11 luglio 2022

Newsletter Pd Lombardo - IL SEGRETARIO NAZIONALE ENRICO LETTA A MELZO, MERCOLEDÌ 13 LUGLIO, ORE 21.30

Gli ultimi aggiornamenti sulle attività del Partito Democratico Lombardo

Care democratiche, cari democratici,
 
alla Festa regionale de L’Unità avremo il piacere di ospitare
 
IL SEGRETARIO NAZIONALE
ENRICO LETTA
MELZO, MERCOLEDÌ 13 LUGLIO, ORE 21.30
 
La presenza del Segretario è sempre motivo di orgoglio per una Festa, ma quest’anno il valore della sua partecipazione è se possibile persino più alto, perché siamo tutti impegnati nel percorso che ci condurrà alle elezioni politiche e regionali del prossimo anno, e avere l’occasione di ascoltare Enrico sarà di stimolo e di aiuto nella programmazione delle molte cose che dovremo predisporre a riguardo.
 
Insieme a me saranno con il Segretario nazionale anche la Segretaria del PD metropolitano milanese Silvia Roggiani e il Responsabile dem per la Zona Adda-Martesana Alberto Fulgione.
La Festa si svolge presso l’Area Fiera di Melzo (MI), Via Colombo angolo Strada Provinciale 13.
 
Vi aspettiamo mercoledì sera!
 
Un caro saluto,
 
Vinicio Peluffo
Segretario regionale PD lombardo
 

26 giugno 2022

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Non gioco più, me ne vado

Per anni in Italia il voto è stato qualcosa di sacro e di necessario.
Recarsi alle urne faceva parte di una sorta di religione civile che legava i cittadini alla conquista della democrazia dopo gli anni bui della dittatura fascista. Segnare la scheda con la matita copiativa era un modo per dire davvero da che parte si voleva stare, anche rispetto a un mondo letteralmente spaccato in due e molto più semplice da interpretare.
Oggi anche solo cercare il certificato elettorale in qualche cassetto di casa sembra uno sforzo eccessivo e disertare il voto è una sorta di medaglia al valore civile contro l’asserita dittatura dei partiti.
Lo spettacolo che sta offrendo il Parlamento in una delle più surreali legislature della storia repubblicana, almeno dal punto di vista dei cambi di casacca, non aiuta e il rischio di un’ulteriore avanzata dell’astensionismo è lì in agguato. ”Non gioco più, me ne vado” della straordinaria Mina potrebbe a buon diritto diventare la colonna sonora di una fiction sugli ultimi anni di Palazzo Madama e Montecitorio.
Proviamo allora a ripartire dalla Lombardia. Il primo turno delle elezioni amministrative ha dato segnali importanti e il voto di domenica potrebbe consolidare indicazioni che diventerebbero molto preziose per il cammino verso le elezioni regionali del 2023.
La drammatica siccità che ha investito la nostra regione e le difficoltà economiche che rischiano di piombare addosso alle famiglie nei prossimi mesi ci ricordano come ci sia un gran bisogno di una politica che abbia il coraggio di guardare avanti per costruire una Lombardia diversa, che faccia della sostenibilità, dell’innovazione e del sostegno ai più deboli i punti cardine di uno sviluppo che metta al centro le persone e non le alchimie amministrative. Andarsene è una scelta legittima in politica, ma non può essere la soluzione per chi ama il territorio in cui vive. Noi del PD vogliamo giocare la partita per la Lombardia perché crediamo quasi sacro e necessario stare a fianco di tutti coloro che amano questo territorio e vogliono renderlo ancora più bello e abitabile. Per questo noi non ce ne andiamo e, con tutti i nostri amministratori locali, giocheremo fino in fondo per la Lombardia.

