6 gennaio 2019

La protesta dei sindaci irrita Salvini: “Sono solo dei falliti”

La polemica non è solo un questione di maggioranza e minoranza ma è entrata fin dentro il cuore del governo

La tensione rimane altissima sulla questione migranti. I duri botta e risposta sul decreto sicurezza tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini e alcuni sindaci non sembrano affievolirsi, ma anzi, l’atteggiamento aggressivo del vicepremier ha soltanto aggravato una situazione già molto grave.

Eppure, non solo nell’Anci, sono in tanti a chiedergli di ragionare: a partire dal cardinal Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, che sullo scontro in atto è stato chiaro dicendo: “I sindaci dovranno prendere le loro decisioni, verificarle a livelli giusti e comunque l’obiezione di coscienza è un principio che viene riconosciuto, mi pare”. Della stessa linea anche la Cei che dice: “Chi si tira indietro non ha la coscienza apposto”.

Ma Salvini “non molla” e continua ad attaccare i sindaci “ribelli”. 

3 gennaio 2019

Caro 2019, portami un partito normale

Gli auspici per l’anno nuovo dopo un terribile 2018

Vorrei che il 2019 portasse con sé un partito di sinistra normale.
Vorrei un partito ancorato ai valori della sinistra, quelli di sempre: libertà e uguaglianza. Con particolare attenzione alla libertà, oggi messa a repentaglio dalla destra mondiale, europea e italiana.
Un partito che piano piano sconfiggesse le due destre italiane hanno saputo trovare facce nuove per agitare  messaggi vecchissimi, il razzismo, l’intolleranza, l’antiparlamentarismo, la demagogia.
Vorrei un partito capace di fare opposizione puntando a governare il Paese perché la sinistra o è capacità di governo o non serve a niente.
Vorrei un partito normale, plurale ma unito, con un segretario che dirige e non comanda, un gruppo dirigente che discute e non si fa la guerra, parlamentari e dirigenti che studiano i problemi e mantengono i contatti con il Paese reale.
Vorrei un partito normale che non pensasse solo alle campagne elettorali e alla composizione delle sue liste ma fosse impegnato soprattutto nei periodi “fra” le campagna elettorali.
Vorrei un partito che rivendicasse il grande compito cui ha assolto in questi anni arginando una spaventosa crisi economica e ricordasse a se stesso e agli altri tutti gli sforzi fatti per salvare il Paese dalla bancarotta in cui rischiava di finire.
Vorrei un partito non arrogante ma fermo, combattivo ma sereno nelle sue convinzioni, che non avesse paura di ammettere gli errori, primo fra tutti che fosse sufficiente l’azione dall’alto troppo spesso negando o sottovalutando i drammi reali del Paese.
Vorrei un partito che non fosse ossessionato da dispute ideologiche superate e che non fosse subalterno ad altre esperienze europee, puntando invece ad una via Italiana al riformismo.
Vorrei un partito normale e autonomo, non subalterno agli altri partiti e non angosciato dal tema delle alleanze. Vorrei dunque un partito che pensasse a come crescere, non a inseguire gli altri.
Un partito giovane e creativo ma che sollecitasse con umiltà le opinione dei più anziani, che in fin dei conti ne sanno più di tutti.
Vorrei un partito normale con un segretario normale, serio, aperto, onesto, creativo. Chiunque egli sia, a questo punto, purché sappia riconnettere il suo partito alla società e alle periferie della società.
Vorrei un partito normale in cui ci fosse spazio per tutti, con una maggioranza che ascolta e una minoranza che non minacciasse ogni cinque minuti di andarsene.
Vorrei un partito con normali organismi dirigenti, con responsabilità individuali specifiche e risultati valutabili, con una attenzione completamente diversa nei confronti delle realtà locali, con strumenti d’informazione autonomi strutturati e autorevoli.
Vorrei un partito che ponesse la questione della qualità della democrazia dei partiti e dunque anche il tema del loro finanziamento, senza il quale non si può fare politica a meno che non si abbia una florida azienda alle spalle.
Vorrei un partito che chiedesse a chi ne sa come funzionano i nuovi processi economici, sociali, ambientali, demografici.
Vorrei un partito normale nel quale si studiasse e non si pensasse a far carriera e a costruire cordate. Un partito che non fosse una caserma di yes men  ma nemmeno un casino di voci stonate e sovrapposte.
Vorrei un partito normale nel quale non ci si guardasse in cagnesco.
Ecco, spero che almeno una parte di questa “normalità” il 2019 la porti. Al Pd.

