19 dicembre 2011

La nota del mattino del 19 dicembre 2011.


1. SETTIMANA DECISIVA PER LA MANOVRA IN ITALIA. E GIA’ SI DISCUTE SULLA SECONDA FASE: LIBERALIZZAZIONI, AMMORTIZZATORI SOCIALI, LAVORO. QUI IL GOVERNO GIOCA LA SUA CREDIBILITA’.
Oggi la manovra per salvare l’Italia dal disastro provocato dall’incapacità e dagli errori di Berlusconi, Tremonti e Bossi approda al Senato. L’iter dovrebbe concludersi mercoledì, se tutto va come previsto. Con questo passaggio, la manovra economica varata dal governo Monti e modificata alla Camera dai parlamentari, entra definitivamente in vigore. Molti sono le modifiche e i suggerimenti ripresi dal Pd. Ma molti altri punti sono rimasti critici.
In questo contesto il Pd preme perché il governo provveda immediatamente a realizzare il dettato degli ordini del giorno migliorativi approvati alla Camera, a cominciare da quello che riguarda il miglior trattamento da riservare ad i lavoratori precoci.
Questa stessa settimana, come hanno annunciato i ministri Elsa Fornero (intervista a Il Corriere della Sera di domenica) e Corrado Passera (intervento di ieri sera a Che tempo che fa su Rai Tre) si apre anche una seconda fase, dedicata alle iniziative per la crescita e il lavoro. Più in particolare, il ministro Passera ha garantito in Tv che per gennaio si procederà sul tema delle liberalizzazioni, che il governo prenderà iniziative per favotire gli investimenti e che procederà all’asta delle frequenze Tv. Il ministro Fornero ha parlato di ammortizzatori sociali e di lavoro.
In questo contesto, la posizione del Pd è chiara. Sostiene Monti per la salvezza del paese. Ma con le proprie posizioni e le proprie proposte.
Dichiarazione alle agenzie di Maurizio Migliavacca: “Prima di tutto l’Italia. Il Pd sosterrà lealmente gli sforzi del governo di impegno nazionale di Monti per allontanare l’Italia dal luogo più esposto della crisi, dove il paese era stato condotto dall’incapacità e dalle mosse sbagliate del governo di Bossi e di Berlusconi. A questo è servita una manovra economica, dove sono state accolte molte delle nostre proposte ma che presenta anche aspetti critici. Dopo l’approvazione della manovra economica, sarà importante realizzare il dettato degli ordini del giorno approvati dal Parlamento, a cominciare da quello che riguarda i problemi dei lavoratori precoci, e prendere iniziative per sostenere la crescita, come sono le liberalizzazioni e gli investimenti dei comuni. In questo contesto sarà importante affrontare il problema degli ammortizzatori sociali. I dati forniti dall’Istat e dalla Confindustria confermano che si sono persi e rischiano di essere cancellati ancora centinaia di migliaia di posti di lavoro, mentre la riforma della previdenza ha portato all’aumento dell’età in cui si potrà andare in pensione. E’ dunque indispensabile mettere questo problema al primo posto, fuori da ogni diversivo. Accanto alle iniziative del governo per salvare il paese, è importante che il Parlamento affronti quanto prima il tema della riforma della politica. Il Partito democratico si farà promotore con le proprie proposte di un piano di azione per la riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, l'ulteriore riduzione dei costi della politica dopo le misure già significativamente avviate. Il confronto su questi temi può utilmente prendere le mosse dalle forze che sostengono oggi il governo di emergenza, ma senza chiusure nei confronti di nessuno”.
Da La Repubblica. Intervista con Rosy Bindi, presidente del Pd. «La manovra ha avuto tempi stretti, non c`è stata la possibilità del confronto che sarebbe stato necessario. Ma se parliamo adesso di nuove riforme strutturali, il governo Monti deve mettersi in testa che le proposte vanno costruite con le forze politiche che lo sostengono e con le parti sociali». Rosy Bindi, la presidente del Pd, dà un altolà. La fase due del governo Monti si presenta forse più indigesta, con lo stop alle detrazioni fiscali e la modifica dell`articolo 18. Il Pd è disposto ad accettare tutto in nome del senso di responsabilità? «Il Pd ribadisce il sostegno al governo. Non verremo meno all`atteggiamento di responsabilità che ha consentito di approvare una
manovra che mette il paese sulla strada giusta. Abbiamo ottenuto delle modifiche, quindi il nostro non è stato un "sì" senza condizioni. Però la fase due per noi Intervenire sulle detrazioni fiscali significa toccare le famiglie e la crescita significa tre azioni. Liberalizzazioni, su cui il governo ha chiesto tempo per approfondire e il ministro Passera ha detto cose interessanti soprattutto a proposito dell`asta sulle frequenze. Quindi, crescita. Per noi è un capitolo tutto da aprire, e abbiamo proposto intanto di sbloccare alcuni patti di stabilità per gli enti locali virtuosi. Poi, c`è la questione lavoro e ammortizzatori sociali». Accettereste la scure sugli sconti fiscali? «Intervenire sulle detrazioni fiscali significa andare a toccare le famiglie e anche alcuni elementi di crescita e di lotta all`evasione fiscale. Ad esempio, se si può avere una detrazione per la ristrutturazione della casa, questo è vantaggioso per la famiglia, è crescita ed è lotta all`evasione. Mi auguro che il governo Monti non faccia tagli lineari alla Tremonti, ma selettivi. Altrimenti il paese non li può davvero reggere, perché tutto si abbatterebbe sulle stesse fasce che pagano di più la benzina, l`Ici... Non ci può essere una fase due che insegua la recessione». Ma della modifica dell`articolo 18 il Pd è disposto a discutere o è il vostro un totem, come sostiene il ministro Fornero? «Nella tanto invocata "flexsecuriy" è chiaro dove è la flessibilità, non si vedono altrettanto bene gli aspetti di sicurezza. Un governo tecnico che non si limita a intervenire sull`emergenza ma fa riforme strutturali deve per prima cosa, ripeto, confrontarsi con sindacati e forze politiche e non per un pomeriggio. Aggiungo che la flessibilità in uscita si fa in tempi di crescita, non di recessione. Prima ci vogliono gli ammortizzatori, cioè un impianto di sicurezza che renda la flessibilità sopportabile per il lavoratore. Per tutto ciò occorrono risorse. Il governo le ha?». Discuterne è per la sinistra un tabù oppure no? «Non lo è. Però temo che qualcuno si illuda che la crescita venga dalla libertà di licenziamento. Il problema con 900 milioni di ore di cassa integrazione, non è licenziare ma creare posti di lavoro. E noi non offriamo il nostro contributo a scatola chiusa». E con Di Pietro come la mettete? «Di Pietro si è sottratto al confronto di merito sulla manovra e ha sbagliato». Ha detto Bersani che nell`orizzonte del Pd ci sono le elezioni.
