Di seguito riportiamo i link dei documenti che il gruppo consiliare SULBIATE DEMOCRATICA e SOLIDALE ha preparato per il Consiglio Comunale di questa sera.
Vi invitiamo a leggere quanto verrà discusso questa sera.
Proposta di modifica del "regolamento del consiglio comunale"
Interrogazione sul recupero fabbricato Piazza Castello
Interrogazione sull'area PE19
Commissione Mensa Scolastica: interpellanza
Risposta di SdS in Commissione Capi Gruppo
13 novembre 2015
9 novembre 2015
Convocazione del Consiglio Comunale per venerdì 13 novembre 2015
Ai sensi dell’art. 17 del Regolamento del Consiglio Comunale si
comunica che il Consiglio Comunale è convocato in prima seduta presso la
sede municipale in sessione ordinaria, in seduta pubblica, per il
giorno di venerdì 13 novembre 2015 alle ore 21.00, ed eventualmente in seconda convocazione per il giorno sabato 14 novembre 2015 ore 9.30 per la trattazione degli argomenti come da ordine del giorno allegato.
ORDINE DEL GIORNO
2 - RATIFICA DELLA DELIBERA DI G.C. N. 71 DEL 12/10/2015 AVENTE AD OGGETTO: “VARIAZIONE AL BILANCIO PREVENTIVO 2015 (1° PROVVEDIMENTO).
3 - APPROVAZIONE ACCORDO PER LA GESTIONE IN FORMA AGGREGATA DELLA PROCEDURA DI GARA E DELLE ATTIVITÀ CONNESSE TRA IL COMUNE DI DESIO, IL COMUNE DI BRUGHERIO, IL COMUNE DI TRIUGGIO, IL COMUNE DI BESANA BRIANZA, IL COMUNE DI VERANO BRIANZA, IL COMUNE DI MACHERIO, IL COMUNE DI CAVENAGO BRIANZA, IL COMUNE DI LENTATE SUL SEVESO, IL COMUNE DI MUGGIÒ, IL COMUNE DI MEZZAGO, IL COMUNE DI AICURZIO, IL COMUNE DI SULBIATE, PER L'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA NEI RISPETTIVI TERRITORI ATTRAVERSO IL MODELLO DELLA DELEGA DI FUNZIONI.
8 novembre 2015
LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 135 del 7 novembre 2015
I costi della sanità
Lo stanziamento per la sanità nazionale nel 2016 è di 111 miliardi. Un miliardo in più rispetto al 2015. Perchè allora le Regioni si lamentano? Il motivo sta nel fatto che con quel miliardo devono essere coperti costi aggiuntivi per quasi il doppio, peraltro non stabiliti dalle Regioni medesime. Sono i costi per i nuovi LEA (cioè per le nuove prestazioni che il servizio sanitario nazionale deve garantire a tutti i cittadini), per i nuovi farmaci, per l'adeguamento dei contratti. Il tema è serio e non può essere risolto con sfide o dichiarazioni stucchevoli. I tagli al fondo sanitario non colpiscono le burocrazie regionali ma i cittadini. Se è vero che nella sanità esistono molti sprechi, è altrettanto vero che esistono ancor più bisogni non soddisfatti. Ne sa qualcosa chi di questi tempi si vede rinviare esami o interventi da strutture che hanno già esaurito il budget a loro disposizione. I risparmi in sanità vanno reinvestiti nella stessa, non utilizzati per finanziare altre politiche. Lo stato italiano non spende più della media europea in questo settore. L'alternativa sarebbe rinunciare all'universalismo e spalancare le porte ad assicurazioni e grandi gruppi privati. Molti attacchi ai sistemi regionali non sono affatto disinteressati.
La settimana in Regione
Una noiosa seduta di Consiglio, dedicata a question time e mozioni, ha riservato un paio di piacevoli sorprese con due voti a scrutinio segreto che hanno di fatto sfiduciato due assessori leghisti: Fava e Terzi. Il primo, con delega all'agricoltura, si è visto bocciare una misura del Piano di sviluppo Rurale, la seconda, all'ambiente, è stata smentita nella sua politica persecutoria nei confronti dei parchi che hanno messo a disposizione proprie strutture per l'accoglienza dei profughi. Pezzi di maggioranza hanno votato con noi, costringendo gli assessori a modificare le loro delibere. In casa Lega gli animi erano piuttosto agitati.
