Si aggrava ancora il bilancio delle vittime, sepolte in fosse comuni. Nel paese è il caos: migliaia di detenuti evasi e 600mila bimbi alla fame. La polizia non ferma gli sfollati che saccheggiano i negozi a caccia di cibo e acqua. L’Ue stanzia 1,5 milioni per l’emergenza
di Giuseppe Gaetano - Corriere della sera
Continua a salire il bilancio delle vittime in Indonesia: l’agenzia nazionale per i disastri comunica che, a quattro giorni dal terremoto di magnitudo 7.5 e dal successivo tsunami, sono 1.234 i morti accertati. Si tratta comunque di cifre destinate a salire visto che molte zone isolate restano ancora irraggiungibili per i soccorsi e che ci sono 800 feriti gravi. Nonostante la mancanza di attrezzature e le difficoltà di comunicazione, si continua a scavare a Palu e Dongala, le due cittadine costiere ridotte a cumuli di detriti, ma non ci sono molte speranze di trovare sopravvissuti sotto le macerie. I volontari sotterrano i cadaveri in gigantesche fosse comuni: sono alti, infatti, i rischi sanitari causati dai corpi in decomposizione. Circa 1.200 detenuti sono scappati via da tre carceri durante il sisma, ed è scattato anche il fenomeno sciacallaggio: i pochi negozi rimasti in piedi sono saccheggiati dalla popolazione affamata e la polizia, consapevole della disperazione, non interviene per fermarla.
2 ottobre 2018
1 ottobre 2018
Harambee - intervento di Matteo Richetti
Un brevissimo pezzo del lungo ed appassionato intervento di Matteo Richetti ad Harambee di Monza e Brianza venerdì 28 settembre 2018 alla ExFilanda di Sulbiate
tratto da un tweet di Cristina @cccricri
tratto da un tweet di Cristina @cccricri
29 settembre 2018
28 settembre 2018
Bando periferie
Il Governo Lega-M5S ha tolto alla Lombardia più di 60 milioni di euro per le periferie. Il PD è a fianco dei sindaci lombardi e di tutta Italia nella lotta contro questa ingiustizia.
27 settembre 2018
Nove treni usati per la Lombardia
Il Governo del Cambiamento non bada davvero a spese. E mentre nelle altre regioni arriveranno 500 treni nuovi, per i nostri pendolari un bell'usato garantito. Dopo tante promesse questo è l’accordo portato a casa da Fontana. Senza parole.
L'eurodeputato Viotti inventa lo "smonta-Salvini": "Fondi Ue per i profughi direttamente a Regioni e Comuni"
Il relatore pd del bilancio europeo inserisce un emendamento che, spiega, consentirà di "dribblare" i veti statali sui progetti di protezione umanitaria
di DIEGO LONGHIN
"Cosi abbiamo smontato un pezzo del decreto Salvini". Parte da un deputato piemontese a Bruxelles la battaglia per rendere inefficace e aggirare alcune parti del decreto Salvini che riguardano i migranti. Nel giorno in cui al Parlamento europeo viene inaugurata "Exodos", la mostra itinerante della Regione Piemonte sulle rotte dell'immigrazione giunta alla ventesima tappa, la prima fuori Italia, l'eurodeputato del Pd del Piemonte Daniele Viotti, relatore del bilancio europeo, ha fatto votare un emendamento che cambia le regole per accedere ai fondi dell'Unione per la protezione umanitaria.
di DIEGO LONGHIN
"Cosi abbiamo smontato un pezzo del decreto Salvini". Parte da un deputato piemontese a Bruxelles la battaglia per rendere inefficace e aggirare alcune parti del decreto Salvini che riguardano i migranti. Nel giorno in cui al Parlamento europeo viene inaugurata "Exodos", la mostra itinerante della Regione Piemonte sulle rotte dell'immigrazione giunta alla ventesima tappa, la prima fuori Italia, l'eurodeputato del Pd del Piemonte Daniele Viotti, relatore del bilancio europeo, ha fatto votare un emendamento che cambia le regole per accedere ai fondi dell'Unione per la protezione umanitaria.
26 settembre 2018
25 settembre 2018
Harambee fa tappa a Sulbiate venerdì 28 settembre
"Grazie alla politica possiamo trasformare in possibile ciò che appare impossibile. Sta qui l’azione riformatrice e creativa della politica: desidero il cambiamento e con passione provo a metterlo in atto. Anche a costo di sembrare un sognatore".