«Non voleva dire che vogliamo andare a votare prima della scadenza della legislatura, ma che lavoriamo al nostro progetto politico. Dopo il governo tecnico si torna alla normalità della vita politica in cui le parti si confrontano». Casini propone un patto costituente, lei è in disaccordo? «Nessuna Grande Coalizione. Dopo Monti, ci sarà chi vince e chi perde le elezioni. Noi vinceremo con un progetto e su questo si ricostruirà il paese. Pronti già da adesso a discutere con tutti di riforme costituzionali e istituzionali».
2. SETTIMANA DECISIVA IN EUROPA. OGGI SI RIUNISCE L’EUROGRUPPO. GLI ISPETTORI DEL FMI A ROMA.
Anche per l’Europa quella si apre è una settimana decisiva. Oggi si riuniscono i ministri finanziari dei 17 paesi dell’Eurozona. La riunione punta a superare alcuni contrasti sull’attuazione dell’accordo raggiunto a Bruxelles il 9 dicembre. Dal superamento di queste difficoltà può emergere un’Europa dell’euro più forte.
Oggi pomeriggio il presidente della Bce, Mario Draghi, interviene presso il Parlamento europeo. Chiarirà le intenzioni della Bce nell’acquisto di titoli pubblici dei paesi europei.
Questa settimana arrivano a Roma anche gli ispettori del Fondo monetario internazionale.
Da Il Corriere della Sera. Articolo di Ivo Caizzi. “È arrivata in extremis l`attesa convocazione d`urgenza di un Eurogruppo straordinario dei 17 ministri finanziari dell`Eurozona. La riunione è fissata per oggi pomeriggio in teleconferenza. Punta a superare alcuni contrasti emersi nell`attuazione dell`accordo politico anticrisi concluso nel vertice dei 27 capi di Stato e di governo dell`Ue il 9 dicembre scorso (con la clamorosa defezione del solo Regno Unito). Già l`impegno a versare 150 miliardi di euro al Fondo monetario di Washington (Fmi) con prestiti bilaterali dei 17 membri, a cui dovrebbero aggiungersi 50 miliardi forniti dagli altri partner Ue, sta avendo difficoltà nel passaggio dalle parole ai fatti. via libera era previsto entro dieci giorni, che scadono oggi. Ma, dopo lo strappo nel vertice del premier britannico David Cameron, da Londra hanno fatto sapere di non voler sborsare la loro quota. Anche dalla Germania, dove
avevano accettato di pagare per respingere le pressioni sull`aumento del fondo salva Stati, sono arrivati segnali poco rassicuranti per l`Italia e gli altri Paesi potenziali beneficiari degli interventi di Washington. Ancora da definire appare l`ulteriore conferimento al Fondo di Washington, sempre per azioni di sostegno dell`euro, da parte di Russia, Cina, Brasile e altri Paesi emergenti con ampie risorse finanziarie. Questa settimana sono già attesi a Roma i tecnici del Fmi. Dovrebbero iniziare il monitoraggio sui conti pubblici italiani (in vista anche di eventuali aiuti). Un portavoce Fini l`ha però sminuita come «piccola missione». Sempre oggi pomeriggio il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, ha in programma un intervento nell`Europarlamento di Bruxelles. Ampi settori dell`Assemblea Ue premono per un maggiore coinvolgimento della Bce a sostegno dell`Italia e degli altri Paesi dell`Eurozona in difficoltà, che hanno visto esplodere i costi di indebitamento a causa dell`attacco della speculazione ai loro titoli di Stato. Draghi ha ribadito in un`intervista al Financial Times che gli acquisti di bond sui mercati non sono «né eterni, né infiniti», che i Trattati Ue non gli consentono di finanziare i governi, che non si salva l`euro distruggendo «la credibilità della Bce». Ha apprezzato l`accordo del summit invitando però a «non barattare la disciplina di bilancio con la crescita e la competitività». Non si sbilancia sulla recessione ammettendo che «la crescita globale rallenta» e «l`incertezza è salita». Si dice «triste» per lo strappo del Regno Unito. E indica due errori. Non aver aspettato l`avvio del fondo salva Stati per chiedere la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà e il «coinvolgimento dei privati» nelle perdite sui titoli greci, che potrebbe aver favorito il contagio dell`Italia. L`Eurogruppo deve discutere il testo del patto per una maggiore disciplina di bilancio, detto «fiscal compact», concordato nell`ultimo summit. Quel giorno il premier Mario Monti aveva rassicurato sull`assenza di automatismi nell`impegno per l`Italia di rientro del debito in 20 anni dal 120 al 60% del Pil (che imporrebbe manovre da una quarantina di miliardi l`anno). Ma sta emergendo la necessità di difendere la concessione di sconti in base agli «altri fattori rilevanti» (come il basso debito privato), in quanto ottenuta quando il valore dei titoli di Stato non era precipitato e il settore bancario italiano non ne scontava le conseguenze. L`estensione delle decisioni a maggioranza è un altro punto critico soprattutto in relazione al fondo salva Stati stabile, che deve entrare in vigore in anticipo nel 2012 per impiegare fino a 500 miliardi di euro (con eventuali incrementi nei prossimi mesi). Nell`Eurozona non tutti accettano di procedere con 9 favorevoli e 8 contrari. A complicare la situazione complessiva c`è l`aspettativa sui mercati di un declassamento dell`affidabilità del debito perfino della Germania e della Francia, che potrebbe arrivare dalle agenzie di rating da un giorno all`altro e che fa temere la solita conseguente offensiva della speculazione sui titoli di Stato dell`Eurozona”.

