Nessuno dietro, molti davanti |
Nessuno dietro, molti davanti. L'aveva detto Giuseppe Civati alla
vigilia di questa calda estate di politica, che continua nelle piazze e
nelle feste democratiche su e giù per l'Italia. Siamo infatti moltissimi
a seguire il candidato alla Segreteria del Partito Democratico, dalle
piazze alla mobilitazione quotidiana, circolo per circolo. Chi era a Genova, alla Festa Democratica Nazionale venerdi, ha assistito alla standing ovation dopo l'intervento di Civati, che ha tracciato il percorso da qui al Congresso del Partito Democratico, e oltre. “Io vado fino in fondo in questa sfida congressuale”, ha concluso tra gli applausi, “andate fino in fondo anche voi, partecipate, fate la tessera del Partito Democratico e torniamo a parlare della vita dei cittadini, restituiamo il senso altissimo della nostra politica, per cambiare questo Paese”. GUARDA L'INTERVENTO COMPLETO DI CIVATI ALLA FESTA NAZIONALE DI GENOVA SU CIWATI.IT Così, mentre Civati indica la stella polare, “il mio Pd è un partito che non pensa solo a vincere o a perdere, ma alle sue battaglie, alle cose che ci stanno a cuore. Un partito che guardi al futuro, ma nel quale Prodi abbia la tessera N.1”, altri restano ben ancorati a terra, a discutere di regole e schieramenti, quasi fosse calciomercato, e a riproporre lo stesso schema di sempre, Ds contro Margherita. Quando invece servirebbe un partito aperto, rinnovato nella sua classe dirigente. Senza paura e senza incertezze. Accanto a Civati, l'economista Filippo Taddei, che ha spiegato come i mercati internazionali non siano spaventati dal voto, dalla vita democratica, dalle scelte politiche di un Paese, ma dall’incertezza e dall’incapacità di assumere decisioni fondamentali. Il nostro è un Paese che non fa più del lavoro il suo fondamento costitutivo, ma si appoggia completamente alla rendita, alla proprietà immobiliare, perché il lavoro non riesce più a dare certezze. Gran parte delle responsabilità di questa situazione va attribuita a un sistema fiscale che penalizza fortemente sia il lavoratore che l'imprenditore. Siamo una Repubblica fondata sul lavoro, dice invece Civati, “per questo togliere l'Imu a chi se la può permettere è una cosa sbagliata! Le risorse vanno destinate al lavoro, e all'abbassamento delle tasse sul lavoro”, ha aggiunto, sottolineando che questo era nel programma del Partito Democratico, “per il quale siamo stati votati”. E mentre Civati indicava la rotta a Genova, i volontari di tutte le province si sono ritrovati a Firenze per una giornata di formazione. Come funziona un Congresso, quali saranno le strategie, come collaborare, come comunicare, dalla Rete al porta a porta. Passione, competenza e condivisione da parte dei relatori: Cosseddu, Tomba, Sinigaglia, Castangia, Cramarossa, Apollonio e Diamanti. Civati si nomina poco, ma c’è. Civati è la voce della signora che chiede al suo compagno di seggiola come si fa a creare una pagina facebook, Civati è la voce dei relatori, Civati è la voce di giovani che si sono spostati da tutta Italia all’alba per organizzare un sogno, una follia. Si perché la sua leadership è collettiva, fatta da persone che vogliono vincere il Congresso con le idee: un Segretario dura pochi anni, un’idea rimane per sempre. Poi cresce, evolve. Diventa futuro.
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11 settembre 2013
Pippo Civati: nessuno dietro, molti davanti
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