29 gennaio 2012

Buona domenica del 29/01/2012.

Giovedì 26 febbraio i consiglieri comunali che con le loro dimissioni hanno provocato le fine anticipata della legislatura, presso la sala della biblioteca comunale, hanno tenuto un incontro pubblico, per motivare le ragioni della loro scelta.

Abbiamo video registrato gli interventi dei tre ex capigruppo: Lazzarini - Progetto Territorio, Sanità - PDL- , Fassina - PD. Appena sarà possibile li potrete presto visionare sulle pagine di questo blog.

Gli interventi hanno ricostruito gli ultimi mesi e le fasi che hanno portato alla fine della Giunta dell'ex Sindaco di Sulbiate.

Lazzarini
ha ripercorso i suoi sette anni di esperienza amministrativa. Si è soffermato sulla realizzazione della scuola: obsoleta, voluta a tutti i costi ma su un progetto che ormai era palesemente vecchio e che quindi non poteva tenere conto di tutte le nuove possibilità ed esigenze di risparmio energetico. Ha poi denunciato, l'assurdo atteggiamento irrispettoso tenuto nei confronti della minoranza e tutte le opere non ancora completate: torrente Cava, asilo, tangenziale nord.... Lazzarini ha dichiarato che non si presenterà alle prossime elezioni. Il consigliere Antonini non ha potuto partecipare perchè ammalato ma sono stati molti gli spunti ripresi da Lazzarini di un suo intervento che il nostro blog aveva già pubblicato qui.

Sanità ha condiviso l'intervento di Lazzarini ( Sanità fino a poco tempo fa, era il capogruppo della Lista Civica Progetto Territorio). Secondo Sanità la responsabilità politica di quanto è accaduto non è solo dei nove consiglieri che si sono dimessi ma anche di chi in questi sei mesi non ha fatto nulla per tamponare la crisi. La situazione era di assoluta ingovernabilità, impossibile attendere ulteriormente. Ha confermato di essere stato avvicinato dall'ex vice Sindaco (neo tesserato PDL - ancora in attesa di conferma?) ma di non essersi prestato ad accordi "non alla luce del sole" che avrebbero stravolto la volontà degli elettori.

Più articolato e complesso l'intervento di Gigi Fassina.
Teorema lo ha già pubblicato in questo post dal titotolo: "Era proprio necessario? Noi oggi diciamo con forza: sì!". Ripercorre in breve le 10 tappe principali che hanno portato i consiglieri PD a scegliere di dare le dimissioni.

In estrema sintesi sono tre i punti emersi che hanno determinato la fine della legislatura, condivisi da tutti i presenti: la mancanza di democrazia; la questione grande distribuzione - outlet che ancora non sembra essere definitivamente risolta; l'ingovernabilità dovuta ai vari "giochini politici" praticati dalla ex giunta al fine di garantirsi una qualsiasi maggioranza in disprezzo di quella scelta nel 2009 dagli elettori di Sulbiate.

Pubblico presente abbastanza numeroso, anche se in buona parte persone "adetti ai lavori".

Da segnalare l'intervento dell'ex Sindaco Giampiero Cavenago che ha manifestato aperto consenso alle scelta del Pd.

Presenti in sala anche gli ex Assessori Daniela Mattavelli, Pierangelo Brioschi e il Segretario provinciale Lega Nord Canobbio, ex Consigliere di Progetto Territorio.

Pur sollecitati da alcuni interventi, nessuno dei protagonisti si è espresso in merito a quali saranno le formazioni e le allenze future che presto dovranno definirsi per le imminenti elezioni.

buona domenica


28 gennaio 2012

Era proprio necessario? Noi oggi diciamo con forza: SI!


Pubblichiamo il testo dell'intervento di Gigi Fassina (ex capogruppo consiliare Pd) tenuto durante l'incontro pubblico che si è svolto ieri sera in biblioteca.

Ma recuperiamo le 10 tappe principali che ci hanno portato alla scelta di dare le dimissioni.
1- Abbiamo lavorato alla stesura del programma presentato nel 2009 con una certa fatica perché ci sono state negate le proposte di discontinuità col passato (precedente Amministrazioni). Alla fine abbiamo trovato un compromesso sulla settima edizione del programma. Stesso problema sulla firma dell’accordo che avrebbe sancito la nascita della LISTA CIVICA SI. La sera del 4 maggio 2009, dopo aver rischiato di far naufragare l’accordo, abbiamo proposto di sottoscrivere una dichiarazione del PD a sostenere l’Amministrazione e non una lettera di intenti, sulla quale non c’era accordo. E così è stato. Fassina, in qualità di portavoce ha firmato la lettera che è stata controfirmata da Sindaco uscente e Capogruppo SI uscente.

2- Il risultato elettorale ha premiato i 5 candidati del PD: infatti i dati parlano chiaro.

MARIA GRAZIA CRESPI 68 -
LUIGI FASSINA 67 -
FAUSTO BRAMBILLA 59
LUIGI CEREDA (detto GINO) 54 -
ELENA ALICE VILLA 54 -
MATTEO LEONI 50 -
CLAUDIO ZANONI 43
MARIO ZOIA 38
ANDREA CAVENAGHI 31
MIRKO VINCENTI 31
LUCA ZOIA 22
LUCA STUCCHI 20 primo non eletto
LUIGI SIRONI 13
MASSIMO GAZZOLA 7


Sono stati nominati Vice-sindaco e capogruppo indipendentemente dai risultati elettorali, in base ad accordi fatti coi diretti interessati prima del voto, ma non condivisi col Gruppo. Abbiamo anche proposto, a più riprese, un modo differente di lavorare in Gruppo Consigliare: gli incontri infatti venivano indetti senza Odg e mai steso un verbale.

3- Dopo l’ennesima irritazione del Sindaco, su quanto scritto sul blog Teorema, a cui non è mai seguito incontro coi diretti interessati, nonostante i ripetuti inviti da parte dei 5 consiglieri del PD, è stato comunicato dal Sindaco a Fassina, per telefono che gli toglieva la delega di Assessore in quanto ancora portavoce del PD. Fassina ha fatto presente che non era negli accordi che venisse sostituito nel compito di portavoce: peraltro aveva già provveduto perché il nuovo statuto del PD prevedeva la non possibilità del doppio incarico. La mattina dopo a Fassina veniva ridata la delega senza che nessun fatto nuovo fosse intervenuto.