3. SOSTENUTO ANCHE DAL TERZO POLO, ALFANO TENTA DI DISTACCARSI DA OLTRANZISTI, MALPANCISTI, EX MINISTRI PDL. MA LA VERA PROVA SARANNO LE LIBERALIZZAZIONI E L’ASTA SULLE FREQUENZE.
Pier Ferdinando Casini non fa mistero di puntare a trasformare il sostegno di responsabilità nei confronti del governo di impegno nazionale di Mario Monti in un impegno politico esplicito e strutturale.
Angelino Alfano punta a svincolarsi dalle posizioni oltranziste degli ex An e del circolo più stretto di Berlusconi. Per questo mantiene il Pdl su una posizione di sostegno responsabile al governo Monti. Il banco di prova per la tenuta di questa posizione saranno l’asta sulle frequenze digitali e le prossime liberalizzazioni. Cioè i primi passaggi concreti in cui sono in gioco interessi concreti.
Ieri straordinaria prova di faccia tosta da parte dell’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: intervistato da Lucia Annunziata, si è messo a criticare la manovra come un cittadino qualunque, come se non fosse stato fino a pochi giorni fa, e per molti anni, il dominus della politica economica, colui che ha portato l’Italia a un passo dal baratro

18 dicembre 2011

Buona domenica del 18/12/2011. I post più cliccati della settimana.

"ma i cittadini preferiscono un Sindaco, un burattinaio... o più semplicemente un buon pifferaio?"

Furbetti, pifferai, montature, smontature.


Il pifferaio di Hemelin.
Al Sindaco di Sulbiate non è piaciuto l’ articolo pubblicato nell’ultimo numero del Giornale Di Vimercate firmato dalla signora Viviana De Vittorio.
Il commento adirato del nostro primo cittadino è presente dal 16 dicembre 2011, in bell’evidenza sulle pagine del sito istituzionale del Comune nella sezione “La parola agli amministratori”.

Per leggere il testo del Sindaco Stucchi e in calce l'articolo della signora De Vittorio clicca qui.
(ndr del 31-01-'13 - ops...il contenuto è stato rimosso!!!...peccato non possiate verificare)

Che il sito sia un efficace mezzo di comunicazione tra Pubblica Amministrazione e cittadinanza,
non abbiamo alcun dubbio, ma che possa essere usato da un Sindaco in luogo di pulpito per polemizzare con una giornalista colpevole solo di aver elaborato, sulla base di fatti conosciuti, una personale brillante analisi dell' assurda situazione politica in cui versa la nostra comunità e, di conseguenza, aver sollevato alcune domande, francamente ci sembra eccessivo e poco “istituzionalmente” corretto.

Non per alimentare la polemica ma la questione non è di poco conto: il sito comunale non è un blog personale; il sito del comune di Sulbiate è il sito della Pubblica Amministrazione. A Sulbiate invece, quest’ultimo abuso è una prova ulteriore, se ormai mai ce ne fosse bisogno, che : l’uso personale/personalistico, (utile esclusivamente a soddisfare l'ego o compiacere la vanità di uno solo), degli strumenti di comunicazione pubblica è regola antidemocratica acquisita e, purtroppo, tollerata anche da tutti i membri dell’ esecutivo.

Il PD di Sulbiate, invece, dalle pagine del suo blog Teorema, solo perchè chiamato in causa dalla gent.ma De Vittorio del Giornale di Vimercate, risponde alla domanda che lo riguarda e ringrazia la giornalista dell'opportunità offerta:

E' questo il compito che vi hanno affidato i cittadini? Fare il bello e il cattivo tempo tenendo sotto scacco il primo cittadino invece che governare con lui come promesso in campagna elettorale?”

La nostra risposta:

In questi due anni e mezzo, gentilissima signora Viviana, le abbiamo tentate tutte, ma alla fine dobbiamo ammettere che non ci siamo riusciti. Abbiamo cercato di costruire un clima di reale confronto col Sindaco, col Gruppo Consiliare, ma ciò non è stato possibile: per aver dichiarato in modo forte la nostra opposizione al progetto Outlet è stato cacciato un Assessore e tutti e 5 i Consilieri PD hanno dovuto lasciare la Lista Civica. Abbiamo continuato a tener fede agli impegni presi coi cittadini sui punti di programma: su ciò che era al di fuori, abbiamo di volta in volta deciso come votare. Ora la situazione sta diventando non solo assurda ma sempre più insopportabile perchè democraticamente scorretta: il Sindaco monta e disfa la Lista Civica a suo piacimento, incurante del voto dei cittadini !

In una cosa ha ragione il sig. Sindaco: la verità sta proprio tutta nell’analisi del voto…quella fatta seriamente e non demagogicamente come ampiamente dimostrato dal suo "vivace" e intelligente articolo.

Maurizio Sarchielli
Buona domenica


I POST PIU' CLICCATI DELLA SETTIMANA.


17 dicembre 2011

Se il Sindaco tace il PDL di Sulbiate faccia urgente chiarezza!!


Alcuni fedeli lettori del nostro blog ci hanno giustamente fatto notare che non sempre è corretto estrapolare una singola parte di un periodo compiuto perchè potrebbe essere strumentalmente usata o male interpretata.

La frase incriminata è quella del sig. Sindaco pubblicata nel manifesto "FUORI I TRE NUOVI TESSERATI PDL DALLA LISTA CIVICA SI" che potete leggere di seguito evidenziata in rosso.

Per trasparenza e chiarezza ecco in evidenza l'intero periodo:

1) si prende atto del diniego a costituire un gruppo a parte che permette alla lista civica di essere trasparenti e di rispettare le promesse elettorali; se non verrà costituito il gruppo consigliare PD la civica ha deciso che nel gruppo consigliare SULBIATE INSIEME non potranno essere presenti persone con tessere di partito. - e-mail del 18-05-2011 del Sindaco di Sulbiate.

