23 dicembre 2011
Bersani: il Pd deve dare una mano al Paese ad uscire dai guai, saremo il partito riformista del nuovo secolo.
Crisi economica fondo di solidarietà: ad Arcore si può, Sulbiate può attendere.

Per il Sindaco Stucchi e la sua Giunta le priorità non sono le gravi condizioni di cassaintegrati, mobilità, riduzione di stipendi o perdita di lavoro ma la sistemazione della parete esterna del bar della palestra e i giardinetti per i bambini.
Sulbiate è un' isola felice?
Di seguito l'articolo pubblicato da MBNEWS.
Arcore, in arrivo un fondo sociale per le famiglie in crisi.
Un sostegno dal comune per le famiglie in difficoltà. Questo l’argomento dell’assemblea pubblica tenutasi settimana scorsa alla quale hanno partecipato numerosi cittadini. Il sindaco di Arcore Rosalba Colombo e l’assessore alle politiche sociali Lorenza Caroli hanno presentato un fondo in collaborazione con la comunità pastorale per dare una mano alle famiglie in crisi economica e lavorativa.
Licenziamenti, cassa integrazione, mobilità , riduzione dello stipendio: sono tante le ragioni per le quali è stato creato questo fondo comunale. Fondo che può contare sui 19mila euro finanziati dal Comune, 6mila messi dalla comunità pastorale di Sant’Apollinare più i contributi di associazioni e privati alle quali il fondo è aperto. Nei giorni successivi all’apertura del protocollo è arrivato l’apporto dell’associazione del volontariato per 5mila euro.
Il fondo sarà gestito da un apposito organo collegiale, che verrà eletto nelle votazioni del 14 gennaio prossimo. Fino a quel momento il fondo resterà inoltre aperto ad eventuali donatori, sia associazioni che privati.
fonte MBnews
in foto Rosalba Colombo - Sindaco di Arcore
22 dicembre 2011
La bellezza
Quest'anno si va a concludere. Purtroppo per Sulbiate, nello stesso clima polemico che ha caratterizzato tutto il 2011.
Il sindaco sguazza nel teatrino dell'ingiuria, distogliendo con consumata sagacia l'attenzione pubblica dalla "res publica".
Buon per lui, e purtroppo per noi, gli "antagonisti" sono costretti al gioco al rialzo se non vogliono subire i continui attacchi, dovendo limitare gli interventi propositivi e alternativi.
Spero che il nuovo anno veda limitare, scemare, interrompere la vena (poco) politica del "chi è più brutto e cattivo" e si possa tornare a parlare di "chi è meglio, chi propone bellezza".
Io, e con me tanti altri, sono stanco di dovere e potere solo scegliere tra il meno peggio. Con tante forze politiche in campo nel consiglio comunale, pensate a quante proposte concrete avrebbero potuto essere oggetto di discussione, se solo non si fosse perso tempo a bettegare.
La gente ha il diritto di vivere circondata dalla bellezza, di poter toccare la propria storia. Se tutti abitano nella copia esatta della casa vicina, l'unico sollievo arriva dalle opere pubbliche. Difesa del patrimonio e piano urbanistico a beneficio della popolazione possono e devono integrarsi al meglio.
Vi lascio a riflettere, augurando per tutti un 2012 migliore del predecessore, con le parole tratte dal film "I cento Passi", dedicato alla figura di Peppino Impastato.
"e allora, invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e 'ste fesserie, bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutare a riconoscerla a difenderla."
I 40 passi, la verde Brianza e la città infinita.
Ferma la banca che distrugge il territorio.

Da pochi giorni è partita la campagna di pressione nazionale su Intesa San Paolo contro le nuove autostrade lombarde. Se qualcuno volesse saperne di più cliccare qui.
Il paese non si salva senza cambiamento e coesione.

"Avremo un anno di recessione, ormai è chiaro e partiamo da livelli già bassi di occupazioni e redditi. Bisogna focalizzarsi sulla grande questione sociale. L'Italia non si salva senza cambiamento e coesione”. Lo ha dichiarato il segretario Pier Luigi Bersani durante il brindisi di auguri natalizi al gruppo Pd alla Camera.
"Il paese - ha affermato il segretario Pd - non si salva senza cambiamento e coesione, ci vogliono tutte e due le cose, pensare di salvarlo con una sola non va bene". E coesione significa "orecchie a terra agli interlocutori sociali".
Sulla questione sociale il Pd "riuscirà a dare qualche buon riferimento al governo" e in un anno "non semplice l'asset del Pd è lavoro e redditi".
"Al governo abbiamo garantito fedeltà e lealtà, ma anche trasparenza. In una situazione del tutto nuova, in cui il Parlamento avrà una funzione rilevantissima, il nostro compito è creare un meccanismo di contatto e informazione molto puntuale perché la nostra gente deve capire che cosa stiamo facendo".
"La scelta di appoggiare Monti - ha spiegato il segretario Pd nel brindisi al gruppo alla Camera - è stata capita in nome del Paese, ma adesso quella decisione si spezzetterà in 10-20 altre scelte e ogni volta avremo il problema di comprensione e dialogo con la nostra gente".
"Noi - ha concluso Bersani - dovremo approvare anche cose che non ci piacciono al 100 per cento. Quindi dovremmo precisare cosa ci piace, cosa non ci piace e che cosa avremmo fatto noi".
Art.18, Bersani: "Un'assurdità", Berlusconi: "Pd fa barricate? Contenti loro"
21 dicembre 2011
Napolitano:"Nessuno strappo costituzionale. Confermata l'artificiosità e vanità della predicazione secessionista".