4- Ad aprile del 2011, veniva posta la questione Outlet, perché la proprietà, in febbraio, aveva consegnato una richiesta di unificazione del PE19 e PE20 ipotizzando l’Outlet. In preparazione della riunione di Giunta del 26 aprile, Fassina ha scritto un documento nel quale chiedeva che venissero modificate una serie di affermazioni contenute nella delibera. Alla risposta negativa del Sindaco, Fassina prima dell’incontro ha dichiarato che se veniva confermato il testo, avrebbe dato voto contrario: quindi nessuna scelta fatta col Circolo e prevaricante la Giunta come invece ha affermato il Sindaco. La seduta di Giunta si è conclusa, dopo accesa discussione, con il voto contrario dei 2 assessori PD. Tre giorni dopo Fassina veniva raggiunto telefonicamente dal giornalista del GdV al quale ha detto brevemente come si era giunti ai 2 voti contrari. Questa intervista ha fatto decidere il Sindaco per il ritiro della delega. A questo punto la tensione è aumentata al punto che è stata chiesta dal portavoce del PD un incontro di chiarimento. In quella sede il Sindaco ha ribadito la scelta della revoca ed la conseguente rottura dell’accordo col PD. Il Sindaco ha chiesto poi che i 3 consiglieri PD formassero gruppo a parte, condizione per mantenere i 2 assessori che avrebbero quindi continuato a far parte della Lista Civica. Di fronte al diniego dei consiglieri PD di uscire dalla Lista Civica, è stata fatta una riunione della Lista Civica senza i 5 consiglieri del PD e decretata la loro espulsione.

5- I 5 consiglieri a questo punto hanno formato il Gruppo Consigliare PD e l’assessore Crespi ha presentato le sue dimissioni da Assessore. Con che coraggio oggi viene affermato che il Gruppo PD è in Consiglio Comunale senza essere passato dalle urne….

6- E’ stato chiesto un incontro tra Circolo, Gruppo e Sindaco al fine di definire la nuova collaborazione di maggioranza. In quella sede il Portavoce ha chiesto la disponibilità a ritornare sulla scelta dei 2 Assessori, ma il Sindaco ha affermato che piuttosto di ridare il secondo assessorato agli uomini del PD, l’avrebbe offerto a quelli del PDL.

7- Il Gruppo PD ha dichiarato di mantenere fede all’impegno preso con i cittadini, continuando a sostenere l’Amministrazione sui punti di programma: ha precisato che sugli altri punti avrebbe di volta in volta valutato le posizioni da prendere. Quanto è stato affermato, che i consiglieri PD “saltano da una parte all’altra” a seconda di quanto “imposto loro” dal Circolo, è falso, tendenzioso e lontano dalla realtà.

8- Il resto è storia recente. Nonostante la proposta del gruppo PT di presentare una mozione di sfiducia, il Gruppo PD ha affermato di voler tener fede all’impegno elettorale: sostegno per il programma ma valutazione di volta in volta sugli altri punti in discussione. A giugno il Consiglio Comunale ha discusso il tema Outlet, grazie ad una mozione presentata da PT: in quell’occasione il Gruppo PD ha presentato un emendamento che bloccava le iniziative della Giunta ed impegnava il Sindaco ad avere il Consiglio Comunale come ambito nel quale decidere la strategia sulla questione.
Il Sindaco è stato messo per la prima volta in minoranza.

9- Nel CC di settembre è successo una altro strappo: il Gruppo PD era pronto a votare contro la variazione di bilancio. E’stato affermato in modo non trasparente che il voto contrario avrebbe di fatto provocato la caduta dell’amministrazione. Ed il Gruppo PD ha deciso di astenersi, per evitare il blocco delle attività nel sociale, ma scoprendo poi che le norme non decretavano la caduta in modo automatico. Era la Giunta, e non il PD, che, non essendo disponibile a rivedere la scelta, avrebbe provocato la caduta dell’amministrazione. Questa è scorrettezza istituzionale.

10- A dicembre l’epilogo con la dichiarazione dei tre assessori in carica, di essersi tesserati nel PDL. E’ apparso subito che la scelta fosse strumentale, cioè legata a bloccare la minacciata mozione di sfiducia preparata dalla minoranza. Si è atteso invano che durante il Consiglio i tre tesserati chiarissero la loro posizione, ma ciò non è avvenuto. Resta solo la dichiarazione del Sindaco che questa scelta avrebbe “riequilibrato la situazione”: non si capisce come possa essere equilibrata una Giunta uscita dalle elezioni con 2 assessori in forza al PD, ed ora con nessun tesserato del PD ma 3 tesserati PDL, partito all’opposizione. Questa è confusione profonda !

Resta una considerazione finale: questo modo di procedere, che di fatto utilizza meccanismi molto praticati nella prima repubblica, quando i governi di facevano e disfacevano per trovare gli equilibri, non ci appartiene ed lo riteniamo molto lontano dal sentire odierno dei cittadini.
I reduci della Lista Civica hanno tentato con le due mosse, dell’espulsione dei Consiglieri PD e del tesseramento nel PDL, di tenere in piedi “una baracca” che per primi invece hanno affossato: hanno ammazzato una collaborazione col PD che aveva tutti i requisiti per poter governare per 5 anni, hanno inventato un tesseramento per salvare capra e cavoli: ma in entrambe le scelte fatte non hanno calcolato le conseguenze e questo dice della poca attitudine a gestire una collaborazione e ad avere uno sguardo politico sulle cose. Per noi le idee diverse sono una risorsa: per la Lista Civica no. La presunzione della Lista Civica è dimostrata nei fatti.

Interrompere questa Amministrazione ? Si, è stato necessario !!!
E ci siamo assunti la responsabilità di GIRARE PAGINA nell’interesse del paese.

Gigi Fassina
26/01/2012

27 gennaio 2012

Giornata della memoria.


Lettera di Pier Luigi Bersani all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

La Giornata della Memoria è un momento di riflessione su una delle vicende più drammatiche della storia umana. Il ricordo della Shoah era indispensabile ieri, ma lo è ancora di più oggi. Ci spinge a cercare di comprendere per quale via, e seguendo quali aberrazioni dell'animo umano, sia stato possibile arrivare all'abisso, e come evitare che la storia non si ripeta.

Il nazionalismo, il disprezzo che genera l'intolleranza, il populismo, l'ignoranza, il razzismo, furono le cause prime che attraverso un lento scivolamento delle coscienze portarono allo sterminio programmato e di massa di milioni di uomini e donne, anziani e bambini. Esseri umani inermi, vittime di un odio cieco, che non ha limiti, che non si ferma e non riconosce l'umanità in chi è altro da sé.

Proprio la memoria di ciò che è stato deve metterci in guardia di fronte al riemergere di sentimenti di paura dell'altro, di intolleranza, di xenofobia, di razzismo, di antisemitismo, semi amari capaci di far nascere cattivi frutti. Le cronache drammatiche di questi mesi testimoniano del pericolo che incombe sulla nostra comunità nazionale e, più in generale, sull'Europa.