Quindi senza interpellare e far partecipare alla discussione i consiglieri eletti nella sua maggioranza in quota PD, il 18/05 il Sindaco unilateralmente decise d'imperio la loro espulsione.

La condanna fu chiara ed inequivocabile: "per restare in questa Lista di maggioranza dovete stracciare la tessera PD!!!".
I Consiglieri di maggioranza eletti in quota PD, non stracciarono la tessera e furono costretti a costituirsi gruppo autonomo.

ALCUNE DOMANDE, PERO', SONO SENZA RISPOSTA:
  • Per quale ragione ora sono così ben accolti i tre Assessori nuovi tesserati PDL?
  • Perchè il Sindaco per coerenza non caccia anche loro avendo dichiarato che nella sua Lista non possono essere presenti persone tesserate ad un partito?
  • Cosa aspetta il Coordinamento locale del PDL a fare chiarezza e convocare un assemblea dei tesserati per decidere quale sarà la nuova linea politica? Insomma, i due consiglieri del PDL eletti tra i banchi della minoranza di PT saranno o non saranno la stampella ribaltonista del Sindaco di Sulbiate?
  • Perchè una Giunta che per volontà degli elettori di Sulbiate, in seguito all'alleanza elettorale siglata formalmente nel 2009 con il nostro partito, che pertanto doveva essere orientata al cetrosinistra ora ha una maggioranza di Assessorti tesserati PDL, più, almeno così appare, un "simpatizzante" dei poteri forti di Regione Lombardia (Formigoni-Lupi-CDO)?


Se qualcuno se la sente di rispondere alle domande può partecipare liberamente commentando questo post.
Grazie

La Redazione di Teorema





Consiglio Comunale di Sulbiate: convocazione di lunedì 19 dicembre 2011.


Ai sensi dell’art. 17 del Regolamento del Consiglio Comunale si comunica che il Consiglio Comunale è convocato in prima seduta presso la sede municipale in sessione straordinaria, in seduta pubblica, per il giorno di Lunedì 19 Dicembre 2011 alle ore 21.00, ed eventualmente in seconda convocazione per il giorno Martedì 20 Dicembre 2011 alle ore 21.00 per la trattazione degli argomenti come da seguente ordine del giorno .


ORDINE DEL GIORNO

  1. FORMALIZZAZIONE ENCOMIO SOLENNE AL COMANDANTE MANCINI FRANCESCO.
  2. COMUNICAZIONI DEL SINDACO.
  3. COSTITUZIONE NUOVO GRUPPO CONSILIARE E DESIGNAZIONE DEL RISPETTIVO CAPOGRUPPO.
  4. OSSERVATORIO MINORI: NOMINA NUOVO COORDINATORE.
  5. INFORMATIVA SULLA STRUTTURA SANITARIA PER DISABILI (R.S.D).

16 dicembre 2011

Su liberalizzazioni, lavoratori precoci e penalizzazioni, il PD non mollerà mai.

Bersani dopo la riunione di Gruppo alla Camera, ribadisce la posizione del PD sulla manovra e chiede subito la riforma degli ammortizzatori sociali. La nostra bussola è sacrifici sì ma non senza cambiamento.


"Su liberalizzazioni, lavoratori precoci e penalizzazioni, il PD non intende mollare. Quello che non abbiamo ottenuto fin qui, lo otterremo in seguito. Il Partito prosegue le sue battaglie”, così Pier Luigi Bersani al termine della riunione del Gruppo PD alla Camera ha anticipato l'orientamento dell'intervento che domani farà in Aula sulla manovra economica. "La nostra bussola è sacrifici sì ma non senza cambiamento. Domani diremo che siamo fedeli ai nostri impegni, ma diremo anche quello che non va. C'è ancora del lavoro da fare - ha aggiunto - e io sollevo il tema della tutela dei lavori precoci che per noi va assolutamente risolto, perchè l'Italia deve qualcosa a chi è andato in fabbrica a 15 anni. E' un punto su cui non molleremo mai", ha assicurato il Segretario democratico.

Bersani ha poi ricordato che "c'è il tema delle liberalizzazioni: non pensino che debba riguardare solo il tema del mercato del lavoro. E prima o poi lo si capirà e più passa il tempo più lo si deve capire".

Il Segretario ha anche sottolineato che " dopo la riforma delle pensioni, il tema su cui il governo si deve impegnare subito è quello degli ammortizzatori sociali per il lavoro, magari utilizzando i soldi risparmiati con la riforma delle pensioni. non è la questione. La riforma delle pensioni - ha spiegato il leader democratico - apre la questione degli ammortizzatori sociali per dare una risposta a chi a rimane senza lavoro magari a 55 anni. Oggi, come ha detto Confindustria, abbiamo 800mila lavoratori in meno. Dunque i lavoratori escono facilmente, non mi si venga a dire che il problema è quello. Sono sicuro – ha sottolineato Bersani - che il governo e il ministro Fornero concordino".

Importante è anche il cambiamento della politica in Europa. Di questo si parlerà oggi alle 16,00, presso il Tempio di Adriano in piazza Di Pietra: una conferenza nazionale sul "Futuro dell'Europa" a cui prenderanno parte il candidato progressista alle presidenziali francesi del 2012 François Hollande e Pier Luigi Bersani.

Sindaco di Sulbiate:"...la civica ha deciso che nel gruppo consiliare non potranno essere presenti persone con tessere di partito.." 18-05-2011


Il manifesto appeso in bacheca
del Circolo PD di Sulbiate.







LA PROVA INTEGRALE:


Per leggere il testo della e-mail del 18 maggio 2011
del Sindaco di Sulbiate clicca qui.

La nota del mattino del 16 dicembre 2011.

