5 settembre 2018

Terremoto 2016, il flop delle scuole.

In due anni ricostruite solo 3 su 21
Nonostante gli annunci e le tre ordinanze che dettano le priorità degli interventi i lavori, poco coordinati, sono in ritardo. La denuncia di Legambiente

di Redazione Scuola - Corriere della Sera

I piani di ricostruzione ci sono ma le scuole ricostruite no. E così a due anni dal terremoto del 24 agosto 2016 ci sono tre ordinanze che dettagliano gli interventi per 235 scuole, di cui 21 sono comprese nella prima ordinanza che ha dettato le emergenze principali, ma le scuole ricostruite sono solo 3, gli altri cantieri sono fermi per lo più ai progetti. 
Le tre scuole
A dirlo è Legambiente che ha pubblicato un rapporto sullo stato della ricostruzione.«Delle 21 scuole individuate con la prima ordinanza (n.14) e da realizzare entro l’anno scolastico 2017-2018, ne sono state ricostruite solo tre: la scuola per l’infanzia di Via Don Petruio a Fabriano, la scuola Romolo Capranica ad Amatrice e la scuola di Crognaleto; avviati i lavori di edificazione delle scuole di Giano e Foligno in Umbria, dei Poli scolastici di Macerata e San Ginesio nelle Marche e della scuola di Accumuli nel Lazio».

Il problema delle macerie
Il problema principale che ha rallentato i lavori fino ad adesso sembra essere quello del recupero e smaltimento delle macerie: ad oggi è stato raccolto il 40 per cento delle macerie pubbliche: in Abruzzo 12% macerie raccolte, Marche 43%, Lazio 39% e Umbria 72% su un totale stimato di 2.667.000 tonnellate.

3 settembre 2018

Saluzzo, 27 settembre 1920 – Palermo, 3 settembre 1982

"Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli."

Carlo Alberto dalla Chiesa

citato in Nando dalla Chiesa, Delitto imperfetto, p. 154

Due provocazioni sulla Leva obbligatoria

" L’educazione è “tirar fuori” l’individuo, la sua personalità, le sue capacità, la sua volontà: la naja è esattamente il contrario, l’individuo deve piegarsi alla volontà dei suoi superiori. È davvero surreale pensare che nella leva obbligatoria ci sia qualcosa di educativo: obbedire e comandare con l’educazione non c’entrano nulla.
....
Se vogliamo creare quel senso di appartenenza e di cittadinanza che oggi langue, bisogna che i ragazzi e le ragazze - questo è molto importante, che sia davvero per tutti - siano convocati a vivere un’esperienza di utilità, di protezione della società. Ecco, sarebbe un concetto di protezione civile allargato. Ma questo sì che crea sicurezza, non le telecamere"


Daniele Novara
tratto da Vita

1 settembre 2018

L'ultimo abbraccio al preside che insegnava nello stile di don Milani

Bologna, migliaia di messaggi di studenti sul web per la scomparsa di Maurizio Lazzarini, il dirigente del decalogo alla rovescia per allievi e genitori. Sulla porta del suo studio la scritta: "I care"

di ILARIA VENTURI
la Repubblica

Sulla porta del suo studio c'era la scritta “I care”. Gli interessava ogni suo studente, passava ore con loro, dialogava via social, al suo insediamento aveva reso pubblico il suo cellulare (“ragazzi, se avete bisogno mandatemi un sms”), regalava loro la Costituzione il primo giorno di scuola, li radunava nella palestra quando arrivavano in quinta, l’ultimo saluto ai maturandi di giugno è stato con una poesia di Kavafis: “Non sciuparla la vita, fino a farne una stucchevole estranea”. Maurizio Lazzarini, preside da otto anni guidava il liceo Fermi di Bologna, se ne è andato a causa di una malattia nel tempo di questa estate. Una scomparsa che ha scosso il mondo della scuola, non solo bolognese: migliaia di messaggi hanno inondato i social e il sito web del liceo scientifico: “Perdiamo un grande maestro”.