1 giugno 2022

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Meglio la democrazia

Sono in arrivo due feste dall’importante valore civile: il 29 maggio si celebra la Lombardia e il 2 giugno la nostra Repubblica Italiana. Siamo più affezionati alla seconda e non per particolari propensioni centraliste o inesistenti polemiche politiche. Dietro la scelta di una data simbolo per celebrare un’istituzione c’è un’idea precisa riguardo gli elementi fondanti la propria identità e le modalità con cui la si vuole perpetuare.
Il 2 giugno fa riferimento alla data in cui venne celebrato, nel 1946, il referendum sulla forma istituzionale del nostro Stato: il voto popolare, che per la prima volta vide protagoniste anche le donne, scelse la forma repubblicana e segnò la nascita della nuova Italia.
Il 29 maggio ci porta molto più indietro nel tempo, al 1176, anno in cui venne combattuta la battaglia di Legnano tra l'esercito imperiale di Federico Barbarossa e le truppe della Lega Lombarda, patto siglato tra una parte dei liberi comuni lombardi, con l’esclusione, tra gli altri, di Como e Lodi, che si schierarono dalla parte del Barbarossa.
Con la scelta del 2 giugno si celebra un atto fondativo di carattere democratico, la partecipazione popolare alla scelta della forma istituzionale di governo dello Stato.
Con il 29 maggio si ricorda una battaglia, un evento militare, necessario per affermare la libertà di fronte a un invasore, ma non certo caratterizzato da un’ampia partecipazione popolare.
Il PD aveva manifestato la propria preferenza per la data della prima seduta del Consiglio regionale lombardo, 6 luglio 1970, ma la Lega preferì la data della battaglia di Legnano, risparmiandoci almeno il giuramento di Pontida.
Dietro ogni celebrazione c’è un’idea di convivenza. Senza nulla togliere agli amici di Legnano e al loro tradizionale Palio, che quest’anno tornerà dopo la pausa forzata della pandemia, preferiamo il 2 giugno e il significato che si porta appresso: un’identità fondata sulla partecipazione e sulla democrazia piuttosto che sulla guerra.

2 giugno La festa della Repubblica

2 giugno 2022

24 maggio 2022

SettegiorniPD in Regione Lombardia

   La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale Contro tutte le mafie

Trent’anni fa l’Italia si fermava di fronte alla strage di Capaci, che fu seguita, a poche settimane, da quella di via D’Amelio. L’attacco della Mafia allo Stato raggiungeva il suo punto più drammatico con l’uccisione dei due magistrati simbolo della lotta alla criminalità organizzata, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Lunedì ricorderemo questo triste anniversario con la consapevolezza che stiamo vivendo una stagione profondamente diversa, con una criminalità organizzata che, nelle sue diversissime manifestazioni territoriali, è stata sconfitta sul piano dell’attacco frontale alle istituzioni, ma permane fortemente radicata in molte parti del nostro sistema economico e minaccia la tenuta della legalità in molte zone, Lombardia compresa.
Ricordare la strage di Capaci significa ribadire l’impegno a conoscere i pericoli della criminalità organizzata e a far sì che la politica, l’economia, la società civile tutta non sottovalutino i rischi delle infiltrazioni mafiose, che sono un tarlo che corrode dall’interno la legalità e la vita delle nostre comunità.
La strategia delle mafie è spesso quella dell’isolamento: far sì che chi combatte il malaffare rimanga solo è un modo per limitare la sua azione e costringerlo a desistere.
Non possiamo illuderci di poter convivere con la criminalità organizzata, in nome di una malintesa tranquillità che si trasforma, presto o tardi, in controllo e dominio mafioso.
Il coraggio di servitori dello Stato come Giovanni Falcone, che ricordiamo con la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, deve spingerci a non abbassare mai la guardia e a far sì che la legalità non sia la battaglia di pochi, ma un impegno di tutti. Non basta avere una commissione speciale Antimafia per dire che la Lombardia ha la coscienza a posto: la lotta alla mafia deve essere impegno quotidiano alla trasparenza e al rispetto delle regole per non lasciare il minimo spazio al malaffare.

23 maggio 1992 - 2022 Capaci, trent'anni dopo

23maggio22