1. OGGI IL VOTO DI FIDUCIA SULLA MANOVRA. IL PD, CON GLI INTERVENTI DI FRANCESCHINI E BERSANI, DICE SÌ, VANTA LE MODIFICHE IN POSITIVO OTTENUTE, MA INDICA ANCHE I TEMI SUI QUALI NON MOLLA E CONTINUERÀ A LOTTARE PER OTTENERE RISULTATI: LAVORATORI PRECOCI, LIBERALIZZAZIONI, CONCORRENZA. SENZA DIMENTICARE LA PROSSIMA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI.
Oggi la Camera dei Deputati vota la fiducia e la manovra economica che il governo di Mario
Monti ha presentato per togliere l’Italia dal “fronte più esposto” della crisi che imperversa in
Europa e nel mondo, cioè dall’orlo del baratro dove l’avevano condotta l’incapacità di
governare e le idee sbagliate di Bossi e di Berlusconi.
Se il Pd fosse stato al governo la manovra non sarebbe stata la stessa, come è ovvio.
L’intervento messo a punto da Monti e dai suoi ministri presenta diversi punti dolenti. Non
pochi sono stati corretti grazie all’intervento parlamentare del Pd. Altri sono rimasti aperti. Ma
la storia non finisce con il voto di oggi.
Con gli interventi in aula del presidente del gruppo parlamentare Dario Franceschini e del
segretario nazionale, Pier Luigi Bersani (tra le 19 e le 20 in diretta tv) , il Pd oggi dirà sì alla
manovra per salvare il paese, rivendicherà le numerose modifiche positive ottenute e i
provvedimenti inserititi su suggerimento dei democratici, ma indicherà anche i punti sui quali
il Pd continuerà la propria battaglia, a cominciare dal trattamento da riservare ai lavoratori
precoci (“agli operai entrati in fabbrica a 15 anni l’Italia deve pur dire grazie”, ha detto Bersani)
e dalle liberalizzazioni.
Bersani già ieri ha preannunciato anche la posizione del Pd per i passi successivi del governo.
“Proprio la riforma delle pensioni impone ora di pensare al lavoro, ma partendo dal punto
degli ammortizzatori sociali. Ci sono i lavoratori meno giovani e che stanno perdendo il lavoro,
ma hanno di fronte un lungo periodo prima di poter accedere alla pensione. Ci sono i giovani.
Come ha certificato la Confindustria stiamo perdendo 800 mila posti di lavoro. Il punto dal
quale prendere le mosse è dunque quello della riforma e dell’irrobustimento degli
ammortizzatori sociali. Sul resto dopo si vedrà”.

2. BERLUSCONI E LA LEGA RECITANO LA SOLITA FILASTROCCA. MA E’ SOLO UN CERTIFICATO DI ESISTENZA IN VITA.
La Lega sbraita alla Camera (come già aveva fatto al Senato) e tenta di oltrepassare così il
muro del silenzio e di tornare a quindici anni fa, ma nel frattempo auto blu, scandali e leggi
disastrose ne hanno sfregiato l’immagine. Berlusconi torna a fare uno dei suoi discorsi
strampalati. Ma sono solo l’ombra di ciò che erano. Queste manifestazioni di celodurismo verbale o fisico equivalgono alla richiesta – di fronte all’anagrafe degli elettori - di un certificato di esistenza in vita. Oggi il Pdl voterà la manovra, perché ben sa che senza questo passaggio la situazione tornerebbe al baratro dove proprio il centrodestra l’ha portata. La Lega tenta di trarre un lucro politico da un atteggiamento da masanielli. Ma il risultato di questa mancanza di responsabilità è tutto da verificare.