Mi riferisco, in particolare, alla strage di Utoya e a ciò che è accaduto di recente in Italia, a Firenze, con l'uccisione dei nostri fratelli senegalesi Samb Modou e Diop Mor. Due storie violente ed atroci che hanno in comune l'odio per lo straniero e per chi ha idee diverse dalle proprie; idee considerate inaccettabili se diffondono sentimenti di pace, solidarietà e uguaglianza e se sono sostenute da giovani con forti convincimenti politici ed ideali.

Nessun paese può considerarsi al riparo dall'orrore. Dobbiamo dire con chiarezza che i ripiegamenti difensivi e di chiusura, che pure ci sono, non mettono al riparo nessuna comunità dai cambiamenti imposti dalla globalizzazione e dalla crisi di sistema che investe l'Occidente. Dobbiamo dire con forza che chi è chiamato a ricoprire una responsabilità deve preoccuparsi di non alimentare le paure e gli istinti più retrivi dell'animo umano, deve sentire l'urgenza di unire le persone e non di dividerle favorendo la comprensione reciproca. E' un dovere morale testimoniare ciò che è stato affinché le nuove generazioni siano avvertite che quanto accaduto con la storia tragica della Shoah non debba mai più ripetersi.

Dobbiamo educare i nostri ragazzi a diventare cittadini responsabili di fronte alla vita di ogni persona e a riconoscerne la piena dignità umana, senza differenze di razza o di religione e, più di ogni altra cosa, senza coltivare l'odio. La nostra bellissima Costituzione, nata dalla dolorosa esperienza del fascismo, della guerra e della lotta di liberazione, lo dice con una semplicità e una chiarezza cristallina all'articolo tre: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Dunque devi rispettare il bianco e il nero, l'uomo e la donna, il vecchio e il giovane, e in ugual modo devi rispettare chi è di destra e chi è di sinistra, perché una politica che si alimenta di odio non è politica. Dobbiamo insegnare ai giovani a difendere i propri convincimenti profondi con forza e determinazione, ma non al punto da odiare chi la pensa in maniera diversa.

Io credo che sia questo il significato più giusto per celebrare con spirito positivo la Giornata della memoria: ricordare la persecuzione e lo sterminio del popolo ebraico e di tutti coloro, militari, civili e politici, che furono deportati nei campi di sterminio nazisti, affinché il loro sacrificio non sia consegnato all'oblio, e riflettere sul valore della dignità e del rispetto dei diritti di ogni essere umano. Mai più, è stato detto e ognuno, per la propria parte, deve fare in modo che mai più sia.

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Il deputato democratico Ludovico Vico, ha voluto rendere omaggio alla "Giornata della Memoria", ricordando la scrittrice ebrea
Elisa Springer


La storia, se vogliamo veramente ricordare e comprendere, deve essere in grado di uscire dai libri ed entrare nei corridoi delle nostre case.
Quando conobbi Elisa Springer, una figlia adottiva della mia natia Manduria, pensai subito che il senso di quella presenza e del suo ricordo e del suo racconto, aveva il sapore di tale mia convinta asserzione.
Era carne viva di un tempo malato che spesso negazionismi oltraggiosi e dolorosi avevano tentato di cancellare, anche confidando nel “Silenzio dei vivi”: quei sopravvissuti che avevano deciso di allontanarsi dall’orrore perché troppo difficile anche solo da ricordare.

Elisa aveva tenuto questa paura per se in lunghi interminabili anni lontano dalla sua Vienna, ma quando i suoi occhi e la sua memoria stavano per spegnersi, seppe ritrovare l’orgoglio della sua storia per raccontarla al mondo non solo nel Giorno della Memoria, ma sempre.
Elisa è l’esempio consumato a pochi passi da noi di come l’orrore non sia mai troppo lontano per sentirsene difesi o immuni abbastanza.
L’orrore è in chi ancora nega, ma anche nel canto volgare e rozzo del figlio di un diplomatico, nei proclami razzisti, nelle vergogne di Stati che disseminano i loro confini di mine antiuomo,nelle spire di secessione, prima che politiche, umane di un popolo, nell’odio incontrollato che spinge molte giovani generazioni, anche della nostra Italia, a considerare di serie inferiore il cittadino di colore, il gay, il “terrone” o addirittura uno “stupido” il giovane carabiniere chiamato ad accompagnare la squadra del cuore tra i cori offensivi e ingiuriosi di uno stadio.

Questo orrore che il popolo ebraico consumò nel dolore di famiglie spezzate, umiliazioni, difficoltà e morte oggi è presente più che mai, anche se non ferisce in pieno volto i figli di Israele, ma i nostri figli o i ragazzi etiopi e somali o quelli di mille altri luoghi del mondo persi in guerre senza nome.

Elisa racconta del suo ritorno in quella casa che fu sua a Vienna così: “" la prego, mi conceda un attimo di pietà, non mi cacci via, so che per lei è difficile, ma mi faccia entrare, mi faccia guardare un attimo nel mio passato... Alle pareti c’erano ancora dei quadri di famiglia, i nostri quadri. La mia famiglia appesa a un muro. I miei occhi, gonfi di lacrime, si sono posati su un quadro in particolare. La signora, sulla porta, ha seguito il mio sguardo e mi ha concesso di toglierlo dalla parete e portarlo via con me” ( E. Springer, op. cit. pp.113-114 )

Quel quadro della memoria vorrei fosse appeso in ogni casa!

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Il senatore del PD Pietro Marcenaro, Presidente della Commissione Diritti Umani di Palazzo Madama, alla vigilia del 27 gennaio, ha annunciato che "lo scorso mercoledì la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha inserito all'ordine del giorno il disegno di legge che, rimediando a un errore compiuto nella originaria stesura della legge, riporta il ricordo dello sterminio della popolazione Rom e Sinti, a fianco di quello del popolo ebraico, all'interno del Giorno della Memoria".

"Quello dei Rom è uno sterminio dimenticato. Anche una legge così importante come quella che ha istituito il Giorno della Memoria non ne faceva cenno. Per questo l'inserimento del Porrajmos nel Giorno della Memoria è un atto dal forte valore simbolico e culturale. Un gesto di riparazione che restituisce verità storica e dignità a queste vittime dimenticate dell'Olocausto. Porrajmos (o Porajmos, Poraijmos), in lingua romanés, vuole dire 'divoramento', 'devastazione' - ha spiegato Marcenaro - uno sterminio che al pari di quello degli ebrei fu condotto con scientificità e meticolosità in tutti i paesi occupati dai nazisti. Mancano dati certi riguardo al numero delle vittime, ma le stime suggeriscono una cifra che oscilla tra le 500 mila ed il milione e mezzo di vittime".

