20 agosto 2011

Emergenza Siria. Video testimonianza profughi in Turchia.

Sono migliaia i profughi siriani che fuggono ai confini del paese in cerca di rifugio e protezione dalle violenze e dalle bombe del regime lanciate contro i civili da Bashar Assad.

Pubblichiamo un video del quotidiano ecologista Terra girato all'interno di un campo profughi turco grazie alla collaborazione di un rifugiato. Le immagini risalgono al 27 giugno. Sono immagini in cui appaiono anche persone mutilate, si sconsiglia la visione ai bambini.




Di seguito l' appello di Papa Benedetto XVI pronunciato durante uno degli ultimi Angelus:

Esorto – ha detto il Papa – gli organismi internazionali e quanti hanno responsabilità politiche e militari a rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un piano di pace per il Paese, attraverso il negoziato ed il dialogo costruttivo”.

Il pontefice ha poi analizzato anche la situazione della Siria: ”Cari fratelli e sorelle, seguo con viva preoccupazione i drammatici e crescenti episodi di violenza in Siria, che hanno provocato numerose vittime e gravi sofferenze. Invito i fedeli cattolici a pregare, affinche’ lo sforzo per la riconciliazione prevalga sulla divisione e sul rancore”. Il Papa ha rinnovato ”alle autorita’ e alla popolazione siriana un pressante appello, perche’ si ristabilisca quanto prima la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini, nel rispetto della loro dignita’ e a beneficio della stabilita’ regionale”.



I Comuni in piazza contro il Governo. Milano, 29 agosto, manifestazione ANCI.

Il 29 agosto a Milano in concomitanza con il dibattito sulla manovra in commissione su iniziativa del Presidente dell Anci - Associazione Nazionale Comuni Italiani - Osvaldo Napoli, tutti i Sindaci ed Amministratori sono invitati a partecipare alla manifestazione contro le norme e i tagli che colpiranno, con questa "manovra improvvisata" tutte le comunità.

Il Circolo PD di Sulbiate auspica che anche la nostra attuale Giunta, sappia accogliere questo invito (apartitico e politicamente trasversale) per contribuire così concretamente, anche con la nostra partecipazione, a dare più forza alla meritievole e giusta protesta di tutti i Comuni, responsabilmente e seriamente preoccupati per il futuro delle nostre Comunità.


Di seguito il testo della lettera dell' ANCI:

Caro Sindaco,

siamo ad un passaggio decisivo per il futuro delle nostre comunità. Per questo mi rivolgo direttamente a te per chiedere a te ed ai tuoi colleghi amministratori di partecipare ad una grande manifestazione di Sindaci e amministratori dei piccoli Comuni che ANCI ha indetto per il giorno 29 agosto a Milano. In concomitanza con il dibattito sulla manovra in Commissione al Senato.

Una grande manifestazione contro le norme riguardanti i piccoli Comuni e contro i tagli che colpiranno tutti i Comuni.

Con incredibile faciloneria si parla di accorpamento dei comuni sotto i 1000 abitanti, di eliminazione di giunte e consigli, in sostanza della sparizione dei Comuni. Si riduce il numero dei consiglieri negli altri piccoli comuni, sino a rendere praticamente inutili e ingestibili i consigli, e sino ad infliggere un colpo mortale ad una straordinaria rete di partecipazione democratica, di volontariato civico, di impegno per la propria comunità, per la sua coesione sociale, per la promozione ed il sostegno al suo sviluppo.

Il tutto vergognosamente contrabbandato come taglio virtuoso ai costi della politica ed alla casta.

E' un'offesa intollerabile per migliaia di amministratori di piccoli comuni i cui ruoli di consiglieri comunali (17 euro lorde a seduta per 3-4 consigli all'anno, e che spesso vengono lasciate nelle casse dei comuni o devolute in assistenza) e di assessori (nei comuni sotto i mille abitanti l'indennità di un assessore arriva alla esorbitante cifra massima di 130 euro lorde al mese, quando percepita), vengono indicati come uno dei piatti forti dei tagli ai costi della politica. Indennità che spesso, come tu ben sai, non vengono neppure percepite o che risultano ulteriormente dimezzate quando l'amministratore, come nella maggioranza dei casi per i piccoli comuni, è un lavoratore dipendente. Sono queste le 54.000 poltrone che si tagliano ?

