Il 2 marzo 2018 il leader grillino annunciò in piazza il primo decreto del suo governo. L'esecutivo Conte ha compiuto cento giorni, ma i soldi dei parlamentari non sono stati toccati. Come i presunti sperperi. E le pensioni sono state solo ricalcolate
Adesso che i fatidici cento giorni della luna di miele giallo-verde sono passati, è arrivato il momento di chiedere a Luigi Di Maio - già candidato premier e attuale vicepresidente del Consiglio - che fine abbiano fatto le nove pagine che lui sventolava in piazza del Popolo la sera del 2 marzo scorso. Non è una domanda oziosa, perché in quelle nove pagine non c'erano gli appunti per il suo ultimo comizio prima del voto, ma qualcosa di molto più importante.
15 settembre 2018
13 settembre 2018
Inizia la scuola 2018-2019

Perché la scuola è quella della Costituzione, aperta inclusiva, democratica.
È al di la delle parti ma crede fortemente nella uguaglianza, nella
democrazia nella piena dignità degli uomini.
È politica forse? No, è oltre. È umanità”.
Mi è arrivato questo messaggio da una collega in cui era allegata la bellissima lettera di Enrico Galiano e con cui mi si esortava a prendere posizione ad alzare la voce contro questo governo buio e oscurantista.
Così ho preso carta e penna e ho deciso di alzare la voce anche io. (PD Monza)
Caro ministro dell’Interno Matteo Salvini
Ho letto un tweet da lei pubblicato con questa frase: “per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti il futuro…”.
12 settembre 2018
11 settembre 2018
6 settembre 2018
Governo, 100 giorni di buio. E il peggio deve ancora venire
L’assurda disputa propagandistica tra Salvini e Di Maio sta mettendo a rischio i conti pubblici
Osserva Carlo Cottarelli: “Tra il 10 maggio e il 31 agosto del 2011 lo spread era salito di 129 punti base, da 162 a 291: nello stesso periodo di quest’anno l’aumento è stato di 150 punti, da 138 a 289”. Tutti sappiamo come andò a finire nel 2011. Benvenuti nell’era del governo giallo-verde, quello che dice di voler difendere gli interessi degli italiani ma che, con un’azione quasi scientifica, sta facendo il gioco degli speculatori come forse nessun altro è riuscito a fare finora. Ogni volta che Matteo Salvini e Luigi Di Maio aprono bocca, i suddetti speculatori stappano una bottiglia di Champagne e i cittadini italiani si ritrovano qualche miliardo di spese in più sul groppone.
Osserva Carlo Cottarelli: “Tra il 10 maggio e il 31 agosto del 2011 lo spread era salito di 129 punti base, da 162 a 291: nello stesso periodo di quest’anno l’aumento è stato di 150 punti, da 138 a 289”. Tutti sappiamo come andò a finire nel 2011. Benvenuti nell’era del governo giallo-verde, quello che dice di voler difendere gli interessi degli italiani ma che, con un’azione quasi scientifica, sta facendo il gioco degli speculatori come forse nessun altro è riuscito a fare finora. Ogni volta che Matteo Salvini e Luigi Di Maio aprono bocca, i suddetti speculatori stappano una bottiglia di Champagne e i cittadini italiani si ritrovano qualche miliardo di spese in più sul groppone.
5 settembre 2018
Terremoto 2016, il flop delle scuole.
In due anni ricostruite solo 3 su 21
Nonostante gli annunci e le tre ordinanze che dettano le priorità degli interventi i lavori, poco coordinati, sono in ritardo. La denuncia di Legambiente
di Redazione Scuola - Corriere della Sera
I piani di ricostruzione ci sono ma le scuole ricostruite no. E così a
due anni dal terremoto del 24 agosto 2016 ci sono tre ordinanze che
dettagliano gli interventi per 235 scuole, di cui 21 sono comprese nella
prima ordinanza che ha dettato le emergenze principali, ma le scuole
ricostruite sono solo 3, gli altri cantieri sono fermi per lo più ai
progetti.
Le tre scuole
A dirlo è Legambiente che ha pubblicato un rapporto sullo stato della ricostruzione.«Delle 21 scuole individuate con la prima ordinanza (n.14) e da realizzare entro l’anno scolastico 2017-2018, ne sono state ricostruite solo tre: la scuola per l’infanzia di Via Don Petruio a Fabriano, la scuola Romolo Capranica ad Amatrice e la scuola di Crognaleto; avviati i lavori di edificazione delle scuole di Giano e Foligno in Umbria, dei Poli scolastici di Macerata e San Ginesio nelle Marche e della scuola di Accumuli nel Lazio».
Il problema delle macerie
Il problema principale che ha rallentato i lavori fino ad adesso sembra essere quello del recupero e smaltimento delle macerie: ad oggi è stato raccolto il 40 per cento delle macerie pubbliche: in Abruzzo 12% macerie raccolte, Marche 43%, Lazio 39% e Umbria 72% su un totale stimato di 2.667.000 tonnellate.