Lo stanziamento per la sanità nazionale nel 2016 è di 111 miliardi. Un miliardo in più rispetto al 2015. Perchè allora le Regioni si lamentano? Il motivo sta nel fatto che con quel miliardo devono essere coperti costi aggiuntivi per quasi il doppio, peraltro non stabiliti dalle Regioni medesime. Sono i costi per i nuovi LEA (cioè per le nuove prestazioni che il servizio sanitario nazionale deve garantire a tutti i cittadini), per i nuovi farmaci, per l'adeguamento dei contratti. Il tema è serio e non può essere risolto con sfide o dichiarazioni stucchevoli. I tagli al fondo sanitario non colpiscono le burocrazie regionali ma i cittadini. Se è vero che nella sanità esistono molti sprechi, è altrettanto vero che esistono ancor più bisogni non soddisfatti. Ne sa qualcosa chi di questi tempi si vede rinviare esami o interventi da strutture che hanno già esaurito il budget a loro disposizione. I risparmi in sanità vanno reinvestiti nella stessa, non utilizzati per finanziare altre politiche. Lo stato italiano non spende più della media europea in questo settore. L'alternativa sarebbe rinunciare all'universalismo e spalancare le porte ad assicurazioni e grandi gruppi privati. Molti attacchi ai sistemi regionali non sono affatto disinteressati.
La settimana in Regione
Una noiosa seduta di Consiglio, dedicata a question time e mozioni, ha riservato un paio di piacevoli sorprese con due voti a scrutinio segreto che hanno di fatto sfiduciato due assessori leghisti: Fava e Terzi. Il primo, con delega all'agricoltura, si è visto bocciare una misura del Piano di sviluppo Rurale, la seconda, all'ambiente, è stata smentita nella sua politica persecutoria nei confronti dei parchi che hanno messo a disposizione proprie strutture per l'accoglienza dei profughi. Pezzi di maggioranza hanno votato con noi, costringendo gli assessori a modificare le loro delibere. In casa Lega gli animi erano piuttosto agitati.
6 novembre 2015
LAURA BARZAGHI - Newsletter Quindicesimo Piano
Newsletter 74 / Novembre 2015
Iniziata con l'inaugurazione di una mostra dedicata al centenario della Prima Guerra mondiale nella ricorrenza del 4 novembre, la seduta di Consiglio di martedì scorso è terminata con i fuochi artificiali. In senso metaforico, naturalmente!Quella che doveva essere una normale riunione destinata alle interrogazioni, alle interpellanze e alle mozioni, insipida e un po' noiosa come tutte le sedute di questo genere, si è invece trasformata nel teatro di uno psicodramma. La maggioranza è andata sotto. Per ben due volte!
La prima volta, parzialmente, sulla votazione di una mozione incentrata sul sostegno dei Gruppi di Azione Locale che operano in ambito agricolo. La seconda su un tema ben più pregnante dal punto di vista ideologico per la Lega: una mozione che chiedeva l'annullamento della delibera riguardante il taglio delle risorse al Parco dei Colli di Bergamo perché aveva dato accoglienza ai profughi. La mozione, promossa dall'aula che si è espressa attraverso il voto segreto, ha fatto infuriare l'assessore Terzi e la Lega tutta.
E' il sintomo di un malessere palese. Maroni deve riflettere su questi episodi.
Se messa opportunamente nelle condizioni, la maggioranza sconfessa sempre più spesso la sua linea e quella della Lega e ormai non tiene più.
FURORE VERDE LEGA
Maroni e l'assessore leghista Claudia Terzi sono stati bocciati platealmente dal Consiglio che, nel segreto dell'urna con 34 voti favorevoli e 28 contro, ha chiesto la revoca di una delibera di giunta dal valore fortemente ideologico.
All'inizio di ottobre la giunta, su proposta dell'assessore all'ambiente, aveva tagliato le risorse all'ente Parco dei Colli di Bergamo con la motivazione di aver dato accoglienza ai profughi su esplicita richiesta della Prefettura. Ancora una volta, per la Lega era stata l'occasione per propagandare il verbo anti immigrazione sulla stampa e attraverso i media.