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Il Vice Presidente Senato, Vannino Chiti si è recato a Pistoia a consegnare le medaglie concesse dal Presidente della Repubblica a tre cittadini della provincia di Pistoia internati nei lager nazisti durante l'ultimo conflitto mondiale.
"Tramandare la memoria alle giovani generazioni"


''Oggi, nel Giorno della Memoria, si ricorda la data simbolo in cui si aprirono i cancelli del campo di Auschwitz. E' doveroso ricordare i sei milioni di ebrei vittime del nazismo, gli orrori di quello sterminio e i campi di concentramento. Abbiamo il compito di impegnarci affinchè le giovani generazioni sappiano cosa accadde in quella stagione di barbarie. Non bisogna mai cessare di ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti dello sterminio e chi tramanda la memoria di chi non è tornato. Solo con la consapevolezza delle giovani generazioni potremo difendere con la massima fermezza l'uguaglianza, la libertà, la democrazia, la solidarietà e impedire che il mondo debba conoscere simili tragedie. I crimini contro l'umanità devono essere perseguiti: non per vendetta ma per spirito di giustizia. Perchè - ha sottolineato il vice presidente del Senato - per quanto è nelle nostre responsabilità mai più la storia debba ripetersi".

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In occasione della Giornata della Memoria, su Youdem tv alle ore 18.00 verrà messa in onda un’intervista esclusiva a Walter Veltroni, che racconta del viaggio, fatto assieme ad altri deputati e ai sopravvissuti, ad Auschwitz e Birkenau, il campo di concentramento più grande, dove furono uccisi circa due milioni di ebrei e zingari.
L’intervista sarà seguita dal documentario “L’infanzia interrotta”, il video racconto del viaggio ad Auschwitz e Birkenau compiuto con cinque sopravvissuti, le sorelle Andra e Tatiana Bucci, Nedo Fiano, che è il papà del deputato Emanuele (firmatario della lettera), Sami Modiano e Piero Terracina, persone sopravvissute a quell’orrore.

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Bersani: noi progressisti europei difenderemo un modello sociale unico al mondo.

Dichiarazione di voto di Pier Luigi Bersani sulle mozioni di politica europea dell'Italia

Il Pd si impegnerà con i progressisti europei per sollevare un "moto d'opinione democratico e europeista che ribadisca i capisaldi di un modello sociale unico al mondo che ci rifiutiamo di vedere svilito e distrutto". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervenendo in aula alla Camera nel dibattito sulle mozioni Ue.

25 gennaio 2012


26 gennaio 2012

Giovedì 26/01/2012 i Consiglieri dimissionari incontrano i cittadini.

Lega Vergogna!

La nota del mattino del 26/01/2012.

1. MONTI RICEVE DAL PARLAMENTO UN FORTE VIATICO PER IL NEGOZIATO SUI TRATTATI EUROPEI. A DAVOS MERKEL GELA LE ATTESE DI UNA DISPONIBILITA’ TEDESCA PER IL FONDO SALVA STATI, MA RILANCIA IL TEMA DELL’UNITA’ EUROPEA E DELLA CRESCITA.
Il presidente del Consiglio Mario Monti ha ricevuto ieri dal Parlamento italiano un viatico fortissimo in vista del negoziato sui nuovi trattati europei, che sarà al centro della riunione del Consiglio d’Europa a fine gennaio. Il governo italiano ora può dare battaglia perché gli accordi siano rigorosi, ma anche credibili e finalizzati anche alla crescita.
Da Davos, dove ha aperto i lavori del World Economic Forum, il vertice dei potenti del mondo sull’economica, la cancelliera Angela Merkel ha ribadito la ricetta tedesca e annunciato un no secco all’aumento delle risorse da mettere a disposizione del fondo salva Stati, ma ha anche rilanciato l’Unione europea e la necessità di un intervento per la crescita.
In allegato alla nota, una lunga intervista a Angela Merkel pubblicata da La Stampa, che oggi ha fatto un numero speciale sull’Europa. Sempre da La Stampa, la cronaca da Davos: “Nessuna apertura sull`aumento del fondo salva-Stati e invece un messaggio preciso ai partner europei: ci si salva con una maggiore disciplina fiscale - e qui siamo in pieno dogma tedesco - ma anche con riforme che aumentino al produttività e «creino lavoro». A Davos, dove interviene per aprire i lavori del World Economie Forum, il Cancelliere tedesco Angela Merkel respinge nettamente le richieste di chi - tra gli altri il Fondo monetario e L`Italia vorrebbero che all`Esm di prossima creazione fosse data più potenza di fuoco dei 500 miliardi previsti. «Adesso dicono che deve essere il doppio», spiega la Merkel parlando proprio delle richieste per aumentare il fondo salva-Stati, «"Se è il doppio vi credremo", altri dicono addirittura che deve essere il triplo. E io mi chiedo sempre quanto questo sia credibile». La risposta del Cancelliere è netta e chiude la strada a possibili aumenti dell`Esm: «Abbiamo detto fin dall`inizio che vogliamo difendere l`euro. Ma ciò che non vogliamo è una situazione nella quale siamo costretti a promettere qualcosa che poi non saremmo in grado di mantenere perché se la Germania promette e non mantiene e i mercati partono all`attacco, allora l`euro sarebbe davvero vulnerabile». Anche perché - aggiunge - la fiducia, che l`Europa ha già ampiamente perso «è la moneta più importante che si possa avere oggi nel mondo». Se si tratti di sola tattica o se la Germania davvero si opporrà a qualsiasi ritocco all`Esm si scoprirà in pochi giorni. Proprio per ritrovare la fiducia dell`Europa e dell`Europa, dice comunque il Cancelliere, «c`è bisogno di un grande ripensamento» della costruzione comunitaria. Servono «non solo misure di austerità, ma anche riforme strutturali che portino a più posti di lavoro». Dunque avanti con il «fiscal compact, che significa che tutti dobbiamo introdurre un limite al debito» e «smetterla di avere scuse» per gli sforamenti di bilancio. E allo stesso tempo, convinta che non di solo rigore si vive, la Merkel apre anche a «riforme strutturali che portino più posti di lavoro, che sono essenziali»: Per farle servirà «più potere all`Europa». Lo stesso potere, ovviamente, che la Germania vuole applicare ai bilanci pubblici”.