Harambee è un momento di incontro e di ascolto, in cui giovani e meno giovani, donne e uomini, lavoratori studenti disoccupati, raccontano le loro storie e condividono i loro sogni per un Paese migliore, capace di generare sviluppo, creare fiducia, saper accogliere e partecipare attivamente. Harambee (come dire "oh issa") è una fondazione, costituita che si propone di riavvicinare la politica al territorio italiano: non c’è analisi senza discussione, non c’è idea senza impegno pratico.
Venerdì 28 settembre 2018, dalle 18.30 alle 22.30, Harambee Monza e Brianza con la partecipazione di Matteo Richetti, si tiene alla Ex Filanda di Sulbiate. Una sede che scelta come simbolo di una "vecchia" storia manifatturiera recuperata e rilanciata nella prospettiva di una economia innovativa capace di generare valore economico e sociale, mixando tecnologie digitali ed arte.
Harambee è un momento di incontro e di ascolto, in cui giovani e meno giovani, donne e uomini, lavoratori studenti disoccupati, raccontano le loro storie e condividono i loro sogni per un Paese migliore, capace di generare sviluppo, creare fiducia, saper accogliere e partecipare attivamente. Harambee (come dire "oh issa") è una fondazione, costituita che si propone di riavvicinare la politica al territorio italiano: non c’è analisi senza discussione, non c’è idea senza impegno pratico.
Venerdì 28 settembre 2018, dalle 18.30 alle 22.30, Harambee Monza e Brianza con la partecipazione di Matteo Richetti, si tiene alla Ex Filanda di Sulbiate. Una sede che scelta come simbolo di una "vecchia" storia manifatturiera recuperata e rilanciata nella prospettiva di una economia innovativa capace di generare valore economico e sociale, mixando tecnologie digitali ed arte.
24 settembre 2018
Decreto Salvini: giro di vite sull’immigrazione
Il cosiddetto decreto Salvini su “sicurezza e immigrazione” ha avuto l’ok unanime da parte del Consiglio dei ministri
Il cosiddetto decreto Salvini su “sicurezza e immigrazione” ha dunque avuto l’ok unanime da parte del Consiglio dei ministri.
Ad annunciarlo su Facebook è stato lo stesso ministro dell’Interno, che ha commentato: “Un passo avanti per rendere l’Italia più sicura. Per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell’Ordine”.
Dunque Salvini parla en passant di mafia e terrorismo, ma il vero cuore del provvedimento, come gli stessi estensori rivendicano, è una stretta sulle modalità di accoglienza e di gestione sul territorio dei richiedenti asilo, tanto da spingere il premier Conte a specificare: “Tutti i diritti fondamentali saranno tutelati”.
Un approccio criticato innanzitutto dalla Chiesa, con monsignor Galatino che aveva commentato: “Parlare di immigrazione nel decreto sicurezza significa giudicare l’immigrato per la sua condizione. E non possiamo considerarla come condizione di delinquenza”.
Per capirci, un po’ come se un italiano venisse giudicato “mafioso” solo per la sua condizione di cittadino del Bel Paese.
Il cosiddetto decreto Salvini su “sicurezza e immigrazione” ha dunque avuto l’ok unanime da parte del Consiglio dei ministri.
Ad annunciarlo su Facebook è stato lo stesso ministro dell’Interno, che ha commentato: “Un passo avanti per rendere l’Italia più sicura. Per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell’Ordine”.
Dunque Salvini parla en passant di mafia e terrorismo, ma il vero cuore del provvedimento, come gli stessi estensori rivendicano, è una stretta sulle modalità di accoglienza e di gestione sul territorio dei richiedenti asilo, tanto da spingere il premier Conte a specificare: “Tutti i diritti fondamentali saranno tutelati”.
Un approccio criticato innanzitutto dalla Chiesa, con monsignor Galatino che aveva commentato: “Parlare di immigrazione nel decreto sicurezza significa giudicare l’immigrato per la sua condizione. E non possiamo considerarla come condizione di delinquenza”.
Per capirci, un po’ come se un italiano venisse giudicato “mafioso” solo per la sua condizione di cittadino del Bel Paese.
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