11 settembre 2013

Pippo Civati: nessuno dietro, molti davanti

Nessuno dietro, molti davanti
Nessuno dietro, molti davanti. L'aveva detto Giuseppe Civati alla vigilia di questa calda estate di politica, che continua nelle piazze e nelle feste democratiche su e giù per l'Italia. Siamo infatti moltissimi a seguire il candidato alla Segreteria del Partito Democratico, dalle piazze alla mobilitazione quotidiana, circolo per circolo.

Chi era a Genova, alla Festa Democratica Nazionale venerdi, ha assistito alla standing ovation dopo l'intervento di Civati, che ha tracciato il percorso da qui al Congresso del Partito Democratico, e oltre. “Io vado fino in fondo in questa sfida congressuale”, ha concluso tra gli applausi, “andate fino in fondo anche voi, partecipate, fate la tessera del Partito Democratico e torniamo a parlare della vita dei cittadini, restituiamo il senso altissimo della nostra politica, per cambiare questo Paese”.



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Così, mentre Civati indica la stella polare, “il mio Pd è un partito che non pensa solo a vincere o a perdere, ma alle sue battaglie, alle cose che ci stanno a cuore. Un partito che guardi al futuro, ma nel quale Prodi abbia la tessera N.1”, altri restano ben ancorati a terra, a discutere di regole e schieramenti, quasi fosse calciomercato, e a riproporre lo stesso schema di sempre, Ds contro Margherita. Quando invece servirebbe un partito aperto, rinnovato nella sua classe dirigente. Senza paura e senza incertezze.


 
Accanto a Civati, l'economista Filippo Taddei, che ha spiegato come i mercati internazionali non siano spaventati dal voto, dalla vita democratica, dalle scelte politiche di un Paese, ma dall’incertezza e dall’incapacità di assumere decisioni fondamentali. Il nostro è un Paese che non fa più del lavoro il suo fondamento costitutivo, ma si appoggia completamente alla rendita, alla proprietà immobiliare, perché il lavoro non riesce più a dare certezze. Gran parte delle responsabilità di questa situazione va attribuita a un sistema fiscale che penalizza fortemente sia il lavoratore che l'imprenditore. Siamo una Repubblica fondata sul lavoro, dice invece Civati, “per questo togliere l'Imu a chi se la può permettere è una cosa sbagliata! Le risorse vanno destinate al lavoro, e all'abbassamento delle tasse sul lavoro”, ha aggiunto, sottolineando che questo era nel programma del Partito Democratico, “per il quale siamo stati votati”.

 
E mentre Civati indicava la rotta a Genova, i volontari di tutte le province si sono ritrovati a Firenze per una giornata di formazione. Come funziona un Congresso, quali saranno le strategie, come collaborare, come comunicare, dalla Rete al porta a porta. Passione, competenza e condivisione da parte dei relatori: Cosseddu, Tomba, Sinigaglia, Castangia, Cramarossa, Apollonio e Diamanti. Civati si nomina poco, ma c’è. Civati è la voce della signora che chiede al suo compagno di seggiola come si fa a creare una pagina facebook, Civati è la voce dei relatori, Civati è la voce di giovani che si sono spostati da tutta Italia all’alba per organizzare un sogno, una follia. Si perché la sua leadership è collettiva, fatta da persone che vogliono vincere il Congresso con le idee: un Segretario dura pochi anni, un’idea rimane per sempre.

Poi cresce, evolve. Diventa futuro.


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