2. SOFFERENZE VERE, DISUGUAGLIANZE E LATI OSCURI DELL’ITALIA. IL PAESE IN BALIA DELLE PROTESTE. C’E’ PREOCCUPAZIONE E BISOGNO DI ATTENZIONE. MA NON TUTTE LE FORME DI PROTESTA SONO ACCETTABILI E MOLTE OMBRE GRAVANO SULL’IMPROVVISO RISVEGLIO DELLA RIVOLTA. L’INSOFFERENZA DEL PDL E DELL’AREA DEGLI AFFARI OSCURI.
L’Italia è in sofferenza. Perdita di potere di acquisto. Famiglie in difficoltà. Crescita delle disuguaglianze. Perdita del lavoro. Tutto concorre a far scattare proteste e dimostrazioni in questa fase di manovre dure rese necessarie dal disastro provocato dai governi delle destre, quella di Berlusconi e quella di Bossi. Da qui i Tir, i pescatori, gli agricoltori, i dipendenti delle varie imprese in crisi, i cassintegrati. La sofferenza è forte e diffusa. Il governo e le forze politiche devono essere impegnati ad ascoltare le ragioni e i problemi di coloro che sono in difficoltà.
Dalle agenzie di stampa. DIRE) Roma, 25 gen. - "Mentre si progettano le riforme anche strutturali, il governo deve avere polso attento a quello che sta succedendo nel paese". Lo dice Pier Luigi Bersani commentando alla Camera i tafferugli tra forze dell'ordine e pescatori davanti a Montecitorio. "Non tutto è uguale quello che sta succedendo- aggiunge il leader del Pd- ci sono manifestazioni inaccettabili come i blocchi che abbiamo visto in Sicilia e in altre parti d'Italia e ci sono manifestazioni come quelle dei pescatori e situazioni di difficoltà in molti territori del paese, dove ci sono crisi industriali che coinvolgono territori interi" come l'Alcoa, il Sulcis, l'Aquila. "Il governo- dice Bersani- deve attrezzarsi, sapendo che abbiamo di fronte un anno difficile, per avere un colloquio sempre molto attento, preciso e ravvicinato sempre pretendendo il rispetto della legalità. Il governo deve agire su questi due crinali, mettendoci il massimo dell'attenzione, perché la situazione è difficile", osserva Bersani che richiama "la parola recessione, un termine che non ho citato a caso".
Ascolto, dunque, ma anche attenzione vigile: in questa sofferenza si sta insinuando anche la spinta della solita armata delle tenebre, sempre pronta a mettere l’Italia sotto pressione, quando il cambio di scenario politico ne mette in difficoltà affari, coperture, connivenze. Da La Stampa, intervista al presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Beppe Pisanu: “Magari si potesse dormire sugli allori dei successi, indiscutibili, dell`Antimafia. Sulle retate di `ndranghetisti in Calabria come in Lombardia, degli ultimi padrini dei Casalesi, delle nuove leve di Cosa nostra. E poi, delle mafie etniche, delle bande di spacciatori o dei trafficanti di carne umana (clandestini e prostitute). Per dirla con il presidente dell`Antimafia, Beppe Pisanu, invece, «siamo in presenza di una metastasi affaristica che si espande dall` economia illegale a quella legale, dai beni reali ai procedimenti amministrativi e ai prodotti finanziari». Insomma, a leggere l`ultima relazione dell`Antimafia, la «malapianta» non solo non si riesce a sradicare ma comincia a mettere radici anche in quei territori paludosi della «borghesia mafiosa» nelle nuove praterie del Nord. Un passaggio della introduzione del presidente Pisanu: «Se il Sud è il principale campo di battaglia, non dobbiamo dimenticare neppure per un istante che il CentroNord è l`area privilegiata di espansione delle mafie italiane e straniere». Affonda il bisturi la relazione nella metastasi del Sud: «L`attività mafiosa nelle quattro regioni di origine è causa di un mancato sviluppo equivalente al 15-20% del Pil delle stesse regioni. Circa un terzo delle imprese meridionali subisce una qualche influenza delle mafie, con dati che oscillano tra il 53% della Calabria al 18% della Puglia». Ancora: «E` evidente una divaricazione del Pil pro capite tra alcune aree del Mezzogiorno, danneggiate dalla
presenza mafiose, e altre realtà del centro e del nord d`Italia, divaricazione che in alcuni casi potrebbe raggiungere la media del 15 per cento».
Ma l’insofferenza non riguarda solo la parte più buia della società italiana. Basti pensare a quanto sta emergendo sotto gli occhi di tutti e quanto sta accadendo oggi con gli interventi più incisivi della Guardia di finanza. L’Ocse e la Banca d’Italia in questi giorni hanno segnalato l’arretramento del lavoro dipendente nel potere di acquisto e l’aumento delle disuguaglianze rispetto ai più ricchi. La Guardia di Finanza ha fatto emergere l’esistenza di migliaia di persone che vivono alla grande senza pagare un euro di tasse. E non solo. Ieri la stessa Guardia di Finanza ha parlato dei “furbetti del Welfare”. Da La Repubblica: “Non si sa se siano migliori o peggiori degli evasori fiscali. Certo è che la Guardia di Finanza li pone sullo stesso piano. Finti poveri che beneficiano degli sconti per le prestazioni sociali, dai ticket agli asili nido, studenti che non pagano le tasse universitarie: nel 2011 le Fiamme Gialle ne hanno scovati 4.358. Ma cì sono anche gli statali che fanno il doppio lavoro nella pubblica amministrazione (1.140 sono stati individuati), truffatori del Servizio sanitario nazionale, imprenditori che mettono in cassa integrazione i propri operai e poi riattavano la produzione a spese dell`Inps. Senza contare la massa di truffe e sfruttamento dei soldi pubblici e degli aiuti comunitari che viene messa in atto da una miriade di società: sono stati denunciati 860 soggetti che hanno lucrato complessivamente 250 milioni. Secondo i riscontri delle Fiamme Gialle i truffatori del pubblico denaro sono stati circa 18 mila, con un danno erariale di 2 miliardi. La Finanza ha tracciato anche dieci identikit dei furbetti scovati, dieci frodi-tipo allo Stato, alle Regioni, alla Ue. «La lotta all`evasione fiscale e agli sprechi nella pubblica amministrazione rappresentano le due facce della stessa medaglia», ha dichiarato il comandante generale della guardia di finanza, generale di corpo d`armata Nino Di Paolo, nel commentare i risultati dell`attività svolta dalle Fiamme Gialle a tutela della spesa pubblica”.
L’insofferenza verso il cambiamento ha dunque radici profonde. Non a caso Berlusconi e Bossi appaiono sempre meno capaci di resistere alla tentazione di far saltare il tavolo del governo Monti.

