenute nuove misure per la lotta all'evasione e per la prevenzione e cura delle ludopatie.
Si tratta di temi di cui si parla spesso, raccontando inesattezze e
dando informazioni superficiali.
Questi sono invece provvedimenti
concreti e misurabili.
Vengono approvati anche interventi sul funzionamento dello Stato, della giustizia civile, sulla riforma della burocrazia.
Ci sono quasi 11 miliardi in più nella disponibilità degli italiani, a partire da chi ha di meno, stabilizzando tra l'altro il bonus fiscale di 80 euro (cosa di cui molti dubitavano) e c'è una forte spinta verso nuove assunzioni sempre più di natura stabile. Questo il difficile lavoro che si è fatto e si sta facendo.
La
prima bozza di legge era più espansiva, metteva cioè più risorse
pubbliche in questa fase difficile dell'economia. Su questo pesano
ancora i vincoli europei. Vincoli non illogici perché nascono per contenere la spesa e il debito e dipendono anche dagli sprechi del passato, ma che vanno rivisti alla luce del contesto di crisi che stiamo purtroppo vivendo da alcuni anni. Su questo è in corso un'azione importante per cambiare le logiche degli interventi europei.
Un Paese riparte non solo dalle norme scritte nella legge di stabilità, ma le norme della legge economica fondamentale devono creare le condizioni e sostenere la ripresa e questo provvedimento lo fa.
Con il lavoro di tutti è stato scongiurato il licenziamento per diverse centinaia di persone.
Il lavoro da fare è ancora grande. Siamo impegnati per un progetto complessivo di sostegno agli investimenti sul nostro territorio e
su questo spero di poter scrivere qualcosa di concreto molto presto.
Perché se da un lato occorre un impegno su ogni singolo posto di lavoro
perso, dall'altro è solo con un sostegno agli
investimenti e una seria politica industriale che può ripartire lo
sviluppo e quindi l'occupazione. Non esistono scorciatoie.
Riporto qui i collegamenti ad alcuni miei interventi (sul tema dei trasporti locali, sul malaffare, sulla competitività del nostro territorio, sulle tensioni politiche di questi mesi) e ai video che sintetizzano alcune mie partecipazioni alle iniziative sul territorio cui sono stato spesso invitato nel fine settimana.
Infine i dati sulla presenza in aula e sui provvedimenti
presentati. Su questo vorrei dire una parola chiara. Non facciamo di
tutta l'erba un fascio. Io sono a Roma in Parlamento dal lunedì al
venerdì, sono presente in Aula e in Commissione. È il mio dovere e lo
faccio con orgoglio. Spesso poi il sabato e la domenica ho iniziative
sul territorio. Incontro sindaci, amministratori locali, cittadini.
Quando sento dire o scrivere che i politici fanno poco o nulla chiedo sempre di verificare puntualmente di chi si sta parlando. Non esistono i politici in generale, esistono le singole persone e l'impegno di ognuno è verificabile in modo preciso e con esiti spesso sorprendenti.
Quando sento dire o scrivere che i politici fanno poco o nulla chiedo sempre di verificare puntualmente di chi si sta parlando. Non esistono i politici in generale, esistono le singole persone e l'impegno di ognuno è verificabile in modo preciso e con esiti spesso sorprendenti.
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