3. RISCHIO ANNI TRENTA. IL FONDO MONETARIO ALZA IL LIVELLO DELL’ALLARME. E IN EUROPA I PROGRESSISTI METTONO SOTTO ACCUSA I PATTI SARKOZY-MERKEL. OGGI INCONTRO HOLLANDE-BERSANI PER UN A NUOVA EUROPA.
Il Fondo monetario internazionale alza il livello dell’allarme. Adombra addirittura il pericolo di una situazione simile a quella degli anni Trenta. E lascia intendere che gli accordi europei forse non sono in grado di garantire la fuoriuscita dalla crisi dei debiti sovrani.
Dalle agenzie di stampa. (TMNews) - Il direttore del Fondo monetario internazionale ha affermato che la crisi sui debiti pubblici dell'area euro "si sta espandendo" e che sta subendo "una escalation" tale che potrebbe non esser più gestibile solo da un gruppo di paesi. Un monito che Christine Lagarde ha lanciato durante un evento a Washington. Il contrasto a questa crisi dovrà ovviamente iniziare "là dove ha epicentro: i paesi dell'area euro". Tuttavia è "un motivo di inquietudine per tutte le economie", viste le loro "interconnessioni". Il vice direttore del dipartimento relazioni esterne del Fmi, David Hawley, ha detto che al momento il Fmi ha risorse "adeguate alle sue necessità", ma che nell'eventualità di un aumento che si rendesse necessario sta portando avanti le discussioni con vari paesi membri su come procedere.
Oggi il candidato progressista alle presidenziali francesi, Francois Hollande, è a Roma. Nel pomeriggio, insieme al segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, parteciperà alla conferenza sul futuro dell’Europa organizzata dal Pd nell’auditorium del tempio di Adriano.
Da La Repubblica. Intervista a Hollande. «L`Italia deve tornare a essere protagonista in Europa. E’ assurdo rinchiuderci in un téte à téte tra Francia e Germania». Francois Hollande ha già preso un piglio presidenziale, per come parla ispirato, con frasi nette, assumendo spesso un tono grave che si differenzia molto da quello, più bonario, che tutti conoscevano fino a qualche mese fa. Il candidato della gauche si appresta a sfidare Nicolas Sarkozy con la speranza di entrare all`Eliseo, diventando il secondo presidente socialista della Quinta Repubblica dopo Mitterrand. «Le sinistre francesi, italiane e tedesche devono poter elaborare una risposta comune e alternativa alla crisi» racconta Hollande che stamattina arriva a Roma, su invito del Partito democratico. Nel corso del colloquio con Repubblica, le sue parole più frequenti sono "giustizia", "equità", "speranza". E sul suo rivale dice: «Sarkozy ha fallito e vuol far credere a tutti di non avere nessuna responsabilità». L`Europa ha faticosamente raggiunto un nuovo accordo per la riforma dei Trattati. Se lei sarà eletto, lo sottoscriverà? «L`accordo approvato a Bruxelles il 9 dicembre non risolve la situazione. Nessuno ancora ne conosce la traduzione giuridica. In questa emergenza, una revisione
dei trattati dall`esito incerto è una perdita di tempo. Generalizzare le politiche di austerità non ci permetterà di superare questa crisi. La crescita è stata dimenticata dall`accordo, come anche gli eurobond. Se sarò eletto dai francesi, chiederò che venga rinegoziato per favorire anche la crescita e la solidarietà». Angela Merkel dispone e Sarkozy esegue? «Il metodo è sbagliato. Riconosco che il motore franco-tedesco è essenziale per l`Europa quando è in grado di trascinare, convincere, non di imporre. Rinchiudersi in un faccia a faccia porta solo a privarci di sostegni importanti, come ad esempio quello del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Il lavoro con gli altri partner europei è fondamentale, in particolare quello con l`Italia, grande paese fondatore dell`Europa. Ciò che vengo a dire agli amici del partito democratico, come ho già fatto con la Spd in Germania». Oggi incontrerà anche il Presidente Napolitano e il premier Monti. Cosa pensa del nuovo governo tecnico? «Vorrei intanto rendere omaggio a Giorgio Napolitano e alla sua azione per l`Italia e l`Europa. Mario Monti ha ricevuto la fiducia dal parlamento, che ha scelto di rispettare la scadenza elettorale già fissata. Nei prossimi mesi avremo in Francia, Germania, poi anche in Italia, importanti appuntamenti elettorali. E` la grande forza delle democrazie in questi tempi di crisi». Il rigore finanziario è l`unica via possibile? «Niente potrà essere fatto senza una riduzione dei deficit e del debito. Quello che propongo ai francesi è un ritorno programmato all`equilibrio di bilancio nel 2017 seguendo un criterio di giustizia sociale. Non basta. Dobbiamo creare le condizioni per rilanciare la crescita e sviluppare gli strumenti per una regolamentazione che permetta alle nostre democrazie di prendere il sopravvento sul ricatto imposto dai mercati finanziari». L`Italia sta approvando una nuova riforma delle pensioni. Lei vuole rinegoziare quella approvata dall`attuale governo francese, che ha abolito l`età pensionabile a 60 anni? «Il piano di Sarkozy non è né giusto né sostenibile finanziariamente. Correggere quella riforma è soprattutto una questione di giustizia. Bisogna ristabilire la possibilità di andare r in pensione a 60 anni per quelli che hanno incominciato a lavorare a 18 anni, o prima, e che hanno i contributi necessari. Ne discuterò anche con i sindacati. Contrariamente a Sarkozy, r non voglio usare la comunicazione come alibi né dare soluzioni dogmatiche». La crisi può accelerare il cambio di maggioranza in trancia com`è già successo in altri paesi europei? «La crisi è ovviamente un dato essenziale dell`elezione di maggio 2012. Spetterà ai francesi fare una scelta di cambiamento dopo un quinquennio nel quale il Presidente uscente ha fallito». Lei è sempre favorito nei sondaggi ma Sarkozy ha recuperato qualche punto. Teme un`inversione di tendenza? «Francamente, preferisco essere in questa situazione anche se cerco di non occuparmi troppo dei sondaggi. Sarkozy vuole far credere di non avere non avere nessuna colpa, di non essere responsabile dei deficit pubblici esplosi sotto al suo mandato, del debito, della disoccupazione. La verità è invece che ha una pesante responsabilità nei problemi che la Francia oggi attraversa. Il mio dovere è mostrare che un`altra via è possibile. Voglio creare un nuovo slancio, aprire la speranza, imponendo alcune priorità: i giovani e l`istruzione, la produzione e la competitività, la giustizia fiscale e sociale». Cercherà un accordo con Francois Bayrou, candidato centrista sempre più popolare? «Bayrou è un politico che rispetto ma non appartiene alla sinistra. Le sue posizioni sono spesso
conservatrici. Su molti punti siamo in disaccordo. Il cambiamento in Francia non passa da lui. Quando ci sarà il secondo turno delle elezioni, Bayrou dovrà scegliere tra il Presidente uscente, che ha spesso combattuto, e il candidato del cambiamento e della giustizia, quale io voglio essere». Se sarà eletto, quale sarà il suo primo atto da Presidente? «La destra ci lascerà la Francia in uno stato economico e sociale tale che avrò molte emergenze da affrontare. Dovrò dunque andare subito all`essenziale. Per questo che la prima legge che proporrò ai parlamentari è quella di una grande riforma fiscale, affinché i prelievi siano più progressivi ed equi. Nessuno sforzo sarà accettato dai francesi se non vedranno che è equamente distribuito. Questa riforma fiscale sarà la base sulla quale potrò sviluppare le mie priorità. In un contesto così difficile, voglio dare una speranza credibile al mio paese».

15 dicembre 2011

Bersani: sulle liberalizzazioni c'è troppa timidezza.

Pier Luigi Bersani a margine della presentazione del nuovo numero di TamTam Democratico

Conferenza stampa di Pier Luigi Bersani a margine della presentazione del nuovo numero di TamTam Democratico.


Franceschini: ecco come il Pd ha migliorato la manovra.

"Grazie all'impulso del Pd il Parlamento ha portato molte modifiche alla manovra nel senso dell'equità, a cominciare dalla garanzia degli aumenti alle pensioni basse, all'aumento della franchigia sull'Ici per la prima casa, a un tetto nuovo e severo per le retribuzioni dei dipendenti pubblica, a un prelievo di queste risorse dallo scudo fiscale, aggiungendo anche una richiesta alle grandi rendite finanziarie, ai gandi patrimoni, alla richiesta dell'adeguamento dello stipendio dei parlamentari alla media europea"


La nota del mattino del 15 Dicembre 2011.