Si dice che i Comuni in Italia sarebbero troppi, che sprecano.

Sono più che in Europa? Vediamo: in Italia sono 8.094. In Lombardia, che ha 9,8 milioni di abitanti, ce sono 1544. In Austria ci sono 2.357 Comuni su 8.360.000 abitanti; in Germania 12.104 Comuni su 81 milioni; in Francia 36.680 Comuni su 64 milioni; in Svizzera 2.596 Comuni su 7milioni di abitanti; in Spagna 8.116 Comuni su 45 milioni. E in nessuno di questi casi il Governo si è sognato di abolire i Consigli comunali. E i relativi costi non sono di certo superiori in Italia, anzi.

I Comuni sprecano? I Comuni italiani sono l’unica parte della pubblica amministrazione che in questi anni ha contribuito a ridurre il debito pubblico. Nonostante questo da anni subiscono tagli di miliardi di euro, ben superiori al loro peso nel comparto. Per intenderci: se lo Stato si fosse comportato come i Comuni, non solo non ci sarebbe il debito pubblico, ma il bilancio sarebbe in attivo.

I Comuni hanno già ridotto nel 2011 consiglieri e assessori del 20%. Hanno risparmiato poche centinaia di euro ma a fronte di questo si sono visti operare tagli di migliaia di euro da chi ha calcolato questi risparmi evidentemente in modo diverso. Nei Comuni lo stipendio medio di un dipendente è la metà di quello di un dipendente ministeriale, in media c’è un dirigente ogni 52 impiegati, contro un rapporto di uno a ventidue nei ministeri (1 a 14 nel Ministero dell’Economia, 1 a 7 nella Presidenza del Consiglio), nei piccoli Comuni dirigenti non ce ne sono.

I consiglieri, gli assessori e i sindaci dei piccoli comuni, con quelle indennità, senza rimborsi spese, sono in realtà dei volontari della partecipazione democratica e dell'impegno civile e sociale di questo Paese. Il loro ufficio spesso è la piazza del paese.

Quelle della manovra sono misure che non producono risparmi, ma impedirebbero ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti e incidono sui servizi per i quali i Comuni avevano già avviato un processo di gestione associata.

Si tratta di tagli alla democrazia, si tratta di nascondere dietro la cortina fumogena delle 54.000 poltrone eliminate i pesanti e tagli ai trasferimenti di tutti i Comuni, che si sommano a quelli di questi anni e di luglio, e che mettono a rischio l'erogazione di servizi essenziali e diritti fondamentali dei cittadini. Siamo vicini al momento in cui i comuni dovranno chiudere non perchè troppo piccoli, ma perchè impossibilitati ad assolvere le loro funzioni, a garantire servizi essenziali e quindi diritti, coesione sociale, possibilità di crescita e sviluppo ai loro cittadini, alle famiglie, alle imprese. Una grande riforma di semplificazione: il deserto delle politiche sociali e di sviluppo per la nostra gente.

Occorre mettere in campo tutte le nostre forze contro questa prospettiva. Nell'interesse non degli amministratori dei piccoli comuni ma delle nostre comunità e dell'intero Paese.

Ora basta! Contro manovre improvvisate che non producono risparmi ma possono provocare disastri territoriali e sociali, rilanciamo invece la nostra proposta di una normativa seria, coerente, partecipata, di sostegno e diffusione in tutti i piccoli Comuni della gestione associata delle funzioni e dei servizi attraverso gli strumenti delle convenzioni e delle Unioni di Comuni. Per garantire servizi adeguati e migliori ai nostri cittadini ed alle nostre comunità, per rendere più efficiente ed efficace l'attività amministrativa. Per contribuire seriamente a risanare il Paese in questo momento drammatico, rilanciandone le possibilità di crescita e di sviluppo economico, sociale e civile.

Per questo rivolgo un appello a Te ed ai tuoi colleghi amministratori per essere a Milano con l'ANCI il 29 agosto.

Con i miei migliori saluti.

Osvaldo Napoli

Presidente ANCI

post correlato: Con questa manovra arretra lo stato sociale. Enti locali senza più risorse.

