25 settembre 2019
24 settembre 2019
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
|
23 settembre 2019
Culture, non cose, politiche
By Luca Caputo in Editoriale - Circolo Dossetti Milano
18 Settembre 2019
Nei giorni in cui i nostri ragionamenti vertevano sugli scenari di opportunità che proprio per il Partito Democratico si erano aperti con il varo del Governo Conte II, irrompe sulla scena politica nazionale la decisione di Matteo Renzi e, almeno in questa prima fase, di una parte degli esponenti politici a lui più vicini, di lasciare il PD: decisione non imprevista nel se ma certamente inattesa sul quando.
La tempistica di questa (per usare una parola d’ordine dei Renziani) “scomposizione” (immediatamente dopo il varo definitivo del Governo, le lamentationes circa l’assenza di sottosegretari provenienti dalla Toscana e l’annuncio del ritorno di LeU in ambito PD), suggerisce una versione dei fatti non del tutto convincente, perchè sostanzialmente adombrata ed annunciata prima delle nomine ministeriali. E perchè già nei pensieri di molti insofferenti.
18 Settembre 2019
Nei giorni in cui i nostri ragionamenti vertevano sugli scenari di opportunità che proprio per il Partito Democratico si erano aperti con il varo del Governo Conte II, irrompe sulla scena politica nazionale la decisione di Matteo Renzi e, almeno in questa prima fase, di una parte degli esponenti politici a lui più vicini, di lasciare il PD: decisione non imprevista nel se ma certamente inattesa sul quando.
La tempistica di questa (per usare una parola d’ordine dei Renziani) “scomposizione” (immediatamente dopo il varo definitivo del Governo, le lamentationes circa l’assenza di sottosegretari provenienti dalla Toscana e l’annuncio del ritorno di LeU in ambito PD), suggerisce una versione dei fatti non del tutto convincente, perchè sostanzialmente adombrata ed annunciata prima delle nomine ministeriali. E perchè già nei pensieri di molti insofferenti.
22 settembre 2019
Buona Festa del Paese!
A tutti!
Costruiamo una Festa che unisca e che rispetti le differenze.
Costruiamo spazi per il confronto tra idee che devono essere differenti perchè ad una realtà complessa, le soluzioni ai problemi devono essere articolate e non sempliciste.
E' un anno particolare: ricordiamo due persone che hanno collaborato seppur da posizione diverse: Giampiero e Gino.
Impariamo da loro la determinazione nell'illustrare le loro idee ma anche la pacatezza nell'accettare la posizione avversa.
Auguri a tutti !
Costruiamo una Festa che unisca e che rispetti le differenze.
Costruiamo spazi per il confronto tra idee che devono essere differenti perchè ad una realtà complessa, le soluzioni ai problemi devono essere articolate e non sempliciste.
E' un anno particolare: ricordiamo due persone che hanno collaborato seppur da posizione diverse: Giampiero e Gino.
Impariamo da loro la determinazione nell'illustrare le loro idee ma anche la pacatezza nell'accettare la posizione avversa.
Auguri a tutti !
20 settembre 2019
18 settembre 2019
Perché i migranti scappano da casa loro
La povertà in Nigeria, il terrorismo in Mali, le guerre che lacerano il paese nel Sudan. E ancora, i migranti «invisibili» dalla Tunisia e la repressione in Afghanistan. Dietro alla fuga di milioni di cittadini ci sono motivi che ignoriamo. O non riusciamo ancora a capire
di Valentina Furlanetto - ilsole24ore.com
Veniva dal Mali, aveva 14 anni e la speranza, sotto forma di una pagella scolastica, cucita nella giacca. Veniva dal Mali ed è morto nel Mediterraneo il 18 aprile 2015. A raccontare la storia di questo piccolo naufrago è stata Cristina Cattaneo, medico legale che negli ultimi anni si è occupata di riconoscere i corpi dei migranti annegati in mare.
Ci sono domande che ci facciamo poco. Ad esempio perchè quel ragazzino venisse dal Mali. Perché sui barconi che arrivano (sempre meno per la verità) non ci siano mai ragazzini (o uomini o donne) della Namibia, del Rwanda, del Botswana o anche della poverissima Sierra Leone. Ma ci sono spesso cittadini del Sudan, della Nigeria, dell'Eritrea, del Mali. Se ci facessimo queste domande scopriremmo che dai paesi in cui convivono pacificamente gruppi etnici e religiosi diversi (come in Sierra Leone) dove c'è un'economia vivace e governi stabili e poco corrotti (come in Bostwana) e nessuna crisi idrica o ambientale (come in Rwanda) nessuno vuole andarsene.
Nessuno lascia casa se sta bene a casa sua. Nessun quattordicenne si mette nella giacca una pagella e affronta il deserto, le carceri libiche, il rischio concreto di affogare se sta bene a casa sua. Allora perché alcuni scappano? Il continente africano è composto da 54 paesi. Molti non li sentiamo mai nominare perchè da quei paesi nessuno arriva sotto casa nostra. Altri paesi attraversano crisi profonde umanitarie, politiche, economiche, climatiche o nella sfera dei diritti umani. Ed è da questi e per queste ragioni che si creano i flussi migratori.