1. EUROPA IN AFFANNO. LA CURA TEDESCA NON VA BENE. IL RISCHIO E’ GRANDE.
Borse in calo. Euro in calo. Spread Btp-Bund in crescita. E soprattutto altre nuvole all’orizzonte. La ragione? L’accordo di Bruxelles del 9 dicembre, fortemente influenzato dagli obiettivi cari alla Germania, non solo non basta a garantire la tenuta dell’euro e dell’Unione europea perché manca tutta la parte della crescita, ma presenta anche difetti che i mercati stanno brutalmente giudicando.
La speranza è che l’Europa possa reggere e reagire. Perché, come spiega oggi il centro studi della Confindustria, se saltasse l’euro le conseguenze sarebbero devastanti per l’economia, per l’occupazione, per la vita di tutti i cittadini europei, e non solo.
Da Milano Finanza. Dall’articolo di Marcello Bussi. «Non ci sono soluzioni facili o scorciatoie per la crisi del debito europeo, che durerà anni». Lo ha affermato ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel in un discorso al parlamento tedesco. Queste parole hanno avuto un effetto deprimente sui mercati. Piazza Affari ha chiuso in calo del 2,8%, Francoforte dell` 1,7%. La peggiore tra le borse Ue è stata Parigi (-3,3%), su cui hanno pesato anche le voci, poi smentite, secondo cui Standard & Poor`s avrebbe già avvisato il governo francese in merito alla perdita della tripla A. Intanto l`euro è sceso sotto quota 1,30 dollari per la prima volta dal gennaio scorso, fino a un minimo di 1,2944. Nel discorso al Bundestag la Merkel ha ribadito i nein a tutte le soluzioni auspicate dai mercati e da molti partner europei per risolvere o perlomeno alleviare la crisi dei debiti sovrani. La cancelliera ha spiegato il suo no agli eurobond al vertice Ue di venerdì scorso, definendo «un errore» la loro introduzione, «una soluzione rapida, ma che non avrebbe cambiato le cose alla radice». La Merkel ha quindi detto che il tetto massimo combinato del Fondo salva-Stati (Efsf) e del fondo salva-Stati permanente (Esm) non dovrebbe superare i 500 miliardi, pur ammettendo che la questione sarà discussa nuovamente a marzo dall`Ue, in vista dell`attuazione anticipata dell`Esm a luglio 2012. Secondo la cancelliera, l`unica soluzione alla crisi del debito è l`unione fiscale e al vertice Ue «abbiamo iniziato a darle forma. Questo era l`obiettivo del governo tedesco e lo abbiamo raggiunto. La strada è tutt`altro che finita, ma abbiamo cominciato a percorrerla, io credo in maniera irreversibile».
Da La Stampa. Dall’intervista a Giuliano Amato. “Se anche riuscisse ad andare in porto tutto quello che si è deciso con il Consiglio di Bruxelles del 9, ne nascerebbe un Frankenstein. Un`Unione affidata a burocrati e ad automatismi da computer, non proprio un passo avanti verso l`integrazione. Nessuno aveva mai immaginato l`Europa come un robot...». Giuliano Amato dice che un`Unione nata sulla sola moneta non può progredire unificando le politiche di bilancio, e sommare pezzi come se l`Europa fosse un robot non è nemmeno una soluzione per la crisi. Come mostra bene anche l`andamento dei mercati, l`euro non è ancora in sicurezza. Lei ha governato l`unica altra crisi che ha visto l`Italia sull`orlo del default: ci sono davvero ancora pericoli, per noi e per l`eurozona? «Certo che vi sono ancora dei fischi. Rischi che la Germania corre e ci fa correre consapevolmente».
Dalle agenzie relative alla presentazione del rapporto del Centro studi della Confindustria. (ANSA) - ROMA, 15 DIC - "Le violenti ricadute della disgregazione della moneta unica possono essere solo congetturate", dice il centro studi di Confindustria. Che crede nel "lieto fine" ma analizza così "la posta in palio": per "alcune simulazioni riguardanti le quattro maggiori economie dell'eurozona, nel primo anno il Pil crollerebbe tra il 25 ed il 50%, svanirebbero tra i 6 e i 9 milioni di posti di lavoro in ciascuna di esse, i deficit e i debiti pubblici raggiungerebbero valori da immediata insolvenza perfino in Germania".(ANSA).

2. ALCUNI PASSI AVANTI NELLA MANOVRA IMPOSTI DAL PD. MA CI SONO ANCORA BUCHI NERI E CEDIMENTI ALLE LOBBY. E ARRIVA IL GRIDO DI ALLARME SU RECESSIONE E DISOCCUPAZIONE.
Il Partito democratico è riuscito ad imporre molte e positive modifiche alla manovra che il governo presieduto da Mario Monti ha messo in campo per evitare che l’Italia cadesse nel baratro, a causa dell’incapacità, dell’immobilismo e degli errori compiuti dal governo di Berlusconi e di Bossi. Ma vi sono anche molti aspetti sui quali il governo o non ha avuto il coraggio di andare avanti o è addirittura tornato indietro, come le liberalizzazioni e il trattamento non punitivo per i lavoratori precoci.
Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, autore di tutte le liberalizzazioni fatte in Italia, ieri ha rilasciato durissime dichiarazioni sulla mancanza di coraggio del governo.
Oggi il governo metterà la fiducia. Domani ci sarà il voto.
La manovra interviene nel quadro di una drammatica situazione economica. Questa mattina, scomparso il governo Berlusconi, anche la Confindustria ha finalmente spinto il pulsante dell’allarme. L’Italia è di fatto in recessione. (ANSA) - ROMA, 15 DIC - Confindustria giudica "molto probabile che si attenui il reintegro delle persone in Cig, aumentino i licenziamenti, il tasso di disoccupazione salga più velocemente e raggiunga il 9% a fine 2012". Con altre 219 mila persone occupate in meno, il biennio 2012-2013 si chiuderà con un calo di 800 mila rispetto al momento dell’avvio della crisi nel 2008.(ANSA).
Il ministro Corrado Passera, sempre alla presentazione del rapporto del Centro studi della Confindustria: "La situazione è anche peggio di quello che ci aspettavamo. Siamo in recessione. Guardiamo i numeri: ci siamo dentro" anche se "per colpe non nostre: viene da fuori". Mentre sul fronte del lavoro c'è "una condizione ai limiti della sostenibilità".

