19 settembre 2020

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Non abbiamo bisogno di eroi

Nella “Vita di Galileo” il grande drammaturgo tedesco Berthold Brecht ci ha consegnato una delle sue frasi più famose: “sventurato il popolo che ha bisogno di eroi”.
Abbiamo molto parlato di eroi in questi mesi difficili citando i medici, gli infermieri, tutti coloro che ci sono stati accanto durante la pandemia.
Anche la politica è alla ricerca di eroi, ovvero di leader che diano l’impressione di risolvere ogni problema e di dare risposte semplici a problemi complessi, di proteggere cittadini che si sentono sempre più soli.
Ciò che ci rende soli, però, è forse proprio quello che ci viene raccontato come la soluzione di ogni problema.
L’eroe ha bisogno di nemici e, spesso, se li crea ad arte, per poter dimostrare quanto sia necessario il suo intervento. Proporsi come eroi o salvatori è un vezzo abbastanza diffuso nella politica italiana e chi guida la Lombardia non è esente da questa tentazione: il sostenere di non aver sbagliato nulla è un chiaro sintomo di questa patologia.
In Lombardia non abbiamo bisogno di eroi, ma di persone che facciano fino in fondo il loro dovere, senza spendere troppe parole. Proprio come medici, infermieri, volontari, forze dell’ordine, insegnanti, protezione civile…
Forse, allora, abbiamo bisogno di persone come don Roberto Malgesini. Di lui non si ricordano parole, ma centinaia di gesti silenziosi che ora stanno emergendo nei volti di coloro che ne piangono l’assurda morte.
Don Roberto ci ricorda che abbiamo bisogno di santi, ma, visto che non ne nascono poi molti, possiamo anche accontentarci di persone che sappiano vivere guardando in faccia gli altri e non pensando solo a ciò che può essere utile per fregarli.

Siamo con voi il 20 e 21 settembre sosteniamo i nostri sindaci e i nostri candidati

avanticosi

17 settembre 2020

È un caso il voto della Lega sulla Bielorussia: il partito si astiene sulla condanna di Lukashenko.

Zingaretti protesta: "Non condannano un dittatore". Il capodelegazione dem a Strasburgo: "Salvini non vuole scontentare Putin"

17 settembre 2020 - la Repubblica

Un voto quasi unanime: 574 sì, 37 no e 82 astensioni sulle sanzioni per le autorità bielorusse. Il Parlamento europeo è stato compatto nella sua richiesta alle altre istituzioni dell'Unione. Ma con una defezione importante sul piano politico italiano: l'astensione della Lega.

A Bruxelles i deputati hanno deciso di non riconoscere Lukashenko come presidente della Bielorussia, riconoscendo che le elezioni hanno violato "tutti gli standard riconosciuti a livello internazionale". Dunque sì alle sanzioni per le autorità responsabili delle violenze su chi ha protestato in queste settimane: per renderle effettive, tuttavia, serve il via libera del consiglio (e quindi degli stati membri dell'unione).

Sull'astensione delle Lega, arriva subito la condanna del Pd: "A Bruxelles la Lega si è astenuta sulla condanna di un dittatore, che schifo", twitta il segretario dem Zingaretti.

12 settembre 2020

Piazze D'Autunno Settembre 2020 - Vimercate

 


SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale The show must go on

In questi giorni è andato in scena uno spettacolo che, francamente, solo qualche mese fa non ci saremmo aspettati: una maggioranza aggrappata alla necessità di rimanere in sella e un presidente, silenzioso e cupo, costretto a continuare a guidare una regione che non ha bene idea di dove condurre.
La veemenza con cui Lega e piccoli soci hanno replicato alla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni è figlia della paura di non avere argomenti per difendere l’operato della giunta Fontana durante l’emergenza Covid-19. L’unica difesa sembra essere, ormai, lo stucchevole tentativo di convincere se stessi e i cittadini che ci sia qualcuno che ha fatto peggio. Gli attacchi al governo sono verbalmente violenti, ma politicamente inconsistenti e il tentativo di tirare per la giacchetta il presidente Mattarella si commenta da solo nella sua insensatezza e follia istituzionale.
Non sappiamo quanto potrà durare una maggioranza che deve alzare i toni contro il governo per coprire l’assoluta mancanza di strategia di una giunta che, dopo sei mesi, non è ancora riuscita a mettere in campo strumenti e strategie efficaci contro l’epidemia. La Lombarda resta a galla solo per l’impegno di cittadini, operatori sanitari e imprese che assistono attoniti all’inerzia del governo regionale.
“The show must go on”, cantavano i Queen e con loro anche noi ci auguriamo che ci sia qualcuno che sappia quel che cerchiamo e dove andiamo. Ormai siamo certi che quel qualcuno non possono essere Fontana e la sua maggioranza.

Il Pd riparte da Nembro il 12 settembre l'Assemblea regionale

l'assemblea regionale del Pd lombardo

8 settembre 2020

Giovanna Melandri, presidente Social Impact Agenda per l'Italia e Human Foundation Do&Think Tank per l'Innovazione Sociale

 Il 9, 10 e 11 settembre si terrà il Global Steering Group for Impact Investment. «Sarà un momento decisivo per mettere a sistema una prima riflessione organica sulle risposte alla crisi Covid da parte del mondo della finanza e degli investimenti ad impatto sociale», sottolinea la presidente Social Impact Agenda per l'Italia

Si susseguono settimane in cui la storia cambia rotta. Siamo incastrati con preoccupazione tra la memoria di un inverno drammatico, il tentativo di un’estate di ripresa e la paura di una seconda ondata autunnale. E non possiamo perdere luciditá, né confonderci sull’orizzonte e gli obiettivi da raggiungere. La crisi sociale ed economica da Coronavirus ci inchioda a un fatto non piú opinabile: le disuguaglianze stanno esplodendo e senza risposte efficaci ai nuovi bisogni sociali emergenti il rischio di instabilitá è elevatissimo. Lo ha scandito Mario Draghi nel cuore di agosto, senza mezze parole: il futuro delle giovani generazioni é a rischio. Dobbiamo uscirne dalla porta dell’innovazione e della riscrittura di un modello sociale che faccia leva su inclusione, contrasto ai cambiamenti climatici e uso generativo delle tecnologie. 

7 settembre 2020

La relazione di Zingaretti col sì al referendum passa con 213 voti a favore


Sul referendum 188 favorevoli, 13 contrari, 8 astenuti e in 11 non hanno partecipato al voto. Il segretario dem fa sua la proposta di Luciano Violante. E sul governo aggiunge: "Alleanza con M5s scelta sofferta ma lungimirante. Errore non averla replicata anche alle regionali". Domani Conte ospite a sorpresa della Festa dell'Unità di Modena

Ministro Gualtieri: Pil meglio del previsto, l’Italia sarà più forte di prima

cal Corriere di Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio 06 set 2020

«Siamo determinati a utilizzare al meglio le risorse Ue, che significa non disperderle in mille rivoli di micro progetti, ma solo in progetti con un impatto significativo, su direttrici coordinate e coerenti», esordisce subito il ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, che ha concluso i lavori del Forum The European House Ambrosetti Cernobbio. E’ una risposta alle preoccupazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sabato aveva messo in guardia dal rischio di creare debito inutile sulle prossime generazioni. Anzi, Gualtieri aggiunge che il governo non farà «debito cattivo»: la composizione dei progetti sarà virtuosa e, combinata alle riforme strutturali, avrà un impatto anche sulla crescita del debito, rassicura. Perché l’obiettivo non è di riparare le cose che finora hanno funzionato male, ma di guardare al futuro e di rendere l’Italia più forte, più digitale, anche grazie alla rete unica, più sostenibile e più solidale.

Recovery Fund è «opportunità unica» per l’Italia

Il Recovery Fund è «un’opportunità unica che il Paese deve cogliere per uscire da questa crisi ma anche per rimettere l’Italia su un cammino di crescita», sostiene il ministro. «Siamo stati feriti da una pandemia molto forte che ci ha colpito per primi, ma guardiamo al futuro con fiducia. L’Italia ha reagito bene alla crisi, i cittadini, gli operatori sanitari le imprese e anche il governo. Una percezione ampiamente condivisa». Ma anche perché «l’Europa questa volta è stata davvero all’altezza della sfida». L’interdipendenza evidente da questo choc richiedeva una solidarietà e una piena sovranità condivisa. E questo ha dato una «spinta a una nascente società europea». Grazia alla lungimiranza di molti Paesi, come Francia e Germania, ma anche grazie al ruolo politico di questo governo, che sabato «ha compiuto un anno», ricorda Gualtieri. «Sono scelte storiche, che sarebbe difficile sottovalutare, come ricordato anche Mattarella».