19 agosto 2011

Bersani:"Manovra,ci opporremo con ogni mezzo all'ennesimo condono".


Dunque, ecco puntualmente arrivare la discussione che mi aspettavo. Questa è la sostanza del contendere: chiedere nell’emergenza un contributo straordinario ai condonati sarebbe illegale sarebbe invece legale chiederlo ai tassati.

Attendo con ansia che qualcuno si confronti con me pubblicamente su questa tesi. Porterò un elenco sterminato di casi in cui si sono introdotte deroghe al patto fiscale e al patto di cittadinanza (naturalmente per le persone normali che non occultano i loro redditi né le loro condizioni di vita e di lavoro).

Aggiungerò la dimostrazione di come i condonati siano facilmente raggiungibili e di come si possa preservare il loro anonimato. Naturalmente una siffatta misura mina la praticabilità futura di simili condoni. Appunto. Noi non abbiamo mai fatto condoni e non ne faremo. Sono regali che incentivano l’evasione.

Con la nostra proposta non avremmo dunque, fra le centinaia di deroghe che il legislatore ha introdotto, finalmente una deroga che incentiva un principio di legalità? Vogliono riflettere su questo i critici in buona fede?

Quanto all'ennesimo condono immancabilmente ipotizzato dal governo, ci si pensi molto bene. Noi ci opporremmo all'ennesimo scandalo con ogni mezzo a disposizione.

L'una tantum che proponiamo vogliamo dedicarlo ad un piano immediato di piccole opere nei comuni e ai pagamenti della Pubblica Amministrazione alla piccola impresa, così da dare finalmente un po' di respiro alla congiuntura economica, di cui nessuno parla.

Tutte le altre misure che proponiamo sono strutturali, per l’equità fiscale e la crescita. Vorremmo fossero prese sul serio nel loro insieme, come è giusto fare per un progetto responsabile e alternativo.

Pier Luigi Bersani
18 agosto 2011

18 agosto 2011

Con questa manovra arretra lo stato sociale. Enti locali senza più risorse.

Questa manovra seppellisce il federalismo. I tagli si sommano alle contrazioni dei trasferimenti degli ultimi anni. Gli enti locali dovranno ridurre sensibilmente le spese riferibili al welfare.

Una protesta di alcuni sindaci.

La destra che aveva vinto anche in nome di uno stato fondato sulle autonomie locali da tre anni taglia sistematicamente la loro possibilità di spesa. Ci saranno minori servizi per le fasce più deboli della popolazione, i più bisognosi saranno colpiti pesantemente, generando nuove domande che resteranno senza risposta. Pagano gli ultimi e i più deboli già tartassati, si favoriscono furbi ed evasori (quelli che non pagano mai).

Milioni di euro in meno per le città lasciano al collasso i servizi per i cittadini.

Anche Formigoni picchia duro:”Non mi è affatto piaciuto che il Consiglio dei ministri per la terza volta abbia calato la mannaia su regioni e comuni mentre abbia dato solo una spolveratina a se stesso”.

Questa destra non riesce a far proprio il concetto di giustizia sociale. Pesano di più gli evasori e a chi ha portato ingenti capitali all’estero che il problema lavoro delle nuove generazioni, una tra le principali priorità da risolvere per dare futuro al nostro paese: solo il 35% dei giovani ha un occupazione. Per un paese intero che vive nell’oblio e senza speranza, il Governo dimentica la risposta.

Intanto non solo non accolgono le proposte del PD ma qualcuno immagina già un nuovo vergognoso scudo fiscale.

Il problema non sono le scarse risorse. Il problema sono ingiustizia ed iniquità sociale. E’ bene gridarlo forte.

17 agosto 2011

Bersani:"La barca è senza timone. Se il Governo è diviso, niente è credibile".

In consiglio dei ministri l'hanno votata all'unanimità e poi dopo due ore non si sa chi è il padre di questa manovra...In questo modo qualsiasi cosa si faccia non è credibile: il governo deve chiedere a chi ha di più, non faccia pagare sempre i soliti.



Intervista a Repubblica del 15 agosto

Manovra ingiusta e dannosa, governo di transizione per l'emerenza.

