16 marzo 2011

16 MARZO 1978. HANNO RAPITO ALDO MORO.

16 marzo 1978. era il giorno della presentazione di un nuovo Governo presieduto da Giulio Andreotti.
A Roma in via Fani, un comando di terroristi delle Brigate rosse uccise i cinque uomini della scorta e sequestrò il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.

Oggi alle 09.15 in via Fani, una delegazione del PD guidata dal Segretario Bersani ha commemorato il 33° anniversario di questa triste pagina della storia politica italiana.

Aldo Moro, il politico del dialogo, della condivivisione, della collaborazione.

Il politico che aspirava ad una grande matura democrazia, del reciproco riconoscimento degli schieramenti, una democrazia dell'alternanza.

Il suo pensiero, come lo è il pensiero dei più grandi, è ancora attuale più che mai.

Intuì prima di altri le trasformazioni di una società che diventava sempre più complessa e non più leggibile ed inquadrabile secondo vecchi criteri, e secondo categorie che appartenevano al passato.

Aldo Moro, fu un grande uomo, uno degli ultimi grandi politici italiani, che sapevano vedere lontano, che sapevano leggere i segni dei tempi e guaradare avanti con lucido realismo ma anche con fiducia e speranza.

I suoi pensieri meritano ancora di essere letti, meditati, e ascoltati.
Possono essere per tutti noi importante fonte di formazione politica, di apprendimento e riflessione; un esortazione a fare con speranza di meglio, e ad impegnarci ancora di più.

Di seguito pubblichiamo una delle sue ultime dolorose e bellissime lettere dalla prigione alla moglie Eleonora.

Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E’ poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna Mario il piccolo non nato Agnese Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto.
Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta.
Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo*

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