30 agosto 2018

Approfondiamo le questioni ambientali.

Prendiamo spunto da alcune righe di uno scritto di Andrea Rinaldo (Circoli Dossetti-Milano)

Verso uno sviluppo sostenibile

Nella temperie storica attuale dominata dagli effetti ambivalenti della cosiddetta “globalizzazione” argomentare sul concetto di “sviluppo sostenibile” è diventato ormai imprescindibile, giacché le implicazioni di quello che per converso potremmo definire “insostenibile” sono invece sotto gli occhi di tutti. Al netto delle locuzioni à la page i due asset si differenziano tra loro per un uso diverso delle risorse naturali, più oculato e rispettoso degli equilibri planetari, e orientato verso una distribuzione “democratica” delle ricadute positive sull’esistenza delle persone nel caso della sostenibilità, mentre all’opposto le disparità sociali e l’inquinamento ambientale si tengono insieme, generando un sistema che riduce ogni forma di biodiversità, anche umana.

Se si affrontano queste tematiche giocoforza non si può che entrare in un territorio di riflessione dove la trasversalità dei contenuti ne è la cifra distintiva: che tipologia di modello di sviluppo si sta promuovendo? E per chi? Secondo quale possibile tenuta nel tempo? Il benessere raggiunto dalla parte più fortunata degli abitanti del pianeta tendenzialmente si sta spostando anche verso i Paesi delle “economie emergenti”, ma questo fenomeno emancipativo non è indolore. Accanto ad una sempre maggiore richiesta di materie prime da parte dei Paesi più industrializzati unita con la consolidata abitudine consumista dell’ “usa e getta”, la rapida espansione delle economie di nuovo conio pone dei seri dubbi sul fatto che l’offerta delle risorse non rinnovabili sarà abbastanza abbondante ed economica, e tale da soddisfare i bisogni umani del futuro. Ammettendo la possibilità (a questo punto doverosa) per la popolazione mondiale che è stimata intorno ai sette miliardi e mezzo circa di individui, di possedere un’abitazione, un’auto, un frigorifero, un televisore, ecc., sarà in grado la nostra Terra di sopportarne l’impatto pauperista ed ambientale?

Quindi quanto si argomenta intorno allo “sviluppo sostenibile” si ha come riferimento principale la parte del mondo più industrializzata, la quale numericamente rappresenta un segmento minoritario del genere umano, mentre una fetta consistente si sta ancora dibattendo con le più prosaiche questioni della sopravvivenza: i massicci fenomeni migratori in atto sono la cartina di tornasole degli squilibri planetari causati spesso da “economie di rapina” ed anche dalle conseguenti devastanti perturbazioni ambientali.

26 agosto 2018

Rischio idrogeologico, rischio sismico, rischio vulcanico

Il territorio italiano è anche questo e purtroppo alcune delle tragedie legate all'ambiente di quest'estate non smettono di ricordarcelo. Da ultimo quanto avvenuto il 20 agosto nel Parco del Pollino, in Calabria, quando la piena improvvisa del torrente Raganello ha investito un gruppo di escursionisti, provocando 10 morti.

Eppure è bene ricordarci che il rischio non è emergenza. Situazioni locali geomorfologiche fragili hanno bisogno di un'attenzione particolare da parte dell'uomo, sempre, perché le sue attività non aggravino questi rischi. Con il rischio bisogna imparare a convivere, oserei dire a prendersene cura. Forse questa è l'unica possibilità che abbiamo. Come?

19 agosto 2018

Concessioni e autostrade, dove erano Lega e M5S in questi anni?

Quando il Carroccio era al governo nel 2008 cancellò delle norme introdotte da Prodi che davano maggiori garanzie ai cittadini su tariffe e investimenti. E nella scorsa legislatura i Cinque Stelle non intervennero mai durante l’indagine sulle concessioni

Per una volta devo dire grazie a Giorgia Meloni. Perché è stata lei, con la sua perentoria dichiarazione al tg della sera (“…è l’intero sistema delle concessioni autostradali ad essere malato. È un sistema che non va bene”), a farmi scattare la scintilla.

La memoria è andata così al mio primo intervento nell’aula parlamentare, nella XVI Legislatura, Seduta n. 10 di mercoledì 28 maggio 2008:
"Signor Presidente, intervengo a titolo personale per esprimere la forte contrarietà rispetto all’articolo aggiuntivo 8.012 (Ulteriore nuova formulazione) del Governo e, in particolare, sui contenuti del comma 2.
Esprimo un voto contrario a causa di questa procedura straordinaria di approvazione, non solo delle convenzioni siglate dall’Anas ma anche degli schemi sottoscritti dalle società concessionarie, che rappresenta una forzatura non condivisibile per il metodo e il merito della questione posta. Per il metodo, data la rilevanza del tema e l’entità delle risorse economiche in gioco, è sconvolgente che non si possa procedere secondo i termini ordinari di un percorso legislativo che coinvolga correttamente le Commissioni e il Parlamento e che si avvalga dei pareri tecnici degli organi competenti.
Non condivisibile rispetto al merito, in quanto la rilevanza del tema richiede la necessità di una riflessione attenta e approfondita sui diversi aspetti delle concessioni autostradali, sulla congruità dei canoni, dei controlli e della trasparenza della procedura quando invece l’approvazione acritica degli schemi di concessione toglie ogni possibilità di controllo, di verifica e di garanzia.
"

14 agosto 2018

Saviano: "Ministro Salvini, ecco perché la sua Lega non ha capito la ’ndrangheta"

Lo scrittore e la visita del vicepremier leghista a San Luca: "Per anni lei e il suo partito avete negato l’esistenza delle mafie al Nord credendo fosse un fenomeno da terroni. Non vi siete accorti che la vera questione mafiosa era tutta di natura economica e ben lontana dal Sud"

di ROBERTO SAVIANO

Fa bene, ministro Salvini, ad andare a San Luca e a visitare il santuario della Madonna di Polsi. Fa bene ad andare nel luogo dove risiede la spiritualità calabrese più antica, infettata da secoli dalla radice 'ndranghetista. Fa bene ad andare nel cuore dell'Aspromonte e la prima parola che dovrà pronunciare è: "Scusatemi". Chieda scusa, ministro, in nome di un partito che ha governato nei territori settentrionali maggiormente infiltrati dalle mafie senza mai chiudere le porte al potere criminale nel Nord Italia. Lo faccia per tutti gli anni in cui il suo partito ha negato l'esistenza delle mafie al Nord, credendo fosse un fenomeno nato da terroni corrotti e incivili, circoscritto all'arretrato Meridione.

11 agosto 2018

Seabin, il cestino contro la plastica sbarca in Italia


Seabin, il cestino che rimuove i rifiuti galleggianti dall'acqua, ha travolto il mondo con la sua semplicità ed efficacia. Arriva anche in Italia e ne parliamo con uno dei suoi creatori, Pete Ceglinski, che ha dedicato la sua vita a pulire gli oceani dalla plastica.

La passione per il mare che unisce gli australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton li ha portati a cambiare vita per combattere la plastica negli oceani, perché le generazioni future continuino a godere delle loro bellezze, magari navigando, facendo immersioni o cavalcando le onde sulle tavole da surf come amano fare loro. Questa forma d’inquinamento è così grave che il peso complessivo di plastica nei mari supererà quello dei pesci entro il 2050, secondo la Ellen MacArthur Foundation. All’età di 35 anni Ceglinski, ex designer di prodotto e costruttore di barche, e Turton, che di anni ne aveva 38 e lavorava anche lui nel settore nautico, hanno lasciato il lavoro dedicandosi a sviluppare Seabin, un cestino galleggiante che risucchia e raccoglie i rifiuti dall’acqua (se volete sapere di più su come funziona, cliccate qui), tra cui le microplastiche. Efficace soprattutto in aree come i porti, dove si accumulano i detriti, è in grado di catturare più di 500 chili di rifiuti all’anno.