24 settembre 2019

IL PD, LA CASA DEI RIFORMISTI, LA SFIDA DEL GOVERNO


SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Pieni poteri

Li invocava a livello nazionale, ma ha avuto solo l’effetto di perdere quelli che aveva. Pieni poteri, però, Matteo Salvini li ha mantenuti e rafforzati sui governatori del Nord che gli obbediscono a bacchetta. Ne è testimonianza la fretta con cui in tutta l’ormai ex Padania, da Trieste e Genova, la Lega si è precipitata a presentare la proposta di referendum per cancellare la quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Pur di approvarla entro il 30 settembre, data in cui si chiude la finestra annuale per chiedere i referendum abrogativi, la Lega ha messo in atto forzature regolamentari poco degne di chi dovrebbe servire, e non usare, le istituzioni. Gli alleati obbediscono servili, pur manifestando molti dubbi sul contenuto della proposta.
E’ tutta propaganda, finalizzata ad avere argomenti per condurre le prossime campagne elettorali nelle regioni, visto che il quesito proposto non ha alcuna possibilità di passare indenne il vaglio della Corte Costituzionale.
Non possiamo tacere il disagio per l’annuncio della costituzione di nuovi gruppi parlamentari composti, in grande maggioranza, da eletti nelle liste del Partito Democratico. Nessuno di noi consiglieri regionali lombardi aderirà a “Italia Viva”, ma lo sconcerto che serpeggia tra molti nostri sostenitori è evidente e più che comprensibile. Il modo migliore per uscire da questo imbarazzo è dimostrare che il Governo è solido e capace di provvedimenti utili all’Italia. Anche dalla Lombardia, lavoreremo per questo.

23 settembre 2019

Culture, non cose, politiche

By Luca Caputo in Editoriale - Circolo Dossetti Milano   

18 Settembre 2019

Nei giorni in cui i nostri ragionamenti vertevano sugli scenari di opportunità che proprio per il Partito Democratico si erano aperti con il varo del Governo Conte II, irrompe sulla scena politica nazionale la decisione di Matteo Renzi e, almeno in questa prima fase, di una parte degli esponenti politici a lui più vicini, di lasciare il PD: decisione non imprevista nel se ma certamente inattesa sul quando.

La tempistica di questa (per usare una parola d’ordine dei Renziani) “scomposizione” (immediatamente dopo il varo definitivo del Governo, le lamentationes circa l’assenza di sottosegretari provenienti dalla Toscana e l’annuncio del ritorno di LeU in ambito PD), suggerisce una versione dei fatti non del tutto convincente, perchè sostanzialmente adombrata ed annunciata prima delle nomine ministeriali. E perchè già nei pensieri di molti insofferenti.

22 settembre 2019

Buona Festa del Paese!

A tutti!
Costruiamo una Festa che unisca e che rispetti le differenze.
Costruiamo spazi per il confronto tra idee che devono essere differenti perchè ad una realtà complessa, le soluzioni ai problemi devono essere articolate e non sempliciste.
E' un anno particolare: ricordiamo due persone che hanno collaborato seppur da posizione diverse: Giampiero e Gino.
Impariamo da loro la determinazione nell'illustrare le loro idee ma anche la pacatezza nell'accettare la posizione avversa.
Auguri a tutti !

18 settembre 2019

Perché i migranti scappano da casa loro

La povertà in Nigeria, il terrorismo in Mali, le guerre che lacerano il paese nel Sudan. E ancora, i migranti «invisibili» dalla Tunisia e la repressione in Afghanistan. Dietro alla fuga di milioni di cittadini ci sono motivi che ignoriamo. O non riusciamo ancora a capire
di Valentina Furlanetto - ilsole24ore.com

Veniva dal Mali, aveva 14 anni e la speranza, sotto forma di una pagella scolastica, cucita nella giacca. Veniva dal Mali ed è morto nel Mediterraneo il 18 aprile 2015. A raccontare la storia di questo piccolo naufrago è stata Cristina Cattaneo, medico legale che negli ultimi anni si è occupata di riconoscere i corpi dei migranti annegati in mare.

