2 luglio 2011

Buona domenica del 03/07/2011.

Affidiamo l'intervento domenicale che introduce la classifica dei post più cliccati della settimana al commento di un nostro lettore anonomino al post: "Intervista a Vittorio Pozzati". Ringraziamo il gentile amico per il suo contributo, e lo sottoponiamo così, in modo più evidente, alla vostra attenzione.

A proposito di “consumo del suolo” capita che le forze politiche più progressiste, sia delle nostre parti sia d’altrove, si vantino del fatto che nei territori in cui amministrano hanno utilizzato meno (rispetto al passato o rispetto altri) questa risorsa. Quasi che la cosa sia una scelta a discrezione dell’amministratore, un po’ come decidere se investire maggiormente nei servizi sociali o nella cultura.
Non è affatto così, per la semplice ragione che ormai abbiamo distrutto e sperperato tutto e non essendoci più nulla di consumabile, pensare di impegnare ulteriore suolo non è un’opzione praticabile a discrezione degli amministratori.
In Brianza la questione del consumo del suolo non è una cosa da trattare diversamente da tutti gli altri beni fondamentali.

- Abbiamo pochissimo suolo e averne consumato “solo” il 40% è già un’enormità dal punto di vista ecologico. E’ stupido dire che siamo stati bravi perché altri ne hanno consumato il doppio.

- Abbiamo pochissima acqua buona, in Brianza la prima e la seconda falda sono perse (per inquinamento soprattutto da nitriti e nitrati), ci rimane la terza falda che è un’acqua caduta dal cielo diverse centinaia di anni fa se non addirittura migliaia. (l’acqua di Carlomagno o della regina Teodolinda).

- Sull’aria stendiamo un velo pietoso: CO2 che ci arrostisce, polveri più o meno sottili che ci intasano i polmoni, porcherie che rompono l’ozono e ci avvelenano.

- I rifiuti non sappiamo più dove metterli, diciamoci la verità: Napoli è solo la punta dell'iceberg.

- Il picco di Hubbert del petrolio arriverà a mesi o forse è già arrivato il prezzo del barile è sceso sotto i 100 dollari solo per la crisi. Le guerre dimostrano che non è più una risorsa disponibile per molto. Noi invece costruiamo la Pedemontana (e magari un outlet).

- Tutte le materie prime sono un problema mondiale.

A tutto ciò si sommano e sono fortemente legate le questioni sociali globali come le guerre, la schiavitù (c’è eccome!), le migrazioni.
Su queste questioni figlie di un modello di sviluppo degno delle migliori locuste bibliche non esiste alternativa che dire basta!

Si faccia il Piano d’Area ma per affermare tutti assieme che il Suolo è un bene comune, dell’umanità (anche quella futura) come Acqua, Aria ed Energia... e non abbiamo diritto di disporre di ulteriore suolo e degli altri beni comuni!
Preserviamo il suolo per l’agricoltura a cui saremo costretti a tornare per l’insostenibilità del nostro modello di vita.
Anzi poiché il suolo sta diventando la vera unica ricchezza recuperiamo aree costruite e restituiamole al verde!

Ben detto!

Forse la gente è più pronta di quanto noi pensiamo o di quanto la stessa gente ritiene di essere.

Buona Domenica.

Commento di un nostro lettore anonimo al post: Intervista a Vittorio Pozzati.

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