29 ottobre 2011

Bersani intervistato dal Messaggero. Pronti per la sfida al Governo, io in campo per la premiership.

Primarie, Bersani:"Non andrò mai avanti dicendo al paese che ci sono perchè lo dice lo statuto del PD".


Pronti ad affrontare la sfida del governo. che sia ora con un esecutivo di transizione, o che sia dopo elezioni anticipate. Perché una cosa è certa. avverte Pier Luigi Bersani, così al 2013 non ci si arriva. Il segretario del Pd traccia la sua road map: primarie di centrosinistra dopo aver stretto un accordo «di credibilità» con Idv, Sel e Psi, che metta al riparo dagli errori del passato sulla tenuta della coalizione attraverso precisi meccanismi parlamentari (un vero e proprio vincolo di maggioranza nei gruppi parlamentari); e apertura ai moderati con un patto di legislatura. Obiettivo: «Ricostruire il Paese» dopo il ventennio berlusconiano. Chiarendo che. quando sarà il momento di scegliere dal basso il candidato premier. il candidato del Pd sarà lui.

Segretario, lei ha definito il documento d'intenti del governo alla Ue come «merce usata», mai sindacati prendono la parte sui licenziamenti molto sul serio minacciando lo sciopero generale. Come stanno le cose?

«A uno sguardo obiettivo il documento è fortemente minaccioso sul mercato del lavoro. Quando si parla con tanta leggerezza di licenziamenti per motivi di crisi si deve sapere che in questo stesso momento abbiamo 400 mila cassintegrati che leggendo questa novità potrebbero apprendere che da oggi sono tutti licenziati. Al netto di queste minacce, è tutta merce usata venduta come nuova. Penso alle pensioni ma anche alla presa in giro colossale sulle liberalizzazioni; Sulle riforme istituzionali si parla di dimezzare il numero dei parlamentari nella stessa settimana in cui in commissione al Senato hanno stoppato i tagli, Indicano scadenze parlamentari mentre sono costretti alle Camere a ritirare tutti i disegni di legge».

L'Europa però sembra apprezzare le promesse italiane.

«E io non voglio certo minare questa apertura di credito. Ma se tra un mese emerge che abbiamo raccontato ancora un sacco di favole. raddoppiarlo i guai. Non possiamo vendere altro fumo».

Nei suoi colloqui di queste ore con Casini e Di Pietro è stata messa a punto una strategia comune delle opposizioni in Parlamento?

«Il giudizio delle diverse opposizioni rni pare largamente univoco. E cioè riteniamo che questo governo non sia più in grado né di produrre cose significative né di garantire ormai l'ordinaria amministrazione».

Resta la necessità, per chiunque governi oggi o governerà domani, come ha detto il capo dello Stato, di assumersi la responsabilità di misure impopolari.

«Chiunque governi o governerà deve prendere misure dure e giuste. Se sono giuste non sono sicuro che siano anche impopolari. L'unica chiave per rispondere è un atteggiamento di fiducia e di verità che dica: chi ha di più deve dare di più, chi è stato disturbato meno ora dovrà disturbarsi di più. E si parte con una cura di riforme secche e vere. Quando io feci da ministro le mie liberalizzazioni, l'Italia si svegliò al mattino con una sorpresa: ecco, il metodo è quello. Il giorno dopo il nuovo governo l'Italia deve svegliarsi con una sorpresa: cose serie e incisive. ma, eque. Sto parlando innanzitutto di tagli ai costi della politica, semplificazione amministrativa, un fisco più giusto, liberalizzazioni vere, lotta alla precarietà e così via. E ripeto: eque. Perché la cosa più scandalosa di queste ore è che tra Bce. Ue. Lettera e tutto il resto, è scomparso, per esempio, il tenia dell'evasione fiscale che è il vero punto di differenza tra noi e il resto d'Europa».

Sta di fatto che il governo che sembrava aver ripreso ossigeno è di nuovo nella tempesta, tra dissidenti dei Pdl e gelo con Tremonti.

«Basta far due passi in Parlamento e incontrare parlamentari del centrodestra per vedere che non hanno risolto proprio niente».

Quindi restano tutti i diversi scenari per il dopo Berlusconi. Ma possibile che anche sul votare subito-votare dopo il Pd sia riuscito a dividersi?

