31 gennaio 2011

Nota del Mattino del 31/01/'11

1. BERLUSCONI SI FA SCRIVERE UNA FINTA PROPOSTA BIPARTISAN A BERSANI PER FARE PROPAGANDA IN TV, CONFONDERE LE CARTE E CERCARE DI SCARICARE SUGLI ALTRI LA COLPA DEL VOTO, CHE INVECE E’ SOLO SUA E DEI SUOI FALLIMENTI DI GOVERNO.
Con un articolo su Il Corriere della Sera firmato da Silvio Berlusconi (ma scritto con straordinaria evidenza da altri, probabilmente per pacatezza, capacità di argomentare, temi trattati e insidiosità politica da Giuliano Ferrara) il presidente del Consiglio ha tentato oggi una mossa a sorpresa: ha fatto una finta proposta bipartisan al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Che cosa ha proposto? Semplice: detto che Berlusconi considera la patrimoniale proposta da Giuliano Amato e Pellegrino Capaldo uno strumento sbagliato per affrontare il debito pubblico e che invece ritiene giusta la strada di una frustata al paese per la crescita, si lancia nell’articolo su Il Corriere una proposta a Bersani per lanciare una strategia bipartisan, che il centro destra sa già non percorribile. La proposta è riassumibile così:
- Primo passaggio: “Dal momento che il segretario del Pd è stato in passato sensibile al tema delle liberalizzazioni e, nonostante qualche sua inappropriata associazione al coro strillato dei moralisti un tanto al chilo, ha la cultura pragmatica di un emiliano, propongo a Bersani di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare”. Straordinario. Bersani, come si ricorderà non è stato “sensibile”, Bersani da ministro delle Sviluppo ha fatto nel primo e nel secondo governo Prodi una battaglia durissima per le liberalizzazioni, varando diverse proposte e diverse leggi (commercio, professioni, gas, petrolio, benzina, telefoni, taxi….). Alcune volte è riuscito a portare a termine il proprio obiettivo. In altri casi il centrodestra dall’opposizione ha avversato ferocemente e poi da posizioni di governo smontato l’apparato delle liberalizzazioni. La ragione? Semplice: le liberalizzazioni prevedono regole precise per la concorrenza. E la destra è allergica alle regole.
- Secondo passaggio: “L`alternativa è tra una «botta secca», ingiusta e inefficace sul lungo termine, e perciò deprimente per ogni prospettiva di investimento e di intrapresa privata, e la più grande «frustata» al cavallo dell`economia che la storia italiana ricordi”. Straordiario due: Il Partito Democratico, con le proposte sul fisco approvate all’assemblea nazionale di Varese e poi con una mozione parlamentare alla Camera approvata a larghissima maggioranza da Montecitorio, ha proposto l’avvio di una riforma (20-20-20) per sostenere le famiglie e le imprese, abbassando il prelievo fiscale su di loro e spostandolo invece sulle rendite (che oggi pagano meno imposte di un pensionato) e il riavvio della lotta all’evasione fiscale per trovare le risorse necessarie allo sviluppo, oltre che alla riduzione del deficit. Tremonti e Berlusconi hanno respinto queste proposte, limitandosi a contenere le spese con i cosiddetti “tagli lineari” (uguali per tutti), che stanno strangolando tutti, a cominciare dagli
enti locali. Ora si vorrebbero presentare invece come i fautori del “miracolo” della crescita (niente è normale quando lo tocca Berlusconi).
- Terzo passaggio: “Un piano del governo il cui fulcro è la riforma costituzionale dell`articolo 41, annunciata da mesi dal ministro Tremonti, e misure drastiche di allocazione sul mercato del patrimonio pubblico e di vasta defiscalizzazione a vantaggio delle imprese e dei giovani. Lo scopo indiretto ma importantissimo di un piano per la crescita fondato su una frustata al cavallo di un`economia finalmente libera è di portare all`emersione della ricchezza privata nascosta”. Straordiario tre: la proposta in sintesi è questa: lasciamo che ciascuno faccia quello che gli pare. L’Italia riparte. E così emergono pere i 200 miliardi di euro l’anno di attività economica che ogni anno sfuggono al fisco. Naturalmente senza fare la lotta all’evasione fiscale perché quella fa paura. Per capire che la proposta è questa basta leggere l’articolo 41 della Costituzione in vigore: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere coordinata e indirizzata e coordinata a fini sociali”.
Ma a che cosa serve una proposta così platealmente inadatta allo scopo di un accordo bipartisan, anche se scritta con insidiosa professionalità? A fare propaganda (io ho fatto una proposta bipartisan come voleva il Quirinale e il cattivo non l’ha voluta); a sventolare di fronte all’elettorato di destra e non solo la bandiera del liberismo più sfrenato (fai quello che ti pare, niente regole, le regole valgono solo per i deboli, i forti devono poter liberarsi di questi lacci e lacciuoli); a collegarsi all’onda mondiale di ritorno del basta con le regole ( come ha detto il capo della banca d’affari Jp Morgan l’altro ieri al presidente francese Sarkozy che ricordava i disastri compiuti dalla sfrenata finanza, con milioni di disoccupati che ancora ne pagano le conseguenze). Insomma, è una proposta elettorale per far finta di rivolgersi all’opposizione, confondere le carte, fingere di seguire le indicazioni del Quirinale e cercare di scaricare sugli altri la colpa della rottura e del voto. Ma se si andasse al voto la colpa sarebbe solo di Berlusconi e dei suoi straordinari fallimenti come capo del governo.