Ha atteso di avere davanti a sè tutte la Alte cariche dello Stato Giorgio Napolitano per fare chiarezza su una lettura del rivoluzionato quadro politico. E lo ha fatto spazzando il campo da letture non solo dettate da «leggerezza», ma che rendono difficile, complice l’ondata montante di antipolitica, costruire quel clima di coesione necessario ad affrontare tempi difficili. Video.
«Sia chiaro che nessuna forzatura, tantomeno alcuno strappo, si è compiuto rispetto al nostro ordinamento istituzionale», ha scandito il Capo dello Stato nel suo intervento al Quirinale davanti ai massimi rappresentanti del Parlamento, a tutto il governo, ai leader di partito, alle autorità militari e religiose. «Solo con grave leggerezza si può parlare di sospensione della democrazia, in un paese in cui nulla è stato scalfito», ha assicurato, «nè delle libera scelte delle forze politiche, nè delle autonome determinazioni del Parlamento, nè della possibilità di espressione e di manifestazione del proprio dissenso anche dalle forze sociali». Napolitano ha fatto dunque il punto sull’anno più burrascoso degli ultimi tempi nei tradizionali auguri di Natale. E ha compiuto una sorta di difesa del proprio ricostruendo puntigliosamente le fasi che hanno portato alla nascita del governo di Mario Monti, che lo ascoltava così come il predecessore Silvio Berlusconi, cui ha reso omaggio per «il senso di responsabilità», ma che pure poco dopo ha insistito su «un’anomalia rispetto al normale svolgimento della legislatura». Andare alle elezioni, ha ammonito il Capo dello Stato, «avrebbe avuto ricadute dirompenti».
Poi Napolitano è passato a dettare una vera e propria «agenda per l’Italia», che parta dal rilancio della stagione delle riforme, compresa quella elettorale, passaggio particolarmente apprezzato da Pier Luigi Bersani. Il termine «naturale» della legislatura è la primavera del prossimo anno, ha ricordato, di qui ad allora si può fare molto. Basta volerlo, e che lo vogliano i partiti. Quello che è certo è che non verrà più tollerato il ritorno della violenza. Dobbiamo «compiere uno sforzo ulteriore», perchè «questo è anche il senso del passaggio politico compiutosi nel nostro Paese, nel corso dell’ultimo mese», ha ricordato, da una «distorta dialettica fra maggioranza e opposizione» a un tentativo di «mobilitazione straordinaria». Su questa strada si deve continuare, con alcuni punti fermi. «Non si può più esitare sulla via del risanamento e della stabilizzazione della finanza pubblica», ha chiarito. E poi «partiti e parlamento facciano i sacrifici necessari». Infine non poteva mancare un riferimento ai 150 anni dell’Unità d’Italia. «Il Paese ne è uscito più sicuro della sua identità», ha detto, e si è «confermata l’artificiosità e vanità della predicazione secessionista».
L'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha invece fatto un passo indietro rispetto alla definizione di «democrazia sospesa» riferita al governo Monti. E commentando quel preciso passaggio dell'intervento di Napolitano, ai giornalisti ha spiegato: «Quando parliamo alle nostre platee, dobbiamo usare espressioni colorite». Quanto al fatto che il presidente della Repubblica ha definito il governo tecnico una risorsa, il Cavaliere ha spiegato che «da questo punto di vita convengo, è così. È un'anomalia rispetto al normale svolgimento di una legislatura, ma sono le forze politiche che determinano l'approvazione in Parlamento di una legge». Di tutt’altro avviso Roberto Calderoli: «In questo momento non c’è una sospensione della democrazia, semplicemente perchè la democrazia, intesa come mandato popolare, non c’è più. Le dimissioni di Berlusconi non sono state spontanee ma sono state fortemente sollecitate dai poteri forti. Il governo Monti è un governo non legittimato e domani mattina, nella presentazione della questione pregiudiziale sul decreto legge al Senato, ne illustrerò i motivi».