«Trovo questi giochetti di comunicazione francamente irritanti. Soprattutto perché il Pd da un anno negli organismi di partito e nelle dichiarazioni del segretario, dice una cosa e una sola: siamo pronti a farla nostra parte in un governo di transizione che sia segnato da una discontinuità e che abbia una larga base parlamentare. Queste riflessioni le ho anche consegnate al presidente della Repubblica non da oggi. Non ci sono queste condizioni? Non possiamo aspettare il 2013. Una terza strada non c'è. Poi, è chiaro, non tutto è nelle nostre mani male nostre intenzioni sono queste. Punto».

Il Pd sconta anche un evidente fattore di ambiguità, segretario: non sapere con quale candidato premier né con quali alleanze si presenterà agli elettori.

«Quando sento questa storia che il Pd è diviso sono il primo a dire che a volte esageriamo, ma mi chiedo anche: non è che è entrato in vena un berlusconismo per cui ci si aspetta che parli sempre uno solo? La verità è che noi stiamo lavorando a qualcosa di più grande e profondo del giorno per giorno, stiamo lavorando a una ricostruzione dal lato democratico e dal lato del patto sociale. E da qui allora che faccio il discorso sulle alleanze e tutto il resto. E da qui viene fuori il lavoro che stiamo facendo e che è un ben più avanti di quel che comunemente si pensa».

Quando dice «stiamo» a chi si riferisce?

«A noi del centrosinistra, E sto parlando del Pd, di Di Pietro, di Vendola, dei socialisti. Qual è il problema elle dobbiamo affrontare e risolvere insieme? La credibilità. Io sto lavorando su questo e stiamo facendo importanti passi avanti su cose molto concrete».

Sta parlando della messa a punto di un documento comune, di una sorta di contratto come lo chiamerebbe Berlusconi?

«Sto parlando di risposte a domande tipo: ma noi la maggioranza parlamentare come la garantiamo. con quale meccanismo? I cinque-sei punti del programma che la gente sa essere un problema politica internazionale, risanamento, concertazione - come pensiamo di risolverli?».

Quindi lei, Vendola e Di Pietro siete già entrati nel merito di un programma di governo vero e proprio?

«Fare un programma è facile, il punto vero lo ripeto è la credibilità».

E come la si garantisce? I precedenti storici della sinistra di governo non sono proprio rassicuranti.

«Appunto. Per questo stiamo ragionando su un preciso meccanismo. Voglio essere ancora più chiaro: nella vita dei gruppi parlamentari dovrà esserci un vincolo di maggioranza».

D'Alema ha sottolineato giorni fa come l'accordo a sinistra noi) sia sufficiente e che per arrivare al 60% si debba aprire al centro. Condivide?

«E infatti da questa posizione il centrosinistra deve rivolgere un messaggio alle forze moderate per un governo di ricostruzione. Io non tiro per la giacca nessuno, rispetto, capisco i problemi. i muri da oltrepassare, però al Terzo Polo voglio dire: la vedete l'Italia? Non sto parlando, di un'ammucchiata ma di un incontro tra progressisti e moderati italiani per un patto di legislatura e su una dozzina di riforme da fare per ricostruire l'Italia. In vista di questo, glielo dico molto francamente, anche il Pd deve darsi una registrata. perché non sempre la discussione che sento tra noi è all'altezza di questa sfida. Il progetto - centrosinistra di governo, allargamento al centro con un patto di legislatura, ricostruzione dell'Italia - va bene? Avanti, allora si tira. Non va bene? Si discute. Ma non c'è più tempo per chiacchiere che non vanno da nessuna parte».

Visto che sta tracciando la road map da qui al voto, parliamo di candidature? Sarà lei il candidato premier dei Pd alle primarie?

«Io ci sono. Non andrò mai davanti al Paese dicendo che ci sono perché lo dice lo statuto del Pd, ma il Pd, che è nato con il metodo delle primarie, proporrà il suo candidato con un'assunzione di responsabilità politica. La coalizione deciderà a proposito delle primarie e chi può partecipare. E a quella discussione non ci si aspetti un Pd o un Bei-sani che chiude le porte. Quando sento qualcuno dire che Bersani ha paura, io rispondo: è fin da bambino che non ho paura».

Oggi Renzi riunisce a Firenze giovani e meno giovani rottamatori. Tanta dialettica al Pd fa bene o fa male?

«Può far bene. può anche far male?A Pesaro. concludendo la festa del Pd, ho detto ai giovani: se toccherà a me. il giro della ricostruzione lo metterò largamente sulle vostre spalle. Chiedo però che l'idea del collettivo, della squadra, non venga calpestata in nome di eccessi personalistici che ormai sono cose del passato».