3. LA LEGA PER FARSI SENTIRE TENTA DI TORNARE ALL’ANTICO. MA SONO LORO AD AVERCI PORTATO QUI. E NESSUNO LO DIMENTICA.
Ieri la Lega Nord ha realizzato un patetico tentativo di bucare il muro del silenzio con una plateale gazzarra in Senato. La Lega fa finta di atterrare oggi da Marte e rifarsi una verginità protestando contro la manovra imposta dall’incapacità di Bossi e di Berlusconi di governare. Solo che nessuno dimentica.

4. RAZZISMO&VIOLENZA. ARRESTI A ROMA. LACRIME A FIRENZE. UN VIRUS PERICOLOSO COLTIVATO DALLA DESTRA E CHE VA COMBATTUTO.
Dopo la devastazione del campo Rom a Torino, gli omicidi dei senegalesi innocenti a Firenze, ieri un altro episodio – l’arresto di alcuni estremisti di destra pronti ad agiore con violenza – ha riportato sotto i riflettori il problema della violenza e del razzismo, coltivati a piene mani in questi anni come una innocente ideologia da Berlusconi e dalla Lega Nord, e che invece ora presentano il conto alla società italiana.
E’ necessaria una battaglia culturale, oltre che politica, per bloccare questo virus, di cui la destra al governo ha favorito la proliferazione.

5. FREQUENZE. DAL BEAUTY CONTEST NON SOLO UN DANNO ECONOMICO.
Da La Repubblica. Lettera di tre commissari dell’Autorità di controllo sulle comunicazioni, Agcom. “Caro Direttore, il dibattito sull`assegnazione delle frequenze tv si è polarizzato sull`alternativa tra un`asta competitiva e una assegnazione gratuita sulla base del "beauty contest". Anche se quello della gratuità soprattutto nelle attuali condizioni del Paese è un problema, non è il solo. Il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale per le trasmissioni comporta una moltiplicazione della capacità trasmissiva delle singole frequenze (con un rapporto di circa 5 a 1). Cambiando tecnologia si crea così uno straordinario surplus di capacità trasmissiva. A chi deve essere attribuito? Alle stesse emittenti che detenevano le frequenze analogiche o allo Stato che di quelle frequenze è il titolare e che le ha
solo "concesse in uso" alle tv? In Italia si è scelto di darlo tutto alle emittenti. Per ricavare qualche frequenza da vendere alle compagnie telefoniche si son dovute ricomprare le frequenze dalle emittenti locali. Il cosiddetto "dividendo digitale" è stato così garantito per intero alle stesse emittenti e il "dividendo esterno" - che ha consentito allo Stato un introito di circa 4 miliardi - è stato realizzato, e non gratuitamente, togliendo qualcosa alle locali. È ovvio che, dando tutte le nuove frequenze digitali a chi deteneva quella analogiche, l`assetto oligopolistico del sistema è stato rafforzato e la promessa di una grande apertura del mercato tv a nuovi soggetti non si è realizzata. La critica che noi abbiamo sempre fatto non è solo, quindi, al "beauty contest", ma al rapporto di conversione adottato e attraverso il quale lo Stato si è spogliato del diritto di recuperare risorse di cui è titolare per poterle destinare, alle migliori condizioni economiche, agli usi più efficienti, secondo principi di neutralità tecnologica. Per sostenere la tesi contraria si fanno osservazioni contestabili. La prima è che il " beauty contest" sarebbe stato voluto dalla Commissione Europea. In realtà la Commissione Europea non ha indicato il modo in cui le frequenze dovessero essere assegnate, ma ha ribadito la necessità di aprire il mercato ai nuovi operatori, in modo da far cessare quella situazione di privilegio per gli operatori esistenti che aveva provocato l’apertura di una procedura di infrazione (peraltro non ancora chiusa). La seconda affermazione è che il "beauty contest" è stato scelto per favorire gli operatori più piccoli e dotati di minori risorse finanziarie. Argomento invero singolare visto che ai nuovi entranti la gara non riserva in modo esclusivo alcuna frequenza e che si limita a prevedere un lotto di tre multiplex da assegnare sì ai nuovi entranti, ma in competizione con i broadcaster esistenti diversi da Rai, Mediaset e Telecom. In ogni caso si tratta di tre multiplex su 21. Se tutto rimanesse com`è e si mettessero all`asta queste frequenze, potrebbe accadere quello che molti vaticinano: che nessuno, cioè, le comprerebbe. Ma il problema sta a monte. A dissuadere eventuali nuovi operatori dal concorrere dall`asta c`è la circostanza che la pubblicità è controllata dai due "incumbent" e che nessuna iniziativa è stata assunta per allentare tale dominanza. Anzi per evitare una pronuncia sulla posizione dei. Due soggetti all`interno del mercato pubblicitario, si è deciso che quello pubblicitario non è un mercato rilevante. E infine va ricordata la decisione di ieri dell`Antitrust - su conforme parere di Agcom - di consentire a certe condizioni l`integrazione verticale tra Elettronica Industriale (Mediaset) e Dmt, l`unico soggetto indipendente detentore a livello nazionale di infrastrutture trasmissive (le cosiddette "torri") al quale gli operatori di rete che ne sono privi si potevano in precedenza rivolgere per assicurare la diffusione di programmi. Quello della maggiore liberalizzazione del sistema è l`obiettivo che abbiamo perseguito - purtroppo in posizione minoritaria - all`interno dell`Agcom in questi anni, per evitare che le risorse trasmissive ed economiche, e le infrastrutture restassero concentrate nelle mani di pochi”. Nicola D`Angelo, Michele Lauria, Sebastiano Sortino (commissari dell`Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni