26 settembre 2018
25 settembre 2018
Harambee fa tappa a Sulbiate venerdì 28 settembre
"Grazie alla politica possiamo trasformare in possibile ciò che appare impossibile. Sta qui l’azione riformatrice e creativa della politica: desidero il cambiamento e con passione provo a metterlo in atto. Anche a costo di sembrare un sognatore".
Harambee è un momento di incontro e di ascolto, in cui giovani e meno giovani, donne e uomini, lavoratori studenti disoccupati, raccontano le loro storie e condividono i loro sogni per un Paese migliore, capace di generare sviluppo, creare fiducia, saper accogliere e partecipare attivamente. Harambee (come dire "oh issa") è una fondazione, costituita che si propone di riavvicinare la politica al territorio italiano: non c’è analisi senza discussione, non c’è idea senza impegno pratico.
Venerdì 28 settembre 2018, dalle 18.30 alle 22.30, Harambee Monza e Brianza con la partecipazione di Matteo Richetti, si tiene alla Ex Filanda di Sulbiate. Una sede che scelta come simbolo di una "vecchia" storia manifatturiera recuperata e rilanciata nella prospettiva di una economia innovativa capace di generare valore economico e sociale, mixando tecnologie digitali ed arte.
Harambee è un momento di incontro e di ascolto, in cui giovani e meno giovani, donne e uomini, lavoratori studenti disoccupati, raccontano le loro storie e condividono i loro sogni per un Paese migliore, capace di generare sviluppo, creare fiducia, saper accogliere e partecipare attivamente. Harambee (come dire "oh issa") è una fondazione, costituita che si propone di riavvicinare la politica al territorio italiano: non c’è analisi senza discussione, non c’è idea senza impegno pratico.
Venerdì 28 settembre 2018, dalle 18.30 alle 22.30, Harambee Monza e Brianza con la partecipazione di Matteo Richetti, si tiene alla Ex Filanda di Sulbiate. Una sede che scelta come simbolo di una "vecchia" storia manifatturiera recuperata e rilanciata nella prospettiva di una economia innovativa capace di generare valore economico e sociale, mixando tecnologie digitali ed arte.
24 settembre 2018
Decreto Salvini: giro di vite sull’immigrazione
Il cosiddetto decreto Salvini su “sicurezza e immigrazione” ha avuto l’ok unanime da parte del Consiglio dei ministri
Il cosiddetto decreto Salvini su “sicurezza e immigrazione” ha dunque avuto l’ok unanime da parte del Consiglio dei ministri.
Ad annunciarlo su Facebook è stato lo stesso ministro dell’Interno, che ha commentato: “Un passo avanti per rendere l’Italia più sicura. Per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell’Ordine”.
Dunque Salvini parla en passant di mafia e terrorismo, ma il vero cuore del provvedimento, come gli stessi estensori rivendicano, è una stretta sulle modalità di accoglienza e di gestione sul territorio dei richiedenti asilo, tanto da spingere il premier Conte a specificare: “Tutti i diritti fondamentali saranno tutelati”.
Un approccio criticato innanzitutto dalla Chiesa, con monsignor Galatino che aveva commentato: “Parlare di immigrazione nel decreto sicurezza significa giudicare l’immigrato per la sua condizione. E non possiamo considerarla come condizione di delinquenza”.
Per capirci, un po’ come se un italiano venisse giudicato “mafioso” solo per la sua condizione di cittadino del Bel Paese.
Il cosiddetto decreto Salvini su “sicurezza e immigrazione” ha dunque avuto l’ok unanime da parte del Consiglio dei ministri.
Ad annunciarlo su Facebook è stato lo stesso ministro dell’Interno, che ha commentato: “Un passo avanti per rendere l’Italia più sicura. Per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell’Ordine”.
Dunque Salvini parla en passant di mafia e terrorismo, ma il vero cuore del provvedimento, come gli stessi estensori rivendicano, è una stretta sulle modalità di accoglienza e di gestione sul territorio dei richiedenti asilo, tanto da spingere il premier Conte a specificare: “Tutti i diritti fondamentali saranno tutelati”.
Un approccio criticato innanzitutto dalla Chiesa, con monsignor Galatino che aveva commentato: “Parlare di immigrazione nel decreto sicurezza significa giudicare l’immigrato per la sua condizione. E non possiamo considerarla come condizione di delinquenza”.