Continua a leggere...»
di Valentina Furlanetto - ilsole24ore.com
Veniva dal Mali, aveva 14 anni e la speranza, sotto forma di una pagella scolastica, cucita nella giacca. Veniva dal Mali ed è morto nel Mediterraneo il 18 aprile 2015. A raccontare la storia di questo piccolo naufrago è stata Cristina Cattaneo, medico legale che negli ultimi anni si è occupata di riconoscere i corpi dei migranti annegati in mare.
Ci sono domande che ci facciamo poco. Ad esempio perchè quel ragazzino venisse dal Mali. Perché sui barconi che arrivano (sempre meno per la verità) non ci siano mai ragazzini (o uomini o donne) della Namibia, del Rwanda, del Botswana o anche della poverissima Sierra Leone. Ma ci sono spesso cittadini del Sudan, della Nigeria, dell'Eritrea, del Mali. Se ci facessimo queste domande scopriremmo che dai paesi in cui convivono pacificamente gruppi etnici e religiosi diversi (come in Sierra Leone) dove c'è un'economia vivace e governi stabili e poco corrotti (come in Bostwana) e nessuna crisi idrica o ambientale (come in Rwanda) nessuno vuole andarsene.
Nessuno lascia casa se sta bene a casa sua. Nessun quattordicenne si mette nella giacca una pagella e affronta il deserto, le carceri libiche, il rischio concreto di affogare se sta bene a casa sua. Allora perché alcuni scappano? Il continente africano è composto da 54 paesi. Molti non li sentiamo mai nominare perchè da quei paesi nessuno arriva sotto casa nostra. Altri paesi attraversano crisi profonde umanitarie, politiche, economiche, climatiche o nella sfera dei diritti umani. Ed è da questi e per queste ragioni che si creano i flussi migratori.
Continua a leggere...»
16 settembre 2019
SettegiorniPD in Regione Lombardia
La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia
|
14 settembre 2019
Rapporto. Onu: in Libia la polizia vende i profughi ai trafficanti, ma l'Europa tace
Nello Scavo venerdì 13 settembre 2019 - Avvenire.it
Un meccanismo diabolico che produce guadagni illeciti, torture, stupri e sparizioni di massa senza che nessuno si senta in dovere di intervenire
L'Onu ha le prove: «La Guardia costiera libica trasferisce migranti in centri di detenzione non ufficiali», dove si ritiene che funzionari del governo «vendano i migranti ai trafficanti». Non prima di avere torturato, schiavizzato, stuprato. L’ultimo rapporto del segretario generale sulla Libia è già sul tavolo del procuratore del Tribunale internazionale dell’Aja. E non piacerà ai leader europei.
I crimini sono stati documentati e riassunti nelle 17 pagine che costituiscono un pesante atto d’accusa che Antonio Guterres ha messo nero su bianco, dopo avere raccolto le informazioni di tutte le agenzie Onu sul campo, coordinate dall’Unsmil, la missione delle Nazioni Unite a Tripoli. La sequenza di violazioni chiama in causa la responsabilità di quei Paesi, come l’Italia, che finanziano ed equipaggiano a fondo perduto le autorità libiche, senza mai riuscire a ottenere neanche il minimo impegno per il rispetto dei diritti fondamentali. Il 7 giugno l’Alto commissario per i diritti umani «ha invitato il governo di accordo nazionale - rivela Guterres - a lanciare immediatamente un’indagine indipendente per individuare le persone scomparse». Centinaia di migranti intercettati in mare, infatti, vengono regolarmente fatti sparire. Ma dell’inchiesta, nessuno sa nulla.
Un meccanismo diabolico che produce guadagni illeciti, torture, stupri e sparizioni di massa senza che nessuno si senta in dovere di intervenire
L'Onu ha le prove: «La Guardia costiera libica trasferisce migranti in centri di detenzione non ufficiali», dove si ritiene che funzionari del governo «vendano i migranti ai trafficanti». Non prima di avere torturato, schiavizzato, stuprato. L’ultimo rapporto del segretario generale sulla Libia è già sul tavolo del procuratore del Tribunale internazionale dell’Aja. E non piacerà ai leader europei.
I crimini sono stati documentati e riassunti nelle 17 pagine che costituiscono un pesante atto d’accusa che Antonio Guterres ha messo nero su bianco, dopo avere raccolto le informazioni di tutte le agenzie Onu sul campo, coordinate dall’Unsmil, la missione delle Nazioni Unite a Tripoli. La sequenza di violazioni chiama in causa la responsabilità di quei Paesi, come l’Italia, che finanziano ed equipaggiano a fondo perduto le autorità libiche, senza mai riuscire a ottenere neanche il minimo impegno per il rispetto dei diritti fondamentali. Il 7 giugno l’Alto commissario per i diritti umani «ha invitato il governo di accordo nazionale - rivela Guterres - a lanciare immediatamente un’indagine indipendente per individuare le persone scomparse». Centinaia di migranti intercettati in mare, infatti, vengono regolarmente fatti sparire. Ma dell’inchiesta, nessuno sa nulla.
Iscriviti a:
Post (Atom)