3. MILLEPROROGHE: CON UN AUMENTO DELLE SIGARETTE SI FINANZIANO LE PENSIONI DEI LAVORATORI PRECOCI. DIOMANI CONSIGLIO DEI MINISTRI SU SEMPLIFICAZIONI E SCUOLA.
Oggi la Camera vota la fiducia sul provvedimento cosiddetto mille proroghe, in cui è stato inserita un’ulteriore revisione dell’imposizione sulle sigarette per finanziare l’ammorbidimento della riforma Fornero per i lavoratori precoci ( quelli che hanno cominciato a lavorare a 15 anni) e per gli esodati (chi ha perso il lavoro alle soglie della pensione).
Domani il Consiglio dei ministri varerà un provvedimento sulla semplificazione, ma che conterrà anche alcune norme sulla scuola.

25 gennaio 2012

Brianza amministrative il 6 maggio. Ecco lo scenario politico.

Fonte MB News:

Il Viminale ha ufficializzato la data per le prossime elezioni amministrative: si vota domenica 6 maggio. Gli eventuali ballottaggi – come da prassi – due settimane dopo e quindi domenica 20 maggio. Per la Brianza – e i brianzoli – date da cerchiare sul calendario: alle urne andranno 3 delle 5 città più abitate della provincia: Monza (circa 122.000 abitanti), Lissone (circa 42.000 abitanti, terza città brianzola) e Cesano Maderno (circa 37.000 abitanti, quinta città brianzola). Seggi aperti anche a Meda, Lentate sul Seveso, Lesmo, Carnate e Sulbiate.
A Monza, capoluogo di provincia e piazza cruciale, il centrodestra pare non avere ancora sciolto la riserva. La Lega Nord, con il sindaco uscente Marco Mariani, ha tracciato la linea per bocca di Roberto Maroni e Umberto Bossi, intenzionati a correre in solitaria. Sul fronte Pdl, invece, dopo i rumors che davano Dario Allevi, presidente della provincia, in pole position (e le conseguenti smentite) tutto tace. Partito Democratico, Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia Libertà e lista Città Persone hanno optato per le primarie, vinte da Roberto Scanagatti. Tra chi ha già sciolto la riserva: CambiaMonza e PrimaVeraMonza, Pin, Aprire al Cambiamento e Movimento 5 Stelle. Sabato, invece, verrà presentata ufficialmente la candidatura di Unione Italiana appoggiata da Forza Lombarda. Infine, non ancora chiare le sorti delle due 'outsider': Ilona Staller e Milly D'Abbraccio.
A Lissone le primarie di coalizione hanno visto prevalere Concetta Monguzzi e quindi toccherà a lei, consigliere comunale del 'Listone', il tentativo di 'golpe' politico ai danni di una Lega Nord amministratrice da un ventennio in quel della città del mobile e che ancora non ha ufficializzato alcun nome in vista delle elezioni.
A Cesano Maderno lo scorso 24 giugno è caduta la giunta di centrodestra guidata da Marina Romanò, leghista, e il comune è attualmente guidato da un'amministrazione straordinaria, leggasi commissario.
Anche a Meda il sindaco, Giorgio Fiorenzo Taveggia, è in quota Lega; a Lentate sul Seveso giunta pdiellina capitanata dall'azzurro Massimo Sasso; a Lesmo il borgomastro è l'onorevole padano Marco Desiderati; a Carnate la lista civica 'Cittadini per Carnate', con Maurizio Riva, governa dal 2007 il piccolo comune al confine con la provincia di Lecco; infine c'è anche Sulbiate che va a elezioni anticipate: lo scorso dicembre è decaduto il sindaco Maurizio Stucchi, al suo secondo mandato, in seguito alle dimissioni di 9 consiglieri comunali su 16

La nota del mattino del 25/01/2012


1. FONDO MONETARIO E PARTNER EUROPEI FANNO PRESSIONE SULLA GERMANIA. MONTI: SE IL FONDO SALVASTATI SARA’ FORTE, QUESTO BASTERA’ A FERMARE LA SPECULAZIONE. A DAVOS IL MONDO SI MISURA CON LA CRISI GLOBALE.
Il Fondo monetario e tutti i paesi dell’Unione europea cercano in questi giorni di mettere alle strette la Germania perché sia più disponibile a collaborare con le proprie risorse alla costruzione di un più forte fondo salva Stati. Tutti questi sforzi hanno come obiettivo la definizione dei nuovi trattati europei, che dovrebbero essere definiti al vertice del Consiglio d’Europa (capi di Stato e di governo) di fine mese.
Rientrano in questa strategia le affermazioni rilasciate ieri dai dirigenti del Fondo monetario sull’Italia: oltre a ricordare che l’Europa, e più in particolare l’Italia, nel 2012 saranno pesantemente in recessione, il responsabile per l’area europea, Carlo Cottarelli, ha promosso le misure di rigore varate dal governo Monti, ma allo stesso tempo ha sottolineato come sia fondamentale che l’Unione europea si attrezzi per difendere i paesi più in difficoltà, perché in caso contrario anche questi sforzi rischierebbero di essere insufficienti. Ieri, per alcune ore, un errore interpretativo delle agenzie di stampa ha trasformato queste affermazioni di Cottarelli in una specie di de profundis per l’Italia: l’Italia non può farcela da sola. Il Fmi è stato costretto a precisare di non aver mai affermato una cosa del genere.
Anche le dichiarazioni del presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, fatte ieri a Bruxelles, hanno avuto chiaramente come obiettivo le posizioni della Germania. Monti è stato chiaro: mettere più risorse nel fondo salva Stati non significa spenderle. Al contrario: più il fondo sarà potente, meno la speculazione lancerà attacchi, meno risorse finanziarie bisognerà impegnare concretamente per difendere l’euro e i paesi in difficoltà.
La trattativa sul debito pubblico greco sta nel frattempo tenendo tutta l’Europa con il fiato sospeso: ancora non c’è accordo tra i creditori privati e il governo greco.
Questa mattina la cancelliera Angela Merkel apre i lavori del forum mondiale sull’economia a Davos.

2. SENATO E CAMERA OGGI DISCUTONO E VOTANO LA MOZIONE PER SOSTENERE IL GOVERNO NELLE TRATTATIVE SUGLI ACCORDI NELL’UNIONE EUROPEA.
Prima il Senato e poi la Camera oggi discutono sulla posizione che l’Italia deve portare in Europa sui nuovi trattati. Al centro del confronto la mozione unitaria che Pd, Pdl e Terzo polo hanno messo a punto per dare forza alle posizioni che il presidente del Consiglio Mario Monti porterà in Europa per tentare di imprimere una svolta alla linea di politica economica europea e più in particolare per tenere conto dell’esigenza di rilanciare l’economia e l’occupazione e di calibrare il rigore nella finanza pubblica senza strangolare i paesi dell’Unione. La mozione comune sarà largamente basata sul testo che fin dai primi giorni di gennaio il Pd ha presentato alla Camera.
Sulla posizione del Pd e sulla importanza delle scelte compiute in questi mesi oggi l’Unità pubblica un’importante riflessione di Alfredo Reichlin.

3. LA CONSULTA SPIEGA LA BOCCIATURA DEL REFERENDUM. FRANCESCHINI E FINOCCHIARO SCRIVONO A SCHIFANI E FINI: APRIRE SUBITO IL LAVORO SULLA RIFORMA ELETTORALE.
La Corte Costituzionale ha depositato le motivazioni con le quali ha ritenuto non ammissibili i quesiti referendari sulla legge elettorale (articoli su tutti i quotidiani). Ieri i presidenti dei gruppi parlamentari del Senato e della Camera del Pd, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, hanno scritto ai presidenti del Senato e della Camera Schifani e Fini, chiedendo che venga subito avviato il lavoro sulla riforma della legge elettorale. Il Pd ha da tempo depositato una proposta di legge di riforma varata dalla direzione del partito. Sarà quella la base di partenza nel confronto con le altre forze politiche.

4. LIBERALIZZAZIONI: IL PD SPINGE IL GOVERNO A FARE DI PIU’ E MEGLIO. LAVORO: BERSANI INVITA IL GOVERNO A TENERE I PIEDI PER TERRA.
Dalle agenzie di stampa. (DIRE) Roma, 24 gen. - Più liberalizzazioni nell'interesse dei cittadini. Il Pd riunisce il gruppo di lavoro sul decreto varato nel fine settimana dal governo e annuncia emendamenti mirati per correggerlo in Parlamento, nella direzione di un "risparmio di costi più sensibile per tutti". La piattaforma dell'esecutivo, apprende la Dire, non basta ai Democratici, che sono orientati a presentare una vera e propria "lenzuolata", per dirla secondo la metafora di Bersani-ministro. Al Nazareno, di prima mattina, ci sono il responsabile economia Stefano Fassina, i capigruppo delle commissioni economiche alla Camera e al Senato e i parlamentari esperti. Si parte dalle banche. Il Pd chiede la correzione della norma sulle assicurazioni obbligatorie per chi stipula i mutui. Il decreto prevede, in analogia con la nuova disciplina delle Rc auto, la presentazione di tre offerte concorrenziali tra loro. Ma il Pd chiederà che si torni all'intenzione originaria del governo, che escludeva l'offerta di un'assicurazione sulla vita e lasciava libertà di scelta al cliente. Gli emendamenti del Pd chiedono inoltre alle banche di ridurre i costi di e-money e carte di credito.
Capitolo secondo, le assicurazioni auto. Il Pd chiederà l'introduzione di un sistema a punti, sul modello della patente. Per chi accumula più punti, i prezzi scendono. Bene invece l'offerta di tre polizze alternative, ma i Democratici vogliono il superamento del sistema del monomandato. Non basta ai Democratici neppure il testo del governo sulla separazione tra Eni e Snam. La gestione della rete gas non può essere affidata a un decreto ministeriale da definire. La separazione va fatta subito. (SEGUE). (DIRE) Roma, 24 gen. - Anche il costo del carburante entra nella 'lenzuolata' che i Democratici scriveranno in vista dell'iter parlamentare del dl liberalizzazioni. L'idea, messa nero su bianco nel corso della riunione di questa mattina a Largo del Nazareno, viene proprio dall'esperienza del ministro Pier Luigi Bersani e prevede che lo Stato si presenti come acquirente di idrocarburi sul mercato internazionale per offrire la relativa quota a prezzi calmierati sul mercato interno. Servirebbe a tamponare l'innalzamento selvaggio dei prezzi, alla base della protesta dei camionisti in queste ore. Ai notai i Democratici chiedono di rinunciare all'esclusiva su alcuni atti, a cominciare dalla compravendita di abitazioni civili fino a un determinato ammontare. Queste stipule entreranno nel mercato aperto di altri professionisti come commercialisti e avvocati. Riserve arrivano infine dal Pd sulla definizione dell'Autorità per i Trasporti. Non può
essere accorpata, secondo i Democratici, a quella per l'Energia. Deve avere un regime funzionale e statutario del tutto indipendente. In quest'ottica i Democratici accolgono una parte delle richieste avanzate dai tassisti. La piena attuazione del decreto Bersani, con il riconoscimento di un ruolo centrale ai sindaci, garantirebbe nello stesso tempo più licenze e minore disagio sociale”.
Da La Repubblica. Articolo di Giovanna Casadio. “Un colloquio con Fornero? «Ho quest`abitudine: non chiamo, ma sono a disposizione quando il governo mi chiama...». Ufficialmente, nelle dichiarazioni alle agenzie di stampa, Bersani usatovi cauti. Ma nelle riunioni di partito, il segretario del Pd dà un alt secco al ministro del Welfare. Uno stop «alla professoressa». Brava, ma secondo i democratici astratta. E soprattutto poco consapevole delle conseguenze che la stretta sulla cassa integrazione - lanciata come un sasso nello stagno e poi ritirata -rappresenterebbe per centinaia di migliaia di lavoratori. Per non parlare dell`articolo 18. Perciò il leader pd suona l`allarme: «Al governo consiglio uno sguardo lungo ma i piedi a terra, perché la crisi industriale è diffusa e non si lascia la strada vecchia senza vere alternative, mettendo nell`abbandono centinaia di migliaia di lavoratori». …Per quanto riguarda Fornero e le sue misure "radicali", replica: «Si può essere radicali ma sempre avendo bene i piedi piantatinella realtà. Cambiamo prima i meccanismi contrattuali che stanno svilendo il lavoro, perché un eccesso di precarietà sta disperdendo il tradizionale punto di forza dell`Italia ovvero il bagaglio di competenze del lavoro. Noi a questo tavolo ci siamo con il nostro contributo. Quindi, bisogna indicare una prospettiva di riorganizzazione degli ammortizzatori, ma mai dimenticando che siamo nel pieno di una crisi difficile e che non sarà breve».

5. LA RIVOLTA DEI TIR. IL GOVERNO METTE IN PISTA I PREFETTI.
Il governo interviene con fermezza sui blocchi stradali organizzati dai conducenti dei tir per alleggerire le difficoltà di approvvigionamento di tutte le merci causate dal blocco quasi totale dei trasporti su gomma. Il ministro dell’Interno ha invitati i prefetti ad agire. Al di là delle ragioni di fondo che hanno provocato le proteste, sono forti i timori di una strumentalizzazione e di infiltrazioni pericolose nella protesta.
Vi sono infatti motivi concreti di sofferenza per l’attività di trasporto via Tir (il costo del carburante, le tariffe autostradali, la concorrenza dei camionisti dell’Est, come segnala oggi un articolo di Dario Di Vico su Il Corriere della sera). Ma vi sono state anche iniziative chiaramente organizzate per suscitare disagio e rivolta (Sicilia e Campania, per esempio).
Dietro la facciata della condanna degli episodi più duri, il centrodestra gongola: l’Italia che si ribella porta acqua al mulino di Berlusconi e Bossi, che mal sopportano la lontananza dal potere e sperano che l’Italia disarcioni Monti per tornare in pista.