Sabato prossimo, segretario, il Pd sarà in piazza a Roma. Perché?

«Saremo in piazza San Giovanni perché è un luogo che ha scandito le vicende democratiche del nostro Paese. Sarà un incontro festoso, nel rispetto dell'ordinanza del sindaco sui cortei, chi non vorrà portare bandiere del Pd porterà il tricolore, saremo lì insieme nel nome del popolo italiano. E mi piace pensare che dopo la figura disastrosa che abbiamo fatto agli occhi dell'Europa, la rimessa in ruoto della dignità dell'Italia possa passare proprio da questo appuntamento, con la partecipazione dei leader progressisti francese e tedesco, proprio nella città che ospitò i trattati fondativi dell'Unione».

Cena a tema pro restauro Chiesa di S. Ambrogio Sulbiate. Ultimi posti disponibili.







La chiesa di S. Ambrogio in Sulbiate è uno dei rari esempi superstiti di architettura romanica del Vimercatese.
Edificata nell' XI secolo era parte integrante di un monastero di benedettine, soppresso nel 1492 circa.
Il monumento, sottoposto ai vincoli della Sovrintendenza, è un piccolo scrigno d'arte che necessita però di importanti interventi di restauro.
Il “Gruppo culturale Sant'Ambrogio” è costituito da volontari che si occupano della raccolta fondi per finanziare i lavori che, di volta in volta, saranno effettuati.
In tal senso, in stretta collaborazione con i proprietari del castello di Sulbiate, ha organizzato una “Cena”a tema per la serata di sabato 05 Novembre” nello storico salone d'onore del fortilizio.
Aderire alla cena è un modo per contribuire alle fasi di restauro (iniziate lo scorso 02 agosto 2010): e ad oggi concluse, comprendenti il:“Ripristino delle murature interne originarie della chiesa,, dell’Altare, della pavimentazione e il rifacimento dell’impianto elettrico.
La prossima fase dei lavori sarà dedicata agli affreschi del secolo XIII e XIV.
Partecipare significa aiutare a sostenere il recupero di un magnifico edificio, ma anche scrivere una pagina importante della nostra storia.

28 ottobre 2011

Big Bang. Stazione Leopolda 2011. Diretta web.


Dalle 21 di venerdì sera il Post trasmette in diretta il convegno “Big Bang” organizzato dal sindaco di Firenze Matteo Renzi alla stazione Leopolda.

Sulbiate, ottobre senza Consiglio Comunale. Quando si approverà il Piano Diritto allo Studio? E il PAES? Può attendere?


A questo punto entro la fine di ottobre a Sulbiate non sarà convocato nessun nuovo Consiglio Comunale. A proposito...ma non c'era da approvare tassativamente entro il 31/10 il PAES recentemente presentato alla cittadinanza?
Il sig. Sindaco e la Giunta avranno avuto, certamente, delle buone ragioni.

Ma un provvedimento, urgente e non più rinviabile è il nuovo Piano Diritto allo Studio.

Nell'ultimo C.C. del 30 di settembre era stato comunicato che sarebbe stato approvato entro la fine di questo mese.

Il Piano Diritto allo Studio è lo strumento grazie al quale le scuole reperiscono i fondi necessari per promuovere i progetti che reputano pedagogicamente validi e quindi utili per potenziare l'offerta formativa per gli alunni del nostro paese.

Il nostro auspicio, anche in considerazione dei gravi e dissennati tagli governativi che il sistema educativo in tutta Italia deve sopportare, è che, il Piano Diritto allo Studio della nostra Comunità, possa essere approvato il prima possibile.


Per approfondire il testo della legge n. 285 del 1997 - "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza"- clicca qui.

Nella lettera all'UE non vi è nulla su lotta all'evasione fiscale, alla corruzione, alla criminalità organizzata.

Dario Franceschini:"Il Governo venga subito in aula a riferire".




Licenziamenti facili, i Sindacati pronti allo sciopero: "No a provvedimenti non concordati".

Post correlato: Bersani:"La lettera del Governo niente di serio. Vuole solo prendere qualche giorno di ossigeno".

Attività in Provincia di Monza e Brianza n. 32 del 2011.


Settimana dal 17 al 21 ottobre 2011.





A cura del Consigliere PD Vittorio Arrigoni.