Tratto da Democratica

1 gennaio 2019

LA BUONA POLITICA È AL SERVIZIO DELLA PACE

“La buona politica è al servizio della pace”. Questo il titolo del messaggio di Papa Francesco per la Gioranta Mondiale della Pace che, giunta alla sua 52esima edizione, viene celebrata oggi 1° gennaio. Datato, come è consuetudine, 8 dicembre, festa dell’Immacolata, il messaggio è stato pubblicato il 30 dicembre 2018 dalla Santa Sede.

In esso, il Papa richiama il concetto di “casa”, la funzione e la responsabilità dei politici, cita le “beatitudini del politico”, proposte dal Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyen Vãn Thuan e ribadisce il “No alla guerra e alla strategia della paura”; in questo contesto Papa Francesco afferma che “non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”. Al paragrafo dedicato ai “Vizi della politica” segue quello sulla “buona politica che promuove la partecipazione dei giovani e la fiducia nell’altro”.
La politica, scrive il Papa, “è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”.
Di seguito il testo integrale del messaggio.

23 dicembre 2018

Giù il cappello davanti all’opposizione del Pd

Passa la manovra con la fiducia, Parlamento umiliato

Nella notte del Parlamento è brillata la lucina dell’opposizione. La maggioranza ha umiliato il Senato: va detto e ridetto. Alla fine, ovviamente, la legge di bilancio è passata al termine di una giornata allucinante. Non è la prima volta che passa con la fiducia, è la prima volta che la fiducia viene concessa su un testo sconosciuto.

Ha ragione Matteo Renzi, intervenuto a tarda ora: “Voi siete stati trattati come il pubblico dei talk show, capaci di applaudire, non di dire alcunché”. Già, il Parlamento come “Buona domenica”.

Ma questo vuol essere solo un breve articolo sull’opposizione. La quale esiste, alla faccia dei dotti commentatori e dei columnist con la pancia piena. I senatori del Pd ieri – non è retorica – parevano i vecchi socialisti e liberali nel 1924, solo che invece di ritirarsi sull’Aventino hanno dato l’anima, in aula e in commissione, per contrastare il disegno eversivo dei gialloverdi. Tutti, sottolineo tutti, i senatori, di qualunque componente.

Siamo – come ha titolato due giorni fa Democratica – alle prove tecniche di regime. C’è il Pd – non da solo ma quasi – a fare da argine.

Cari colleghi, d’ora in poi cambiate i titoli dei giornali. L’opposizione c’è, e si vede.

tratto da Democratica

21 dicembre 2018

PSICOSI MIGRANTI

Assolto dall’accusa di stupro, chi lo denunciò rischia indagine

Il marocchino 31enne fu accusato da una 17enne di averla violentata sulla spiaggia di Castellaneta Marina. Il tribunale di Taranto ora lo assolve «perché il fatto non sussiste». All’epoca il deputato della Lega Rossano Sasso lo definì «bastardo irregolare» e guidò una ronda anti-migranti sulla spiaggia, una ronda che fu contestata dagli stessi bagnanti

Fu sottoposto a fermo con l’accusa di aver violentato una ragazza di 17 anni di origine colombiana sulla spiaggia Lido Paradiso di Castellaneta Marina, ma per il tribunale «il fatto non sussiste». È stato assolto con formula piena, dopo aver trascorso quasi quattro mesi in carcere, il 31enne marocchino Mohamed Chajar. Nel corso del processo sono emerse contraddizioni nelle dichiarazioni della 17enne e del suo fidanzato, che ora rischiano a loro volta l’incriminazione rispettivamente per calunnia e falsa testimonianza. Si conclude così una vicenda che aveva avuto grande clamore dopo le polemiche sollevate dal deputato barese della Lega Rossano Sasso che definì lo straniero «bastardo irregolare» e attuò un flash mob con alcuni militanti sulla spiaggia di Castellaneta Marina che ben presto si trasformò in una ronda per stanare venditori ambulanti extracomunitari. Ma la delegazione del Carroccio fu pesantemente contestata da alcuni bagnanti. Su Twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini commentò la notizia del fermo del marocchino, aggiungendo che «Nel Decreto sicurezza che ho in testa bestie come lui saranno prontamente rimandate al loro Paese».

19 dicembre 2018

SettegiorniPD in Regione Lombardia

La Newsletter del Partito Democratico del Consiglio regionale della Lombardia

L'Editoriale A luci spente

Si avvicina il Natale e arriva anche il momento di discutere del bilancio di Regione Lombardia per il 2019.
Per i conti del prossimo anno non ci sono grandi novità e la sensazione è che si vada verso un’opaca, ordinaria amministrazione. Ci prenderemo la responsabilità di dare la sveglia a Fontana e ai suoi su temi come il trasporto ferroviario, l’ambiente, la sicurezza delle scuole e delle strade, le case popolari…
Non faremo ostruzionismo, ma proposte concrete e sostenibili.
Speriamo che la maggioranza non si limiti a ratificare l’apatia di una giunta che non possiamo che definire incolore.
A proposito di maggioranza, registriamo la nascita di un intergruppo del centrodestra che raccoglie tutto ciò che rimane al di fuori della Lega. Un segnale di grande debolezza e preoccupazione di fronte alle smargiassate del bulimico Salvini che prelude a un clima sempre più teso in maggioranza. Grandi (o piccole) manovre in vista delle elezioni europee con davvero poche luci all’orizzonte.


18 dicembre 2018

Milano prima per qualità della vita, Roma al ventunesimo posto

Nella classifica del sole 24 Ore, dove spicca anche
la risalita di Napoli. Genova e Firenze perdono posizioni
La Repubblica - 17 dicembre 2018

MILANO. Vince Milano la classifica del Sole 24 ore per la qualità della vita, giunta quest'anno alla sua 29/ma edizione. Per la prima volta la provincia si piazza sul gradino più alto del podio, piazzandosi per sette volte su 42 nei primi tre posti. Al secondo posto c'è Bolzano, in risalita dalla quarta posizione del 2017, e al terzo Aosta, in discesa di un posto rispetto allo scorso anno. Fanalino di coda, per la quarta volta in 29 edizioni, c'è Vibo Valentia, preceduta da numerose province del Sud Italia.
Resta stabile la qualità della vita a Roma, che si piazza al 21/mo posto, in linea con l'anno precedente (24/mo posto). Tra le altre grandi città, più a sud spicca la risalita di Napoli che conquista 13 posizioni. Migliorano anche Venezia, Torino, Catania, Bari e Bologna, in controtendenza solo Genova e Firenze che perdono rispettivamente otto e dieci posizioni.

16 dicembre 2018

LA LOCOMOTIVA - EMERGENZA TRENI IN LOMBARDIA

Il Gruppo regionale PD ha deciso di organizzare una serie di incontri sul tema dei TRASPORTI.
La prima iniziativa riguarda l'emergenza treni in Lombardia e il futuro del sistema ferroviario regionale e si terrà sabato 12 gennaio 2019 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso l’Auditorium Gaber, Piazza Duca D’Aosta, 3 a Milano – MM Centrale.


15 dicembre 2018

"Ero straniero e mi avete accolto"

DECRETO SICUREZZA: la mozione di Alex Zanotelli

Alex Zanotelli racconta la verità che molti non conoscono: non solo è anticostituzionale verso il diritto d’asilo, diritto sancito dalla nostra Costituzione, ma è repressivo anche nei confronti degli italiani, perché rende reato il blocco delle strade e proibisce l’assembramento di persone – elemento costitutivo della stessa democrazia. Nella sua petizione Alex mette in fila tutti i diritti che verranno negati con questa nuova legge e si appella ad una resistenza civile e costituzionale.

Il 27 novembre 2018 sarà ricordato come il Martedì Nero della Repubblica italiana perché il Parlamento ha trasformato in legge il Decreto Sicurezza che è in netta contraddizione con i principi della nostra Costituzione. E questo è avvenuto senza una discussione parlamentare e senza la possibilità di inserire emendamenti. Altro che centralità del Parlamento! E’ un brutto segnale per la nostra democrazia!

Infatti, il Decreto Sicurezza è una legge repressiva anche nei confronti degli italianiRende reato, per esempio, il blocco delle strade o delle ferrovie (strategia nonviolenta attiva), proibisce l’assembramento di persone (elemento costitutivo della stessa democrazia), impone il daspo e gli sgomberi. E’ forse l’inizio di un sistema poliziesco guidato dall’uomo forte?