2. LAVORI IN CORSO PER MANDARE A CASA BERLUSCONI. I DEMOCRATICI RACCOLGONO DIECI MILIONI DI FIRME NELLE PIAZZE D’ITALIA. VENERDI’ E SABATO ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PD. LA PROPOSTA ALLE OPPOSIZIONI.
Venerdì e sabato si riunirà a Roma l’assemblea nazionale del Pd per mettere a punto le ultime proposte del programma, dopo quelle varate a Roma e a Varese nel 2010. In questo modo sarà pronto il progetto per la riscossa dell’Italia che esperti, dirigenti, militanti e tutti gli eletti con le primarie all’assemblea nazionale hanno esaminato, discusso ed approvato democraticamente. Sarà questa la base per la proposta di riforma repubblicana e di patto per la crescita e il lavoro che secondo quanto ha da tempo annunciato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani (l’ha ricordato anche in un’intervista ieri sera al TG1, dopo averne parlato in direzione con una relazione approvata con due soli voti contrari) il partito metterà al centro del confronto con le altre opposizioni politiche e con le forze sociale per superare Berlusconi
ed il Berlusconismo. E’ la proposta di una fase ricostruttiva del paese (ripresa domenica anche in un’intervista rilasciata da Massimo D’Alema). E, se ve ne fosse bisogno, sarà questa piattaforma programmatica il progetto da mettere alla base di un’alleanza elettorale per battere la destra nelle elezioni politiche. Anche nelle altre forze dell’opposizione si è cominciato a ragionare attorno ai passaggi necessari per mandare a casa Berlusconi, eventualmente con il voto ed un’alleanza elettorale.

3. LA MOBILITAZIONE DELLE DONNE PER IL RISVEGLIO DELL’ITALIA MIGLIORE.
Donne in piazza per rivendicare il proprio ruolo nella società italiana e per ricordare a tutti che esiste un’Italia migliore di quella che oggi viene descritta in tante cronache di stampa, un paese che lavora, si impegna, ha dignità. E’ attraverso questo impegno dell’universo femminile che può essere rilanciato con ancora maggior chiarezza il progetto per il risveglio e la riscossa dell’Italia. Dopo la manifestazione svoltasi ieri a Milano ve ne saranno altre. In particolare domenica 13 sempre di nuovo vi saranno manifestazioni organizzate dalle donne in diverse città italiane. Tutto è partito con una lettera appello firmata da un folto gruppo di donne impegnate in politica, nel sindacato e nel modo della cultura, per chiedere a tutti di mobilitarsi perché «se non ora quando?»… «il modello di relazione tra donne e uomini, sostenuto da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni». Tra le firmatarie, le editrici Inge Feltrinelli e Rosellina Archinto, la leader della Cgil Susanna Camusso, le giornaliste Natalia Aspesi e Tiziana Ferrario, le attrici Claudia Mori e Margherita Buy, le parlamentari Anna Finocchiaro, Livia Turco, Patrizia Toia (Pd), Giulia Bongiorno e Flavia Perina (Futuro e libertà).

4. FEDERALISMO, QUESTA SETTIMANA SI DECIDE SUL TESTO DELLA LEGA.
Massimo Giannini, La Repubblica: “Dalla gigantesca cortina fumogena che avvolge il federalismo fiscale, nella versione municipale appena riscritta dal ministro Calderoli, emerge finalmente una luminosa certezza. Pagheremo più tasse”.
Da domani riprende la discussione in aula alla Camera sul quarto decreto legislativo per l’attuazione del federalismo. Giovedì si voterà nella commissione bilaterale. Il Pd considera il testo presentato da Calderoli negativo. L’Udc lo stesso. L’Idv è in bilico. Ben che vada al governo, la votazione finirà pari.
La Lega Nord, qualora non riuscisse a portare a casa questo provvedimento, si accinge a staccare la spina al governo. Il punto, però, è che il provvedimento sul quale vorrebbe il voto non solo non porta al federalismo, ma metterebbe in difficoltà i comuni e combinerebbe guai strutturali.

5. L’EUROPA ALLE PRESE CON IL RISVEGLIO DEL NORD AFRICA.
Si riuniscono oggi a Bruxelles i ministri degli Esteri europei, in vista del summit tra capi di Stato e di governo di venerdì prossimo. Al centro degli incontri un tema inevitabile: cosa deve fare l’Europa di fronte al risveglio delle società civili nel Nord Africa, nel Medio Oriente, nei Balcani.

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