Nonostante gli annunci e le tre ordinanze che dettano le priorità degli interventi i lavori, poco coordinati, sono in ritardo. La denuncia di Legambiente
di Redazione Scuola - Corriere della Sera

Le tre scuole
A dirlo è Legambiente che ha pubblicato un rapporto sullo stato della ricostruzione.«Delle 21 scuole individuate con la prima ordinanza (n.14) e da realizzare entro l’anno scolastico 2017-2018, ne sono state ricostruite solo tre: la scuola per l’infanzia di Via Don Petruio a Fabriano, la scuola Romolo Capranica ad Amatrice e la scuola di Crognaleto; avviati i lavori di edificazione delle scuole di Giano e Foligno in Umbria, dei Poli scolastici di Macerata e San Ginesio nelle Marche e della scuola di Accumuli nel Lazio».
Il problema delle macerie
Il problema principale che ha rallentato i lavori fino ad adesso sembra essere quello del recupero e smaltimento delle macerie: ad oggi è stato raccolto il 40 per cento delle macerie pubbliche: in Abruzzo 12% macerie raccolte, Marche 43%, Lazio 39% e Umbria 72% su un totale stimato di 2.667.000 tonnellate.
3 settembre 2018
Saluzzo, 27 settembre 1920 – Palermo, 3 settembre 1982
"Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli."
Carlo Alberto dalla Chiesa
citato in Nando dalla Chiesa, Delitto imperfetto, p. 154
Carlo Alberto dalla Chiesa
citato in Nando dalla Chiesa, Delitto imperfetto, p. 154
Due provocazioni sulla Leva obbligatoria
" L’educazione è “tirar fuori” l’individuo, la sua personalità, le sue capacità, la sua volontà: la naja è esattamente il contrario, l’individuo deve piegarsi alla volontà dei suoi superiori. È davvero surreale pensare che nella leva obbligatoria ci sia qualcosa di educativo: obbedire e comandare con l’educazione non c’entrano nulla.
....
Se vogliamo creare quel senso di appartenenza e di cittadinanza che oggi langue, bisogna che i ragazzi e le ragazze - questo è molto importante, che sia davvero per tutti - siano convocati a vivere un’esperienza di utilità, di protezione della società. Ecco, sarebbe un concetto di protezione civile allargato. Ma questo sì che crea sicurezza, non le telecamere"
Daniele Novara
tratto da Vita
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Se vogliamo creare quel senso di appartenenza e di cittadinanza che oggi langue, bisogna che i ragazzi e le ragazze - questo è molto importante, che sia davvero per tutti - siano convocati a vivere un’esperienza di utilità, di protezione della società. Ecco, sarebbe un concetto di protezione civile allargato. Ma questo sì che crea sicurezza, non le telecamere"
Daniele Novara
tratto da Vita
1 settembre 2018
L'ultimo abbraccio al preside che insegnava nello stile di don Milani
Bologna, migliaia di messaggi di studenti sul web per la scomparsa di Maurizio Lazzarini, il dirigente del decalogo alla rovescia per allievi e genitori. Sulla porta del suo studio la scritta: "I care"
di ILARIA VENTURI
la Repubblica
Sulla porta del suo studio c'era la scritta “I care”. Gli interessava ogni suo studente, passava ore con loro, dialogava via social, al suo insediamento aveva reso pubblico il suo cellulare (“ragazzi, se avete bisogno mandatemi un sms”), regalava loro la Costituzione il primo giorno di scuola, li radunava nella palestra quando arrivavano in quinta, l’ultimo saluto ai maturandi di giugno è stato con una poesia di Kavafis: “Non sciuparla la vita, fino a farne una stucchevole estranea”. Maurizio Lazzarini, preside da otto anni guidava il liceo Fermi di Bologna, se ne è andato a causa di una malattia nel tempo di questa estate. Una scomparsa che ha scosso il mondo della scuola, non solo bolognese: migliaia di messaggi hanno inondato i social e il sito web del liceo scientifico: “Perdiamo un grande maestro”.
di ILARIA VENTURI
la Repubblica
Sulla porta del suo studio c'era la scritta “I care”. Gli interessava ogni suo studente, passava ore con loro, dialogava via social, al suo insediamento aveva reso pubblico il suo cellulare (“ragazzi, se avete bisogno mandatemi un sms”), regalava loro la Costituzione il primo giorno di scuola, li radunava nella palestra quando arrivavano in quinta, l’ultimo saluto ai maturandi di giugno è stato con una poesia di Kavafis: “Non sciuparla la vita, fino a farne una stucchevole estranea”. Maurizio Lazzarini, preside da otto anni guidava il liceo Fermi di Bologna, se ne è andato a causa di una malattia nel tempo di questa estate. Una scomparsa che ha scosso il mondo della scuola, non solo bolognese: migliaia di messaggi hanno inondato i social e il sito web del liceo scientifico: “Perdiamo un grande maestro”.
30 agosto 2018
Approfondiamo le questioni ambientali.