16 agosto 2011

IL PD DI SULBIATE FA IL PUNTO DEL PROGRAMMA.


In questi giorni di pausa estiva i Democratici del Circolo PD di Sulbiate, e tutti i Cittadini che volessero partecipare e contribuire all'iniziativa, hanno il compito di compilare un modulo volto a verificare lo stato del Programma Lista Civica SI Sulbiate Insieme presentato per le elezioni amministrative del 2009. Si tratta di formulare valutazioni sintetiche espresse secondo valori numerici per ciascuno dei nove punti del documento, per stimare quanto di ciò che è stato promesso sia stato mantenuto, il grado d’importanza che si attribuisce all’obiettivo indicato, la possibilità che si possa realizzare in questo mandato, e infine se le informazioni a disposizione sono sufficienti per esprimere un primo personale giudizio.

I moduli devono essere necessariamente consegnati alla Segreteria entro mercoledì 24 agosto.

Seguirà l' elaborazione dei dati raccolti e la preparazione di un documento di sintesi che indicherà la media di tutte le risposte ricevute.

Un corretto spazio è stato lasciato per osservazioni e considerazioni personali.

Esempio del modulo da compilare per la verifica del Programma 2009 - Primo punto: protezione del patrimonio territoriale e della qualità della vita.


Mercoledì 31 Agosto, dopo la pausa estiva, riprenderanno gli incontri settimanali del Circolo PD di Sulbiate. Il primo punto all’odg sarà la condivisione dei risultati, la discussione e l'esame di questo documento.

Invitiamo i lettori di Teorema che volessero partecipare a questo lavoro di analisi collettiva a richiedere le istruzioni e il modulo da compilare telefonando al n°. 3315417483 (segreteria telefonica - lasciare messaggio) o scrivendo al recapito e-mail pdsulbiate@alice.it. Alcuni moduli sono stati consegnati anche a cittadini non tesserati al Circolo PD di Sulbiate: simpatizzanti o semplici elettori.

Qualsiasi contributo aggiuntivo per noi sarà molto importante, perchè la verifica dello stato del Programma è il primo imprescindibile passo da compiere per mettere meglio a fuoco e per organizzare insieme, con maggior convinzione e consapevolezza, il non più rinviabile e decisivo lavoro politico che guardi avanti, con serietà e responsabilità, al futuro della nostra Comunità.

Per settembre/ottobre promuoveremo un’ assemblea pubblica che avrà certamente per oggetto anche quest’argomento.

Grazie.


Maurizio Sarchielli

PD SULBIATE


14 agosto 2011

La manovra è depressiva ed ingiusta. Le contro proposte del PD. Paghi chi non paga mai.

Le decisioni prese dal Consiglio dei ministri sono inadeguate e poco credibili rispetto alla sfida che il paese ha di fronte anche sul piano internazionale e fortemente inique sul piano sociale e fiscale.



Gli esempi più eclatanti riguardano in particolare l’anticipo della delega sull’assistenza, che facilmente si tradurrà in un drastico taglio degli sgravi fiscali, scaricando sulle famiglie una parte rilevante dell’intera operazione di riduzione del disavanzo pubblico, colpendo in modo particolare i nuclei meno abbienti. La mancata precisazione degli interventi da inoltre all’an
ticipazione di questa delega un carattere generico e di incertezza che non corrisponde all’esigenza di credibilità della manovra. L’intervento sugli enti locali è ancora insufficiente sul piano del riordino istituzionale, ma fortemente incisivo sul livello dei servizi, livello che invece va mantenuto e in alcuni casi irrobustito. Il contributo di solidarietà incide sui ceti popolari e sui ceti medi che pagano le tasse. In sostanza paga chi già paga. L’intervento sul Tfr dei dipendenti pubblici non porta efficienza, ma rappresenta un peso sui ceti medi e bassi. Gli interventi sulle relazioni industriali e sui rapporti di lavoro rappresentano una notevole intromissione nei rapporti e nell’autonomia delle parti sociali. Molte di queste misure dovranno essere abolite o fortemente alleggerite.


In sostanza, la manovra del governo scarica il costo del rientro dal deficit pubblico sui ceti popolari e sugli onesti che pagano le tasse. E’ inoltre un intervento destinato a deprimere l’economia invece di rilanciarla e non prevede nulla di significativo per la crescita.