6. OBAMA RILANCIA L’IDEA DELL’EQUITA’ COME STRUMENTO DI RILANCIO DELL’ECONOMIA.
Mentre i repubblicani sono impegnati nella scelta del candidato che sfiderà Obama, il presidente degli Usa nel suo periodico discorso alla nazionale ha rilanciato ieri il tema dell’equità come strumento di rilancio e di ripresa dell’economia. Accanto a Obama è
apparsa ieri la segretaria del multimiliardario Warren Buffet (tra l’altro uno degli azionisti delle agenzie di rating), a ricordare che nell’America erede di Reagan e della famiglia Bush un dipendente come una semplice segretaria oggi paga più tasse del proprio datore di lavoro, anche se miliardario.
Da La Repubblica. Articolo di Federico Rampini. «Torniamo ai valori che hanno fatto grande l`America. Oggi è in gioco la sopravvivenza della fondamentale promessa americana. Battiamoci per un`economia al servizio di tutti. Vi pro pongo un piano per una crescita fatta per durare». E’ un Barack Obama in assetto da combattimento, quello che parla al Congresso e alla nazione. «L`America è grande solo se ognuno gareggia secondo le regole, se ognuno ha le opportunità giuste, se ciascuno si prende la sua parte di responsabilità. Se torna ad essere il paese dove chi ce la mette tutta, può farcela». Il presidente è lanciato verso la battaglia per la rielezione, sa che sarà durissima.
Il discorso sullo Stato dell`Unione, l`appuntamento politico più solenne dell` anno, gli serve per dare un senso a questa battaglia. È un discorso di strategia e divisione del mondo. «La sfida che definisce il nostro tempo - dice - è se in questo paese un numero sempre più ristretto di persone starà sempre meglio mentre gli altri fanno fatica; oppure se costruiamo le condizioni in cui le regole del gioco sono eque e uguali per tutti». Offre una diagnosi allarmata, sulla condizione di «lavoratori e ceto medio impoveriti e resi meno sicuri per decenni», un declino «iniziato molto prima dell`ultima recessione», proprio in coincidenza con «l`arricchimento smisurato di chi sta in cima alla piramide». Obama il populista, accusa la destra; Obama che torna a parlare il linguaggio progressista, lo acclama la sinistra. La sua scelta di campo è resa visibile da un gesto simbolico: mentre il presidente parla al paese alle nove di sera, in diretta su tutte le tv, tra gli invitati di onore al Congresso insieme alla First lady Michelle appare una certa signora Debbie Bosanek. È la segretaria del miliardario Warren Buffett, resa celebre dal suo datore di lavoro. Buffett, di simpatie progressiste e obamiano della prima ora, rivelò di «pagare un aliquota fiscale molto inferiore a quella della mia segretaria». Gesto efficace, quell`invito alla segretaria, perché il discorso sullo Stato dell`Unione coincide con la pubblicazione della dichiarazione dei redditi di Mitt Romney. Il candidato repubblicano paga appena il 14% dei suoi redditi multimilionari, anche lui come Buffett è graziato dall`assurdo privilegio per i detentori di plusvalenze finanziarie. Ecco un tema forte su cui Obama è deciso a impostare la sua campagna per la rielezione: «Possiamo andare in due direzioni opposte». La destra è il partito del privilegio, del capitalismo senza regole, dello smantellamento di ogni protezione sociale. Rieleggere Obama vuol dire «difendere chi lavora, le classi medie, che sono state retrocesse implacabilmente». I repubblicani vorrebbero ridurre ulteriormente la redistribuzione fiscale, spingendo le aliquote più in basso di quanto osarono Ronald Reagan e George W. Bush. I repubblicani dalla parte di Wall Street, il presidente con la segretaria di Buffett: questa è la "narrativa" che il discorso cerca di imprimere sullo scontro dei prossimi nove mesi. L`economia al primo posto, dunque, anche se Obama sa che i numeri non gli sono favorevoli: dal dopoguerra nessun presidente è stato rieletto con 1`8,5% di disoccupazione. Rivendica però «la creazione di 3,2 milioni di posti di lavoro nel settore privato negli ultimi 22 mesi; la rinascita di un`industria manifatturiera americana che ha ripreso a creare occupazione per la prima volta dagli anni Novanta». La sua presidenza ha fatto da argine, contro una recessione provocata nel 2008 «dal crollo di un castello di carte», cioè l` economia del
debito, l`ipertrofia della finanza. Ma non è populismo, non è neppure anti-capitalismo quello di Obama. Anche qui è emblematica la figura di un`ospite: la vedova di Steve Jobs è anche lei a fianco di Michelle, a ricordare che il capitalismo migliore, quello rivoluzionario e innovativo della Silicon Valley, con questo presidente è sempre andato d`accordo. Obama rilancia temi tipicamente "californiani", come la Green Economy che i repubblicani gli hanno ostacolato senza pietà. Annuncia la creazione di una speciale task force per contrastare la concorrenza sleale della Cina. Propone incentivi per le aziende che rilocalizzano forza lavoro negli Stati Uniti. Sfida i repubblicani sul terreno della difesa del risparmiatore, proponendo nuove norme contro le frodi e gli abusi dell`alta finanza. La politica estera non è in primo piano, e tuttavia Obama rivendica con orgoglio i suoi due successi più grandi. «Non ci sono più soldati americani che combattono in Iraq, per la prima volta da nove anni». È al suo attivo l`uccisione di Osama bin Laden, lo smantellamento di Al Qaeda: risultati che la destra cerca di svilire accusandolo di cedimenti ai nemici dell`America. Obama usa parole dure con l`Iran,non è questo il momento di offrire ramoscelli d`ulivo. Sa che una crisi internazionale - compresa un`eventuale ricaduta dell`euro zona - può ancora cambiare tutte le coordinate di quest`annata elettorale. Da qui a novembre, per lui è essenziale spostare il baricentro del dibattito: non un referendum sul presidente, ma una scelta tra due idee dell`America”.

24 gennaio 2012

Mezzago: "Questo è stato, voci di donne ebree".

Sabato 28 gennaio 2012 alle ore 17,00 la biblioteca di Mezzago in occasione della XVII° Giorno della Memoria ha organizzato il seguente evento:

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