Per capirci, un po’ come se un italiano venisse giudicato “mafioso” solo per la sua condizione di cittadino del Bel Paese.
19 settembre 2018
Ciao Giampiero
Ci uniamo all'Amministrazione Comunale e al discorso del Sindaco nell'esprimere il nostro cordoglio alla famiglia Cavenago per la perdita di Giampiero, Sindaco di Sulbiate dal 1995 al 1999.
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16 settembre 2018
Monza Marco Mariani e la legionella
La legionella? Una questione di razza
Monza Marco Mariani già sindaco leghista della terza città della Lombardia ed attuale consigliere regionale della Lega, ci aveva abituati alle sue sparate. Chiamiamole così. Quando era sindaco era una musica per le orecchie. Dopo un periodo di silenzio da astinenza da politica e di cruccio ludico per noi, è tornato sui banchi del Pirellone. E il panciuto esponente padano ha ricominciato a fare quello che meglio e nessuno a Monza sa fare meglio di lui. Sparare cazzate. Facebook non perdona e la sua teoria sulla legionella dopo i casi registrati a Monza e in Brianza, è diventata virale. Come le risate alle sue spalle. E pensare che ha sempre fatto il medico. Della mutua si diceva un tempo. Di base ora. Specializzato in ortopedia.
Monza Marco Mariani e la teoria sulla legionella
Durante una seduta in Regione Lombardia ha tentato di spiegare da dove arrivi la legionella dopo i casi registrati in Brianza. “Perché si chiama Legionella? Perché è la malattia dei legionari, che non hanno mai operato in Austria o in Svezia o in Nordtirolo, ma hanno operato dove ben sappiamo. Lungi da me fare illazioni… E’ meglio, per il bene di tutti, piantarla di vedere l’acqua o il fiume e le ricerche dovrebbero essere estese a 365 gradi”.
Monza Marco Mariani e i legionari
All’esponente leghista poco importa la realtà dei fatti. La malattia deriva da un’ epidemia che colpì l’American Legion, una associazione di veterani statunitensi, nel 1976 durante un convegno in un albergo e causò più di 30 morti. Fa niente se “dove ben sappiamo” lascia qualche dubbio in noi, ma non nella sua testa. Fa nulla se “le ricerche dovrebbero essere estese a 360 gradi”. Noi una nostra teoria sulle sue parole l’abbiamo da tempo. Il batterio del “Mariani pensiero” che porta l’esimio rappresentante politico non va cercato lontano. Anzi. E’ vicinissimo. L’osteria sotto casa sua…
tratto da Nuova Brianza
Monza Marco Mariani già sindaco leghista della terza città della Lombardia ed attuale consigliere regionale della Lega, ci aveva abituati alle sue sparate. Chiamiamole così. Quando era sindaco era una musica per le orecchie. Dopo un periodo di silenzio da astinenza da politica e di cruccio ludico per noi, è tornato sui banchi del Pirellone. E il panciuto esponente padano ha ricominciato a fare quello che meglio e nessuno a Monza sa fare meglio di lui. Sparare cazzate. Facebook non perdona e la sua teoria sulla legionella dopo i casi registrati a Monza e in Brianza, è diventata virale. Come le risate alle sue spalle. E pensare che ha sempre fatto il medico. Della mutua si diceva un tempo. Di base ora. Specializzato in ortopedia.
Monza Marco Mariani e la teoria sulla legionella
Durante una seduta in Regione Lombardia ha tentato di spiegare da dove arrivi la legionella dopo i casi registrati in Brianza. “Perché si chiama Legionella? Perché è la malattia dei legionari, che non hanno mai operato in Austria o in Svezia o in Nordtirolo, ma hanno operato dove ben sappiamo. Lungi da me fare illazioni… E’ meglio, per il bene di tutti, piantarla di vedere l’acqua o il fiume e le ricerche dovrebbero essere estese a 365 gradi”.
Monza Marco Mariani e i legionari
All’esponente leghista poco importa la realtà dei fatti. La malattia deriva da un’ epidemia che colpì l’American Legion, una associazione di veterani statunitensi, nel 1976 durante un convegno in un albergo e causò più di 30 morti. Fa niente se “dove ben sappiamo” lascia qualche dubbio in noi, ma non nella sua testa. Fa nulla se “le ricerche dovrebbero essere estese a 360 gradi”. Noi una nostra teoria sulle sue parole l’abbiamo da tempo. Il batterio del “Mariani pensiero” che porta l’esimio rappresentante politico non va cercato lontano. Anzi. E’ vicinissimo. L’osteria sotto casa sua…
tratto da Nuova Brianza
15 settembre 2018
PADRE PINO PUGLISI, IL PRETE CHE COMBATTEVA LA MAFIA COL SORRISO
Oggi ricorre la memoria del prete ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 a Palermo e beatificato il 25 maggio 2013. Don Pino sorrise al killer che gli sparò sotto casa. Nel quartiere Brancaccio di Palermo, dilaniata dalla guerra delle cosche mafiose, riuscì a coinvolgere nei gruppi parrocchiali molti ragazzi strappandoli alla strada e alla criminalità. «Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto», ha detto papa Francesco, «li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto»
Nel 1993 Giovanni Paolo II lanciava da Agrigento il suo grido “scaturito dal cuore” ai mafiosi: «Convertitevi». Venticinque anni dopo, sempre dalla Sicilia, ma stavolta da Palermo papa Francesco riprende quelle parole. E scandisce: «Ai mafiosi dico: cambiate!». Francesco è il Papa della misericordia e quindi li chiama «fratelli e sorelle», vocaboli aggiunti a braccio. E fra gli applausi incalza gli affiliati: «Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo. Altrimenti la vostra vita andrà persa».
Nel 1993 Giovanni Paolo II lanciava da Agrigento il suo grido “scaturito dal cuore” ai mafiosi: «Convertitevi». Venticinque anni dopo, sempre dalla Sicilia, ma stavolta da Palermo papa Francesco riprende quelle parole. E scandisce: «Ai mafiosi dico: cambiate!». Francesco è il Papa della misericordia e quindi li chiama «fratelli e sorelle», vocaboli aggiunti a braccio. E fra gli applausi incalza gli affiliati: «Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo. Altrimenti la vostra vita andrà persa».
M5s, quando Di Maio prometteva in piazza: "Al primo consiglio dei ministri taglio stipendi, vitalizi e 30 miliardi di sprechi"
Il 2 marzo 2018 il leader grillino annunciò in piazza il primo decreto del suo governo. L'esecutivo Conte ha compiuto cento giorni, ma i soldi dei parlamentari non sono stati toccati. Come i presunti sperperi. E le pensioni sono state solo ricalcolate
Adesso che i fatidici cento giorni della luna di miele giallo-verde sono passati, è arrivato il momento di chiedere a Luigi Di Maio - già candidato premier e attuale vicepresidente del Consiglio - che fine abbiano fatto le nove pagine che lui sventolava in piazza del Popolo la sera del 2 marzo scorso. Non è una domanda oziosa, perché in quelle nove pagine non c'erano gli appunti per il suo ultimo comizio prima del voto, ma qualcosa di molto più importante.
Adesso che i fatidici cento giorni della luna di miele giallo-verde sono passati, è arrivato il momento di chiedere a Luigi Di Maio - già candidato premier e attuale vicepresidente del Consiglio - che fine abbiano fatto le nove pagine che lui sventolava in piazza del Popolo la sera del 2 marzo scorso. Non è una domanda oziosa, perché in quelle nove pagine non c'erano gli appunti per il suo ultimo comizio prima del voto, ma qualcosa di molto più importante.
13 settembre 2018
Inizia la scuola 2018-2019

Perché la scuola è quella della Costituzione, aperta inclusiva, democratica.
È al di la delle parti ma crede fortemente nella uguaglianza, nella
democrazia nella piena dignità degli uomini.
È politica forse? No, è oltre. È umanità”.
Mi è arrivato questo messaggio da una collega in cui era allegata la bellissima lettera di Enrico Galiano e con cui mi si esortava a prendere posizione ad alzare la voce contro questo governo buio e oscurantista.
Così ho preso carta e penna e ho deciso di alzare la voce anche io. (PD Monza)
Caro ministro dell’Interno Matteo Salvini
Ho letto un tweet da lei pubblicato con questa frase: “per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti il futuro…”.
12 settembre 2018
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