Prendiamo spunto da alcune righe di uno scritto di Andrea Rinaldo (Circoli Dossetti-Milano)
Verso uno sviluppo sostenibile
Nella temperie storica attuale dominata dagli effetti ambivalenti della cosiddetta “globalizzazione” argomentare sul concetto di “sviluppo sostenibile” è diventato ormai imprescindibile, giacché le implicazioni di quello che per converso potremmo definire “insostenibile” sono invece sotto gli occhi di tutti. Al netto delle locuzioni à la page i due asset si differenziano tra loro per un uso diverso delle risorse naturali, più oculato e rispettoso degli equilibri planetari, e orientato verso una distribuzione “democratica” delle ricadute positive sull’esistenza delle persone nel caso della sostenibilità, mentre all’opposto le disparità sociali e l’inquinamento ambientale si tengono insieme, generando un sistema che riduce ogni forma di biodiversità, anche umana.
Se si affrontano queste tematiche giocoforza non si può che entrare in un territorio di riflessione dove la trasversalità dei contenuti ne è la cifra distintiva: che tipologia di modello di sviluppo si sta promuovendo? E per chi? Secondo quale possibile tenuta nel tempo? Il benessere raggiunto dalla parte più fortunata degli abitanti del pianeta tendenzialmente si sta spostando anche verso i Paesi delle “economie emergenti”, ma questo fenomeno emancipativo non è indolore. Accanto ad una sempre maggiore richiesta di materie prime da parte dei Paesi più industrializzati unita con la consolidata abitudine consumista dell’ “usa e getta”, la rapida espansione delle economie di nuovo conio pone dei seri dubbi sul fatto che l’offerta delle risorse non rinnovabili sarà abbastanza abbondante ed economica, e tale da soddisfare i bisogni umani del futuro. Ammettendo la possibilità (a questo punto doverosa) per la popolazione mondiale che è stimata intorno ai sette miliardi e mezzo circa di individui, di possedere un’abitazione, un’auto, un frigorifero, un televisore, ecc., sarà in grado la nostra Terra di sopportarne l’impatto pauperista ed ambientale?
Quindi quanto si argomenta intorno allo “sviluppo sostenibile” si ha come riferimento principale la parte del mondo più industrializzata, la quale numericamente rappresenta un segmento minoritario del genere umano, mentre una fetta consistente si sta ancora dibattendo con le più prosaiche questioni della sopravvivenza: i massicci fenomeni migratori in atto sono la cartina di tornasole degli squilibri planetari causati spesso da “economie di rapina” ed anche dalle conseguenti devastanti perturbazioni ambientali.
Verso uno sviluppo sostenibile
Nella temperie storica attuale dominata dagli effetti ambivalenti della cosiddetta “globalizzazione” argomentare sul concetto di “sviluppo sostenibile” è diventato ormai imprescindibile, giacché le implicazioni di quello che per converso potremmo definire “insostenibile” sono invece sotto gli occhi di tutti. Al netto delle locuzioni à la page i due asset si differenziano tra loro per un uso diverso delle risorse naturali, più oculato e rispettoso degli equilibri planetari, e orientato verso una distribuzione “democratica” delle ricadute positive sull’esistenza delle persone nel caso della sostenibilità, mentre all’opposto le disparità sociali e l’inquinamento ambientale si tengono insieme, generando un sistema che riduce ogni forma di biodiversità, anche umana.
Se si affrontano queste tematiche giocoforza non si può che entrare in un territorio di riflessione dove la trasversalità dei contenuti ne è la cifra distintiva: che tipologia di modello di sviluppo si sta promuovendo? E per chi? Secondo quale possibile tenuta nel tempo? Il benessere raggiunto dalla parte più fortunata degli abitanti del pianeta tendenzialmente si sta spostando anche verso i Paesi delle “economie emergenti”, ma questo fenomeno emancipativo non è indolore. Accanto ad una sempre maggiore richiesta di materie prime da parte dei Paesi più industrializzati unita con la consolidata abitudine consumista dell’ “usa e getta”, la rapida espansione delle economie di nuovo conio pone dei seri dubbi sul fatto che l’offerta delle risorse non rinnovabili sarà abbastanza abbondante ed economica, e tale da soddisfare i bisogni umani del futuro. Ammettendo la possibilità (a questo punto doverosa) per la popolazione mondiale che è stimata intorno ai sette miliardi e mezzo circa di individui, di possedere un’abitazione, un’auto, un frigorifero, un televisore, ecc., sarà in grado la nostra Terra di sopportarne l’impatto pauperista ed ambientale?
Quindi quanto si argomenta intorno allo “sviluppo sostenibile” si ha come riferimento principale la parte del mondo più industrializzata, la quale numericamente rappresenta un segmento minoritario del genere umano, mentre una fetta consistente si sta ancora dibattendo con le più prosaiche questioni della sopravvivenza: i massicci fenomeni migratori in atto sono la cartina di tornasole degli squilibri planetari causati spesso da “economie di rapina” ed anche dalle conseguenti devastanti perturbazioni ambientali.
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