Il Partito Democratico ritiene dunque che debbano essere adottare soluzioni più efficienti e più eque, che facciano pagare non chi paga già, ma chi non paga mai, che portino allo stesso risultato sul piano dei saldi di bilancio, ma che siano anche in grado di fornire un sostegno selettivo alla crescita.


Il Pd non si sottrae dunque alla sfida che il paese ha di fronte e
mette a disposizione il proprio contro piano, un progetto responsabile e alternativo per il bene del paese. Per l’abolizione o il forte alleggerimento delle inique misure del governo noi dunque proponiamo:


1. Per affrontare l’emergenza si prevede un prelievo straordinario una tantum sull’ammontare dei capitali esportati illegalmente e scudati, in
modo da perequare il prelievo su questi cespiti alla armonizzazione della tassazio n e sulle rendite finanziarie al 20 per cento e di adeguare l’intervento italiano alle medie delle analoghe misure prese nei principali paesi industrializzati. Gran parte di questi 15 miliardi dovrà essere utilizzata per i pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle piccole e medie imprese e per alleggerire il patto di stabilità interno così da consentire immediati investimenti da parte dei comuni.
2. Un pacchetto di misure efficaci e non solo di facciata contro l’evasione fiscale, tali da produrre effetti immediati, consistenti e concreti. Si propongono dunque alcuni interventi, tra i quali figurano le misure anti-evasione che in parte riprendono quelle dolosamente abolite dal governo Berlusconi:

a) tracciabilità dei pagamenti superiori a 1.000 euro (pensare a somme più elevate significa lasciare di fatto tutto come è oggi) ai fini del riciclaggio e soglie più basse, a partire dai 300 euro, per l’obbligo del pagamento elettronico per prestazioni e servizi;


b) obbligo di tenere l’elenco clienti-fornitori, il vero strumento di trasparenza efficiente;


c) descrizione del patrimonio nella dichiarazione del reddito annuo con previsione di severe sanzioni in caso di inadempimento.

3. Introduzione di una imposta ordinaria sui valori immobiliari di mercato, fortemente progressiva, con larghe esenzioni e che inglobi l’attuale imposta comunale unica sugli immobili, in modo di ricollocare l’Italia nella media e nella tradizione di tutti i maggiori paesi avanzati del mondo.

4. Un piano quinquennale di dismissioni di immobili pubblici in partenariato con gli enti locali (obiettivo minimo 25 miliardi di euro).

5. Liberalizzazioni. Il Pd propone di realizzare immediatamente almeno una parte delle proposte di liberalizzazione che il partito ha già preparato e presentato: ordini professionali, farmaci, filiera petrolifera, RC auto, portabilità dei conti correnti, dei mutui e dei servizi bancari, separazione Snam rete gas, servizi pubblici locali. Il Pd è contro la privatizzazione forzata, ma non contro le gare e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Tutto questo si può fare immediatamente senza bisogno di riforme costituzionali.

6. Politiche industriali per la crescita. Il Pd propone di adottare subito misure concrete per alleggerire gli oneri sociali e un pacchetto di progetti per l’efficienza energetica, la tecnologia italiana e la ricerca, con particolare riferimento alle risorse potenziali e sollecitabili del Mezzogiorno. Sarebbe un errore imperdonabile intervenire sul controllo dei conti pubblici senza mettere in campo, sia pure limitatamente alle risorse disponibili, un pacchetto di stimoli alla crescita e per l’occupazione. In questo contesto rientra anche l’implementazione dei più recenti accordi tra le parti sociali senza intromissioni che ledano la loro autonomia.

