13 maggio 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Il retrobottega della politica

Decine di arresti in Lombardia. Pare l’esordio della cronaca di un’ordinaria retata contro la criminalità, ma riguarda molto da vicino la politica lombarda. L’arresto di due degli esponenti di spicco di Forza Italia a Milano ha scosso la maggioranza regionale che è piombata in un silenzio attonito. E’ toccato a un Fontana più cupo e meno loquace del solito affidare a uno scarno comunicato letto nell’aula del Consiglio regionale la rivendicazione di assoluta correttezza e trasparenza dell’operato della sua amministrazione. Un tentativo di chiamarsi fuori vanificato, almeno dal punto di vista mediatico, dall’arrivo di un avviso di garanzia a suo carico. Non sappiamo quali saranno gli sviluppi giudiziari, ma il sistema di relazioni politiche che sta emergendo ha il sapore rancido di uno stile da retrobottega più che da social network. Attendiamo sviluppi augurando a Fontana e agli altri coinvolti nell’inchiesta di poter chiarire al più presto le loro posizioni.
Consoliamoci con gli Alpini, vero orgoglio d’Italia, che stanno assediando Milano con la loro allegra voglia di stare assieme e di dare una mano agli altri.

11 maggio 2019

La follia di Toninelli e del governo contro la mobilità sostenibile

Dovevamo intuire che mettere nelle mani di Toninelli un’opportunità così interessante avrebbe condotto al suo ennesimo fallimento, ma non immaginavamo che si sarebbe spinto a tanto
di Luciano Nobili - Democratica

Da Parigi a Berlino, da Madrid a Bruxelles, ovunque in Europa le grandi città puntano su ambiente e innovazione e negli ultimi anni hanno dato grande spazio alla micromobilita elettrica, sempre più in espansione.

La mobilità è uno dei diritti fondamentali – troppo spesso negato – dei cittadini del XXI secolo e la mobilità urbana sta cambiando volto in tutto il mondo.

Il numero delle persone che scelgono la mobilità sostenibile è in continuo aumento così come l’offerta dei mezzi in condivisione. In questo quadro, ormai in tutta Europa e non solo, si inserisce la mobilità elettrica di piccola taglia. Ossia i piccoli mezzi dedicati al trasporto di una sola persona. Monopattini, monoruota, segway, skate, hoverboard, leggeri e facilmente trasportabili (in treno, in metro, in auto), ricaricabili a casa o in ufficio, stanno riscuotendo un successo crescente per i piccoli spostamenti urbani. Non inquinano, rappresentano la soluzione ideale per gli spostamenti di piccolo e medio raggio (dai 3 ai 5 km) sono perfettamente intermodali (consentono un facile abbinamento con un tratto in treno, in metro o sul bus), non hanno bisogno di grande spazio e consentono di bypassare lo stress da traffico e la ricerca, spesso vana, di un parcheggio.

10 maggio 2019

La contromanovra di Zingaretti

Abbassare tasse sul lavoro e costo istruzione
Scritto da La Redazione di Monza

Ecco il nostro piano per l’Italia in tre mosse.

Ora, prima le persone. L’Italia merita di più di selfie e slogan: un intervento shock da 15 miliardi di euro per ridurre davvero le tasse sul lavoro e le differenze tra i salari; una strategia per ridurre l’impatto ambientale e creare 400mila nuovi posti di lavoro.

Occupazione verde, legata alla sostenibilità ambientale e alla difesa del pianeta.

E infine, la scuola: aumento degli stipendi per gli insegnanti, messa in sicurezza gli edifici, più tecnologia. E abbattiamo il costo dell'istruzione per i redditi medio bassi, perché l’istruzione non può essere un costo che pesa sui bilanci familiari di chi sta peggio.

9 maggio 2019

Intervista a Giorgio Vittadini

«Vogliono ridurre la società civile a una massa inerte in attesa dell'uomo forte»
di Marco Dotti - Vita

Il Terzo settore è sotto attacco. Ma da parte di chi? Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, è chiaro: «prima di tutto a causa di un rapporto fra Stato e individuo che è mutato radicalmente».

L'individuo si rivolge direttamente allo Stato e lo Stato si richiama direttamente a una (presunta) volontà dell'individuo. Conseguenza?
La paralisi sociale. Nel momento in cui lo Stato pensa di disintermendiare e parlare direttamente con l'individuo ottiene un risultato: rende la persona passiva e dipendente dalla prebenda dell'ente pubblico e, di conseguenza, incentiva non la sua capacità di rischio e di costruzione, ma l'assistenzialismo e la paralisi.

5 maggio 2019

E il Pd che fa? Le proposte del Partito Democratico

Scritto da Redazione del PD di Monza  
 
Nicola Zingaretti cosa intende fare il Partito Democratico?
Le idee sono piuttosto chiare. «Nel governo litigi e sceneggiate sono quotidiani. Ma mentre si attaccano a suon di comunicati, nella realtà sono sempre più incollati alle poltrone. Il prezzo immenso di questi teatrini lo stanno pagando gli italiani. L’economia è ferma, diminuisce il lavoro, aumentano le tasse e i debiti, si tagliano i servizi, crolla la fiducia. Basta: ora un progetto per salvare l’Italia ». «Abbiamo un programma con 5 punti chiave», dice Zingaretti.
“Dobbiamo aumentare i salari medio-bassi in particolare per le famiglie perché le persone non ce la fanno più. E proponiamo un taglio netto del cuneo fiscale sul tempo indeterminato. Inoltre vogliamo favorire l’occupazione di donne e giovani, aumentare le indennità per i tirocini (come abbiamo fatto nel Lazio), fare una legge sull’equo compenso e cercare con le parti sociali un accordo sul salario minimo in quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali».

«L’obiettivo è rilanciare gli investimenti pubblici e privati per aumentare la crescita economica e l’occupazione. Dobbiamo stabilizzare gli incentivi agli investimenti del piano Impresa 4.0, in particolare nel Mezzogiorno, favorire il trasferimento tecnologico e varare un provvedimento straordinario “taglia burocrazia” per le imprese basato sul silenzio assenso nei rapporti con la PA. E devono ripartire gli investimenti pubblici sulle infrastrutture anche con l’apertura dei cantieri già finanziati».

Il governo ha varato lo sblocca cantieri, ma per Zingaretti «quello è un bluff perché sblocca solo il malaffare e mette a rischio la vita degli operai con il massimo ribasso. Invece occorre portare nella PA una nuova generazione di tecnici in grado di potenziare la capacità di progettazione delle amministrazioni, controllare e accorciare i tempi delle procedure. E dobbiamo anche semplificare i regimi autorizzatori delle opere, un sistema fondato sul “parere di competenza” è una follia».

 Scuola e sanità

«Dobbiamo far ripartire su entrambi i fronti la mobilità sociale, in un tempo in cui le eredità familiari e geografiche segnano ancora i destini delle persone. Portiamo al 4% del PIL le risorse investite sull’istruzione pubblica, per potenziare i servizi per l’infanzia, ridurre la dispersione scolastica, estendere il tempo pieno e attivare una dote per i giovani provenienti da famiglie meno abbienti attivabile a 18 anni per finanziare un progetto formativo o imprenditoriale. Per la sanità, invece, serve quota 10».

4 maggio 2019

DOMENICA 5 MAGGIO GAZEBO IN PIAZZA


Domenica 5 maggio dalle ore 9,00 alle 12,00 il Circolo PD di Sulbiate sarà presente davanti alla Biblioteca Civica per incontrare i cittadini, per presentare il programma per le Elezioni Europee del 26 maggio e continuare la campagna di tesseramento PD 2019. 
Ti aspettiamo!


Lavoriamo nella prospettiva degli Stati Uniti d’Europa.
Vogliamo ridare potere ai cittadini del nostro continente, dare un nuovo vigore alla democrazia.
La nostra proposta politica si articola attorno a quattro questioni cruciali:

  1. Una nuova Europa con al centro le persone.
    Per lo sviluppo e l’innovazione, per il lavoro e la coesione sociale, per l'ambiente.
  2. Una nuova Europa vicina ai territori.
    Per la tutela e valorizzazione dei prodotti, delle culture e delle diversità.
  3. Una nuova Europa protagonista nel mondo.
    Per la pace, la sicurezza e la risposta comune ai problemi mondiali.
  4. Una nuova Europa più democratica.
    Per rispondere ai bisogni dei cittadini, degli Stati e delle imprese




3 maggio 2019

L’algoritmo dell’antipolitica

Se un tempo per vincere si cercava il messaggio unificante, oggi conta dividere ed estremizzare: gli estremisti sono ormai il centro del sistema
Matteo Orfini - Left Wing 

All’origine del populismo c’è la sfiducia. Sfiducia nelle istituzioni e in tutto ciò che vi assomigli: ieri i partiti e la politica, oggi anche la stampa e i mezzi di comunicazione, la scienza, gli intellettuali, la chiesa, le ong e il mondo del volontariato. Mai avremmo immaginato un’Italia in cui si viene incriminati per aver salvato delle vite umane, in cui i bambini nelle scuole sono discriminati perché figli di poveri, in cui chi porta del pane a chi non ne ha viene aggredito, in cui persino ai parroci si impone di rinnegare il Vangelo e rifiutare la carità a chi è individuato come diverso, come non appartenente al popolo, secondo un criterio puramente etnico. Sono le cronache dell’Italia gialloverde, ma non differiscono molto, purtroppo, da quelle dell’Ungheria di Orbán e dei paesi di Visegrád, o degli Stati Uniti di Donald Trump.

Questo mondo è figlio di una lunga stagione di egemonia della destra. Una destra che di fronte al crollo del modello liberista, imposto negli anni di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, ha saputo reagire facendosi opposizione e alternativa a se stessa. Il populismo che ha cambiato il volto dell’Occidente è esploso lì, nel 2016, proprio come allora: prima in Gran Bretagna e subito dopo negli Stati Uniti, con il referendum sulla Brexit e l’elezione di Trump. Londra e Washington, capitali della “rivoluzione liberista” all’inizio degli anni ottanta, sono diventate d’un tratto – complice la crisi dell’economia mondiale innescata proprio dalle ricette reaganian-thatcheriane – le capitali della “rivoluzione populista”. Così la destra ha traghettato se stessa fuori dalla crisi che essa stessa aveva generato. È successo negli Stati Uniti ed è successo nel nostro paese.