1) Lunedì 17 ottobre ’11 in Commissione 5 la dott.sa Claudia Graziani del CRISP ( Centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica utilità- Università Bicocca) ci ha illustrato l’analisi dei flussi del mercato del lavoro in MB nel primo semestre ’11.

L’attuale è un periodo di stasi con 45.000 assunzioni e 43.000 cessazioni; a giugno le cessazioni superano le assunzioni di ben 2.700 unità. Soprattutto non si cresce come nel 2010 quando sono stati registrati 35% di assunzioni in più nel settore industriale, rispetto il ’09.

Siamo ancora sotto i livelli del 2008.

Il 2011 non cresce come il 2010 e la ripresa è trainata solo dalle esportazioni verso i paesi BRIC.

Per l’andamento delle assunzioni dovremo verificare nel secondo semestre il contraccolpo della crisi finanziaria dell’agosto ’11.

Le assunzioni a tempo determinato sono in aumento dal 33% del ’10 al 36% del ’11, mentre le assunzioni a tempo indeterminato diminuiscono dal 37% del ’10 al 34% del ’11.

Il saldo assunzioni/cessazioni è positivo per l’agricoltura e le costruzioni, è negativo nel commercio ed è in equilibrio nell’industria.

La ricercatrice ha concluso affermando che nelle province di Lecco, Bergamo, Brescia e Varese l’attività economica industriale tira di più rispetto a quella di Monza e Brianza che rivela maggiori difficoltà.

2) Martedì 18 ottobre ’11 in Commissione 9 il dott. Viscardi ha ripreso la discussione sulla quarta variazione di bilancio ’11 che riguarda alcuni adeguamenti per l’aumento dell’IVA, per la rata di acquisto della sede di via T. Grossi e per la partecipazione alla costruzione della sede della fiera di Monza. Il Tutto finanziato con l’aumento dell’IPT determinato dalla recente approvazione delle norme sul federalismo fiscale.

Viene votato il passaggio della delibera all’esame del consiglio provinciale.

Viene informata la commissione del quarto prelievo dal fondo di riserva per circa 168.000 euro di cui 119.000 per attività tiflopedagogiche e 48.000 per prestazione di servizi nel settore del personale ( rilevazione e analisi dei carichi di lavoro degli uffici).

Su questo argomento si accende una vivace discussione circa l’opportunità di un incarico esterno di consulenza.

3) Giovedì 20 ottobre ’11, in apertura del consiglio provinciale Arrigoni ha presentato una interrogazione urgente sulla drammatica situazione di Bames/Sem chiedendo notizie circa l’impegno della provincia di MB su questo problema. ( vedere testo allegato).

Teruzzi (LN) ha difeso la presenza delle sedi ministeriali presso la Villa Reale, nonostante la pronuncia del magistrato romano.

Dell’Oro (IdV) ha chiesto di conoscere con quali criteri sono stati finora elargiti i contributi a varie associazioni culturali da parte del settore cultura provinciale. Ha sottolineato la totale autonomia utilizzata dall’assessorato nella distribuzione dei contributi, nonostante l’approvazione all’unanimità di un odg che impegnava il consiglio a definire un regolamento su tale tema.

E’ ripresa poi la discussione sull’odg della LN circa l’acquisto del pacchetto di maggioranza della Milano- Serravalle spa e della richiesta di dimissioni dei consiglieri Ponti, Arrigoni e Pozzati per presunti danni amministrativi arrecati alla provincia di MB con l’approvazione dell’acquisto in questione e con la costituzione di ASAM. (vedere newsletter n° 31/’11).

L’assessore Meroni (LN) è intervenuto sottolineando di aver approvato in provincia a Milano la costituzione di ASAM e di avere criticato l’acquisto del pacchetto di Serravalle perché non adeguatamente sostenuto da supporto tecnico, vista la cifra rilevante in gioco. Propone di discutere in consiglio delle strategie della provincia di MB per ASAM.

Sono poi intervenuti diversi consiglieri della LN a sostegno dell’odg riconfermando la richiesta delle dimissioni di Ponti perché a Milano non si è opposto, a loro dire, alle delibere di GP su Serravalle e ASAM. Hanno confermato la volontà di non ritirare l’odg., nonostante la richiesta PdL.

Per il PdL sono intervenuti la capogruppo Frigerio Eleonora e il consigliere Volpe che hanno dichiarato la loro contrarietà alla richiesta delle dimissioni dei tre consiglieri e alla richiesta fuori tempo di costituirsi parte civile.

Sono poi intervenuti i capigruppo La Verde (IdV), Vergani (LC), Monguzzi (FL) dichiarando la loro contrarietà all’odg per il contenuto pretestuoso e propagandistico.

Domenico Guerriero, capogruppo PD, ha rilevato come l’odg sia una provocazione politica di pessimo gusto perché priva di fondamento giuridico e amministrativo. Il comportamento dei tre consiglieri è privo di qualsiasi rilevanza penale ed è sempre stato improntato al più assoluto rispetto della norma e della sostenibilità delle scelte amministrative fatte a suo tempo su Serravalle e ASAM

IL PD è pronto a discutere in consiglio le strategie della Provincia di MB per ASAM, cosa mai fatta finora. Annuncia il voto contrario del gruppo sull’odg della LN.

L’odg viene infine bocciato con 22 voti contrari e 8 favorevoli.

Il gruppo PD ha ritenuto opportuno che io e Pozzati, noi consenzienti, non intervenissimo nel dibattito in consiglio provinciale. Mi riservo di rendere noto prossimamente il testo del mio intervento teso a confutare l’ipotesi dei danni arrecati alla provincia di MB.

Vimercate, 24 ottobre 2011

AV

27 ottobre 2011

Dopo la "Lettera che non c'è", a grande richiesta "Il Rock di capitan Uncino".

Non sappiamo per quale ragione il post del 21 ottobre dal titolo "Il Sindaco del Paese che non c'è scrive ai consiglieri del PD" - LA LETTERA CHE NON C'E'- sia tra i più visualizzati.

Probabilmente perchè l'immagine, che abbiamo associato al testo dell'irruducibile e vecchio Capitan Uncino, suscita divertimento, simpatia e curiosità.

Un nostro lettore ha chiesto di pubblicare il video sotto riportato. Dice (anche se non abbiamo compreso bene il perchè) che può essere utile.

Quindi esaudiamo ben volentieri il suo desiderio.

Infatti, cosa sarebbe Capitan Uncino senza la sua ciurma ed il suo fedele Spugna?

Dedicato a tutte le Ciurme e di gli Spugna di questo mondo.




post correlato: ................La lettera che non c'è.
post correlato: Consiglio Comunale del 30/09/2011. Punto di svolta e di non ritorno.

Bersani:"La lettera del Governo niente di serio. Vuole solo prendere qualche giorno di ossigeno".

"A una prima lettura toni e contenuti del documento del governo non lasciano purtroppo intravedere niente di serio. (clicca qui per leggere il testo della lettera)Evidentemente l’obiettivo del governo è di prendersi in sede europea qualche giorno di ossigeno". Questo il primo commento del segretario Pier Luigi Bersani sulla lettera del governo inviata all'Ue per le riforme anti-crisi da attuare in Italia.

Dalle 14 pagine della lettera d'intenti si nota chiaramente che tutte le proposte presentate erano state già annunciate da tempo e mai realizzare. L'unica novità è rappresentata dalla mezza pagina dedicata al mondo del lavoro con l'introduzione dei licenziamenti facili e all'innalzamento dell'età di pensionamento a 67 anni.

Per Antonio Misiani, componente Pd in Commissione Bilancio alla Camera, "se fosse vera la prova muscolare che il governo mostra di voler fare sul tema dei licenziamenti, si arriverebbe alla singolare situazione che la Lega avrebbe ottenuto di mantenere l’età per i pensionamenti di anzianità mettendo però le aziende nelle condizioni di licenziare subito e in massa i lavoratori del Nord e non solo. E’ credibile una cosa del genere? Piuttosto, la lettera sembra un drappo rosso steso davanti agli occhi dell’Ue per fare capire che il governo è forte. Ma anche questo non è credibile come dimostra quanto accaduto oggi alla Camera, dove il governo è andato sotto due volte su temi tra i più vari.
La verità è che l’esecutivo è alla disperazione. Pur di restare in sella qualche settimana in più, Berlusconi è pronto a scrivere di tutto. Anche cose che, una volta tornato in Italia, sa bene la sua stessa maggioranza non gli approverebbe mai".

Per Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del PD, "delle 14 pagine annunciate dal governo, 13 e mezzo sono di interventi già approvati ma in larga misura non attuati".

*****

Ma perché l’Europa dice che va bene e Bersani risponde che la lettera non è una cosa seria? Semplice. Se l’Europa avesse detto di non credere alle promesse di Silvio Berlusconi sarebbe caduto tutto il castello degli accordi, pur faticosi e operosissimi, costruiti in Europa, perché se i mercati facessero saltare l’Italia, l’Europa non avrebbe i fondi per reggere.

Quanto al contenuto delle misure previste da Berlusconi nella lettera basta leggerle. Un esempio per tutti, la odiosa materia dei licenziamenti che oggi si trova su tutti i giornali: “Entro il maggio del 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro: a. funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolamentazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato”. Entro il maggio 2012? Un governo che ha un solo voto di differenza alla Camera, che ieri è già andato sotto due volte e che per non andare in crisi oggi ha dovuto far slittare la presentazione del decreto per lo sviluppo oltre metà novembre? Tutte le misure previste nella lettera, per quanto condivisibili o odiose, sono così: “Sarà” generalizzata la liberalizzazione degli orari dei negozi, ci “sarà” un anno di tempo per fare la riforma degli ordini, il piano delle opere pubbliche “verrà” accelerato, il decreto sviluppo “sarà” attuato nei prossimi otto mesi, entro l’anno “saranno” approvati i provvedimenti di attuazione della riforma universitaria, nel pubblico impiego “sarà” introdotta la mobilità, la delega fiscale e assistenziale da 20 miliardi “sarà” attuata.

Insomma, il governo ha conquistato qualche settimana di vita, facendo l’occhiolino alla pancia dell’imprenditoria più liberista. Per fare che cosa? Per evitare un governo di transizione, Berlusconi e Bossi non vogliono cadere prima che scatti il momento in cui potranno decidere di andare al voto in primavera con loro stessi al governo. Quel momento scatta dalla fine di novembre, quando arriverà al voto in Parlamento il decreto sviluppo. In questo modo potranno dire che le opposizioni hanno detto no e andare al voto come se fossero i difensori dell’Italia, senza dover attuare nemmeno una delle misure scritte nella lettera che, facendo buon viso a cattivo gioco, l’Europa ha dovuto accettare per buona per evitare che l’Italia di Berlusconi facesse saltare per aria tutti gli sforzi compiuti dagli altri per salvare l’euro e l’Ue.

Tutto questo non significa che non esista il problema. Al contrario, il tema del modello di sviluppo e della battaglia necessaria per far progredire in Europa un altro progetto, più attento alla società di quanto non lo siano i numerosi governi oggi egemonizzati dalle destre, è al centro delle politiche dei progressisti. Oggi e per l’Italia il punto però è un altro: questo governo ha proposto anche una norma così dura come quella dei licenziamenti sapendo bene che tanto non sarà più lì quando sarà il momento di farla passare in Parlamento.

Un modo di pattinare insomma, mentre la crisi incombe. Da qui anche il messaggio di ieri del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Nessuna forza politica italiana può continuare a governare o può candidarsi a governare, senza mostrarsi consapevole delle decisioni, anche impopolari, da prendere ora". Secondo Napolitano è ora necessario prendere misure per contenere il debito pubblico e adottare le riforme strutturali "nell'interesse nazionale e nell'interesse europeo". Per il presidente "ciascuno deve fare la sua parte, ma tutti insieme dobbiamo rispondere alle domande di attualità e alle questioni di prospettiva" che pone la convivenza nell'Unione europea.

L'Italia merita rispetto ed un futuro migliore. Il 5 novembre piazza S. Giovanni a Roma.

L'Italia è diventata lo zimbello del mondo, ma gli italiani meritano rispetto e un futuro migliore.
Per ripristinare il prestigio italiano il Pd in piazza il 5 novembre a Roma in piazza San Giovanni.


Alluvioni: 6 morti e 8 dispersi. Incalcolabili i danni. Prevenzione dimenticata.

Purtroppo , il bilancio non è ancora definitivo. Violenti piogge si sono abbattute in particolare su Liguria e Toscana. Le zone più colpite sono la provincia di La Spezia e la Lunigiana. In allerta anche anche il Friuli e il Veneto. Le perturbazioni si stanno dirigendo verso sud. Per la vulnerabilità del territorio ed il già più volte costatato dissesto idrogeologico la situazione è grande la preoccupazione.



Segnaliamo l'intervento di Mario Tozzi "Prevenzione dimenticata" pubblicato da La Stampa.
clicca qui.