7. Pubblica amministrazione, istituzioni e costi della politica. In Italia la riduzione della spesa deve riguardare non tanto sulla spesa sociale, ma l’area della Pubblica Amministrazione, le istituzioni politiche e i settori collegati. A Cominciare dal Parlamento: il primo passo è il dimezzamento del numero dei parlamentari. Il Pd ha presentato da tre anni proposte specifiche su questo punto. Su sollecitazione dei gruppi parlamentari del Pd la discussione su questi progetti è stata calendarizzata in
Parlamento per settembre. Si agisca immediatamente. Da lì in giù, bisogna intervenire su Regioni, Province, Comuni con lo snellimento degli organi, l’accorpamento dei piccoli comuni, il dimezzamento o più delle province secondo l’emendamento presentato dal Pd e dall’Udc alla manovra di luglio o, in alternativa, riconducendole ad organi di secondo livello, accorpamento degli uffici periferici dello Stato, dimezzamento delle società pubbliche, centralizzazione e controllo stretto per l’acquisto di beni e servizi nella pubblica amministrazione. In più: la ripresa di un vero lavoro di spending review, interrotto dal governo Berlusconi, dal punto di vista di una politica industriale per la pubblica amministrazione. Il Pd ha proposte specifiche su ciascuno di questi punti. In particolare sui costi della politica il riferimento è il programma contenuto nell’ordine del giorno presentato due settimane or sono in Parlamento.


La manovra economica che il paese si appresta ad applicare rappresenta un passaggio necessario, ma molto severo. Il Pd eserciterà tutta la propria responsabilità di partito nazionale e alternativo. Ma oggi non si può tacere che se il paese si trova più esposto di altri sul fronte della crisi questo si deve alla responsabilità politica del governo e della sua maggioranza. L’Italia è un grande paese. Ha risorse e capacità. Tre anni fa il debito pubblico era al 104 per cento del Pil, la spesa pubblica era meno forte, le banche non avevano investito somme ingenti nei derivati e nei prodotti finanziari più fragili. Sarebbe bastato non bruciare inutilmente le risorse disponibili, riconoscere la crisi ed avviare un pacchetto di interventi per sostenere la crescita. Per tre anni, pur di fronte agli avvertimenti, all’allarme e alle proposte dell’opposizione, il governo ha negato la crisi e non ha fatto irresponsabilmente nulla.


Il Partito Democratico, responsabile e alternativo, si carica oggi di questa sfida e si propone per offrire al paese un’alternativa credibile, più efficiente, più giusta, in modo che l’Italia possa voltare pagina e riprendere il suo cammino di crescita.


"Sulla base di questi primi ed altri elementi di proposta dichiara il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani “dal 20 agosto in poi, una volta esaminato il testo presentato dal Consiglio dei ministri, ci rivolgeremo alle forze sociali e alle opposizioni per aprire un confronto volto a perfezionare una più compiuta proposta alternativa agli interventi del governo, a presentare gli emendamenti in Parlamento ed a sollecitare il sostegno dell’opinione pubblica per il cambiamento di una manovra depressiva, poco credibile e ingiusta”.

post correlato: sintesi di tutte le PROPOSTE PROGRAMMATICHE DEL PD approvate dell' Assemblea nazionale.


Il grande basta! video.

13 agosto 2011

Bersani: "Manovra inadeguata ed iniqua. Restano le incertezze. Combatteremo".

"Questo governo non è in condizione di raccogliere tutte le forze del Paese, di far pagare a chi deve pagare, di far crescere la fiducia internazionale e interna".



Pier Luigi Bersani annuncia proposte per rivedere una manovra che «colpisce chi paga le tasse» al Tg di La7: «Vi indicheremo noi – rivolto al governo - le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perché colpirebbero i 'vostrì quelli cioè che non pagano le tasse «Senza fare le cose difficili che voi non volete fare questo Paese non si salverà. C'è una forte preoccupazione: questa è una manovra che è a carico dei ceti popolari e dei ceti medi».

Il leader del Pd aggiunge alle telecamere di La7: «Da quel che ho letto e capito fin qui, quel poco che c'è è a carico di ceti popolari e ceti medi che pagano le tasse. Ma rimane il problema di fondo: Tremonti diceva di voler ristrutturare la manovra, ma non c'è nessuna ristrutturazione. Si anticipa quella manovra che tutti i mercati del mondo hanno ritenuto inadeguata», quindi «si lascia nell'incertezza totale la situazione».


Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani nel pomeriggio interviene: «Sulla manovra combatteremo affinché non sia macelleria sociale». I Democratici, aggiunge, faranno le loro proposte. D'altronde da questo governo - spiega - è difficile aspettarsi qualcosa. Anche perché tutto dipende da una persona, non c'è un vero partito: