Le princiapali informazioni politiche del giorno acura dell'Ufficio nazionale Circoli PD.
1. BERLUSCONI PRENDE TEMPO, QUIRINALE, CHIESA E CONFINDUSTRIA
PRENDONO LE DISTANZE.
Colto sul fatto, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sta giocando tre carte. Da un lato, ha avviato la strategia della pena (il povero vecchio, l’uomo solo che ha una fidanzata, l’uomo generoso…). Dall’altro ha rinverdito la “narrazione” del politico perseguitato dalla giustizia dei
magistrati di sinistra. Infine, ha cominciato a prendere tempo, nel tentativo di far passare qualche giorno e aspettare che la cronaca quotidiana faccia passare in secondo piano le sue
scappatelle, per poi sfuggire al giudice lontano dalle luci della ribalta. E’ uno schema che gli è
già riuscito. Gli italiani ne hanno digerite altre. Concretamente, questa strategia si tradurrà nel
tentativo di portare il caso Ruby davanti al tribunale dei ministri, provocando votazioni,
discussioni tecniche, disquisizioni giuridiche, insomma allontanando i riflettori dai fatti per
accenderli sullo scontro politico e sui cavilli giudiziari.
L’obiettivo è evitare le dimissioni, evitare di lasciare al presidente Napolitano la decisione su
come dipanare la crisi, evitare le elezioni, perché al di là di tutte le chiacchiere i sondaggi non
gli sono favorevoli.
Questa volta però sarà difficile sfuggire al destino che si è creato da solo: il Quirinale gli ha
chiesto di fare chiarezza (di fronte alla magistratura); la Chiesa ha preso le distanze (e ancor di
più lo farà nei prossimi giorni, quando si riuniranno i vescovi); la Confindustria ha chiesto al
governo di governare, di affrontare i problemi del paese, che sono gravi. E all’orizzonte si
profilano nuove nubi, questa volta sul tema della mafia. La Repubblica. “Non solo Spatuzza. Al
processo di Firenze sulle stragi mafiose di Roma, Firenze e Milano dei 1993, un altro collaboratore di giustizia, Giovanni Ciaramitaro, ha indicato Silvio Berlusconi come il mandante degli attentati. E un terzo pentito, Pasquale Di Filippo, ha dichiarato: «Nel `94, quando ci sono state le elezioni, in Sicilia abbiamo votato tutti per Berlusconi perché ci doveva aiutare, doveva far levare il 41 bis”.
2. DIMISSIONI, ANCHE A COSTO DI ANDARE AL VOTO.
Tutte le opposizioni hanno chiesto a Berlusconi di lasciare il proprio posto. Il Partito democratico lo ha fatto con le dichiarazioni del segretario Pier Luigi Bersani e del presidente, Rosy Bindi, ma anche con interventi ufficiali alle Camere dei presidenti dei gruppi parlamentari Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. «Berlusconi si liberi, e ci liberi, dall`imbarazzo. Vada a farsi giudicare, si dimetta e affidi il percorso al presidente della Repubblica e al Parlamento se ha un minimo di consapevolezza della situazione», è la strada indicata dal segretario del Pd. «Il mondo ci guarda. Allora, visto che ce l`ha così intensa, Berlusconi si ritiri a vita privata». « Si dimetta, e se necessario andiamo al voto», ha chiarito il presidente Bindi. Le democratiche della segreteria del Pd ieri hanno scritto una lettera a Berlusconi, chiedendo poi a tutte le donne di sottoscriverla, per denunciare il drammatico ruolo riservato all’universo femminile nel mondo berlusconiano. Roberta Agostini, Stella Bianchi, Cecilia Carmassi, Annamaria Parente e Francesca Puglisi senza giri di parole hanno chiesto al premier di dimettersi. «Liberi l`Italia dall`imbarazzo. Lo spettacolo che sta offrendo al mondo intero non è degno in un paese civile, ciò a cui stiamo assistendo supera ogni limite». L’appello si può sottoscrivere sul sito web del Pd, ma si potranno anche raccogliere le firme con i moduli che saranno messi a disposizione dei circoli e delle federazioni del Pd. Antonio Di Pietro ha chiesto le dimissioni del capo del governo. E anche il Terzo polo questa volta ha preso le distanze: «Si dimetta. Se vuole indichi lui chi lo deve sostituire» hanno dichiarato in sostanza Pierferdinando Casini, i dirigenti di Fli, Francesco Rutelli.
3. GIUSTIZIA E FEDERALISMO, I BANCHI DI PROVA DELLA MAGGIORANZA.
Oggi il ministro della Giustizia Angelino Alfano presenta alle Camere la relazione annuale sulla
Giustizia. Il dibattito e il voto potrebbero segnare la prima ripercussione delle vicende personali
del presidente del Consiglio sulla maggioranza. Ma il vero appuntamento da questo punto di vista è già fissato per il 26 gennaio: oggi il relatore di maggioranza al quarto decreto legislativo per l’attuazione del federalismo, La Loggia, presenterà alla commissione bicamerale che sta esaminando il provvedimento le modifiche proposte dal governo, dopo le critiche dell’opposizione. Il Pd ha già annunciato che non sono sufficienti piccoli ritocchi. Anche Udc e Fli si sono già dichiarati insoddisfatti. Il 26 ci sarà il voto. E la Lega Nord, se il federalismo viene messo in difficoltà è pronta a staccare la spina al governo.
4. ITALIA BLOCCATA A PARLARE DELLE NOTTI DEL PREMIER MENTRE LA
CRISI INCALZA LE FAMIGLIE E IN AFGHANISTAN SI MUORE.
Mentre il paese continua ad essere fermo a parlare delle notti del presidente del Consiglio, i nostri soldati continuano a morire in Afghanistan (ieri ne è stato ucciso un altro) e la crisi non
ha argini. Ieri la Banca d’Italia ha di nuovo certificato la gravità della malattia. La Repubblica:
“L`Italia cresce poco, al di sotto della media Ue e decisamente meno della Germania: 1% in
media, quest`anno e il prossimo. Una ripresa «fiacca» non consente di creare posti di lavoro:
così la disoccupazione s`aggrava e ormai sfiora l` 11 %, con i giovani che risultano i più penalizzati. E ancora: i consumi sono al palo, le famiglie s`indebitano sempre più, gli investimenti languono e l`industria stenta a riprendere la via della crescita. Va meglio il deficit, ma sale il debito pubblico. E` la sintesi delle difficoltà nazionali, secondo il primo Bollettino della Banca d`Italia del 2011”.
5. DOPO MIRAFIORI: BERSANI, CAMUSSO, MARCEGAGLIA, QUANDO LA
POLITICA SI INTERESSA DI COSE CONCRETE.
Ieri pomeriggio, a Milano, complice la presentazione di un libro, il segretario del Pd, Pier Luigi
Bersani, il segretario della Cgil, Susanna Camusso, e il presidente della Confindustria, Emma
Marcegaglia, hanno discusso del caso Fiat, ma anche e soprattutto del dopo. Completamente condivisa la necessità da un lato di avere come paese una politica industriale capace di favorire la ripresa e l’attività produttiva e dall’altro di mettere nero su bianco regole chiare per la rappresentanza e i diritti sindacali nel mondo industriale. Bersani ha ricordato che il Pd ha già studiato proposte di legge adeguate. E che, da partito di governo solo momentaneamente all’opposizione, a differenza della destra, ha un progetto di politica industriale per l’Italia.
«Quando il polverone creato attorno alla riunione della nostra direzione sarà calato si vedrà che
il Pd è l`unico partito in grado di fare le riforme». «Se i dirigenti del Pdl avessero fatto una
riunione sul caso Fiat avrebbero detto soltanto "Marchionne, Marchionne"; se l`avessero fatta
a Sel, avrebbero solo inneggiato alla Fiom. Noi invece abbiamo discusso e abbiamo messo in
campo una ricchezza di analisi e di spunti, perché le cose sono complesse e non si possono
affrontare con lo spirito della tifoseria».
6. ASSEGNAZIONE DELLE FREQUENZE DEL DIGITALE TERRESTRE: QUANDO
LA POLITICA PENSA SOLO AGLI INTERESSI DI MEDIASET.
La Repubblica: “Tutto da rifare. E per la gara che assegnerà i tre multiplex ai nuovi entranti nel
mercato del digitale terrestre, bisognerà aspettare ancora. Almeno marzo. Ieri mattina il inistero per lo Sviluppo economico, guidato da Paolo Romani, ha presentato al Consiglio di Stato un nuovo quesito sul principio di reciprocità «in tema di attribuzione dei diritto d`uso delle frequenze radio per la diffusione televisiva». Tradotto: il governo vuole sapere se la partecipazione di un concorrente extracomunitario, e quindi Sky, non sia in contrasto con la normativa in vigore. «E` una situazione grottesca», dice l`onorevole Benedetto Della Vedova che sul tema ha presentato un`interrogazione: «Nel giorno del passaggio di Wind dagli egiziani ai russi, mi pare assurdo che il governo si occupi di un tema marginale come il digitale terrestre, che riguarda un`importante azienda americana come Sky, quando per uno Stato le frequenze telefoniche sono molto più importanti»”.
7. USA-CINA, COMINCIA IL G2.
Leadership, equilibri nel mondo, debiti, monete, commerci: oggi entra nel vivo il confronto diretto, a Washington, tra la Cina e gli Stati Uniti. L’esito di questo confronto avrà ripercussioni
per tutto il mondo.
Nessun commento:
Posta un commento