Ci sono domande che ci facciamo poco. Ad esempio perchè quel ragazzino venisse dal Mali. Perché sui barconi che arrivano (sempre meno per la verità) non ci siano mai ragazzini (o uomini o donne) della Namibia, del Rwanda, del Botswana o anche della poverissima Sierra Leone. Ma ci sono spesso cittadini del Sudan, della Nigeria, dell'Eritrea, del Mali. Se ci facessimo queste domande scopriremmo che dai paesi in cui convivono pacificamente gruppi etnici e religiosi diversi (come in Sierra Leone) dove c'è un'economia vivace e governi stabili e poco corrotti (come in Bostwana) e nessuna crisi idrica o ambientale (come in Rwanda) nessuno vuole andarsene.

Nessuno lascia casa se sta bene a casa sua. Nessun quattordicenne si mette nella giacca una pagella e affronta il deserto, le carceri libiche, il rischio concreto di affogare se sta bene a casa sua. Allora perché alcuni scappano? Il continente africano è composto da 54 paesi. Molti non li sentiamo mai nominare perchè da quei paesi nessuno arriva sotto casa nostra. Altri paesi attraversano crisi profonde umanitarie, politiche, economiche, climatiche o nella sfera dei diritti umani. Ed è da questi e per queste ragioni che si creano i flussi migratori.

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16 settembre 2019

SettegiorniPD in Regione Lombardia

     La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale La vera sfida per il cambiamento

Non dimenticatevi del Nord. E’questo l’appello che dalla Lombardia lanciamo al nuovo governo Conte. Il problema non sono i nomi, ma le politiche che si andranno a definire nelle prossime settimane e troveranno un primo, determinante, banco di prova nella legge di bilancio.
Le regioni settentrionali, Lombardia in testa, hanno pagato duramente i 14 mesi di governo gialloverde, fatti di tante parole sull’autonomia, di incertezza (per non dir di peggio) sulle infrastrutture e di provvedimenti dannosi per le imprese e il tessuto produttivo. Il vero cambiamento si misurerà sulla capacità di dare risposte pronte e credibili su questi temi. Possiamo comunque già registrare un dato molto positivo: il nuovo rapporto con l’Unione Europea non può che far bene alla Lombardia.
In questa nuova fase politica, speriamo che il governatore Fontana, che continua a parlare solo di autonomia, smetta i panni della Cassandra, prenda atto del fallimento del suo governo e discuta davvero di un’autonomia concreta, possibile e sostenibile.
Intanto la Lombardia è alle prese con una vera e propria strage sul lavoro: i 5 morti degli ultimi giorni - 4 ad Arena Po, nel pavese, e uno a Casatenovo, nel lecchese - si aggiungono a una interminabile serie di vittime. Anche in questo caso, non basta invocare nuovi fondi da Roma, serve, come hanno detto il presidente e l’assessore Gallera, un piano di emergenza: noi ci siamo e attendiamo le proposte della Giunta. La sicurezza sul lavoro è un diritto, come ci ha sempre ricordato il compianto Roberto Bruni che ricordiamo con affetto.

14 settembre 2019

Rapporto. Onu: in Libia la polizia vende i profughi ai trafficanti, ma l'Europa tace

Nello Scavo venerdì 13 settembre 2019 - Avvenire.it
Un meccanismo diabolico che produce guadagni illeciti, torture, stupri e sparizioni di massa senza che nessuno si senta in dovere di intervenire

L'Onu ha le prove: «La Guardia costiera libica trasferisce migranti in centri di detenzione non ufficiali», dove si ritiene che funzionari del governo «vendano i migranti ai trafficanti». Non prima di avere torturato, schiavizzato, stuprato. L’ultimo rapporto del segretario generale sulla Libia è già sul tavolo del procuratore del Tribunale internazionale dell’Aja. E non piacerà ai leader europei.

I crimini sono stati documentati e riassunti nelle 17 pagine che costituiscono un pesante atto d’accusa che Antonio Guterres ha messo nero su bianco, dopo avere raccolto le informazioni di tutte le agenzie Onu sul campo, coordinate dall’Unsmil, la missione delle Nazioni Unite a Tripoli. La sequenza di violazioni chiama in causa la responsabilità di quei Paesi, come l’Italia, che finanziano ed equipaggiano a fondo perduto le autorità libiche, senza mai riuscire a ottenere neanche il minimo impegno per il rispetto dei diritti fondamentali. Il 7 giugno l’Alto commissario per i diritti umani «ha invitato il governo di accordo nazionale - rivela Guterres - a lanciare immediatamente un’indagine indipendente per individuare le persone scomparse». Centinaia di migranti intercettati in mare, infatti, vengono regolarmente fatti sparire. Ma dell’inchiesta, nessuno sa nulla.