La mozione presentata martedì dal centrosinistra è servita di fatto a far revocare una delibera contestabilissima e a mettere in crisi, contemporaneamente, l'essenza della presenza stessa della Lega in Regione: la propaganda a fini elettorali.
Qualcuno nella maggioranza finalmente se n'è accorto e ora si ribella.
Non vi racconto il putiferio che è seguito alla votazione, perché ve lo potete immaginare ... Le sconfitte sono sempre dure da digerire.
30 ottobre 2015
14 ottobre 2015
26 settembre 2015
23 settembre 2015
In regione ancora un blitz leghista sugli stranieri!
Nuovo blitz leghista sugli stranieri, ma finisce con un boomerang per la Lega
Il testo è stato concordato in maggioranza e cambia radicalmente quello presentato ieri dalla Lega: se il Carroccio chiedeva di escludere dai corsi di formazione professionale chi non fosse stato in grado di sostenere un test di italiano, la nuova formulazione recita che “nel caso di verifica di un insufficiente livello di conoscenza della lingua, le istituzioni formative assicurano interventi per facilitare l’apprendimento della lingua italiana…”.
Con questo voto anziché una barriera all’ingresso abbiamo messo un aiuto concreto per chi ha desiderio di lavorare e di integrarsi. Il nuovo emendamento implica infatti che la Regione dovrà mettere in più per i corsi di italiano base per gli stranieri che intendono frequentare corsi di formazione professionale, e questo per noi va benissimo: è giusto e va nel senso dell’integrazione.
7 agosto 2015
SBAGLIATO NON MANTENERE IL SAN GERARDO, GIUNTA RIMANDATA A SETTEMBRE
Il nuovo assetto di Monza Brianza dopo il voto della
riforma sanitaria per il PD è poco funzionale, si attendono i
monitoraggi promessi in autunno
La tanto contrastata riforma della governance della sanità lombarda votata mercoledì sera dal Consiglio regionale prevede la revisione dell'assetto della rete ospedaliera e il superamento delle Aziende Ospedaliere attraverso l'istituzione di aziende sociosanitarie territoriali.
Per nulla soddisfatto Enrico Brambilla che spiega: "Il ridisegno della rete ospedaliera approvato dalla maggioranza divide il territorio in maniera poco funzionale e ciò dipende dal non aver voluto mantenere autonoma l'azienda ospedaliera del San Gerardo, come da noi proposto. In tal caso si sarebbe potuta costituire un'unica ASST della Brianza con i due poli ospedalieri di Vimercate e Desio. Già a settembre, grazie a un nostro ordine del giorno approvato all'unanimità, si tornerà a ragionare sull'assetto territoriale. Per la Brianza saranno necessari gli esami di riparazione".
Già in autunno, infatti, sarà valutata la conservazione di alcune AO. Almeno secondo quanto stabilito da una norma transitoria contenuta nella legge di riforma e rafforzata dall'ordine del giorno che il PD ha fatto approvare. Il Niguarda di Milano, gli Spedali Civili di Brescia, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il Circolo e Fondazione Macchi di Varese e il San Gerardo di Monza dovranno essere monitorati dalla Giunta al fine di un approfondimento necessario per prevedere la costituzione di specifiche aziende ospedaliere per quelle strutture che ne hanno i requisiti.
Questi 5 ospedali lombardi infatti, come da decreto Balduzzi, si caratterizzano per essere "hub" per via della presenza di almeno 5 alte specialità (EAS) per gli interventi a più elevata intensità e complessità, dedicate all'emergenza urgenza e equipe specializzate.
La tanto contrastata riforma della governance della sanità lombarda votata mercoledì sera dal Consiglio regionale prevede la revisione dell'assetto della rete ospedaliera e il superamento delle Aziende Ospedaliere attraverso l'istituzione di aziende sociosanitarie territoriali.
Per nulla soddisfatto Enrico Brambilla che spiega: "Il ridisegno della rete ospedaliera approvato dalla maggioranza divide il territorio in maniera poco funzionale e ciò dipende dal non aver voluto mantenere autonoma l'azienda ospedaliera del San Gerardo, come da noi proposto. In tal caso si sarebbe potuta costituire un'unica ASST della Brianza con i due poli ospedalieri di Vimercate e Desio. Già a settembre, grazie a un nostro ordine del giorno approvato all'unanimità, si tornerà a ragionare sull'assetto territoriale. Per la Brianza saranno necessari gli esami di riparazione".
