8 marzo 2015

Tutti abbiamo gli stessi diritti

 

L'insostenibile pesantezza della disuguaglianza

Eurostat: in Ue le donne guadagnano in media il 16% in meno degli uominini. In Italia il gap si attesta a 7,3%, piazzando il Paese al quarto posto tra i migliori e al 22esimo tra i peggiori per differenza di retribuzione uomo-donna tra i paesi dell'Unione europea

8 marzo 2015
"Le donne restano discriminate a livello salariale in tutta Europa, prendono meno e hanno posti peggiori e più precari. Infatti, per quel che riguarda il salario, come media nel 2013 nell'Unione europea il differenziale retributivo di genere si attestava al 16,4%, andando da un gruppo con una differenza inferiore al 5% come accade in Slovenia (-3,2% salario femminile rispetto a quello maschile) a più del 20% come accade in Estonia (-29,9%), Austria (-23%), Repubblica Ceca (-22,1%) e - sorpresa - Germania, dove la differenza tra il salario maschile e quello femminile vede quest'ultimo in media inferiore del 21,6%.

Per quanto riguarda l'Italia, il gap si attesta a 7,3%, piazzando il Paese al quarto posto tra i migliori e al 22esimo tra i peggiori per differenza di retribuzione uomo-donna tra i paesi dell'Unione europea, con un peggioramento dal 2008, quando era al 4,9%, di 2,4 punti percentuali".

Lo dice l'Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, che in occasione dell'8 marzo, ha pubblicato uno studio sulle differenze tra uomini e donne nel mercato del lavoro: Women earned on average 16% less than men in 2013 in the EU

Le differenze tra donne e uomini nel mercato del lavoro, "non riguardano solo le differenze di salario, ma anche il tipo di occupazione - spiega l'Eurostat - per esempio, pur rappresentando il 46% di persone impiegate, le donne sono sotto rappresentate tra i manager, con 1/3 soltanto di donne nel 2013 in Unione europea".

Tra i Paesi con meno donne manager nel 2013 c'è "il Lussemburgo- sul 44% di impiegati, solo il 16% dei manager sono donne- seguito da Cipro, Paesi bassi e Croazia".

Al contrario, in Ungheria, "le donne sono il 46% tra gli occupati, con il 41% tra i manager, seguita da Lettonia e Polonia". Invece, le donne sono molto presenti come impiegate d'ufficio e addette alle vendite, con i 2/3 delle persone occupate, soprattutto Irlanda e Repubblica ceca", secondo lo studio. Secondo lo studio Eurostat, il gap tra uomini e donne nel mercato del lavoro, "è significativo anche dal punto di vista del contratto di lavoro". Infatti, "nel 2013, una donna su tre, (31,8%) aveva un lavoro part-time, al contrario degli uomini, che erano meno di uno su dieci (8,1%)".

Per quanto riguarda il tasso di occupazione, "le maggiori disparità nell'Unione europea tra uomini e donne sono a Malta (79.4% di uomini contro 49.8% di donne, con una differenza di 29.6 punti percentuali) mentre in Italia la differenza è di 19.9 punti percentuali. All'opposto troviamo la Lituania, con 2.6 punti percentuali", continua l'Eurostat. A questo proposito, e' importante notare che i paesi membri con il piu' alto tasso d'occupazione di donne, sono anche quelli che impiegano largamente le donne in lavori part-time. Per questo "uno dei maggiori obiettivi dell'Europa per il 2020 è di incrementare l'occupazione, per arrivare al 75% per donne tra i 20 e i 64 anni", conclude lo studio.

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Il PD dalla parte delle donne - Deputati PD

La libertà delle donne di scegliere il proprio destino, lavoro, maternità, progetto di vita, sicurezza, è il principio della buona politica. I diritti umani delle donne, in Italia e nel mondo, sono condizione della dignità di tutti e della convivenza nelle civiltà, segnate da violenze contro le donne e le bambine, terrorismi e guerre.

Il Partito Democratico ha nell’uguaglianza, nei diritti e nelle pari opportunità la propria bussola. Perché è giusto e per far crescere il benessere dell’intera società.

Conviene all’Italia e all’Europa. Per una nuova economia e uno sviluppo equilibrato, come ci dice l’Unione europea, dovremo innalzare l’occupazione femminile al 60% entro il 2020, circa tre milioni di donne occupate in più rispetto a oggi.

Come gruppo PD alla Camera abbiamo dichiarato i nostri intenti in una mozione approvata a larga maggioranza nel novembre scorso.

Abbiamo indicato azioni e obiettivi che riguardano l’accesso delle donne al lavoro, l’imprenditoria femminile, la flessibilità e la conciliazione del lavoro con i tempi di vita famigliare, il monitoraggio sulla parità di accesso delle donne fino ai livelli più alti della pubblica amministrazione e delle istituzioni.

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Senatori PD, 8 marzo aderiamo a #heforshe e #8marzodellebambine

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Approfondimenti e dossier 

"8 marzo: il divario c’è ma si è ridotto" - lavoce. info

"International Women’s Day 2015: This Is the Year". The World bank


Gender Equality - OECD

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