Ascolta caro fratello!
Noi tutti ascoltiamo la tua voce maschia di rame, vibrante di
oboe, l'angoscia ostruita delle mie lacrime trasformarsi in inno all’eterna
vita;
Ascolta caro amico Gino,
Noi tutti ascoltiamo battere in lontananza il tuo cuore
notturno alle feste e diventar lucente col bagliore del sol levante, alla
fermata del pedibus;
Ascolta cara sorella Piera,
Noi tutti ascoltiamo la grave ed al tempo stesso melodica
voce di Gino affluire ed irrompere nel
mattutino silenzio quando accompagna i bambini a scuola, sì a scuola che non è
il serbatoio del sapere, ma del sapere essere;
Ascolta caro fratello Gino,
Noi tutti ascoltiamo il soffio che dà e riprende, come un
olio di vita che conferisce ai ponti la curva delle groppe e l'elasticità delle
liane.
Ecco tornare i tempi che furono, l'unità ritrovata,
l'idea legata all'atto, l'orecchio al cuore ed il segno al
senso.
Apriamo gli occhi dell'arcobaleno e le orecchie, soprattutto
le orecchie, a Dio che con un riso di sassofono creò il cielo e la terra in sei
giorni.
E il settimo giorno,
dormì come te ora, caro fratello ed amico Gino, del grande sonno che c’insegna
che è possibile morire senza mai cessare d’esistere.
Ora che sei aldilà dell’umanamente comprensibile, io, da
amico e fratello, ti dico che non sei stato, tu, Gino, sei.
Che il Signore ti accolga
nei suoi verdi pascoli, ma non ti dimenticare di noi… sì, noi che siamo ancora
nel limbo ma imbevuti di speranza perché ti abbiamo incontrato nel nostro
cammino. A te Piera, qualcuno diceva che dietro un grande uomo c’è sempre una
grande donna ma tu hai dimostrato che solo camminando al fianco di una grande donna
si diventa uomo. Un forte abbraccio.
Mohamed Ba
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