Già in autunno, infatti, sarà valutata la conservazione di alcune AO. Almeno secondo quanto stabilito da una norma transitoria contenuta nella legge di riforma e rafforzata dall'ordine del giorno che il PD ha fatto approvare. Il Niguarda di Milano, gli Spedali Civili di Brescia, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il Circolo e Fondazione Macchi di Varese e il San Gerardo di Monza dovranno essere monitorati dalla Giunta al fine di un approfondimento necessario per prevedere la costituzione di specifiche aziende ospedaliere per quelle strutture che ne hanno i requisiti.
Questi 5 ospedali lombardi infatti, come da decreto Balduzzi, si caratterizzano per essere "hub" per via della presenza di almeno 5 alte specialità (EAS) per gli interventi a più elevata intensità e complessità, dedicate all'emergenza urgenza e equipe specializzate.
6 agosto 2015
La grande incompiuta di Maroni
Maroni porta dunque a casa l'agognata e travagliata riforma sanitaria e,
sornione, ringrazia le opposizioni, perché, dice, se ci fosse stato lui
al loro posto, si sarebbe andati sicuramente a settembre.
Ma che cosa porta di nuovo questa riforma?
Maroni sostiene che offra un modello per i prossimi 20 anni di sanità e welfare in Lombardia. Il tutto passerebbe da un fortissimo legame degli ospedali con il territorio a partire dal quale si potrà dare risposte innovative e sviluppare l'eccellenza del sistema sanitario lombardo.
Noi siamo propensi a credere che sia in agguato il rischio di un grande equivoco: va bene rinsaldare il legame degli ospedali con i territori, ma attenzione a non farli soffocare nell'erogazione di prestazioni che avranno sempre più a che fare con la cronicità e le lungo degenze e non saranno in grado di stare al passo con le grandi partite della sanità europea e internazionale. La sanità territoriale va fatta rinascere, dopo la vera e propria decimazione che i servizi di prossimità ai cittadini hanno progressivamente subito nella stagione formigoniana e post-formigoniana, ma non va persa di vista la necessità che ricerca e sviluppo non siano esclusivamente appiattite sulle necessità del territorio.
Da questo punto di vista, come ha sottolineato nel suo intervento conclusivo in aula il nostro capogruppo Enrico Brambilla, questa riforma è una grande incompiuta, perché si limita a disegnare un più che ipotetico nuovo sistema di governance e non offre reali prospettive di sviluppo e innovazione di un sistema sanitario che rischia di rimanere ostaggio dei precari equilibri di forza della maggioranza maroniana.
Ma che cosa porta di nuovo questa riforma?
Maroni sostiene che offra un modello per i prossimi 20 anni di sanità e welfare in Lombardia. Il tutto passerebbe da un fortissimo legame degli ospedali con il territorio a partire dal quale si potrà dare risposte innovative e sviluppare l'eccellenza del sistema sanitario lombardo.
Noi siamo propensi a credere che sia in agguato il rischio di un grande equivoco: va bene rinsaldare il legame degli ospedali con i territori, ma attenzione a non farli soffocare nell'erogazione di prestazioni che avranno sempre più a che fare con la cronicità e le lungo degenze e non saranno in grado di stare al passo con le grandi partite della sanità europea e internazionale. La sanità territoriale va fatta rinascere, dopo la vera e propria decimazione che i servizi di prossimità ai cittadini hanno progressivamente subito nella stagione formigoniana e post-formigoniana, ma non va persa di vista la necessità che ricerca e sviluppo non siano esclusivamente appiattite sulle necessità del territorio.
Da questo punto di vista, come ha sottolineato nel suo intervento conclusivo in aula il nostro capogruppo Enrico Brambilla, questa riforma è una grande incompiuta, perché si limita a disegnare un più che ipotetico nuovo sistema di governance e non offre reali prospettive di sviluppo e innovazione di un sistema sanitario che rischia di rimanere ostaggio dei precari equilibri di forza della maggioranza maroniana.
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